Frasi su drogato

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema drogato, essere, due-giorni, persone.

Frasi su drogato

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“Forse ultimamente è drogato anche l'amore, davanti a tutti si fa.”

Rancore (rapper) (1989) rapper italiano

da S.U.N.S.H.I.N.E, n. 1
Non incluse in album

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“Ma io sono un cornuto divorzista, un assassino abortista, un infame traditore della patria con gli obiettori, un drogato, un perverso pasoliniano, un mezzo-ebreo mezzo-fascista, un liberalborghese esibizionista, un nonviolento impotente. Faccio politica sui marciapiedi.”

Marco Pannella (1930–2016) politico e giornalista italiano

Origine: Dall'intervista a Panorama, dicembre 1975; citato in Mauro Suttora, Pannella. I segreti di un istrione http://www.eclettico.org/cr/libri/suttora/cap16.htm, Eclettico.org, 16 marzo 2013.

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“Amica tua, una canna piena di… maria. Quel carretto passava e quell'uomo gridava… drogati/bastardi/pelato.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

da Una canna piena di..., n. 22, parodia di Sampei dei Rocking Horse e di I giardini di Marzo di Lucio Battisti
Io c'ero

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“Jim Morrison non è stato un folle, un drogato ed un visionario. Intanto è necessario sottolineare che fin da bambino aveva manifestato un'intelligenza fuori dal normale ed un fortissimo interesse per la lettura divorando centinaia di libri. Era un giovane molto colto.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Da Jim Morrison: l'artista sciamano che non morirà mai http://www.ilpopoloveneto.it/notizie/musica/2017/02/13/28450-jim-morrison-lartista-sciamano-non-morira-mai, Il Popolo Veneto.it,13 febbraio 2017.

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“Lo giuro sulle mie figlie: non mi sono mai drogato.”

Diego Armando Maradona (1960) allenatore di calcio e calciatore argentino

Senza data
Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2116 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2116. ISBN 8880898620

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“Non è vero che il vero talento artistico deve essere per forza di cose stravagante, un po' drogato, ubriacone e fuori di testa. Infatti Paul McCartney pur essendo un vero genio è un uomo del tutto normale.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Da Paul McCartney, un genio "normale" con la passione per gli animali http://www.ilpopoloveneto.it/notizie/musica/2016/12/23/23630-paul-mccartney-un-genio-normale-la-passione-gli-animali, Il Popolo Veneto.it, 23 dicembre 2016.

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“Sono drogati, pezzenti, bande di delinquenti che dovrebbero essere arrestati e tenuti in galera a vita.”

Emilio Fede (1931) giornalista, scrittore e politico italiano

dal Tg4 delle ore 16:05, 20 luglio 2001

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“La difficile primavera del 1988. Con il pretesto del controllo delle droghe stati polizieschi oppressivi sono stati messi su in tutto il mondo occidentale. La programmazione precisa del pensiero emozione e impressioni sensoriali apparenti secondo la tecnologia descritta nel bollettino 2332 mette gli stati polizieschi in grado di mantenere una facciata democratica dietro la quale denunciano a gran voce come criminali, pervertiti e drogati tutti quelli che si oppongono alla macchina di controllo. Eserciti underground operano nelle grandi città disturbando la polizia con informazioni false attraverso telefonate e lettere anonime. […] Malgrado i diversi scopi e formazioni dei suoi membri costituenti l'underground è d'accordo sugli obiettivi base. Intendiamo marciare contro la macchina della polizia dappertutto. Intendiamo distruggere la macchina della polizia e tutti i suoi archivi. Intendiamo distruggere tutti i sistemi verbali dogmatici. La cellula familiare e le sue cancerose espansioni in tribù, paesi, nazioni noi la sradicheremo alle sue radici vegetali. Non vogliamo più sentire nessuna storia di famiglie, storia di madre, storia di padre, storia di poliziotto, storia di prete, storia di paese o storia di partito. Per dirla in parole povere noi abbiamo sentite abbastanza stronzate.”

«Mamma ed io si vorrebbe sapere»; 1979, pp. 130-131
Ragazzi selvaggi

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“(Titolo di un giornale): "Drogata, stuprata e costretta a tenere all'Inter."”

Francesco Salvi (1953) attore, scrittore, comico, cantante e architetto italiano

Origine: Citato in Gino & Michele, Matteo Molinari, Le formiche e le cicale: anno 2004, Kowalski editore, Milano, 2003, § 29. ISBN 88-7496-603-2

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“La sagra degli osei è stata vinta da un merlo drogato con larve, semi di canapa e grappa.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 19

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“Sono drogato per cui il comune mi deve dare la casa.”

