Frasi su stato
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“Il marxismo concorda con l'anarchismo nel preconizzare la morte dello Stato col comunismo.”

Luigi Fabbri (1877–1935) anarchico e saggista italiano

Origine: Anarchia e comunismo "scientifico", p. 19

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“Verso l'abolizione del Capitalismo si va espropriando i capitalisti a beneficio di tutti, e non creando un capitalismo peggiore: il capitalismo di Stato.”

Luigi Fabbri (1877–1935) anarchico e saggista italiano

Origine: Anarchia e comunismo "scientifico", p. 39

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“Tu sei schiavo di uno stato che in più ti tiene pre-occupato.”

Frankie HI-NRG MC (1969) rapper e cantautore italiano

da Precariato, n. 5
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“Io so' De Chirico | dico in un senso simbolico, c'ho un controllo diabolico | quasi artistico del mio stato psicofisico | e se hai capito mo' traducilo.”

Daniele Silvestri (1968) cantautore italiano

da Testardo, n. 16
Occhi da orientale – Il meglio di Daniele Silvestri

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“[Diego Velázquez] La tavolozza del nostro artista è estremamente semplice. Non vi troviamo che i colori fondamentali e imprescindibili, e quegli altri che chiameremo "puri". […] Questi colori sono le terre in genere, le ocre, la terra di Siena bruciata e il nero d'osso. […] Le tele che Velázquez usava agli inizi erano ruvide (preparate da lui o almeno nella sua bottega), con un tono rossastro e con una gran quantità di colore. Via via che l'artista procede nella sua carriera, adopera tele sempre più sottili e rischiara anche i colori dell'imprimitura, che divengono prima rossicci chiari, poi ocra, quindi grigiastri e, sulla fine, grigi quasi chiari. I toni rossastri, scuri, caldi, che usava nel suo primo periodo causavano poi l'annerimento della pittura, che certo non era, nell'insieme, scura come ci è giunta oggi. Ma ancor più che l'imprimitura, quel che ha scurito tante opere è stato l'uso del bitume. Si potrebbe dire che lo svolgimento della tavolozza di Velázquez si identifica con il passaggio dal bitume al nero d'osso.”

Aureliano de Beruete (1845–1912) pittore spagnolo

da La paleta de Velázquez, 1922
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“La Croazia ha avuto finora i più rigidi criteri di adesione nell'Ue e il fatto che li abbia soddisfatti parla da solo sul fatto che il Paese è pronto. Le riforme che abbiamo portato a termine hanno reso la nostra società migliore e le nostre istituzioni più pronte per la difesa dello Stato di diritto e dei diritti umani.”

Ivo Josipović (1957) politico croato

Origine: Citato in Stefano Giantin, Josipovic: «Siamo la prova che l’Europa vive e attrae» http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/06/30/news/josipovi-siamo-la-prova-che-l-europa-vive-e-attrae-1.7345189, Il Piccolo, 30 giugno 2013.

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“Nessun ordinamento – se non un ordinamento nazista o comunista – può criminalizzare un orientamento sessuale in quanto tale, come "stato", come "condizione", come "essere". Ogni orientamento sessuale, ogni preferenza, ogni scelta potranno e dovranno invece essere perseguiti se e quando si tradurranno in comportamenti violenti e dannosi per altre persone, minori o maggiori che siano. Criminalizzare i "pedofili" in quanto tali, al contrario, non serve certo a "tutelare i minori”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

che dovrebbero piuttosto essere tutelati da chi immagina questo tipo di tutele), ma solo a creare un clima incivile, né umano né – vorremmo dire – cristiano. (dalla dichiarazione ufficiale della direzione dei Radicali Pedofilia. Capezzone (Radicali): due cose da ricordare, Radicali. it, 5 dicembre 2000)

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“Da molti anni, vado riflettendo sul fatto che forse il vero bipolarismo (trasversale agli attuali schieramenti) è tra chi vuole una legge in più e chi una in meno, tra chi vuole un intervento dello stato in più e chi uno in meno, tra chi vuole un allargamento della sfera di decisione pubblica o collettiva e chi invece preferirebbe un irrobustimento della sfera di decisione individuale e privata. Personalmente, ritengo sempre più desiderabile la seconda opzione: vale per l'economia tanto quanto per le libertà personali. Da anni, un intellettuale coraggioso come Alain Finkielkraut ci spiega che una società libera non è un "accumulo di diritti”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

diritto a questo, diritto a quello...). Questa impostazione ha già avuto un peso, a mio avviso negativo, su una parte della nostra Costituzione (diritto alla casa, diritto al lavoro, e così via: solennemente proclamati, e ovviamente irrealizzabili, in quei termini). Ora l'errore più grave sarebbe quello di trasferire questo "metodo" anche in altri ambiti: quando invece il tema non sarebbe quello di chiedere un "diritto" codificato in più, ma una facoltà in più, o un divieto in meno, o un intervento pubblico in meno. (da Il Foglio, 24 febbraio 2011)

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“[In riferimento al caso Alma Shalabayeva ed alla mozione di sfiducia verso Angelino Alfano] Un fatto è chiaro. Il ministro Alfano ha ingannato il Parlamento. Lo ha fatto quando ha omesso scientemente di leggere in Aula alcuni passaggi della relazione del capo della Polizia Pansa, e in particolare quello in cui viene detto a lettere chiarissime che era stato proprio Alfano ad allestire l'incontro tra il suo capo di gabinetto Procaccini e l'ambasciatore kazako, per una questione molto delicata riguardante «l'arresto di un pericoloso latitante.»”

