Frasi su euro

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema euro, milione, stato, essere.

Frasi su euro

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“L'euro è un crimine contro l'umanità. Prima salta l'euro, prima posso riprendere la battaglia per l'indipendenza.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Citato in Lega, Salvini contro euro: «Crimine contro l'umanità» http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/12/15/Lega-Salvini-contro-euro-Crimine-contro-umanita-_9781968.html, ansa.it, 15 dicembre 2013.

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“L'euro al Sud non se lo meritano. La Lombardia e il Nord l'euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia e ha bisogno di un'altra moneta. L'euro non se lo può permettere.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Da un comizio tenutosi in Piazza Scala a Milano, 2 ottobre 2012; citato in Antonio Sicilia, Caro Salvini le scuse al Sud non bastano http://www.huffingtonpost.it/antonio-sicilia/salvini-scuse-sud_b_6677190.html, HuffingtonPost.it, 16 febbraio 2015.

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“Con l'euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.”

Romano Prodi (1939) politico e economista italiano

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Origine: Citato in Girolamo Fragalà, Dopo Monti, Prodi: ma gli italiani che hanno fatto di male per vivere con l’incubo dei Prof? http://www.secoloditalia.it/2013/04/dopo-monti-prodi-ma-gli-italiani-che-hanno-fatto-di-male-per-vivere-con-lincubo-dei-prof/ Secolo d'Italia, 13 aprile 2013.

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“[Distribuendo soldi del gioco Monopoli] È una moneta farlocca come l'euro. Ha lo stesso valore. Ci impegniamo nel 2014 a riprendere la sovranità su lavoro, pensioni, sulla moneta altrimenti gli euro che abbiamo in tasca varranno niente come i soldi del Monopoli.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Durante una manifestazione a Milano contro l'euro; citato in Salvini in piazza: «La Lega vuole cancellare le Prefetture»La manifestazione http://www.ilgiornale.it/news/milano/salvini-piazza-lega-vuole-cancellare-prefetture-977960.html, il Giornale.it, 23 dicembre 2013.

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“Non pagherei mai quaranta euro per vedere un concerto di Zucchero.”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero
Origine: Citato in Panorama, settembre 2006.

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“L'euro sarà la nostra ricchezza!”

Romano Prodi (1939) politico e economista italiano

Fonte migliore e data
Origine: Motto pro-euro- cineteche RAI.

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“L'Euro è irrevocabile.”

Mario Draghi (1947) economista e manager italiano

Origine: Da un intervento al Comitato Affari economici e monetari del Parlamento Europeo. 6 febbraio 2017; citato in Draghi: "L'euro ci tiene uniti in tempi di chiusure nazionali" http://www.repubblica.it/economia/2017/02/06/news/draghi_euro-157705081, Repubblica.it, 6 febbraio 2017.

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“Prima ci ha salvato San Gigi, adesso ci ha salvato San Palo”

Marco Civoli (1957) giornalista e conduttore televisivo italiano

13 giugno 2008, durante la partita del girone eliminatorio di Euro 2008 Italia – Romania

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“L'ho aiutata e le ho dato perfino la chance di entrare con una sua amica in un centro estetico. Doveva fornire un laser antidepilatorio. Costava, se ricordo bene, 45 mila euro anche se Ruby dice che gli euro erano 60 mila. Così ho dato l'incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla alla prostituzione, ma per portarla nelle direzione contraria.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2011
Origine: Citato in Giuseppe D'Avanzo, La finzione di Berlusconi in aula: "I pm lavorano contro il Paese" http://www.repubblica.it/politica/2011/04/12/news/omelia_bugiardo-14821552/index.html?ref=search, Repubblica.it, 12 aprile 2011.

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“Ho sentito che Rete 4 ha preso una multa di 150.000 euro… Caspita! Ma a quanto stava andando?”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

da Mai dire GF e figli, 13 febbraio 2006

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“Sandro Ruotolo': Mi dice perché quelle sue dichiarazioni del 1997 sono state tenute nei cassetti, segrete?.'Carmine Schiavone': Perché mi risposero all'epoca che non avevano i soldi né per poter fare le bonifiche, che all'epoca ci volevano circa 26.000 miliardi, 13 miliardi di euro di ora, né dove portare tutto quel materiale che era stato scaricato in tutte queste zone.'Sandro Ruotolo': Perché lei nel '97 parla con i parlamentari però nel '93 parla con i magistrati. 'Carmine Schiavone': Sì. La prima dichiarazione è stata quella su questo fatto dell'immondizia.'Sandro Ruotolo': Possiamo dire che lei era il capo mafioso?'Carmine Schiavone': Sì io ero il capo della cupola, servizio amministrativo Cosa Nostra campana. Era Cosa Nostra perché io sono stato battezzato da Luciano Liggio con pungitina e bruciatura del santino. Come Bardellino ed altri, mafioso. Erano tutti mafiosi'Sandro Ruotolo': Quante persone ha ucciso?'Carmine Schiavone': Io una cinquantina più trecento o quattrocento e altri che ho ordinato. Perché abbiamo dovuto fare delle guerre: una contro i cutoliani, una contro i Nuvoletta, contro i Bardellino, contro i De Falco. 'Sandro Ruotolo': Perché lei lo sa che i veleni che sono stati interrati nelle camopagne hanno provocato più vittime?'Carmine Schiavone': Sì, lo so. Ma io lo sapevo quando li ho fermati nel 1990. Nel 1991 mi hanno fatto arrestare. Quando io ho fermato questo scempio, che me ne sono accorto, mi hanno fatto arrestare. Perché io avevo ordinato delle armi, con tradimento della famiglia mia, per poterli ammazzare tutti.”

Carmine Schiavone (1943–2015) criminale italiano
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“Io non ne posso più di questa Lega da salotto, dobbiamo tornare gridare contro Roma, contro l'Euro, contro l'Europa, tornare alle grandi battaglie. E andare da soli, la Lega è sempre andata da sola. […] I nuovi dirigenti sono stati allevati a latte e biscotti. Noi eravamo quelli del panino con la pancetta e il bicchiere bianco di buon mattino davanti ai gazebi: gente sana, gente del Nord.”

Erminio Boso (1945–2019) politico italiano

citato in Lega, riecco 'Obelix' Boso candidato alla segreteria http://www.repubblica.it/politica/2013/11/09/news/lega_riecco_obelix_boso_candidato_alla_segreteria-70609414/?ref=HREC1-7, 9 novembre 2013, repubblica.it

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“Immaginate di avere una macchinetta dove metti un euro ed esce un panino e una macchinetta identica dove metti sempre un euro ed escono un milione di panini. Voi che scegliereste? Un milione, è chiaro. Ecco questo è il vantaggio dell'energia nucleare per il genere umano.”

Antonino Zichichi (1929) fisico e divulgatore scientifico italiano

Origine: Citato in Zichichi: «Sogno una Sicilia piena di centrali nucleari» http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/palermo/notizie/politica/2012/4-dicembre-2012/zichichi-sogno-sicilia-piena-centrali-nucleari-2113013346282.shtml, Corriere del Mezzogiorno.it, 4 dicembre 2012.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“[Parlando dell'arte contemporanea e del Maxxi] Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, […] è costato 60.000 euro […] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! […] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! […] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! […] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso… Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da L'ultima parola, 5 giugno 2010
Da programmi televisivi

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“[Nel 1999] Adottando l'Euro, l'Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica.”

Paul Krugman (1953) economista e saggista statunitense

Origine: Citato in Da Krugman a Stiglitz. Le frasi di sei premi Nobel dell'Economia contro l'euro http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-17/i-sei-premi-nobel-contro-euro-paul-krugman-italia-ridotta-paese-terzo-mondo-123937.shtml?uuid=ABsusak, Il sole 24 Ore.com, 17 dicembre 2013.

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“Non sono le elezioni. Siamo una comunità unita da una comune sensibilità. Siamo quelli che si commuovono vedendo una donna al mercato che si conta l'euro, quelli che guardano al calvario degli handicappati, respiriamo la sofferenza del mondo nelle guerre, siamo quelli che almeno una volta si sono ribellati alle ingiustizie, quelli che hanno insegnato ai figli a non vergognarsi per il sudore dei padri.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Dal discorso elettorale di piazza del Plebiscito, 20 marzo 2010; citato in Politica di piazza, numeri da circo http://www.napolitoday.it/blog/politica/Politica-di-piazza-grandi-numeri-e-insulti-bipartisan.html, NapoliToday.it, 22 marzo 2010.

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“Pastorello Girolamo: Le ho anticipato cinquanta euro per la spesa… Perché non me li vuole ridare?
Padre Maronno: Non sono io che non voglio…”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Indicando verso l'alto
Padre Maronno – L'ispettore Catiponda – L'Ispettore Santo Maroponda, Seconda puntata

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“Nessuno ha cancellato Annozero, anche se questo era una vecchia aspirazione. C'è stata un'onorevole e molto cospicua transazione superiore a due milioni di euro, con uno scivolo per Santoro […] che ha accettato di uscire dalla RAI, salvo poi volerci rientrare ad altre condizioni.”

Bruno Vespa (1944) giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano

in un'intervista al TgLa7 di Enrico Mentana, 10 giugno 2011, Adnkronos http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Lalibi-Santoro-e-il-canone-Rai-Vespa-scrive-a-Berlusconi_312119895553.html Il Mattino http://www.ilmattino.it/articolo_app.php?id=39164 YouTube http://www.youtube.com/watch?v=G6pLXJ2FqWA

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“La possibilità che esistano uomini capaci di “muovere” il mercato è largamente riconosciuta nel dibattito accademico. Tuttavia occorre un chiarimento: ammettere che possano esistere trame e accordi in grado di condizionare i movimenti dei mercati finanziari e gli stessi destini dell’euro non fornisce alcun supporto all’idea che vi sia una sorta di “piano segreto” all’origine della crisi. Questa precisazione è doverosa, considerato il successo di cui oggigiorno gode quella strana miscela di ipotesi fantasiose e di populismo ingenuo che va sotto il nome di “cospirazionismo”. L’errore fondamentale dei cospirazionisti verte sul fatto che essi concepiscono la Storia come una pianificata sequenza di complotti orditi da singoli o da gruppi, con tanto di nomi e cognomi, provenienze, affinità elettive e talvolta persino etnie e preferenze sessuali. Per questi pedestri interpreti del nostro tempo, il corso degli eventi seguirebbe un unico filo rosso che va dal Protocollo dei Savi di Sion alla Trilaterale, naturalmente passando per l’immancabile gruppo Bilderberg. Al di là delle invenzioni, delle imprecisioni e del razzismo strisciante che spesso caratterizza tali chiavi di lettura, il loro limite di fondo è che esse sono assolutamente banali. La meccanica del potere, infatti, è in ultima istanza sempre riconducibile a trame, accordi, coalizioni e a “movimenti di truppe”. Tuttavia, occorre comprendere che le azioni individuali o di gruppo che possono dirsi vincenti, che cioè realmente incidono sul processo storico, sono soltanto quelle che si muovono lungo il solco tracciato da forze gigantesche di tipo impersonale. La lezione di Althusser è in tal senso più che mai attuale: il movimento della storia dovrebbe in generale esser considerato “un processo senza soggetto”, che sceglie i suoi protagonisti solo tra coloro che riescono ad assecondarne il corso e magari ad intercettare i suoi snodi, le sue congiunture, le sue contraddizioni interne, prima e meglio di altri. La speculazione può fungere in tal senso da amplificatore dell’instabilità, da potente acceleratore della crisi, ma per avere successo deve sempre muoversi in simbiosi con le forze del processo storico. Attribuire dunque ai commensali di Manhattan il ruolo di “grandi orologiai” è al tempo stesso scontato e fuorviante, e non ci fa compiere un passo verso la comprensione delle determinanti della crisi europea. Piuttosto, occorre capire quali siano le soverchianti forze impersonali che possono rendere vincente la scommessa degli speculatori contro l’euro. A tale scopo, bisognerà comprendere perché, date le sue caratteristiche originarie, l’Unione monetaria europea è sempre stata esposta al rischio che forze centrifughe potentissime la facessero a un certo punto esplodere.”

