Frasi su teste
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“Le teste di legno stan sempre più su | ma se han troppi soldi non nuotano più. (da Nuoto a farfalla”

Marco Morandi (1974) cantante, attore e compositore italiano

Io nuoto a farfalla

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“È vero che le teste dell'Isola di Pasqua sono del cioccolato di Novi? (da Crozza Alive, 2010”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Roberto Giacobbo, In questo numero...

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“Capodanno nella lista di Rocco Schiavone veniva al terzo posto delle peggiori date del calendario. Al primo posto c'era il suo compleanno, che lui odiava in maniera totale, violenta, omicida. Gli auguri li considerava degli insulti. E non era un atteggiamento preso dopo i quaranta, non era una cosa da scambiare con la senilità incipiente e col tempo che passa sempre più veloce. Lui già a sei anni, quando giocava per le strade di Trastevere, poteva spaccare teste e setti nasali se un amichetto o un parente gli avesse fatto i fatidici auguri il 7 di marzo.
Al secondo posto c'era la Pasqua. Rocco la odiava per tre motivi. Il primo era che non arrivava mai lo stesso giorno. Cambiava ogni anno, e questo la rendeva imprevedibile e micidiale come un killer professionista. Il secondo che, proprio per la sua imprevedibilità, faceva arrivare le colombe e le uova mentre ancora stavi digerendo il panettone di Natale. Il terzo era di natura squisitamente teologica. Sapete quando è nato il figlio di Dio. Possibile che non siete mai riusciti a capire quand'è che è risorto? Al terzo posto c'era il Capodanno. Dovere per forza andare da qualche parte a fare il conto alla rovescia, stappare la bottiglia, urlare auguri a squarciagola e fingere di divertirsi e essere sereno. E poi c'erano i botti. Nel suo personalissimo codice la pena per i costruttori e i fruitori dei fuochi di Capodanno andava da un anno di reclusione ai lavori forzati in una miniera in Cile, in base ai botti che utilizzavano, al rumore che provocavano e ai soldi che riuscivano a sprecare in sei minuti. Gente che lesina sulla frutta e la verdura tutto l'anno per poi scoppiare centinaia di euro in pochi minuti ferendosi, facendosi danni, spaccando oggetti e coglioni, lui la detestava. Il primo gennaio invece era uno dei giorni più belli dell'anno. Nessuno per le strade, nessuno nei negozi, tutti a dormire gonfi di cibo e vino da supermercato, con le bocche secche e le orecchie che ancora fischiano per la musica a palla e i tricchetracche sul balcone. E lui solo, a Ostia a passeggiare sulla spiaggia.”

Antonio Manzini (1964) attore, sceneggiatore e regista italiano

da L'accattone
Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, L'accattone

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“[…] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'Anapo.
Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,
La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,
Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,
Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico Ciane, suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,
I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,
Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,
Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti?”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Viaggio in Sicilia, p. 135

“Stavo pensando alle squadre di calcio.»
«E?»
«E allora, ci pensi. Guardi, per esempio, cosa fa una squadra di calcio per raggiungere migliori risultati?»
«Si allena?» azzardò Rocco.
«Non solo. Compra i giocatori. Stranieri. Ne conviene?»
«Sì. Vero, basta dare un'occhiata all'Inter».
«Appunto. Si forma la squadra con le eccellenze internazionali e si vincono coppe e scudetti. Mi dica se sbaglio.»
«Non sbaglia.»
«Bene, Schiavone. Ora trasferisca questo concetto al nostro paese».
Rocco incrociò le gambe. «Non la seguo».
«Faccia conto che per raggiungere risultati noi, l'Italia, ce ne andiamo in giro a comprare i giocatori migliori.»
«E no mi scusi, ma la Nazionale di calcio italiana deve essere formata tutta da giocatori italiani» obiettò Rocco.
«Non mi riferisco più al calcio. Il calcio è solo una metafora. Mi riferisco alla politica. Allora che farei? Si compra un bel primo ministro svedese, un Reinfeldt, poi all'economia ci mettiamo un tedesco, un Bruederle, poi alla cultura un francese, la Albanel, alla giustizia un danese, insomma! Pensi che squadra della Madonna! E finalmente 'sto paese la smetterà di essere il paese di pulcinella. Ha capito?»
La probabilità che il magistrato fosse affetto da una forma di patologia ciclotomatica si affacciò prepotente nella mente di Rocco Schiavone. «Chiaro e tondo. Una bella campagna acquisti» rispose, perché dargli ragione era la strada migliore.
«Esatto!» e il magistrato mollò un pugno sul tavolo. «Esatto, Schiavone. Sarebbe bello, non trova?»
«Sì»
«Scherzo, è ovvio. Lei mica mi avrà preso sul serio, no?”

«Un po' sì».
«No. anche perché non basta cambiare le teste di serie. qui c'è mezza classe politica da mandare al confino. Ma non si stia a preoccupare, sono solo un po' schifato da quello che vedo e leggo sui giornali ogni giorno. Mi stia bene e mi tenga informato.»
Pista nera

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“Questa ha due teste, l'una nel suo loco, l'altra nella coda, come se non bastassi, che da un solo loco gittassi il veneno.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Amfesibene; 1979, p. 68
Bestiario o Le allegorie

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“Un uomo privo di scienza è come un cielo senza stelle, è come una noce vuota. Neppure Dio sopporta le teste d'asino e le loro asinate.”

Abraham a Sancta Clara (1644–1709) predicatore e scrittore austriaco

Origine: Citato in François Fédier, Heidegger e la politica, p. 30

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“Le chiacchiere dal barbiere sono la prova irrefutabile che le teste stanno lì solo per via dei capelli.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

da Aphorismen, p. 64

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“Il tempo, questo scultore cui talvolta riescono così bene le teste di vecchio.”

Natalie Barney (1876–1972) scrittrice e poetessa statunitense

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Per ogni malvagio che muore | nascono due oratori: | non abbiamo in città nessun Iolao | che possa bruciare le teste degli oratori.”

Platone (comico) (-500) commediografo ateniese della Commedia antica

fr. 127 Kassel-Austin; citato in I comici greci, a cura di Simone Beta, BUR, Milano, 2009, pp. 73-74

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“[…] | perché la sorte, udir bramo da te, | sia cosi parzial di teste sceme? (Tirreno: p. 265)”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

Satire, Satira V, La Babilonia

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“Le corone fanno strani effetti alle teste che le portano.”

George R. R. Martin (1948) autore di fantascienza statunitense

Tyrion Lannister
2016, p. 63
Il Regno dei Lupi

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“È molto più difficile impadronirsi di una decina di teste forti che non di un centinaio di imbecilli.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Che fare? Problemi scottanti del nostro movimento
Origine: Citato in Che fare? https://www.marxists.org/italiano/lenin/1902/3-chefare/cf4.htm, .marxists.org.

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“Il movimento è una di quelle bestie della mitologia con tante teste. Ogni testa dice quello che vuole, pensa quello che vuole e magari morde anche la testa accanto.”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Da Ecg Regione; citato in Gisella Ruccia, Pd, Cirinnà: "M5s è come una bestia con tante teste, la smetta di mentire. Di Battista? Stia buono, non sarà mai sindaco di Roma" https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/19/pd-cirinna-m5s-e-come-una-bestia-con-tante-teste-la-smetta-di-mentire-di-battista-stia-buono-non-sara-mai-sindaco-di-roma/4302928/, IlFattoQuotidiano.it, 19 aprile 2018.

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