Frasi su mentire
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“Sono | ottimista: | quando ho | l'emicrania | preferisco | dire | che mi è | passato | il ben di testa.”

Umberto Domina (1921–2006) scrittore e umorista italiano

Origine: La moglie che ha sbagliato cugino, p. 68

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“Nel mondo moderno l'Allegoria ha perduto il suo valore e si è negato che essa possa esprimere la natura o la funzione della poesia. Si è visto in essa l'accostamento di due fatti spirituali diversi, il concetto da un lato, l'imagine dall'altro, tra i quali essa stabilirebbe una correlazione convenzionale e arbitraria (Croce); e soprattutto la sì è accusata di trascurare o di rendere impossibile l'autonomia dell'imagine poetica la quale non avrebbe una vita propria perché sarebbe subordinata alle esigenze dello schema concettuale cui dovrebbe dar corpo. Buona parte dell'estetica moderna dichiara perciò l'Allegoria fredda, povera e noiosa; e piuttosto insiste, nell'interpretazione della poesia e in generale dell'arte, sul valore del simbolo che può essere vivo ed evocatore perché l'imagine simbolica è autonoma e ha un interesse in se stessa cioè un interesse che non mutua dal suo riferimento convenzionale a un concetto o ad una dottrina. Tuttavia, se si tiene conto della potenza o della vitalità di certe opere d'arte di chiara struttura allegorica (per es., della Divina Commedia e di molte pitture medievali e rinascimentali) si deve dire che l'Allegoria non necessariamente rende impossibile l'autonomia e la leggerezza dell'imagine estetica e che, in certi casi, anche la corrispondenza puntuale tra l'imagine e il concetto può non riuscire mortificante per la prima e non togliere ad essa la vitalità dell'arte o della poesia. T. S. Eliot ha fatto, proprio a proposito di Dante, una difesa in questo senso dell'Allegoria.”

Nicola Abbagnano (1901–1990) filosofo italiano

da Dizionario di filosofia, Utet, Torino, 1971

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“Circa sessanta persone presero parte alla congiura. Tra loro, come in ogni complotto politico, c'era di tutto: pompeiani che volevano vendicare il loro capo, ex cesariani che l'avevano abbandonato anche per risentimento personale, mestatori professionisti, difensori della Repubblica. Ne divennero i capi Cassio Longino e Marco Bruto. Quest'ultimo era nipote di Catone, forse figlio di Cesare; in ogni caso, sua madre ne era stata per anni l'amante preferita, e così sua sorella. Si può capire che nei riguardi del dittatore Bruto nutrisse sentimenti complessi. Dante lo caccerà nell'inferno (canto XXXIV, vv. 64-65) tra i massimi traditori; Shakespeare ne farà invece un eroe della libertà. Sentimenti a parte, si può dire che i congiurati erano quasi tutti uomini retti, che si mossero per sincero amore della Repubblica, anche se Cicerone, nella sua cinica saggezza, scrisse che agirono «con animo virile, ma con intelligenza infantile». La loro idea era che, ucciso il tiranno, la Repubblica sarebbe tornata allo splendore antico, all'austerità dei costumi, a quell'intransigente e rustica moralità che aveva fatto grande Roma. Cesare aveva visto più lontano; sapeva che quella Repubblica non sarebbe mai più tornata e che tanto valeva affidare Roma a uomini che fossero di per sé grandi: egli medesimo e il figlio adottivo Caio Ottavio (Ottaviano Augusto).”

2007, p. 95
I segreti di Roma

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“Crescere a 0 vuol dire che si sta crescendo come l'anno scorso che è stato un anno buono, con crescita all'1,8%.”

