Frasi su testa
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“Domenico Trentacoste ha certamente avuto talvolta qualche inclinazione a rappresentare le umili verità e le miserie della vita, come nel Vecchio che mangia la zuppa. Così il suo verismo va dalla lanterna del Ciccaiuolo al pesante mantello del Vecchio medesimo. Così il vigore del suo realismo va dal Ciccaiuolo alla Testa di vecchio in bronzo. Ma egli è fatto per nobilitare con delicatezza la forza e per illeggiadrire la delicatezza. È lo scultore della puerizia e della donna.”

Enrico Corradini (1865–1931) scrittore e politico italiano

L'ombra della vita
Variante: Domenico Trentacoste ha certamente avuto talvolta qualche inclinazione a rappresentare le umili verità e le miserie della vita, come nel Vecchio che mangia la zuppa. Così il suo verismo va dalla lanterna del Ciccaiuolo al pesante mantello del Vecchio medesimo. Così il vigore del suo realismo va dal Ciccaiuolo alla Testa di vecchio in bronzo. Ma egli è fatto per nobilitare con delicatezza la forza e per illeggiadrire la delicatezza. È lo scultore della puerizia e della donna. (Arte, p. 247)

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“[Durante il Giro d'Italia del 1968] Il momento arrivò dopo Auronzo verso Cortina: Vandenbossche, che era un bel cammello, attaccò un ritmo allegro veloce, dietro di lui Merckx, Gimondi, Zilioli e io, e il gruppo si frazionò. Ogni 500 metri Eddy si girava e mi guardava, ma io scuotevo la testa. Quando vidi che erano tutti cotti, finalmente feci cenno di sì, e Eddy scattò.”

Vittorio Adorni (1937) dirigente sportivo, ex ciclista su strada e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Marco Pastonesi, Quel maggio del '68 - Vittorio Adorni, l'unico che poteva dare ordini a Merckx http://www.repubblica.it/sport/ciclismo/2018/05/25/news/maggio_del_sessantotto_adorni-197328207/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-L, Repubblica.it, 25 maggio 2018.
Origine: L'episodio di corsa riferito da Vittorio Adorni è accaduto nel corso nella tappa che si concludeva alle Tre Cime di Lavaredo e che decise il successo finale di Eddy Merckx.

“Chi comanda in Ungheria da più di trent'anni, fino alla vigilia dell'89, è Janos Kadar: il più riuscito esempio di leader restauratore di un comunismo afflitto dall'incapacità di rendersi tollerabile. La sua carriera politica ha seguito un percorso zigzagante, tra stalinismo e riformismo, scandito da scomuniche e promozioni. Il suo è il classico curriculum vitae di un dirigente dell'Est. All'inizio non ha osteggiato l'insurrezione del'56, ma poi è stato uno dei "normalizzatori". Il pragmatico Kadar ha preso le distanze dal tumultuoso disordine, troppo traboccante di sognie di passioni, al tempo stesso rivolto contro il comunismo e in favore di un comunismo migliore. E ha finito col chiedere l'intervento sovietico, che comunque ci sarebbe stato. Con lo stesso realismo, arrivato al vertice del partito, ha adottato la politica dell'indulgenza. Non verso la contestazioneo la critica politica; ma verso i piaceri più individuali. LL'Ungheria è diventata con lui la meta dei privilegiati degli altri paesi comunisti, attirati dalle vetrine in cui erano esposti, non senza gusto e con insolita abbondanza, tanti prodotti introvabili nelle loro città, dai tessuti di qualità ai cosmetici più raffinati. Non mancavano la buona cucina e la vita notturna con la sua dose di erotismo. L'ideologia dei consumi, accompagnata da un certo laissezfaire nell'illusoria satira dei cabaret, funzionava da surrogato delle libertà fondamentali chieste durante l'insurrezione del'56 e respinte con la repressione. Con il suo comunismo "al gulash" Kadar raggiunse un consenso passivo invidiabile nelle altre capitali del socialismo reale, alcune delle quali assai più dotate di risorse dell'Ungheria, paese economicamente gracile con una testa enorme e fantasiosa quale era (ed è) la sua capitale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“A San Vittore ci sono entrata con la testa della criminologa. Ho visto una massa indistinta di gente, ma non riuscivo a capire quali fossero i detenuti e quali le guardie. Per me il carcere deve essere un carcere e i detenuti devono saper fare il loro mestiere. Mi sento più sola oggi, qui a Sulmona, in mezzo a queste montagne dove il vento soffia sempre, l'aria è gelida e i detenuti sanno solo lamentarsi e scrivere alle Procure. La mia unica compagnia sono i miei cani, Leon e Luna. Io mi identifico spesso con gli uomini; quando cammino, dicono, incuto timore, fumo Super senza filtro, metto la mimetica militare. Ho 41 anni, sono sempre stata così, e morirò così, e non chiamatemi direttrice che mi manda su tutte le furie, io sono il direttore e basta.”

