Frasi su narrativa
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“La narrativa spaziale o scientifica è diventata un dialetto per la nostra epoca.”

Doris Lessing (1919–2013) scrittrice inglese

Origine: «Space or science fiction has become a dialect for our time». Citato in The Guardian, Londra, 7 novembre 1988; citato in Robert Andrews, The New Penguin Dictionary of Modern Quotations, Penguin UK, 2003.

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“Ma, guarda, io ho trovato questo film dell'arrivo in stazione abbastanza scadente dal punto di vista della narrativa, insomma. Non c'era un guizzo, non c'era… sì, c'è un po' di pathos alla fine, quando lo vedi arrivare… la partenza, l'arrivo… quello coinvolge. Che rovina un po' è però la scelta dei costumi. Li ho trovati un po' vecchi.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Dall intervista a Leo Ortolani: CineMAH e la passione per il grande schermo http://www.badcomics.it/2016/05/intervista-a-leo-ortolani-cinemah-e-la-passione-per-il-grande-schermo/112720/ di Claudio Scaccabarozzi, BadComics.it, 28 maggio 2016

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“E Dottor House ha codificato l'antipatia come tratto positivamente distintivo: il protagonista è amato in quanto burbero. Proprio House è la serie più didascalica, tra quelle quasi-cattive. Al punto da essere spesso andata in testacoda, tra svolte narrative improbabili, citazioni stanche di Qualcuno volò sul nido del cuculo e financo ammicchi al musical.”

Andrea Scanzi (1974) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da I neocattivi cucinano l'anfetamina http://www.lastampa.it/2011/03/10/spettacoli/i-neocattivi-cucinano-l-anfetamina-Ptbu3NxJTvnQHYoOHcXitO/pagina.html, La Stampa.it, 10 marzo 2011.

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“Forse il libro [Fight Club] aprirà una nuova vena narrativa; forse il linguaggio del futuro sarà questo revival di ripetizioni nel tentativo di raggiungere una tensione che va al di là perfino dell'anarchia fondamentale dell'autore.”

Fernanda Pivano (1917–2009) traduttrice italiana

Origine: Dalla postfazione a Chuck Palahniuk, Fight Club, Mondadori, 2013, pp. 189-191. ISBN 978-88-04-50835-9

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“Non lo dimentichiamo: esistono treni rapidi che «avvicinano» Torino (o Düsseldorf) al meridione, c'è la televisione che invia messaggi di… unità attraverso i presentatori e le acconciature delle belle annunciatrici, c'è il cinema, ci sono anche i libri e i rotocalchi (senza contare l'azione più specificamente politica dei partiti governativi e delle opposizioni)… Pure non si sfugge all'impressione che il Mezzogiorno resti ancora e in larga parte la terra solitaria e difficile, talvolta incomprensibile, che Abba e gli altri – le armi in pugno – vennero a scoprire e a «ricondurre» all'Italia vincendo, com'è noto, molte e cruente e gloriose battaglie ma in definitiva perdendo la loro guerra liberatrice. […] non è una affermazione che si faccia a cuor tranquillo, giacché resta comunque incomprensibile come un secolo così complesso di tragedie e di sommovimenti possa aver lasciato tanta parte del Mezzogiorno ferma ed estranea.
Come è possibile questo?
Se appena però ci si rifiuta di limitare il ragionamento alle modifiche più evidenti e naturali del costume meridionale (del resto molto limitate per esempio nei paesi dell'interno) e si bada invece al crescente dislivello nello sviluppo economico e culturale del sud rispetto alle altre regioni italiane (dislivello paurosamente cresciuto negli ultimi dieci anni) si deve ammettere come un dato della situazione italiana la perdurante «estraneità» del sud rispetto al resto della Nazione.
Né vi può ormai essere alcuno disposto seriamente a imputare questo ai meridionali in genere e non al blocco industriale-agrario che ha guidato secondo il proprio interesse la Nazione determinando per il Mezzogiorno una funzione e un destino coloniali.”

Aldo De Jaco (1923–2003) giornalista e scrittore italiano

da Letteratura e Mezzogiorno a cento anni dall'Unità, in Francesco D'Episcopo, «Le ragioni narrative» 1960-1961, Antologia di una rivista, Tullio Pironti Editore, Napoli, 2012, pp. 194-195. ISBN 978-88-7937-408-8

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“Sia nei libri narrativi sia nei saggi Rastello è stato un sismografo della realtà.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

da un post https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/posts/10153010644951864:0 del 6 luglio 2015
Dalla pagina ufficiale Facebook.com

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“Il nostro punto di partenza era questo: il peggior modo di raccontare il bene è farlo in modo didascalico. Tutti cattivi? Sì, in quel mondo non ci sono personaggi positivi, il bene ne è alieno. Nessuno con cui lo spettatore può solidarizzare, nel quale si può identificare. Nessun balsamo consolatorio. Nessun respiro di sollievo. Lo spettatore, in maniera simbolica, non doveva avere tregua, come non ha tregua chi vive nei territori in guerra. Quindi la visuale doveva essere unica. Nessuna salvezza per nessuno. Polizia, società civile, sono state messe in secondo piano perché così è nella testa dei personaggi che raccontiamo. Quindi nessuna via di fuga narrativa, nessuna quota di bontà pari a quella della cattiveria. Non una serie in cui ci sono " il cattivo irredimibile, il cattivo che si redime, un buono con delle ombre e il buono redentore". Con la storia di sangue e la storia d'amore. Questa dialettica così classica e così scontata non serve più a un paese che è andato culturalmente oltre. Ecco perché abbiamo scelto un modo diverso di raccontare, non l'unico, non il più giusto, ma certamente diverso. Condivido la critica che spesso viene mossa alle serie italiane – e soprattutto ai direttori di rete che le scelgono – di essere costruite come se qualcuno le avesse masticate prima di darle in pasto ai telespettatori per evitare che possano strozzarsi. Noi non volevamo costruire storie masticate, ma storie difficili da digerire, di quelle che ti tornano in mente il giorno dopo e ancora devi forzarti a scrollartele di dosso.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano
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“Il mondo dello scrittore di narrativa è colmo di materia.”

Flannery O'Connor (1925–1964) scrittrice statunitense

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“È singolare come io e Gianluca Magi condividiamo gli stessi gusti in questa tradizione di narrativa iniziatica che risale alla notte dei tempi.”

Alejandro Jodorowsky (1929) scrittore, drammaturgo e poeta cileno

Origine: Citato in Gianluca Magi, La Via dell'Umorismo. 101 burle spirituali, Il Punto d'Incontro, 2008, p. 9. ISBN 8880935976

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“In London l'impellenza narrativa non si lascia soverchiare dagli agi della letteratura. Sta qui tutta la forza di una presa che pungola e non molla mai il lettore, ogni tipo di lettore.”

Ottavio Fatica traduttore italiano

Origine: Dalla postfazione a Jack London, La peste scarlatta, a cura di Ottavio Fatica, Adelphi, 2009, p. 93.

“La narrativa è la più esigente delle fidanzate.”

2006: da lagunaweb.gdr.net http://www.lagunaweb.gdr.net

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“Io mi sono lasciato alle spalle la religione, ma quando si tratta di narrativa, di scrivere, sono molto religioso.”

Nathan Englander (1970) Scrittore statunitense

Origine: Registrazione sonora, Nathan Englander con Antonio Monda, n. 2007_09_08_161 http://archivio.festivaletteratura.it/flm-web/audio/detail/IT-FLM-AV0001-0001800/nathan-englander-antonio-monda-n-2007-09-08-161, archivio.festivaletteratura.it, 7 settembre 2007.

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“Qualsiasi dono narrativo e drammatico io possa avere è sempre instintivamente usato per quello scopo: raggiungere e portare avanti les valeurs idéales.”

Origine: Da Georges Jean-Aubry, Joseph Conrad: Life and Letters, vol. II, Londra, 1927, p. 185; citato in Ian Watt, Racconto e idea nella Linea d'ombra di Conrad, in Critical Quarterly, vol. 2, 1960, pp. 133-148, inserito come introduzione a Joseph Conrad, La linea d'ombra, traduzione di Francesca Rossi, Mondadori, Milano, 1999, p. X.

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“Sappiamo quanto la Fallaci tenga alla sua autonomia di giudizio, che è forse la qualità che più le ha permesso di fare storia, sia dal punto di vista del giornalismo che della narrativa. Così come sappiamo quanto il teologo Ratzinger sia stato sempre libero dalle idee ricevute e incurante del politically correct.”

Salvatore Fisichella (1951) arcivescovo cattolico e teologo italiano

Se c'è stato un incontro, esso è avvenuto sulla base della profonda libertà che queste due persone esprimono.
Origine: Dall'intervista di Luigi Accattoli, «Ratzinger e Oriana: l'incontro tra due pensieri liberi» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/25/Ratzinger_Oriana_incontro_tra_due_co_9_050625031.shtml, Corriere della Sera, 25 giugno 2005.