Renato Brunetta (1950) economista e politico italiano

Origine: Intervista di Corrado Augias su Rai3; citato da Ministero Pubblica Amministrazione http://www.innovazionepa.gov.it/comunicazione/multimedia/audiovisivi/2008/ottobre/audiovisivo-del-01102008-2.aspx, 1º ottobre 2008

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“Eravamo privati della grande gioia di vivere tra di noi, di dire stupidaggini, di cantare, di non avere alcun imbarazzo. Sapevamo che ogni nostra parola, ogni nostro gesto era immancabilmente registrato”

Aleksandra L'vovna Tolstaja (1884–1979) attivista russa

da Dušan Makovitskij
Origine: Citato in AA.VV., Lev Tolstòj, collana I giganti, Periodici Mondadori, Verona, 1970, p. 29.

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“Beh, ora che è passato quasi un anno, lo posso dire. Quando il 12 agosto del 2009 ho assunto la direzione di Libero, mi tremavano le gambe.”

Maurizio Belpietro (1958) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Editoriale http://www.libero-news.it/news/455236/L_editoriale.html, Libero-news.it, 18 luglio 2010.

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“Una canzone significa dire qualcosa alla gente. L'intrattenimento è un'altra cosa.”

Ronnie Drew (1934–2008) cantante e musicista irlandese

da Ronnie
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“L'Italia è la patria dei tuttologi: tutti pretendono di dire la loro su tutto, anche se non hanno una competenza specifica sull'argomento.”

Magdi Allam (1952) giornalista e politico egiziano naturalizzato italiano

Origine: Io amo l'Italia, p. 91

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“Preparare gli operatori di pastorale è suscitare un pieno d'amore per dire sì a Gesù.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – gennaio/febbraio 2011

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“Ho sicuramente carisma, è una parte di me, ma non è tutto. Sex symbol? Beh, sì, lo continuano a dire qualche volta…”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dall'intervista a Elle Quebec del dicembre 2005
2005

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“Con un'espressione sintetica si può dire che il cinema scientifico ci ha permesso di "vedere l'invisibile."”

Virgilio Tosi (1925) regista e divulgatore scientifico italiano

Origine: Breve storia tecnologica del cinema, p. 113

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“In un'altra vita, frequentavo un circuito in cui era ancora possibile dire parolacce, insultare tutti, in cui potevi essere come volevi. Poi hanno ucciso questo sport instaurando, da 15-20 anni, una specie di codice di condotta per cui non puoi urtare le orecchie del giovane pubblico americano che non può sentire "cazzo" o "merda”

Yannick Noah (1960) tennista e cantante francese

sic). Di fatto, la generazione che è arrivata dopo la mia ha imparato il tennis con queste regole che hanno ammazzato lo spirito di questo sport. Quando giocavo io il pubblico era più vicino a noi giocatori, ci conosceva, ci sentiva gridare. McEnroe con le sue urla ele proteste ha costruito una carriera. La gente lo amava perché dicevano: "Ci sarà sicuramente casino". Oggi un McEnroe non esisterebbe, non potrebbe giocare. Da due o tre anni, la finale del doppio maschile si gioca sul Centrale, quella del doppio delle leggende sul campo 1. Il Centrale è vuoto, l'1 è stracolmo. La gente vuole vedere McEnroe ancora.

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“Dico subito che Rino Gaetano era un artista e aggiungo: non si può tranquillamente dire di tutti. Era un artista, con tutte le fragilità degli artisti, con la presenza e la voglia spesso determinante di provocare. Nuntereggae più, più che una canzone è un manifesto, un coro di protesta.”

Maurizio Costanzo (1938) giornalista, conduttore televisivo e autore televisivo italiano

Origine: Dal libretto https://skydrive.live.com/?cid=8304688d9d5ba48c&id=8304688D9D5BA48C!2409#cid=8304688D9D5BA48C&id=8304688D9D5BA48C!2420 della raccolta E cantavo le canzoni, RCA Italiana, 27 luglio 2010.