Armida Miserere (1956–2003) funzionaria italiana

Variante: A San Vittore ci sono entrata con la testa della criminologa. Ho visto una massa indistinta di gente, ma non riuscivo a capire quali fossero i detenuti e quali le guardie. Per me il carcere deve essere un carcere e i detenuti devono saper fare il loro mestiere. Mi sento più sola oggi, qui a Sulmona, in mezzo a queste montagne dove il vento soffia sempre, l'aria è gelida e i detenuti sanno solo lamentarsi e scrivere alle Procure. La mia unica compagnia sono i miei cani, Leon e Luna. Io mi identifico spesso con gli uomini; quando cammino, dicono, incuto timore, fumo Super senza filtro, metto la mimetica militare. Ho 41 anni, sono sempre stata così, e morirò così, e non chiamatemi direttrice che mi manda su tutte le furie, io sono il direttore e basta.
Origine: Da un'intervista a Io Donna del 1997; citato in Simona Mammano, I motivi del suicidio di una "servitrice dello Stato" http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=rubriche&action=articolo&idArticolo=1345, Polizia e Democrazia, gennaio 2007

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“Ho sempre avuto un carattere molto forte, non mi sono mai fatta mettere i piedi in testa. Da piccola ero più maschiaccio io dei maschi. Ai giardini o nella scuola calcio, per me giocare contro di loro era un piacere. Anzi, potessi, giocherei ancora contro i ragazzi. E lo consiglio a tutte le bambine…”

Martina Rosucci (1992) calciatrice italiana

Origine: Dall'intervista di Guido Barucco, L'altra metà del calcio, parla Martina Rosucci: "Usciamo dal dilettantismo. Sogno un top club in Italia, il Mondiale..." http://gianlucadimarzio.com/it/laltra-meta-del-calcio-parla-martina-rosucci-usciamo-dal-dilettantismo-sogno-un-top-club-in-italia-il-mondiale, Gianlucadimarzio.com, 13 novembre 2014.

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“A Firenze, Gentile, l'apparatore magnifico, riversa fiori nelle gotiche cornici, popola di cavalli, di cani, di scimmie, di uccelli la scena dellAdorazione dei Magi. Passano i Re sul fondo, di contrada in contrada, scendono le erte montane, varcano i ponti levatoi de' castelli, seguiti da cortigiani col falco in pugno, da cacciatori col. Il più vecchio si prostra, bacia un piede al divin Bambino che gli pone una manina sulla testa calva; e gli altri due Re offrono riverenti i doni chiusi come in gotici reliquiarî. Vesti di broccato e di damasco, cinture gemmate e con caratteri cufici, come ne' vasi ageminati della Persia, bardature e fornimenti d'oro de' cavalli, risplendono in quella scena strabocchevole di ricchezza, dove il pittore fa la ruota, pavone dalle iridiscenti penne occhiute.”

Adolfo Venturi (storico dell'arte) (1856–1941) storico dell'arte e accademico italiano

vol. 7, parte 1, pp. 196-198
Storia dell'arte italiana, La pittura del Quattrocento
Variante: A Firenze, Gentile, l'apparatore magnifico, riversa fiori nelle gotiche cornici, popola di cavalli, di cani, di scimmie, di uccelli la scena dellAdorazione dei Magi. Passano i Re sul fondo, di contrada in contrada, scendono le erte montane, varcano i ponti levatoi de' castelli, seguiti da cortigiani col falco in pugno, da cacciatori col. Il più vecchio si prostra, bacia un piede al divin Bambino che gli pone una manina sulla testa calva; e gli altri due Re offrono riverenti i doni chiusi come in gotici reliquiarî. Vesti di broccato e di damasco, cinture gemmate e con caratteri cufici, come ne' vasi ageminati della Persia, bardature e fornimenti d'oro de' cavalli, risplendono in quella scena strabocchevole di ricchezza, dove il pittore fa la ruota, pavone dalle iridiscenti penne occhiute. (vol. 7, parte 1, pp. 196-198)

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“Mia cara Miledy — Son più morta che viva. I rapporti di Pignatelli fatti a Luzzj, i documenti forniti da quelle canaglie di nobili provano che la rivoluzione è intieramente consumata. Il popolo è unito col potere costituente. Essi hanno disarmata tutta l'infame truppa, castelli, arsenale ec. Mack è scomparso. Calandra con 2500 uomini dice di non poter far nulla. Tutta la truppa chiama il popolo e dà loro le armi. Zurlo è stato trascinato ferito innanzi il tribunale dell'infame città e messo in castello. Ciò prova che la nobiltà dirìge tutto. Tre colonnelli, Fardella, Bologna e Baumont tradotti innanzi al tribunale; i due primi messi in libertà, il terzo imprigionato, infine orrori. Castellammare e Salerno sono già in rivoluzione. M'aspetto domani sentir l'istesso delle Calabrie. Sono così afflitta, che preferisco l'entrata dei Francesi e che tolgano a quei miserabili fino all' ultima camicia, piuttosto che di vedere i nostri proprii sudditi bestie vili, poltroni, ma furfanti, condursi in tal guisa. Il pranzo è contramandato. Ohimè, mia cara, sono molto sventurata. Dio voglia che il contro colpo non si faccia sentire in Sicilia: sono desolata, ma bisogna riacquistar Napoli e difendere la Sicilia. Egli è certo che qualche birbante nascosto vi tien la mano. Questi sciocchi… non ho più testa: in una parola, sono molto fuor di speranza. Se potessi vedervi alle ore 23 o 24 col cavaliere ed il nostro eroe Nelson mi sarebbe di sollievo, bisogna efficacemente pensare a salvarci. Compatite un onesta amica, un alleata fedele, ma un affettuosa madre, sposa e sventurata regina.”

Maria Carolina d'Asburgo-Lorena (1752–1814) regina consorte di Napoli e Sicilia, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie

dalla lettera del gennaio 1799, p. 59
Carteggio di Maria Carolina Regina delle due Sicilie con Lady Emma Hamilton

“L'Iran imperiale disponeva di enormi risorse finanziarie che consentivano grandi innovazioni, in tutti i campi. Teheran era la meta obbligata di legioni di uomini d'affari occidentali, incolonnati come questuanti davanti ai ministeri, ansiosi di proporre prodotti e progetti. Non mi passò neppure per la testa l'idea che quel successo potesse condurre a un disastro. A ritorcesi contro lo scià fu l'eccessiva modernizzazione, compresa quella culturale. La precipitosa industrializzazione, pagata con i proventi petroliferi, non dette i frutti sperati. L'Iran non era competitivo sul piano internazionale e all'interno i consumi non erano sufficienti per mantenere le attività appena create. Si accentuò il declino dell'agricoltura, ferita da una riforma che, per volontà dello scià, aveva trasformato mezzadri e fittavoli in tanti proprietari troppo piccoli per sopravvivere. Così il distacco tra le città, gonfiate da popolazioni inurbate in gran fretta, e la società rurale era aumentato, ed era cresciuto in modo vertiginoso quello tra le classi beneficiate dalla pioggia petrolifera e quelle escluse, abbandonate a se stesse. Le campagne in favore dell'emancipazione femminile e dell'alfabetizzazione fecero emergere strati sociali subito assetati di libertà adeguate al loro nuovo status. Ma un apparato poliziesco severo, e spesso spietato, reprimeva quegli slanci suscitati dalle riforme. La monarchia non fu capace di gestire la modernizzazione (l'occidentalizzazione) che essa stessa aveva voluto. Non fu capace di rinunciare a un rigido autoritarismo che comprimeva la società civile in espansione.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Sulle strade di Teheran con la furia di un popolo http://download.repubblica.it/pdf/diario/31012004.pdf, la Repubblica, 31 gennaio 2004.

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“Chi ha il sacro fuoco e vuole approcciarsi a questo lavoro deve mettersi in testa che occorre studiare… Un lavoro molto duro, se vuoi farlo bene; e anche se lo fai meno bene, con meno attitudine e qualità, richiede comunque un approccio serio.”

