Frasi su ottavo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema ottavo, dio, nano, episodio.

Frasi su ottavo

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“La psicanalisi, come origine delle religioni, non trova altro se non ciò che costituisce le malattie del singolo… e qui si vuol curare?”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

da Gli otto quaderni in ottavo

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“Se fossi gatto, miao.
Se fossi cane, bao.
Se fossi tardi, ciao.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 3

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“Corre come una lucertola; si arrampica come una lucertola; si comporta come una lucertola. Chi è? È la lucertola! Scoprila su… Rieducational Channel!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 4
Personaggi originali, Vulvia

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“Ben ch'esser donna sia in tutte le bande | danno e sciagura, quivi era pur grande.”

canto VIII, ottava LVIII, versi 7-8
Orlando furioso

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“L'indifferenza è l'ottavo vizio capitale.”

Andrea Gallo (1928–2013) presbitero italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Non scherziamo sulla vecchiaia, c'è gente che ci muore.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 1
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“Antiche civiltà sepolte! Ma tanto cosa le hai sepolte a fare, che poi arriva Alberto Angela con la sua paletta!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 7
Personaggi originali, Vulvia

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“La vendetta è un piatto che va magnato freddo. E pure la mortadella, so' due antipasti!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 9
Imitazioni, Gianfranco Funari

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“Er maiale nun è mai pazzo… pò fa na scenata, na scenata teribbile… ma nun è pazzo.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 9
Imitazioni, Gianfranco Funari

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“Questo disir, ch'a tutti sta nel core, | de' fatti altrui sempre cercar novella…”

canto II, ottava XXXVI, versi 1-2
Orlando furioso

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“Che fossi fatto in quarti, arso o impiccato, | brutto ladron, villan, superbo, ingrato.”

canto X, ottava XLI, versi 7-8
Orlando furioso

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“Campioni: Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. […] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. […] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari… e così per le sillabe, e così per le lettere. […] Nell'Orlando furioso ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. (Apre il manoscritto). Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo:
«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne…»
sette parole, che bel verso! e subito
«Al bue lasciato morto dai villani…»
sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari!
[…]
Carlo: Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino.
Campioni: Ah! Perché la poesia…
Carlo: È il cardine.
Campioni: È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. Dante, cinque lettere; Ariosto, sette; Tasso, cinque; Petrarca invece otto, difatti è molle ed effeminato. Foscolo, sette; Alfieri, sette; Manzoni, sette; Leopardi, otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta?
Carlo: E come!
Campioni: Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?!”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

da La gente di spirito, Atto II, Scena IV

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“La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L'ultima è una vela. Bianca. All'orizzonte.”

Ocean Sea
Oceano mare
Variante: La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è la fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide.

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“Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta verso l'alto di una maleducazione, di una maleducazione, di una cafonaggine, che non si può neanche fare più il bagno in questo paese.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 7
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“C'avevate mai pensato? Lo sapevate? C'avevate mai pensato? E a cosa? Su Rieducational Channel.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 2
Personaggi originali, Vulvia

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“L'ottava armata avanza su Tripoli, valanga di ferro, di fuoco e di speranza.”

Winston Churchill (1874–1965) politico, storico e giornalista britannico

da Radio Londra

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“Ecco il giudicio uman come spesso erra!”

canto I, ottava VII, verso 2
Orlando furioso

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“Pel bosco Ferraú molto s'avvolse,| e ritrovossi al fine onde si tolse.”

canto I, ottava XXIII, versi 7-8
Orlando furioso

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“Che chi ne l'acqua sta fin alla gola | ben è ostinato se mercé non grida.”

canto I, ottava L, versi 3-4
Orlando furioso
Variante: Che chi ne l'acqua sta fin'alla gola
Ben'e ostinato se merce non grida.

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“Ma ne li vizi abominandi e brutti | non pur gli altri adeguò, ma passò tutti.”

canto II, ottava LVIII, versi 7-8
Orlando furioso

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“Donna sì laida, che la terra tutta | né la più vecchia avea né la più brutta.”

canto VII, ottava LXXII, versi 7-8
Orlando furioso

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“Non comincia Fortuna mai per poco, | quando un mortal si piglia a scherno e a gioco”

canto VIII, ottava L, versi 7-8
Orlando furioso

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“L'amante, per aver quel che desia, | senza guardar che Dio tutto ode e vede, | aviluppa promesse e giuramenti, | che tutti spargon poi per l'aria i venti.”

canto X, ottava V, versi 5-8
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Variante: L'amante, per aver quel che desia,
Senza guardar che Dio tutto ode e vede,
Aviluppa promesse e giuramenti,
Che tutti spargon poi per l'aria i venti.

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“Bene è felice quel, donne mie care, | ch'essere accorto all'altrui spese impare.”

canto X, ottava VI, versi 7-8
Orlando furioso
Variante: Bene è felice quel, donne mie care,
Ch'essere accorto all'altrui spese impare.

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“Dirò insomma, ch'in lei dal capo al piede, | quant'esser può beltà, tutta si vede.”

canto XI, ottava LXIX, versi 7-8
Orlando furioso

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“A tutti par che quella cosa sia, | che piú ciascun per sé brama e desia”

canto XII, ottava XX, versi 7-8
Orlando furioso

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“Il consiglio del mal va raro invano.”

canto XXI, ottava XLVIII, verso 6
Orlando furioso

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“Se piú che crini avesse occhi il marito, | non potria far che non fosse tradito.”

canto XXVIII, ottava LXXII, versi 7-8
Orlando furioso

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“Non conosce la pace e non l'estima | chi provato non ha la guerra prima.”

canto XXXI, ottava II, versi 7-8
Orlando furioso
Variante: Non conosce la pace e non l'estima
Chi provato non ha la guerra prima.

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“Ove femine son, son liti e risse”

Ludovico Ariosto (1474–1533) poeta e commediografo italiano, autore dell'Orlando furioso

canto XLIII, ottava CXX, verso 8

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“L'Inter di Ottavio Bianchi ha tre schemi: rinvio di sinistro di Pagliuca, rinvio di destro di Pagliuca, rinvio con le mani di Pagliuca.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Senza data precisa
Origine: Citato in Le più belle barzellette sull'Inter, Sonzogno, 2004, p. 106. ISBN 88-454-1202-4

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“Alle esuberanze del combattentismo rosso si univano in effetti le diffidenze verso quello che rimaneva pur sempre uno Stato borghese, internazionalmente collocato nel campo imperialista. Qualche dubbio sulla piena legalità del dopo liberazione aveva serpeggiato anche nel gruppo dirigente comunista. […] Diffidenze verso Roma, prive di spiccati segni ideologici, erano affiorate in campo azionista. […] L'occultamento delle armi, «sotterfugio» autorizzato «sotto voce» da alcuni capi partigiani comunisti del Nord, fu il modo più immediato in cui si concretizzò la mescolanza di diffidenze e di speranze.”

Capitolo ottavo, La politica e l'attesa del futuro, p. 587
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Origine: Quazza, Resistenza e storia d'Italia cit., p. 339.
Origine: Quazza (ibid., p. 342), rinviando alle opere di Kogan e di Delzell, parla di una consegna delle armi avvenuta solo per il 60 per cento. La grande quantità di armi sequestrate dagli Alleati entro la fine di settembre – 215 000 fucili, 12 000 mitra, 5000 mitragliatrici, 760 bazooka, 12 autoblinde, 217 cannoni, ma solo 5000 pistole – è stata ritenuta un indice della forza raggiunta dalla Resistenza (Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi cit., I, pp. 89-90, che rinvia ai dati forniti da C. R. S. Harris, Allied Military Administration of Italy I943-45, H. M. Stationery Office, London 1957, p. 358). Le vicende del proprio parabello sono raccontate da L. Meneghello come indicative del clima del dopoguerra (Bau-sète cit., pp . 49-50). In alcune delle testimonianze raccolte da Portelli in Biografia di una città cit., al prudente silenzio dei primi anni si è sostituita la spavalda rivendicazione. Mario Filipponi parla ad esempio di «tonnellate» di armi nascoste e racconta di un segretario di federazione che diceva «non sarà oggi, sarà fra un anno, fra cinque, le armi dobbiamo prenderle in mano» (p. 299). Le punte più spinte delle reazioni all'attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 – Genova, Piombino – vanno lette anche in questa chiave.

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“Ho sempre avuto un rapporto speciale con quel torneo. È lo Slam più importante e ha giocato un ruolo determinante nella mia ascesa al vertice della classifica. Nel 2001, negli ottavi, sconfissi Sampras sul centrale 7-5 al quinto set: quel successo mi diede la convinzione di poter essere competitivo contro chiunque. Mi sono sempre piaciuti l'atmosfera di Wimbledon, le sue tradizioni e il suo stile un po' snob.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2004
Origine: Dall'intervista di Gaia Piccardi, Tennis, Totti, una mucca: il mondo di Federer https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/novembre/15/Tennis_Totti_una_mucca_mondo_co_9_041115106.shtml, Corriere della sera, 15 novembre 2004.

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“Madre, le rime mie languenti, e povere, | deh! fa che del tuo duol tutte s'accendano: | deh! fa che i pianti, che ti veggo piovere | dalle pupille, nel mio canto scendano.”

Carlo Innocenzo Frugoni (1692–1768) librettista e poeta italiano

da Ottave rime, p. 8
Citazioni di Carlo Innocenzi Frugnoni

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“Ahi! Questi è l'Uòmo vero, in cui s'occultano | tutte di Dio le vere doti altissime?”

Carlo Innocenzo Frugoni (1692–1768) librettista e poeta italiano

da Ottave rime, p. 11
Citazioni di Carlo Innocenzi Frugnoni

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“[Sulla sua voce] Ciò che la gente non sa è che la mia voce nella musica pop è da soprano. Ho tre ottave, comincio molto basso, perché la mia voce, a volte, è molto grave. Allora ci sono tre ottave da molto basso, però quando canto, con il mio maestro di canto, ci esercitiamo con canzoni operistiche, come arie di Carmen o Caro Mio Ben, e canzoni italiane molto antiche, nella quali sono mezzosoprano.”

Thalía (1971) cantante, compositrice e attrice messicana

dall' intervista http://mdcthalia.com/data/wikipedia/rango_vocal.mpg del 28 febbraio 2006
Lo que la gente no sabe es que mi voz en sí en la música pop es soprano. Tengo tres octavas, empiezo muy bajo, porque mi voz es muy grave a veces. Entonces son tres octavas desde muy abajo, pero cuando canto, con mi maestro de canto, ejercitamos con canciones operísticas, como arias de Carmen o Caro Mio Ben, y canciones italianas muy antiguas, y ahí soy mezzosoprano.

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“Circa sessanta persone presero parte alla congiura. Tra loro, come in ogni complotto politico, c'era di tutto: pompeiani che volevano vendicare il loro capo, ex cesariani che l'avevano abbandonato anche per risentimento personale, mestatori professionisti, difensori della Repubblica. Ne divennero i capi Cassio Longino e Marco Bruto. Quest'ultimo era nipote di Catone, forse figlio di Cesare; in ogni caso, sua madre ne era stata per anni l'amante preferita, e così sua sorella. Si può capire che nei riguardi del dittatore Bruto nutrisse sentimenti complessi. Dante lo caccerà nell'inferno (canto XXXIV, vv. 64-65) tra i massimi traditori; Shakespeare ne farà invece un eroe della libertà. Sentimenti a parte, si può dire che i congiurati erano quasi tutti uomini retti, che si mossero per sincero amore della Repubblica, anche se Cicerone, nella sua cinica saggezza, scrisse che agirono «con animo virile, ma con intelligenza infantile». La loro idea era che, ucciso il tiranno, la Repubblica sarebbe tornata allo splendore antico, all'austerità dei costumi, a quell'intransigente e rustica moralità che aveva fatto grande Roma. Cesare aveva visto più lontano; sapeva che quella Repubblica non sarebbe mai più tornata e che tanto valeva affidare Roma a uomini che fossero di per sé grandi: egli medesimo e il figlio adottivo Caio Ottavio (Ottaviano Augusto).”

2007, p. 95
I segreti di Roma

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“Non so quanto la tv australiana avesse investito sul mondiale 2006, né come abbia reagito a un'eliminazione all'ultimo secondo dell'ottavo di finale, per un calcio regalato da un arbitro spagnolo a un terzino italiano colto da svenimento. Ma scommetterei in maniera più elegante, e più sportiva, di quella che la Rai scelse di cavalcare nell'infausto 2002 coreano. […] Durò un paio di giorni, per la verità, anche lo scarico di responsabilità da parte della squadra, sotto forma di tiro al bersaglio dell'arbitro Moreno. Ma poi, salvo qualche eccezione, il comune senso del pudore, prima ancora del fair play, riprese il sopravvento e si cominciò a riconoscere che se gli arbitraggi rassicuranti, oltre che davvero imparziali, sono oggettivamente diversi, ancor più diverse sono le congiure. Quando una squadra deve perdere, secondo quanto cercarono di farci credere [I giornalisti RAI], non arriva a giocarsi due match-ball come quelli di Vieri e Gattuso a pochi minuti dalla fine. La fermano prima, alla maniera di Aston in Cile. La Rai invece, impavida, andò avanti per settimane. E più passavano i giorni, più grosse le sparava. Sino a quella, davvero memorabile, dell'azione per danni alla Fifa. Il presupposto era, ovviamente, che Byron Moreno fosse il braccio armato di Blatter, investito della missione di far andare avanti, a qualunque costo, la squadra di casa. In buona sostanza, tuonò con supremo sprezo del ridicolo un avvocato dell'ufficio legale della Rai, chiederemo a Zurigo il rimborso totale di quanto è stato pagato per i diritti, cioè settanta milioni di euro, il rimborso delle spese di produzione per la trasferta in Corea e Giappone, e i danni derivati dalla caduta negativa della pubblicità. Mancavano giusto un paio di divisioni da ammassare al confine di Chiasso. I programmi sportivi dedicati al mondiale, che ovviamente continuava, amplificarono i toni, e più di un quotidiano cadde in tentazione. Si arrivò a leggere che la causa avrebbe fatto giurisprudenza a livello mondiale, al pari della sentenza Bosman: quando l'unico rimando possibile era, con tutta evidenza, a capitan Fracassa. […] La sera del 9 gennaio 2003, Raidue portò nei propri studi in esclusiva mondiale nientemeno che il famigerato Byron Moreno. E a chi affidare la faccia? A Enzo Biagi no, perché era già in vigore l'editto di Sofia, a Minoli nemmeno, Tosatti forse aveva un impegno. Sicché prese in prestito da Sky, senza alcun diritto di riscatto, l'intramontabile José Altafini. Civile la conversazione. Ma inserita nell'ambito di uno show dal titolo Stupido Hotel, mai come in quel caso un nome una garanzia. Così l'arbitro ecuadoregno entrò in scena dalla porta girevole con una valigetta piena di soldi, rispose punto per punto alle domande non proprio asfissianti dell'intervistatore, concluse argomentando sottilmente che quella sera a Daejon era stata l'Italia, non lui, a sbagliare la partita, e fu congedato da un simpatico gavettone sulle note del coro del Nabucco: che per una rete in quota Lega rappresentava, con tutta evidenza, l'inno nazionale. Una serie di interpellanze parlamentari non riuscirono a chiarire né la ragione di quella straordinaria partecipazione, né l'entità del compenso ricevuto da Moreno, dall'ordine comunque di alcune decine di migliaia di dollari. Fatto sta che, grazie alla sportività della Rai, l'ex nemico pubblico numero uno ebbe l'opportunità di dimostrare che i buffoni, semmai, erano altrove. E il cerchio finalmente si chiuse.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. La cultura della sconfitta

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“La luce discreta spiava e le ombre inventava, | mentre sul mare una luna dipinta danzava.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Sei ottavi, n. 4
Aida

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“Chi coglierà il mio fiore bagnato di brina, | un principe azzurro o forse io adulta, io bambina.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Sei ottavi, n. 4
Aida

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“Nasco poeta e vado avanti così.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 4
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“Due rette parallele non si incontrano mai… e se si incontrano non si salutano.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 3
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“Ho rispetto per gli omosessuali e i negri, purché i due fenomeni non si presentino contemporaneamente.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 3
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“A questo mondo nessuno ti dà niente per niente, sarebbe una perdita di tempo per tutti e due.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 7
Personaggi originali, Brunello Robertetti