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“È facile vincere quando si è belli e intelligenti. Ci dici invece tu come cacchio hai fatto a vincere? (da Mai dire GF e figli, 9 maggio 2006)”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

Rivolto al vincitore del Grande Fratello 6 Augusto De Megni

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“Non si può dire «chi cambia canale è un burfaldino», però può sempre dire «chi cambia canale è… un coglione»! (da Mai dire GF e figli, 11 aprile 2006)”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

Riferendosi alla vittoria della sinistra alle elezioni del giorno prima, utilizzando l'epiteto con cui Silvio Berlusconi apostrofò gli elettori dello schieramento opposto

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“Non potevo fare a meno di pensare alle differenze tra la mia vita di New York, piena di cibo e comodità, e la vita che conducevano i miei famigliari in Somalia. In Occidente la maggior parte della gente possiede così tante cose da perderne il conto. Era probabile, invece, che i miei genitori potessero contare a una a una tutte le loro cose, e il cibo era difficile da reperire; eppure erano felici e di buon umore. Per la strada la gente sorrideva e conversava. Credo che gli occidentali cerchino di riempirsi di roba nel tentativo di colmare un vuoto. Tutti sono in cerca di qualcosa. Cercano nei negozi e nella televisione. Una volta dei tizi mi hanno mostrato una stanza della loro casa destinata alle candele per le preghiere la meditazione. Un'intera stanza solo per le candele. Qui dovevamo pigiarci l'uno contro l'altro per poter stare tutti insieme: continuavamo a ringraziare Allah per essere tutti insieme. In Somalia non abbiamo posti particolari per pregare, preghiamo anche per salutare qualcuno: «Che Allah sia con te.» A New York tutti tutti dicono «Hello!». Che cosa significa? Nulla, che io sappia, è solo un modo di dire. La gente dice: «Have a good day», buon giorno, ma anche quello è solo un modo di dire. In Somalia diciamo: «Se Dio vuole, ci vediamo dopo.»”

Waris Dirie (1965) modella e scrittrice somala

Dio ha voluto e il mio primo giorno in famiglia è stato bello, bellissimo!
Alba nel Deserto

“È repressivo. Dobbiamo liberare le donne come loro. Le donne con il velo allevano dei fondamentalisti: il velo è la "droga di passaggio" all'estremismo».
Ziad rise. Sorseggiò il tè e ci pensò un attimo prima di rispondere.
«Un velo non è una bomba», disse. «Inoltre, liberarle da cosa? Il velo è un simbolo culturale che ha una storia lunga. Se vivi nel Qatar per un bel po', prima o poi ti troverai in una tempesta di sabbia. Le particelle di sabbia sono finissime, e ti entrano negli occhi, nel naso e nella gola e ti tappano tutto. Ti assicuro che quando ne arriverà una, ti coprirai il naso e la bocca anche tu. Probabilmente è così che la gente di questa parte del mondo ha iniziato a portare il velo migliaia di anni fa. In ogni caso, comunque, se vogliono portare il velo, sono libere di farlo. Perché non rilassarsi e compiacersi della varietà del mondo? Mi piace pensare al mondo come a un film di fantascienza. Ci sono tutte queste creature che si trovano vicendevolmente bizzarre, e anche se qualcuno non ci piace dobbiamo comunque rivolgergli la parola».
«Ma in questo mondo ci sono anche persone – musulmani – che vogliono imporre il velo a tutti. Sono queste le persone che la riforma dell'Islam cerca di fermare».
«Questa però non è una riforma islamica», rispose Ziad. «Per "imporre" qualcosa a qualcuno, si deve stare al governo. Ogni volta che un governo ti impone qualcosa e tu ti opponi, quella è un'opposizione al governo e basta. Perché devi tirare in ballo l'Islam?»
«Perché sono loro a dire che è tutta una questione di Islam».
«Il fatto che lo dicano non vuol dire che sia vero. Sta a te vedere al di là. Ascolta, se il governo americano dice che una parte della popolazione va messa in prigione in nome dei Pokémon, ti trasformi in un esperto di Pokémon per cercare di dimostrargli che mai e poi mai i Pokémon farebbero una cosa del genere?”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano