Frasi su repubblica
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“A Castelvolturno, come in altre aree di Terra di lavoro, serve una rivoluzione culturale, non servono posti di blocco ogni cinquanta metri.”

Giorgio Poletti (1942) missionario italiano

da Mandate docenti, non soldati, ne la Repubblica-Napoli del 24 settembre 2008

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“[Se Mike Bongiorno fosse Presidente della Repubblica:] L'Italia è una Repubblica fondata sulla ruota della fortuna.”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Mike Bongiorno

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“Il caso di Luttazzi, uno che la satira la fa senza sconti, è illuminante: cacciato su due piedi. Colpirne uno per educarne cento.”

Dario Fo (1926–2016) drammaturgo, attore, scrittore, paroliere e scenografo italiano

da la Repubblica, 9 novembre 2002

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“Io repubblichino? Non l'ho mai negato. Sono nato nel '26. Nel '43 avevo 17 anni. Fin a quando ho potuto ho fatto il renitente. Poi è arrivato il bando di morte. O mi presentavo o fuggivo in Svizzera.”

Dario Fo (1926–2016) drammaturgo, attore, scrittore, paroliere e scenografo italiano

dall'intervista a la Repubblica del 22 marzo 1978

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“[Albert Einstein] Dopo aver ricordato che fin da bambino «la vanità delle speranze e degli sforzi che travolgono incessantemente la maggior parte degli uomini in una corsa affannosa attraverso la vita» l'aveva colpito profondamente, egli ricorda che dapprima divenne religiosissimo, ma cessò improvvisamente di esserlo all'età di dodici anni, perché leggendo libri di divulgazione scientifica si era «ben presto convinto che le storie che raccontava la Bibbia non potevano essere vere». Questa esperienza gli fece capire come «i giovani fossero coscientemente ingannati dallo Stato con insegnamenti bugiardi, e fu un'impressione sconvolgente», da cui il precoce pensatore trasse un atteggiamento di sospetto verso ogni genere di autorità, e di scetticismo verso le convenzioni sociali, che non l'avrebbe più abbandonato. Da allora egli trovò la liberazione nel «possesso intellettuale del mondo che esiste indipendentemente da noi, esseri umani, e che ci sta di fronte come un grande, eterno enigma, accessibile solo parzialmente alla nostra osservazione e al nostro pensiero». Naturalmente, conclude Einstein, «la strada verso questo paradiso non era così comoda e allettante come quella del paradiso religioso, ma si è dimostrata una strada sicura, e non ho mai più rimpianto di averla scelta.»”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dalla relazione al Festival della Mente, Sarzana, Dio secondo Einstein, la Repubblica, 31 agosto 2007
Origine: In Albert Einstein, Autobiografia scientifica, 1949.

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“Se pensiamo che una volta si sapeva quali angeli trainassero i pianeti o quali divinità provocassero diluvi, si può dire che oggi Dio è stato relegato agli inizi dell'universo, e non a caso il Papa ha parlato di questo.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

citato in Th. P., Con noi scienziati sta sbagliando, la Repubblica, 13 settembre 2006
Origine: Replica all'affermazione di Papa Benedetto XVI che «I conti sull'uomo, senza Dio, non tornano, e i conti sul mondo, su tutto l'universo, senza di Lui non tornano» (Omelia alla spianata dell'Islinger Feld a Regensburg, 12 settembre 2006).

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“Racconto la mia terra, l'Afghanistan della gente comune. Animata – malgrado tutto – da una straordinaria voglia di rinascita.”

Atiq Rahimi (1962) scrittore e regista afghano naturalizzato francese

citato in Il Venerdì di Repubblica, 23 ottobre 2009

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“La credibilità di mio padre non può essere attaccata da quattro barboni, con tutto il rispetto per i barboni.”