Loredana De Petris (1957) politica italiana

Chi può credere che, dopo una frase del genere, il Ministro si sia disinteressato della questione molto delicata?
Origine: Il riferimento è ad Alua Ablyazov che con la madre Alma Shalabayeva era stata espulsa dall'Italia, per approfondire vedi qui.
Origine: Citato nel resoconto stenografico della seduta n. 73 del 19 luglio 2013 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=hotresaula, Senato della Repubblica- XVII Legislatura, Roma, 19 luglio 2013.

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“Non può dirsi felice uno, se non quando si contenta del proprio stato.”

Papa Sisto V (1520–1590) 227° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica
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“Certamente Mussolini fu un grossissimo politico, un uomo politico di grandissimo fiuto, di tempismo formidabile: lo dimostrò la facilità con cui vinse. Forse dovuta per metà alle sue capacità, alla sua bravura – parlo sempre come politico – e per metà all'insipienza, alla nullaggine dei suoi avversari, perché è tempo oramai di dire anche questo. Non c'è dubbio che il potere assoluto guastò completamente Mussolini: il Mussolini del 1930 non era certamente quello del 1940, il Mussolini di dieci anni dopo l'avvento al potere era diventato una specie di marionetta, la caricatura di sé stesso. Aveva perso proprio il senso della realtà, che era stato invece il suo forte da principio, il contatto col pubblico lo aveva perso, il senso della misura, e lo aveva dimostrato poi con gli errori madornali che ha fatto. Nei primi dieci anni credo che alcune cose buone le abbia fatte. Non credo che abbia ucciso la democrazia, credo che l'abbia soltanto seppellita perché era già morta. Da quel poco che ricordo l'Italia era un grosso carnevale, e anche abbastanza drammatico, perché la situazione interna era addirittura sfasciata: correva sangue, ne correva molto, noi in Toscana ne sapevamo qualcosa […]. E quindi non è vero che lui… le democrazie non vengono mai uccise, le democrazie muoiono. Dopodiché si dà la colpa a chi le seppellisce, ma la verità è che si suicidano, e credo che la democrazia italiana del '21-22 si sia suicidata. […] Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore… tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Questo secolo, 18 maggio 1982
Interviste

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“Fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani: allora si chiamarono fascisti e si ammazzarono, e si buttarono nelle foibe. Questo avvenne dopo la fine della guerra, sia chiaro. Perché gli orrori di guerra, non dico che siano giustificabili, ma sono comprensibili, la guerra è di per sé stessa un orrore. No, queste… le foibe furono un'infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra, e purtroppo vi hanno collaborato parecchi comunisti italiani, alcuni dei quali non solo sono ancora a piede libero, pur essendo vivi, ma ricevono delle pensioni di Stato. Ricevono delle pensioni di Stato. Però io ti posso dire questo: che come testimone oculare io ho visto anche in Croazia delle cose, da parte degli italiani, su cui è meglio sorvolare. Perché anche noi le abbiamo commesse, perché la guerra le comporta, questo è fatale, ecco. Quindi non facciamo tanto i moralisti. […] No, questo [tesi sloveno-croata sulla pulizia etnico-culturale da parte degli italiani durante il periodo di occupazione fascista] è assolutamente falso. Pulizie etniche noi non ne abbiamo mai fatte, in nessun Paese occupato. Quando sento dire che noi facemmo anche la pulizia etnica in Etiopia, beh vabbè, mi cascano le braccia. Mi cascano le braccia. Quelle son menzogne infami, di gente o che non sa nulla, o che mente sapendo di mentire. Non è vero. Furono episodi, ma non di pulizia etnica, di rappresaglie.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

dall'intervista al TG2, Massacri delle foibe http://www.youtube.com/watch?v=s9UXM_pKpqY, 6 settembre 1996
Interviste