Maurizio Milani (1961) comico, scrittore e attore teatrale italiano

Mi sono iscritto nel registro degli indagati

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“Come potrò dire a mia madre che ho paura?”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Cantico dei drogati; dalla poesia Eroina di Riccardo Mannerini, n.° 1

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“Perché non hanno fatto | delle grandi pattumiere | per i giorni già usati | per queste ed altre sere.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Cantico dei drogati, n.° 1

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“Tu che m'ascolti insegnami | un alfabeto che sia | differente da quello | della mia vigliaccheria.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Cantico dei drogati, n.° 1

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“Sono drogato. Drogato di vittoria. In questo momento sono totalmente dipendente dal successo: corro, vinco e dunque vivo.”

Ayrton Senna (1960–1994) pilota automobilistico brasiliano

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 50. ISBN 88-8598-826-2

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“Nella testa io sentivo le campane, | ero felice come gli orsi nelle tane | quando fumavo quel prodotto non tassato | per pagare l'aumento al pensionato.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da La fine del drogato, 64<sup>a</sup> composizione, p. 84
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Primo quaderno

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“Per guarire da quel male la mattina | annusavo forti dosi di benzina, | annusavo quasi sempre la normale | e la super la prendevo in via orale.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da La fine del drogato, 64<sup>a</sup> composizione, p. 84
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Primo quaderno

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“Calma, signor mio, calma. Non dimenticare quel che nell'illuminato Settecento diceva il matematico e philosophe Jean-Baptiste d'Alembert. In un'isola selvaggia e disabitata diceva, un poeta (leggi scrittore) non sarebbe molto utile. Un geometra sì. Il fuoco non fu certo acceso da uno scrittore, la ruota non fu certo inventata da un romanziere. Quanto al mestiere più esaltante e più appagante del creato, aggiungerai, domandalo agli scrittori che scrivono ogni ora e ogni giorno per anni, che a un libro immolano la loro esistenza. Ti risponderanno colonnello, crede seriamente che per dare un tale giudizio basti scrivere qualche ora dopocena a Beirut? Crede seriamente che per scrivere un libro basti avere idee o costruire a grandi linee una storia? Crede seriamente che scrivere sia una gioia?!? Glielo spieghiamo noi che cos'è, colonnello. È la solitudine atroce d'una stanza che a poco a poco si trasforma in una prigione, una cella di tortura. È la paura del foglio bianco che ti scruta vuoto, beffardo. È il supplizio del vocabolo che non trovi e se lo trovi fa rima col vocabolo accanto, è il martirio della frase che zoppica, della metrica che non tiene, della struttura che non regge, della pagina che non funziona, del capitolo che devi smantellare e rifare rifare rifare finché le parole ti sembrano cibo che sfugge alla bocca affamata di Tantalo. È la rinuncia al sole, all'azzurro, al piacere di camminare, viaggiare, di usare tutto il tuo corpo: non solo la testa e le mani. È una disciplina da monaci, un sacrificio da eroi, e Colette sosteneva che è un masochismo: un crimine contro sé stessi, un delitto che dovrebb'esser punito per legge e alla pari degli altri delitti. Colonnello, c'è gente che è finita o finisce nelle cliniche psichiatriche o al cimitero per via dello scrivere. Alcoolizzata, drogata, impazzita, suicida. Scrivere ammala, signor mio, rovina. Uccide più delle bombe.”

l'immaginaria moglie del Professore: II, VI, IV; p. 418
Insciallah

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“Guardate i fottuti telegiornali, cavolo, fanno paura! Cosa può esserci di peggio? Guardate il telegiornale in questi tempi, è incredibile! Pensi che appena esci dalla porta, sarai immediatamente stuprato da un pit bull drogato di crack e malato di AIDS!”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

Watch the fucking news man, it's frightening! What could be worse? You watch the news these days you know, it's unbelievable! You think you just walk out your door, you're immediately going to be raped by some crack-addicted, AIDS-infected, pit-bull!
Revelations

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“Il fatto di essere uno di una molititudine esonera un uomo dalla coscienza di essere un io isolato e lo trasporta piú giú in un regno meno che personale, dove non vi è alcuna responsabilità, dove non vi è giusto o sbagliato, né bisogno di pensare o giudicare o discernere, vi è solo un forte e vago senso di comunione, solo un eccitamento condiviso, un'alienazione collettiva. E l'alienazione è insieme piú prolungata e meno faticosa di quella indotta dalla deboscia; il mattino dopo meno deprimente di quello che segue l'autoavvelenamento da alcool o da morfina. Inoltre, al "delirio di massa" ci si può abbandonare non soltanto senza rimorsi di coscienza, ma veramente, in molti casi con un positivo ardore di cosciente virtú. Infatti, lungi dal condannare la pratica dell'autotrascendenza discendente attraverso l'ebbrezza di gregge, i capi di Chiesa e di Stato hanno attivamente incoraggiato la pratica sempre che potesse essere usata per favorire i propri scopi. Individualmente e in gruppi coordinati e legati da un fine, i quali costituiscono una sana società, uomini e donne manifestano una certa capacità di pensiero razionale e libera scelta alla luce di princípi etici. Riuniti in folle, gli stessi uomini e le stesse donne si comportano come se non possedessero né ragione né libero arbitrio. L'ebbrezza di massa li riduce a una condizione di irresponsabilità interpersonale e antisociale. Drogati dal veleno misterioso che ogni gregge eccitato secerne, essi cadono in uno stato di altissima suggestionabilità, simile a quello che segue un'iniezione di sodio amytal o l'induzione, con qualsiasi mezzo, di un leggero trance ipnotico. In questo stato essi crederanno qualsiasi assurdità che possa essere loro urlata, eseguiranno qualsiasi comando o esortazione, per quanto insensati, pazzi o criminali. Per gli uomini e per le donne sotto l'influenza del "veleno di gregge" «qualunque cosa dico tre volte è vera» e qualunque cosa dico trecento volte è Rivelazione, è il mondo di Dio direttamente ispirato. Ecco perché i detentori dell'autorità – preti e governanti – non hanno mai inequivocabilmente proclamato l'immortalità di questa forma di autotrascendenza discendente. Infatti, il "delirio di massa" suscitato dai membri dell'opposizione ed in nome di princípi eretici è stato sempre denunziato dagli uomini al potere. Ma il "delirio di massa" sollevato dagli agenti governativi, il "delirio di massa" in nome dell'ortodossia, è tutta un'altra cosa. In ogni caso in cui può essere usata per favorire gli interessi di coloro che controllano la Chiesa e lo Stato, l'autotrascendenza discendente per mezzo dell'ebbrezza di gregge è trattata come qualcosa di legittimo, ed anche altamente desiderabile.”

Appendice; pp. 310-311
I diavoli di Loudun

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“Un bell'ebete, anzi un ebete piuttosto bruttino, malfermo sulle gambe, con gli occhiali fumè dello zombie, dell'alcolizzato, del drogato "fatto".”

Nantas Salvalaggio (1923–2009) scrittore italiano

citato in Abbagli delle giurie: da Celentano a Vasco (più Zucchero e Patty), Corriere della sera http://www.corriere.it/Spettacoli/2008/Sanremo/gegiz_abbagli_giurie_32715e84-e763-11dc-9342-0003ba99c667.shtml, 1 marzo 2008

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“I guerrieri erano tenuti a rispettare tutta una serie di regole di condotta. Non dovevano mai stringere la mano di un non-simba, non dovevano lavarsi, né pettinarsi i capelli o tagliarsi le unghie, altrimenti sarebbero diventati di nuovo vulnerabili. Molte di quelle regole erano meno bizzarre di quanto sembrasse a prima vista. La maggior parte dei simba non aveva uniformi ed era praticamente priva di armi da fuoco. Andavano a combattere a torso nudo, coperti di ramoscelli e di pelli di animali e muniti solamente di lance, machete e randelli. Con tale equipaggiamento dovevano affrontare l'armata governativa di Mobutu che, pur essendo ancora un'accozzaglia di persone male organizzate, era comunque dotata di mitragliatrici semiautomatiche. Quelle regole magiche imponevano ai simba una forma di disciplina militare. Il sesso era proibito, perché altrimenti i guerrieri si sarebbero abbandonati a stupri continui. Farsi prendere dal panico era proibito, altrimenti si sarebbero dati alla fuga. Guardarsi dietro era proibito, così come il nascondersi. Il guerriero simba doveva gettarsi contro il nemico urlando "Simba, simba! Mulele mai! Mulele mai! Lumumba mai! Lumumba oyé!" (Leone, leone, acqua di Mulele, acqua di Lumumba, viva Lumumba!). Se avessero gridato quelle parole, i proiettili degli avversari si sarebbero trasformati in acqua al contatto con i loro torsi. Quelli che venivano colpiti evidentemente non avevano rispettato una qualche regola di condotta. Assurdo? Sì, ma non più assurdo di determinati attacchi durante la Prima guerra mondiale, in cui si ordinava ai soldati di avanzare sotto un fuoco di sbarramento. E la cosa bizzarra era che non erano soltanto i simba a credere nel loro potere magico, ma anche gli uomini dell'esercito governativo. I soldati di Mobutu avevano una paura del diavolo di quei bruti isterici e drogati che si gettavano contro di loro gridando e con gli occhi sgranati.”

Origine: Congo, pp. 346-347