Gianfelice Facchetti (1974) attore, drammaturgo e regista teatrale italiano

citato in "Il ricordo di mio padre attaccato da 4 barboni" http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/04/21/news/facchetti_jr_barboni_calciopoli-3511321/, repubblica.it, 21 aprile 2010

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“Porteremo la guerra in Italia, lo vuole il popolo libico. Il mio amico Berlusconi ha commesso un crimine.”

Mu'ammar Gheddafi (1942–2011) militare e politico libico

Origine: Da un discorso alla televisione libica, 30 aprile 2011; citato in Raid Nato, Gheddafi illeso ucciso figlio e tre nipoti http://www.repubblica.it/esteri/2011/05/01/news/raid_nato_gheddafi_illeso_ucciso_figlio_e_tre_nipoti-15600252/?ref=HREA-1, Repubblica.it, 1º maggio 2011.

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“Beppe Grillo: uno straordinario comunicatore, che riempie, da anni, piazze, teatri-tenda, arene e perfino stadi. Al tempo stesso attore, predicatore, fustigatore, comico, tragico, dissacrante e moralista.”

Ilvo Diamanti (1952) sociologo, politologo e saggista italiano

Origine: Da Quel popolo di Grillo che vota a sinistra, la Repubblica, 19 settembre 2007.

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“Questo romanzo è un po' la mia rivisitazione di Arancia Meccanica.”

Amélie Nothomb (1967) scrittrice belga

sul libro Diario di Rondine da un'intervista a la Repubblica, 2 dicembre 2006

“Masturbarsi è come pregare, c'è la stessa partecipazione dell'anima.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero
Origine: Citato in Laura Putti, Zucchero funky vicino al fronte http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/07/11/zucchero-funky-vicino-al-fronte.html, la Repubblica, 11 luglio 1995.

“Voglio morire in scena. È la morte migliore, insieme a quella durante un'erezione.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero
Origine: Citato in Fulvio Paloscia, Zucchero, schiaffo al festival http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/03/06/zucchero-schiaffo-al-festival.html, la Repubblica, 6 marzo 2002.

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“Se un giorno il mondo islamico si doterà anch'esso di armamento quale quello che oggi possiede Israele, allora la strategia degli imperialisti entrerà in stallo perché l'impiego di anche un solo ordigno nucleare su Israele distruggerà ogni cosa. Sebbene il mondo islamico non abbia alcuna intenzione di nuocere non è irrazionale prendere in considerazione ogni eventualità.”

Ali Akbar Hashemi Rafsanjani (1934–2017) politico iraniano

dal "Discorso di Rafsanjāni per il Qods Day (Giornata di Gerusalemme)", Voce della Repubblica Islamic dell'Iran, Tehran, in lingua farsi, tradotto dal BBC Worldwide Monitoring, trasmissione originale del 4 dicembre 2001

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“È meglio essere cristiano senza dirlo piuttosto che proclamarlo senza esserlo.”

Dionigi Tettamanzi (1934–2017) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

dal discorso al consesso ecclesiale di Verona, 16 ottobre 2006: citato in Marco Politi, Tettamanzi richiama la Chiesa Cristiani non solo a parole, la Repubblica, 17 ottobre 2006, p. 16

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“[Parlando dell'Italia] Mi piace la gente, come gesticola, come sa essere aperta, allegra. E mi piace Milano, una città con la personalità europea.”

Ruud Gullit (1962) allenatore di calcio e ex calciatore olandese

citato in Tutto Gullit voce per voce, la Repubblica, 12 gennaio 1988

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“Tutti coloro che hanno svolto pubbliche funzioni in Sicilia sono rimasti e sono tuttora in qualche modo «collusi» con la mafia. Lo furono quotidianamente, e per secoli, il governo e la polizia borbonica. Lo fu Garibaldi che in essa trovò, dopo lo sbarco, la sua prima alleata. Lo furono i governi nazionali sia di destra che di sinistra. Lo fu Giolitti che pure non scese mai, a ch'io sappia, a sud di Napoli. Lo fu il presidente della vittoria, Orlando, che quando tornava a Palermo, la prima visita che rendeva non era al prefetto né all'arcivescovo, ma al capomafia. Tentò di non esserlo Mori che aveva licenza di uccidere garantita da un regime totalitario, e ci rimise il posto. Lo sono stati tutti i politiconi e politicastri della Prima Repubblica. Anche il cautissimo Andreotti? Può darsi, attraverso i suoi proconsoli in loco. Ma il Tribunale deve aver capito che l'imputato non era lui. Era il costume morale e politico della nostra vita pubblica, sul quale un Tribunale non ha, né può né deve avere competenza. […] E il problema, secondo me, è questo: che fin quando noi italiani crederemo di salvarci dalla peste mandando sul rogo una strega o un untore, dalla peste non ci libereremo mai.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il tribunale della storia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/TRIBUNALE_DELLA_STORIA_co_0_991024441.shtml, 24 ottobre 1999, p. 1
Corriere della Sera

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“La Bindi? Una lesbica, e non può guidare il ministero della famiglia.”

Maurizio Saia (1958) politico italiano

citato in Senatore di An: "Bindi è lesbica via dal ministero della Famiglia" http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/politica/senatore-an-contro-bindi/senatore-an-contro-bindi/senatore-an-contro-bindi.html, la Repubblica, 23 maggio 2006

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“Le Repubbliche composte di Mercanti si delizino con tali ladroni; il Monarca che è parziale dei mercanti è sospetto di aver più cura delle sue Dogane, che del bene dei popoli e dello Stato.”

Bernardo Tanucci (1698–1783) politico italiano

dalla lettera a L. Viviani del 25 febbraio 1770, in E. Viviani Della Robbia, Bernardo Tanucci ed il suo più importante carteggio, Firenze, 1942, vol. II, p. 211; Raffaele Ajello, pp. 406-407
Citato in Raffaele Ajello, Arcana juris

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“Si veste da donna e pensa di poter dire quello che vuole. Meglio fascista che frocio!”

Alessandra Mussolini (1962) politico italiano

da Porta a Porta, 9 marzo 2006; citata in Mussolini a Vladimir Luxuria "Meglio fascista che frocio" http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/politica/versoelezioni35/muslux/muslux.html, la Repubblica, 9 marzo 2006

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“La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione.”

Niccolò Ghedini (1959) avvocato e politico italiano

citato in Lodo Alfano, seduta sospesa aggiornata la camera di consiglio http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/giustizia-12/alfano-consulta/alfano-consulta.html, la Repubblica, 6 ottobre 2009

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“Gli immigrati? Sono solo un problema!”

Alberto Aquilani (1984) calciatore italiano

citato in Quel fascino per la camicia nera che cresce nel mondo del calcio http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/calcio/calciatori-fascisti/calciatori-fascisti/calciatori-fascisti.html, La Repubblica, 1 ottobre 2008

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“Beniamino Placido è stato un genio moderno. Era una persona splendida, un intellettuale aperto al nuovo e curioso. I suoi articoli sui media, i suoi libri e le sue trasmissioni televisive erano lievi, eleganti e popolari.”

Walter Veltroni (1955) politico italiano

citato in Beniamino Placido genio moderno http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/01/07/beniamino-placido-genio-moderno.html, repubblica.it, 7 gennaio 2010

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“Io non ci sto… Prima si è tentato con le bombe, ora con il più vergognoso e ignobile degli scandali. Occorre rimanere saldi e sereni. Penso sia giunto il momento di fare un esame chiaro dell'attuale realtà italiana per trarne conclusioni forti ed efficaci. […] Nessuno può stare a guardare di fronte a questo tentativo di lenta distruzione dello Stato, pensando di esserne fuori. O siamo capaci di reagire considerando reato il reato, ma difendendo a oltranza e gli innocenti e le nostre istituzioni repubblicane o condanniamo tutto il popolo e noi stessi ad assistere a questo attentato metodico, fatale alla vita e all'opera di ogni organo essenziale per la salvezza dello Stato democratico. A questo gioco al massacro io non ci sto. Io sento il dovere di non starci, e di dare l'allarme. Non ci sto non per difendere la mia persona, che può uscire di scena in ogni momento, ma per tutelare, con tutti gli organi dello Stato, l'istituto costituzionale della Presidenza della Repubblica. Il tempo che manca per le elezioni non può consumarsi nel cuocere a fuoco lento, con le persone che le rappresentano, le istituzioni dello Stato.”

Oscar Luigi Scalfaro (1918–2012) 9º Presidente della Repubblica Italiana

Dal messaggio televisivo straordinario alla Nazione andato in onda a reti unificate alle ore 22 e 30 circa del 3 novembre 1993
Origine: Visibile su Video.Repubblica.it http://video.repubblica.it/dossier/addio-oscar-luigi-scalfaro/e-morto-oscar-luigi-scalfaro-il-presidente-del-non-ci-sto/86838/85228

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“Il popolo viola sarà ancora più viola dopo le elezioni.”

Francesco Storace (1959) politico e giornalista italiano

citato in Napolitano: "Non si poteva escludere il Pdl" http://www.repubblica.it/politica/2010/03/06/dirette/decreto_salva_liste_napolitano_ha_finmato-2525185/, la Repubblica, 6 marzo 2010

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“Beppe Grillo ha grandi meriti da artista e da uomo d'informazione. Ha anticipato lo scandalo Parmalat e raccontato per anni un pezzo di potere che quasi nessuno, sui media, ha saputo o voluto raccontare al pubblico. Per questo la svolta da predicatore è ancora più imbarazzante. Si è messo anche lui in fila a vendere complotti. La vendita di complotti è un'attività semplice e redditizia. Piace molto al pubblico perché lava i peccati del mondo. È bello farsi raccontare da Grillo che i motori all'idrogeno sono pronti ed è soltanto la volontà assassina di tre o quattro petrolieri a impedirne il commercio. È una bufala scientifica ma ci permette di tornare a casa sulla Suv senza sensi di colpa. Il pubblico americano ha arricchito qualsiasi teorico del complotto intorno all'11 settembre, per quanto ridicole fossero le prove concrete. Michael Moore è diventato un divo spiegando che le guerre in Medioriente sono il frutto di un piano studiato a tavolino da due famiglie, Bush e Bin Laden. Purtroppo il vero complotto è ordito dai due terzi della popolazione statunitense, duecento milioni di persone, che si ostinano a consumare ogni anno un terzo delle merci mondiali, senza neppure riuscire a pagarle, e dieci volte l'energia usata dal miliardo e trecento milioni di cinesi. Hanno enorme successo i romanzi sulla mafia che narrano di spietati padrini e ignobili protettori politici. Ma da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in poi si sa benissimo che il problema della mafia non sono i clan ma la borghesia mafiosa. Nessuna oligarchia, per quanto spietata, può reggere a lungo senza intercettare grandi flussi di consenso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“Sette inchieste in venti giorni attorno al premier costituiscono di per sé una dimensione che non può non far pensare ad un accanimento organizzato o quantomeno convergente di tutti quei settori economici, politici e istituzionali che non hanno mai accettato l'esito del voto popolare, che aspirano al potere senza la fatica e la responsabilità del consenso.”

Maurizio Sacconi (1950) politico italiano

citato in Ruby, Marcegaglia: "Politica senza dignità". Avvenire: "Il decoro è un dovere del premier" http://www.repubblica.it/politica/2010/10/30/news/ruby_il_giornali_dei_vescovi_all_attacco_sobriet_e_decoro_sono_doveri_del_premier-8576316/?ref=HREA-1, la Repubblica.it, 30 ottobre 2010

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“Berlusconi è un fuorilegge. L'unica risposta è in sede penale e soprattutto civile. L'ultima sconcertante esibizione sui sondaggi falsi, al Tg1, denota uno straordinario sprezzo delle regole.”

Francesco Storace (1959) politico e giornalista italiano

11 aprile 2008; citato in la Repubblica http://www.repubblica.it/politica/2011/02/05/news/storace_entra_nel_governo_i_militanti_se_c_era_il_duce_quello_stava_in_galera-12089455/

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“Ma chi è 'sto Juncker?! Me pare uno yogurt!”

Alessandra Mussolini (1962) politico italiano

Origine: Jean-Claude Juncker, premier lussemburghese e presidente dell'Eurogruppo; il giorno prima, ad un vertice del Ppe a Bruxelles, riferendosi alla candidatura di Ciarrapico nel Pdl aveva affermato che "non c'è posto per i fascisti nel Partito popolare europeo".
Origine: Dall'intervista di Carmelo Lopapa, "Io, orgogliosa di mio nonno e non sono antifascista" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/080314/hgez2.tif, la Repubblica, 14 marzo 2008, p. 2.

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“La Costituzione è molto più avanzata dell'Italia e di noi italiani: è uno smoking indossato da un maiale.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Da una dichiarazione a un incontro al Lingotto di Torino per illustrare l'articolo 21 della Costituzione, 12 maggio 2008; citato ne la Repubblica, 13 maggio 2008, p. 4.

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“Come ci si prepara alla prima rappresentazione di una nuova opera teatrale.”

Hans Axel von Fersen (1755–1810) militare e diplomatico svedese

citato in Giorgio Dell'Arti (a cura di), 1789-1799 I dieci anni che sconvolsero il mondo - La presa della Bastiglia, la Repubblica, 1989, p. 73

“Decisi che se la polizia non riusciva a catturare i banditi, avrei creato io un individuo capace di farlo.”

Chester Gould (1900–1985) fumettista statunitense

cit. in Luca Raffaelli, Il mondo di Chester Gould in Dick Tracy, I Classici del Fumetto di Repubblica n. 60, ed. Gruppo Editoriale L'Espresso/Panini Comics, Roma, 2004, p. 9

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“Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l'Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l'elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito "bingo bongo" gli africani. È possibile che un altro autorevole leader di quel partito abbia definito "culattoni" gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come "leprotti", a fucilate. È possibile che Marcello Dell'Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del Tg3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato.”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

6 novembre 2008
la Repubblica, L'Amaca

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“Faccio parte di una generazione che ha rischiato di finire schiacciata tra fratelli maggiori poco generosi e fratelli minori molto ambiziosi.”

Gianni Cuperlo (1961) politico italiano

dall'intervista di Alessandra Longo, La Repubblica, 7 settembre 2013

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“[Riguardo Dario Fo e Franca Rame] A parte il disprezzo, intende dire? Una specie di pena. Perché v'era un che di penoso in quei due vecchi che per piacere ai giovani radunati in piazza si sgolavano e si sbracciavano sul palcoscenico montato dinanzi a Santa Croce, quindi dinanzi al porticato che un tempo immetteva al Sacrario dei Caduti Fascisti. In loro non vedevo dignità, ecco. A un certo punto l'amico che con me li guardava alla tv ha sussurrato: Ma lo sai che lui militava nella Repubblica di Salò?. Non lo sapevo, no. Come essere umano non mi ha mai interessato. Come giullare, non m'è mai piaciuto. Come autore l'ho sempre bocciato, e la sua biografia non mi ha mai incuriosito. Così sono rimasta sorpresa, io che parlo sempre di fascisti rossi e di fascisti neri. Io che non mi sorprendo mai di nulla e non batto ciglio se vengo a sapere che prima d'essere un fascista rosso uno è stato un fascista nero, prima d'essere un fascista nero uno è stato un fascista rosso. E mentre lo fissavo sorpresa ho rivisto mio padre che nel 1944 venne torturato proprio da quelli della Repubblica di Salò. M'è calata una nebbia sugli occhi e mi sono chiesta come avrebbe reagito mio padre a vedere sua figlia oltraggiata e calunniata in pubblico da uno che era appartenuto alla Repubblica di Salò. Da un camerata di quelli che lo avevano fracassato di botte, bruciacchiato con le scariche elettriche e le sigarette, reso quasi completamente sdentato. Irriconoscibile. Talmente irriconoscibile che, quando ci fu permesso di vederlo e andammo a visitarlo nel carcere di via Ghibellina, credetti che si trattasse d'uno sconosciuto. Confusa rimasi lì a pensare – chi è quest'uomo, chi è quest'uomo – e lui mormorò tutto avvilito: Oriana, non mi saluti nemmeno?. L'ho rivisto in quelle condizioni, sì e mi son detta: Povero babbo. Meno male che non li ascolti, non soffri. Meno male che sei morto.”

Oriana Fallaci (1929–2006) scrittrice italiana

Origine: Dall'intervista di Riccardo Mazzoni Oriana Fallaci risponde http://archivio.panorama.it/Oriana-Fallaci-risponde, Panorama.it, 21 novembre 2002.

“È una questione di parole e di sostanza. Il «Vaffa day» rimandava a una volgarità reazionaria ma tutto sommato inoffensiva. Il «certificato di trasparenza» suona decisamente sinistro, da piccolo Grande Fratello. Quanto alla sostanza, siamo alla solita attraente sintesi di astratti furori, buonsensismo e inutilità, già sperimentata con successo nel «Vaffa». Le due principali proposte di legge di Grillo erano, lo ricordiamo, il divieto di candidare alle elezioni condannati in primo grado e il limite di due mandati per i parlamentari. La prima proposta, oltre che incostituzionale, ove interessasse, rappresenta una resa avvilente della democrazia. In una democrazia non c'è bisogno di leggi per impedire ai criminali di essere eletti. Dovrebbe bastare la libera volontà del popolo. Questo giornale, prima di Grillo, ha denunciato la presenza di venticinque condannati in via definitiva in parlamento e di due pregiudicati, gli onorevoli Cirino Pomicino e Alfredo Vito, nella commissione antimafia. Ma a quel punto la parola spetta al giudizio di lettori ed elettori. Se gli italiani continuano a eleggere certa gente, la colpa non può essere sempre dei partiti. È soltanto dell'effetto di una pessima legge elettorale, il «porcellum», dice Grillo. Sarà. Ma quando c'erano le preferenze o i collegi spesso ha vinto Barabba e i pregiudicati in Parlamento erano il doppio e il triplo. Il limite del secondo mandato è un'altra ricetta facile quanto inutile, se non cambia il costume etico, il seggio tolto all'originale andrebbe ai figli, nipoti e portaborse del medesimo, con dubbio vantaggio. Il «Grillo Doc» sulle liste civiche composte da non iscritti ai partiti e incensurati è un'altra parola d'ordine vecchia come il cucco, la stessa usata, per dire, dai protoleghisti veneti negli anni Ottanta, i padri del Gentilini sindaco sceriffo di Treviso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“Per la satira rimane la possibilità di deformare e non di informare.”

Mario Landolfi (1959) politico italiano

citato in Par condicio, vince l'Ulivo: approvato il regolamento http://www.repubblica.it/online/politica/satitre/approvata/approvata.html, la Repubblica, 23 marzo 2001

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“Tra un weekend con Pajetta e un'inchiesta, io preferirò sempre, deciderò sempre, per la seconda.”

Miriam Mafai (1926–2012) giornalista, scrittrice e politica italiana

senza data; citato in La Repubblica http://www.repubblica.it/persone/2012/04/09/news/miriam_mafai-32794459/?ref=HREA-1, 9 aprile 2012

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“Il Poveraccio Emerito della Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Interno: Per sapere se alla luce dell'articolo di Pier Luigi Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda a verità l'ipotesi da detto autorevole giornalista formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente lecita se nell'interesse della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e della necessaria attività di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti Marco Travaglio e Giuseppe D'Avanzo siano nel 'libro paga' e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro, cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione, come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere inoltre, qualora l'ipotesi sia vera, se non ritenga di rendere permanente e più ampia la loro collaborazione, facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere. Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo. Di una quindicina d'anni.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

12 giugno 2006

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“Se l'Italia fosse repubblica non potrebbe essere che una federazione di repubbliche, delle quali più che la metà sarebbero del papa.”