Emiliano Brancaccio (1971) economista italiano

dal capitolo Banalità del cospirazionismo

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“Mia figlia Jenet ci ha provato a prendersi una laurea, ma qui al sud è impossibile, per comprare un esame all'università ci vogliono duemilacinquecento euro. Queste non sono cifre da paese civile!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Antonio Albanese: Personaggi, Einaudi 2006
Personaggi, Cetto La Qualunque

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“Oggi abbiamo scoperto che non è facile togliere la palla dai piedi a questo Engelaar”

Marco Civoli (1957) giornalista e conduttore televisivo italiano

9 giugno 2008, durante la partita del girone eliminatorio di Euro 2008 Olanda -Italia

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“Ho speso 28 milioni di euro per la campagna acquisti.”

Claudio Lotito (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano
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“Sospetti alla Snai per le scommesse sulle convocazioni azzurre. A Viareggio un tipo con capelli bianchi e occhiali ha scomesso cinque milioni di euro su Cassano non convocato.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

3 aprile 2010 http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/aprile/03/ROMPI_PALLONE_ga_10_100403007.shtml

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“Metto all'asta la mia verginità per un milione di euro. Voglio proprio vedere se c'è qualcuno che tiri fuori questa somma per avermi. Non so che cosa significhi fare sesso. Se qualcuno pagherà un milione di euro per me, sarò di certo imbarazzata. Ma con questi soldi potrò realizzare i miei sogni. Comprarmi una casa a Roma e pagarmi un corso di recitazione. Se lui non mi piacerà, manderò giù un bicchiere di vino.”

Raffaella Fico (1988) modella e attrice italiana

Origine: Dall'intervista a Chi; citata in «Metto all'asta la mia verginità per un milione di euro» http://www.corriere.it/spettacoli/08_settembre_16/raffaelle_fico_verginita_asta_un_milione_2d53eaf6-83e0-11dd-8a6a-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 16 settembre 2008.

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“Infine, c'è quello che io considero il vero, grande vantaggio dell'euro: una volta dentro, non potremo tornare all'allegra finanza pubblica d'un tempo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

20 febbraio 1998 https://web.archive.org/web/20151203232056/http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/20/Che_cosa_succedera_quando_avremo_co_0_9802206445.shtml
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“L'idea che l'euro abbia "fallito" è pericolosamente ingenua. L'euro sta facendo esattamente quello che il suo ideatore – e quell'1% di ricchi che decisero di adottarlo – aveva previsto e per cui era stato programmato.”

Greg Palast (1952) giornalista statunitense

Origine: Da The Euro is a Big Success - No Kidding http://www.gregpalast.com/the-euro-is-a-big-success-no-kidding/, gregpalast.com, 26 giugno 2012.
Origine: Citato in Nasce un nuovo movimento per uscire dall'Euro, definito 'complotto monetario dei poteri forti' http://economia.virgilio.it/soldi/nasce-movimento-per-uscire-dall-euro-complotto-monetario-poteri-forti.html, virgilio.it, 29 novembre 2012.

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“Ho fatto una dieta a Milano, con un dietologo milanese, e in due mesi ho perso 4.000 euro.”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

I migliori anni

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“Una volta entrata l'Italia, con una valuta sopravvalutata [l'euro], si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira.”

Rudi Dornbusch (1942–2002) economista tedesco

Origine: Da Euro Fantasies, Foreign Affairs, vol. 75, n. 5, settembre/ottobre 1996 – Pag. 115: Once Italy is in, with an appreciated currency, the country will soon be back on the ropes, just as in 1992, when the currency came under attack.

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“Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po' ("100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti") e senza rendersi conto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paese avrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere "sempre stato assolto", mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioni perché "il fatto non costituisce più reato" in quanto lui stesso l'ha depenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la legge Alfano è "comune ad altri Paesi europei", mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l'immunità per il premier (Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capo dello Stato). E s'è dimenticato di spiegare come mai, appena passato il Dolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò che lui non l'avrebbe usato perché voleva essere assolto, mentre ora pretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbi et orbi del processo.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

I padrini ricostituenti, 30 settembre 2008
l'Unità

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“Non so quanto la tv australiana avesse investito sul mondiale 2006, né come abbia reagito a un'eliminazione all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, per un calcio regalato da un arbitro spagnolo a un terzino italiano colto da svenimento. Ma scommetterei in maniera più elegante, e più sportiva, di quella che la Rai scelse di cavalcare nell'infausto 2002 coreano. […] Durò un paio di giorni, per la verità, anche lo scarico di responsabilità da parte della squadra, sotto forma di tiro al bersaglio dell'arbitro Moreno. Ma poi, salvo qualche eccezione, il comune senso del pudore, prima ancora del fair play, riprese il sopravvento e si cominciò a riconoscere che se gli arbitraggi rassicuranti, oltre che davvero imparziali, sono oggettivamente diversi, ancor più diverse sono le congiure. Quando una squadra deve perdere, secondo quanto cercarono di farci credere [I giornalisti RAI], non arriva a giocarsi due match-ball come quelli di Vieri e Gattuso a pochi minuti dalla fine. La fermano prima, alla maniera di Aston in Cile. La Rai invece, impavida, andò avanti per settimane. E più passavano i giorni, più grosse le sparava. Sino a quella, davvero memorabile, dell'azione per danni alla Fifa. Il presupposto era, ovviamente, che Byron Moreno fosse il braccio armato di Blatter, investito della missione di far andare avanti, a qualunque costo, la squadra di casa. In buona sostanza, tuonò con supremo sprezo del ridicolo un avvocato dell'ufficio legale della Rai, chiederemo a Zurigo il rimborso totale di quanto è stato pagato per i diritti, cioè settanta milioni di euro, il rimborso delle spese di produzione per la trasferta in Corea e Giappone, e i danni derivati dalla caduta negativa della pubblicità. Mancavano giusto un paio di divisioni da ammassare al confine di Chiasso. I programmi sportivi dedicati al mondiale, che ovviamente continuava, amplificarono i toni, e più di un quotidiano cadde in tentazione. Si arrivò a leggere che la causa avrebbe fatto giurisprudenza a livello mondiale, al pari della sentenza Bosman: quando l'unico rimando possibile era, con tutta evidenza, a capitan Fracassa. […] La sera del 9 gennaio 2003, Raidue portò nei propri studi in esclusiva mondiale nientemeno che il famigerato Byron Moreno. E a chi affidare la faccia? A Enzo Biagi no, perché era già in vigore l'editto di Sofia, a Minoli nemmeno, Tosatti forse aveva un impegno. Sicché prese in prestito da Sky, senza alcun diritto di riscatto, l'intramontabile José Altafini. Civile la conversazione. Ma inserita nell'ambito di uno show dal titolo Stupido Hotel, mai come in quel caso un nome una garanzia. Così l'arbitro ecuadoregno entrò in scena dalla porta girevole con una valigetta piena di soldi, rispose punto per punto alle domande non proprio asfissianti dell'intervistatore, concluse argomentando sottilmente che quella sera a Daejon era stata l'Italia, non lui, a sbagliare la partita, e fu congedato da un simpatico gavettone sulle note del coro del Nabucco: che per una rete in quota Lega rappresentava, con tutta evidenza, l'inno nazionale. Una serie di interpellanze parlamentari non riuscirono a chiarire né la ragione di quella straordinaria partecipazione, né l'entità del compenso ricevuto da Moreno, dall'ordine comunque di alcune decine di migliaia di dollari. Fatto sta che, grazie alla sportività della Rai, l'ex nemico pubblico numero uno ebbe l'opportunità di dimostrare che i buffoni, semmai, erano altrove. E il cerchio finalmente si chiuse.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. La cultura della sconfitta

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