Emanuela Rossi (1959) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Origine: Da Emanuela Rossi https://www.eccellenzeitaliane.eu/emanuela-rossi/, EccellenzeItaliane.eu.

“In Africa, dovunque crescano i baobab ci sono anche miti che spiegano la strana forma dell'albero. molte di queste leggende raccontano che il baobab è stato conficcato nel terreno a testa in giù, con le radici per aria. In Zimbabwe si racconta che, per via dei suoi molteplici usi, il baobab fosse diventato molto presuntuoso e che prendesse in giro tutti gli animali. ogni volta che Dio creava un nuovo essere vivente, il baobab lo criticava: la iena era brutta, la zebra buffa, la cicogna deforme. Stanco di questi commenti, Dio lo strappò dalla terra. Ma non voleva distruggere quell’albero così particolare, così lo inilò nella terra a testa in giù. Da allora il baobab non dà più fastidio. Un altro mito racconta che tanto tempo fa gli dèi piantarono il baobab nel bacino del fiume Congo. L’albero, però, si lamentava del clima, troppo caldo e umido. Gli trovarono posto sulle montagne della Luna, in Uganda, ma protestò perché aveva poco spazio. Allora gli fu assegnato un posto caldo e asciutto nella savana. A quel punto, però, il baobab pretendeva di avere un tronco possente per distinguersi. Il suo desiderio fu esaudito, ma arrivò subito una nuova richiesta: una corteccia morbida e frutti vellutati. Anche questa fu soddisfatta. All'ennesima pretesa, quella di avere fiori d’oro, la misura era colma: gli dèi lo strapparono dalla terra e ce lo inilarono a testa in giù. Da allora nessuno ha più sentito il baobab lamentarsi.”

David Signer (1964) etnologo, giornalista e scrittore svizzero
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“Io penso che la testa sia il 99% di un calciatore, quando arrivi a un certo livello il fisico è sempre allenato. La differenza la fa l'attenzione e prepararsi mentalmente.”

Leonardo Pavoletti (1988) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a DAZN; citato in Pavoletti a DAZN: "La testa è il 99% per un calciatore" https://www.goal.com/it/notizie/pavoletti-a-dazn-la-testa-e-il-99-per-un-calciatore/bs79n5djya631x3ra9lcjiekh, Goal.com, 2 novembre 2018.

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“Chissà, chissà domani | su che cosa metteremo le mani, | se si potrà contare ancora le onde del mare | e alzare la testa.”

Lucio Dalla (1943–2012) musicista, cantautore e attore italiano

da Futura, lato B, n. 4
Dalla

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“La gente alla fine pensa un sacco di cose, il più delle volte a caso, | non so se fa più male quello che gli entra in testa o quello che gli entra nel naso.”

Willie Peyote (1985) rapper e cantante italiano

da Turismi, n. 11
Non è il mio genere, il genere umano

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“Nello stato corrente del dibattito sulla Brexit, appartengo alla più piccola, triste, pessimista fazione: sono un negazionista. Quasi un anno dopo scuoto ancora la testa incredulo: non accetto questa decisione emotiva e semi-mistica di lasciare la Ue. Non posso crederci e la rifiuto.”

Ian McEwan (1948) scrittore inglese

Origine: Citato in Luigi Ippolito, Ian McEwan anti-Brexit «Rivotiamo tra due anni», La Lettura, suppl. del Corriere della Sera, 28 maggio 2017, pp. 8-9.

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“Un uomo che vuole fare il re dei conigli, è bene che si metta in testa un paio di orecchie flosce.”

George R. R. Martin (1948) autore di fantascienza statunitense

Ben Plumm) (2016, p. 55
I guerrieri del ghiaccio - I fuochi di Valyria - La Danza dei Draghi

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“Noi vediamo le cose quali la nostra testa se le figura. Bisogna quindi conoscere questa nostra testa.”

Stendhal (1783–1842) scrittore francese

Origine: Da Pensées diverses, citato in François Grégoire, I grandi problemi metafisici, traduzione dal francese di Giulia Vecchi, terza edizione, Garzanti, Milano, 1960, p. 23

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“Non le è mai passato per la testa che si possono amare le persone per i loro difetti?”

Adolfo Bioy Casares (1914–1999) scrittore argentino

Cap. 66
Dormire al sole

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“Chi non ha testa abbia delle belle gambe.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il dottor Divago, 100 neoproverbi, p. 176

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“Nell’immagine fissa | il sorriso è mancato. | Ti hanno allontanato | la testa e il cuore.”