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“Che un giudice spagnolo in vena di protagonismo abbia chiesto all'Inghilterra la consegna di un ospite straniero andato a Londra in forma privatissima per ragioni di salute, non mi stupisce: un Di Pietro può nascere dovunque. Ma che l'Inghilterra si proponga di consentire, non mi stupisce. Mi sbalordisce, come ha sbalordito e indignato la signora Thatcher che aveva ospitato in casa il Generale. Ma ancora di più mi sbalordirebbe che la Giustizia spagnola, cioè di un Paese che non solo ha accettato per quarant'anni il potere di un Generale, ma gli ha consentito (per sua fortuna) di disporne anche dopo morto, portasse davanti a una Corte di Giustizia quello cileno. Per non parlare delle conseguenze che tutto questo potrebbe provocare in Cile dove, nel caso che il governo Frei si mostrasse esitante e accomodante, le Forze Armate potrebbero riprendere il potere per rompere i rapporti diplomatici con Spagna e Inghilterra e dimostrare al mondo che i processi alla Norimberga hanno fatto il loro tempo. Se a qualcuno il Generale cileno Pinochet deve rendere conto del suo operato, è soltanto al Cile e ai suoi tribunali. E se io fossi un cileno che ha votato Frei (come certamente avrei fatto se fossi stato un cileno), in questa occasione mi schiererei con le Forze Armate. Con tanti saluti a tutto il sinistrume italiano passato, presente e futuro.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

24 ottobre 1998
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. […] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

11 novembre 1989
il Giornale

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“Questa è la ragion di Stato, fratel mio, obedir alla Chiesa cattolica.”

Giulio Cesare Capaccio (1550–1634) teologo, storico e poeta italiano

1634; citato in Gustavo Zagrebelsky, Contro l'etica della verità, Edizioni Laterza, Bari, 2008, p. 41

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“Non sono mai stato un calciatore, ho sempre giocato a pallone.”

Gianni Rivera (1943) politico e ex calciatore italiano

Origine: Intervistato nel programma televisivo Ballando con le Stelle, 7 gennaio 2012.

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“Non sono stato simpatico a parecchi giornalisti italiani perché ho apertamente discusso le loro convinzioni calcistiche.”

Gianni Rivera (1943) politico e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Il giorno dei numeri 10. Auguri ai super del calcio http://www.gazzetta.it/Calcio/10-10-2010/giorno-numeri-10-711415225569.shtml, Gazzetta.it, 10 ottobre 2010.

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“I promessi sposi si collocano all'inizio della storia linguistico-culturale italiana che precede di pochi anni la nascita dello Stato unitario e l'affermarsi dell'Italia come nazione. Restano un'opera che accompagna la crescita dello spessore nazionale e l'identificazione di crescenti gruppi sociali nel destino nazionale.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da «I promessi sposi»: cuore dell'Italia unita http://www.corriere.it/unita-italia-150/recensioni/11_gennaio_17/riccardi-prefazione-i-promessi-sposi_dfe43410-2252-11e0-83ff-00144f02aabc.shtml Corriere.it, 17 gennaio 2011.

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“La Shoah è un fatto drammaticamente europeo. È vero che ha avuto cuore nella Germania nazista ma in tutti i paesi europei gruppi più o meno grandi hanno collaborato. Il 27 gennaio – giorno in cui furono abbattuti i cancelli di Aushwitz – è divenuto "giorno della memoria" per una legge dello Stato. Ciò che è stato fatto contro gli ebrei riguarda tutti.»”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in 27 gennaio, Giornata della Memoria della Shoah http://www.santegidio.org/pageID/3019/langID/it/27_gennaio_-_Giornata_della_memoria_della_Shoah.html, Santegidio.org, Roma, 24 gennaio 2012.

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“Roberto Lombardi, senza essere stato un campione, rimane una delle figure più importanti nella storia recente del tennis italiano. Ottimo giocatore (finalista ai campionati italiani nel 1976, battuto da Corrado Barazzutti), ha dato poi da tecnico, da giornalista e da commentatore televisivo un grande contributo allo sviluppo non solo didattico ma anche culturale del nostro tennis.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Tennis italiano in lutto per Roberto Lombardi http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/marzo/19/Tennis_italiano_lutto_per_Roberto_ga_10_100319071.shtml, Gazzetta dello Sport, 19 marzo 2010.

“Mi è capitato più volte di scrivere che se Marat Safin avesse sempre giocato il suo miglior tennis sarebbe stato imbattibile.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Maledette classifiche, p. 139

“In tutta la sua carriera von Cramm è sempre stato un modello di eleganza, di stile e di fair play.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Maledette classifiche, p. 142

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“Ibrahimovic non voleva lasciare il Milan ma noi abbiamo dovuto venderlo. Gli avevo promesso che sarebbe rimasto con noi. […] Sarebbe stato impossibile pareggiare il bilancio senza rimuovere gli stipendi più pesanti. Così abbiamo preso la dolorosa ma necessaria decisione di vendere due grandi calciatori, i più pagati del Milan. È stata una scelta economica che condivido assolutamente.”

Adriano Galliani (1944) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Ibrahimovic: "Il Milan è il passato" Galliani: "Zlatan non mi parla più" http://www.gazzetta.it/Calcio_Estero/Ligue1/17-09-2012/ibra-inzaghi-vero-killer-champions-meglio-ligue1-912628893941.shtml, Gazzetta.it, 17 settembre 2012.