Luigi Settembrini (1813–1876) scrittore e patriota italiano

Origine: Ricordanze della mia vita, p. 31

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“Purtroppo non esiste. Ci sono solo io. Solo io posso salvare. Solo io posso candidarmi come leader. E lo farò, credetemi.”

Angelino Alfano (1970) politico italiano

Silvio Berlusconi, da La Repubblica http://www.repubblica.it/politica/2012/05/23/news/pdl_berlusconi_alfano-35737223/?ref=HREA-1, 23 maggio 2012
2012

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“Il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati sono i luoghi della democrazia, ma il prestigio del Senato non sta nella bellezza delle mura di Palazzo Madama e dei velluti su cui noi sediamo in quest'Aula: il prestigio del Senato lo determiniamo noi senatori, con il nostro comportamento dentro e fuori dell'Aula. Ciascuno di noi, a partire da chi ricopre la carica di Vice Presidente del Senato, deve sentire su se stesso la responsabilità della difesa dell'istituzione di cui è pro tempore componente.”

Luigi Zanda (1942) politico e avvocato italiano

Origine: A conclusione del discorso sulle parole pronunciate dal senatore Calderoli nei confronti del ministro Kyenge; citato nel resoconto stenografico della seduta n. 66 del 15 luglio 2013 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/706232.pdf, p. 8; Senato della Repubblica Italiana – XVII Legislatura, Roma, 15 luglio 2013.

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“Ha rovinato tutto l'arbitro, è un cretino, è un imbecille. Chi è l'arbitro? Ceccarini? Non lo so, non importa, ha diretto come un forsennato. Un arbitro così va sospeso.”

Emilio Fede (1931) giornalista, scrittore e politico italiano

da L'ultrà Emilio Fede in TV "Arbitro, sei un imbecille" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/07/ultra-emilio-fede-in-tv.html?ref=search, la Repubblica, 7 novembre 1994

“Bruno Vespa fu un giornalista a totale e completo servizio della Prima Repubblica; nelle veste di bardo della Democrazia Cristiana, remunerato con la direzione del Tg1, prono agli ordini dei suoi padroni di turno e veri datori di lavoro, vale a dire i vari segretari del Biancofiore, e il cui unico atto di coraggio di una vita da domestico fu di' ammettere di esserlo quando (ma erano ormai gli ultimi giorni di' Saigon) disse «il mio editore di riferimento è la Dc.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Bruno Vespa sta alla prima Repubblica come Mario Appelius sta al Fascismo.
Origine: Da Goebbels fra i Padri della Patria http://www.massimofini.it/1840list.las?-nothing=&-Token.XK=X002190088&-Token.XKAction=.search&-Token.XKError=9000%2F9040Response.las&-Token.moreID=&-Database=iOrgDBmassimofini&-Table=Txt&-Response=1840list.las&-MaxRecords=10&-Token.XMessID=0A00230304f5625481NoW35F075E&Web=massimofini&-op=eq&Web=massimofini&-op=eq&Section=10&Status=3&Klass=1&-op=lt&InDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&-op=gt&OutDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&Type=Visitatori&-sortField=AcquireDate&-sortOrder=Descending&-MaxRecords=8&-Token.Key=Pensiero&-Token.SubKey=Giornalista&-Token.MenuLevel=2&-op=cn&Title=&-op=cn&Abstract=&-op=cn&Text1=&-op=cn&Text2=&-Operator=gte&AcquireDate=1997-7-16+00%3A00%3A00&-Operator=lte&AcquireDate=1997-7-16+23%3A59%3A59&-Operator=&AcquireDate=&-Operator=&AcquireDate=&-op=eq&-op=eq&P9=2&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq, Il Borghese, 16 luglio 1997.