Filippo Gatti (1970) cantautore, musicista e produttore discografico italiano

da La memoria libera, n.6
Tutto sta per cambiare

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“Una dottrina del diritto puramente empirica è (come la testa di legno nella favola di Fedro) una testa che può essere bella, ma che, ahimè!, non ha cervello.”

Immanuel Kant (1724–1804) filosofo tedesco

Origine: La favola della volpe e della maschera teatrale in Fabulae, I, 7.
Origine: Principi metafisici della dottrina del diritto, p. 216

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“Il primo giorno a Milanello mi feci la barba, lasciai due peli nel lavandino e presi due schiaffi in testa da Costacurta, dicendo che dovevo pulire. Così capivi subito la mentalità.”

Gennaro Gattuso (1978) calciatore italiano

Origine: Da un intervento alla presentazione del libro Da Calciapoli ai Pink Floyd di Alberto Costa; citato in Luca Stamerra, Gattuso: "Il segreto del vecchio Milan? Il rispetto delle regole. Ora la mentalità è cambiata" https://it.eurosport.com/calcio/serie-a/2018-2019/gattuso-il-segreto-del-vecchio-milan-il-rispetto-delle-regole.-ora-la-mentalita-e-cambiata_sto7250660/story.shtml, Eurosport.com, 29 aprile 2019.

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“Verklovsky, ministro della guerra di Kerensky, dichiarò più tardi a proposito di Kornilov che era un cuor di leone con una testa di montone.”

Lev Trotsky (1879–1940) politico e rivoluzionario russo

Origine: Storia della rivoluzione russa, pp. 278-279

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“Lei gli prese la testa fra le mani e la adagiò affettuosamente sul proprio petto.”

Arthur Schnitzler (1862–1931) scrittore, drammaturgo e medico austriaco

Ora siamo svegli, – disse, – e lo resteremo a lungo.
Per sempre, avrebbe voluto correggerla Fridolin, ma prima che potesse pronunciare quelle parole lei gli posò un dito sulle labbra e mormorò, come tra sé: – Mai indagare il futuro. (2011, p. 112)
Doppio sogno

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“Rouhani, con quel sorriso da volpe innamorata, andò al potere avendo sulla testa la mano di Obama: ma ha avuto il primato assoluto in esecuzioni e reclusioni, in sostegno del terrorismo internazionale, esportazione di uomini armati e armi per disegni imperialisti in Medio Oriente.”

Amir Taheri (1942)

Origine: Citato in Finto moderato contro vero duro: povero Iran http://www.ilgiornale.it/news/politica/finto-moderato-contro-vero-duro-povero-iran-1397921.html, Ilgiornale.it, 17 maggio 2017.

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“Ancora non ti ho persa, | stai soltanto dormendo nella mia testa, oh mia.”

Zucchero (cantante) (1955) cantautore e musicista italiano

da Spicinfrin boy, n. 10
Chocabeck

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“Nella testa prese a scorrermi il motivetto pubblicitario dei Ray-Ban Wayfarer.”

cap. XXVIII, p. 254
Rumore bianco

“Poca importanza alle idee da cui si parte. Molta importanza, andando per la strada, allo sbattere involontariamente la testa contro il muro.”

Sergio Solmi (1899–1981) scrittore, poeta e saggista italiano

Meditazioni sullo Scorpione

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“Il movimento è una di quelle bestie della mitologia con tante teste. Ogni testa dice quello che vuole, pensa quello che vuole e magari morde anche la testa accanto.”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Da Ecg Regione; citato in Gisella Ruccia, Pd, Cirinnà: "M5s è come una bestia con tante teste, la smetta di mentire. Di Battista? Stia buono, non sarà mai sindaco di Roma" https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/19/pd-cirinna-m5s-e-come-una-bestia-con-tante-teste-la-smetta-di-mentire-di-battista-stia-buono-non-sara-mai-sindaco-di-roma/4302928/, IlFattoQuotidiano.it, 19 aprile 2018.

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“La gente vive senza più testa, | la specie è in mutazione. | E non sappiamo dove stiamo andando…”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Splendide Previsioni, n. 6
L'imboscata

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Vivi giorno per giorno e avanza sempre a testa alta trasformando ogni giorno come desidera il tuo cuore.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net