Frasi su potere
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“Nel suo manifestarsi prima facie, quella della verità come puro potere è una affermazione molto rassegnata, quasi disperata: "la ragione del più forte è sempre la migliore”

Maurizio Ferraris (1956) filosofo e accademico italiano

..) Giacché, diversamente da quanto ritengono molti postmoderni, ci sono fondati motivi per credere, anzitutto in base agli insegnamenti della storia, che realtà e verità siano sempre state la tutela dei deboli contro le prepotenze dei forti. Se viceversa un filosofo dice che "La cosiddetta 'verità' è una questione di potere", perché fa il filosofo invece che il mago? (p. 96)

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“La storia del mondo ci insegna l'odio, linfa per chi brama il potere.”

L'Aura (1984) cantautrice italiana

da If everybody had a gun, n. 10
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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“Gli intellettuali [Riferito a Gabriel García Márquez] che rendono omaggio al tiranno [Fidel Castro] e lo chiamano per nome vengono di solito da Paesi democratici nei quali si dichiarano molto critici verso il potere, ma basta che il potere sia assoluto perché tanta ribalderia si trasformi in riverenza.”

Antonio Muñoz Molina (1956) scrittore e saggista spagnolo

Origine: Citato in Dino Messina, García Márquez e Castro Amicizia oltre l'Ideologia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/02/Garcia_Marquez_Castro_Amicizia_oltre_co_9_080802120.shtml, Corriere della sera, 2 agosto 2008, p. 39.

“Se una cosa è così complicata da non poter essere spiegata in 10 secondi, allora non vale la pena di saperla.”

Bill Watterson (1958) fumettista statunitense

da The Indispensable Calvin and Hobbes
As far as I'm concerned, if something is so complicated that you can't explain it in 10 seconds, then it's probably not worth knowing anyway.
Citazioni dal fumetto Calvin & Hobbes, Calvin

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“La cosa che mi preoccupa in Craxi è che certe volte mi sembra che pensi soltanto al potere per il potere.”

Enrico Berlinguer (1922–1984) politico italiano

dall'intervista a Chiara Valentini, Panorama, maggio 1983

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“[Alla fine della seconda guerra mondiale] Presumo che, se avessimo perso, sarei stato processato come criminale di guerra. Fortunatamente eravamo dalla parte dei vincitori.”

Curtis LeMay (1906–1990) militare statunitense

citato in Michael Zezima, Salvate il soldato potere, Il Saggiatore, 2004

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“Noi respiriamo troppo velocemente per poter cogliere le cose in se stesse o denunciarne la fragilità.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

La tentazione di esistere

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“R: Quando ho iniziato Mani Pulite, avevo messo nel conto di poter perdere la vita e l'onore. Ho portato a casa tutte e due.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Antonio Di Pietro

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“Jeff: Mi piace… Flash!
Melvin: Non ha nessun potere!
Jeff: No?
Melvin: Prende meta-anfetamine!”

Jeff Dunham (1962) comico statunitense

Spark of Insanity

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“Il peccato non ha più il potere di separare l'uomo da Dio”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Comunione nell'amore, Il pentimento

“Ho avuto un sogno. Ho sognato che quelli di 30 anni prendevano il potere. E quelli che erano al potere prendevano 30 anni.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Storia dell'universo in comode dispense settimanali

“Abbiamo tutti diritto a un maestro da poter rinnegare.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

L'ilare Ilaria

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“Credo di poter rivendicare a me stesso la capacità di essere un editore non solo bravo nelle conoscenze del mercato dei lettori, degli ascoltatori e della pubblicità, ma assolutamente riguardoso di quelle che sono le autonomie di direttori e giornalisti ed in grado di garantire a questi direttori e giornalisti molta maggiore libertà ed autonomia di quelle di cui godono attualmente.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1989
Origine: Dall'intervista a Radio Popolare di Milano; citato in Antonio Calabrò e Sergio Luciano, No alla richiesta di De Benedetti http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/12/23/no-alla-richiesta-di-de-benedetti.html, la Repubblica, 23 dicembre 1989.

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“Una sola cosa dev'essere chiara: se l'Uefa decidesse di revocare la Coppa conquistata dal Marsiglia, noi non accetteremmo mai che ci venisse consegnata a tavolino. Chiederemmo di poter disputare una nuova finale contro i Glasgow Rangers.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1993
Origine: Squadra eliminata dall'Olympique Marsiglia nel gruppo di semifinale della Champions League 1992-1993. voce su Wikipedia.
Origine: Citato in Maurizio Crosetti, Berlusconi non vuole la coppa a tavolino http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/30/berlusconi-non-vuole-la-coppa-tavolino.html, la Repubblica, 30 giugno 1993.

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“Noi proponiamo da anni un modello di democrazia economica fondato sulla partecipazione e sulla cogestione, sulle public company. In questo senso siamo d'impaccio per chi persegue altri disegni. Ed è qui, su questo terreno, che avviene la saldatura tra la sinistra e i poteri forti.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Nel senso? ] "Nel senso che la ritrosia e l'avversione storica della sinistra verso la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, accompagnata in questa fase dall'esigenza di legittimazione e accreditamento in certi ambienti, si salda benissimo con gli interessi di quei poteri che vogliono continuare a decidere le cose [nelle solite stanze dei bottoni]. Basta guardare come è stata condotta la privatizzazione di Telecom..." (Intervista con Il Messaggero, 2002)

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“Ho detto al Presidente [Medvedev] che Obama ha tutto per poter andare d'accordo con lui: perché è giovane, è bello e anche abbronzato e quindi penso che si possa sviluppare una buona collaborazione.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Dalla conferenza stampa al termine del vertice bilaterale italo-russo, Mosca, 6 novembre 2008 (video disponibile su YouTube.com http://www.youtube.com/watch?v=lkebeLps1bY); citato in Berlusconi: «Obama bello e abbronzato». Polemiche in Italia, clamore negli Usa http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=34164&sez=HOME_INITALIA&npl=N, il Messaggero.it, 6 novembre 2008.

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“Gheddafi è una persona intelligentissima, altrimenti non sarebbe al potere da 40 anni.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

12 giugno 2009
2009

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“Dal momento in cui qualcuno ha avanzato la proposta di sottoporre Gheddafi al tribunale internazionale, credo in Gheddafi si sia radicata l'idea di restare al potere”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Libia, Berlusconi: "Gheddafi vuole restare al potere", l'Unione Sarda, 11 marzo 2011

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“In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l'intelligencija tedesca già nel 1914 era in stato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli, anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. […] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti […].
Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. […] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. […]
Sentirsi puri, non contaminati. Il popolo tedesco ha sempre reagito alle proprie crisi con un disperato, irrazionale desiderio di purezza: e la rivolta luterana – a un livello umano e ideale ben diverso, d'accordo – rappresenta forse il primo, imponente documento storico di questo impulso innato. Sorto dopo Versaglia, il nazionalsocialismo non si è tanto imposto con la violenza alle masse, quanto piuttosto le ha trovate già pronte ad accoglierlo e ad acclamarlo.”

Giorgio Bassani (1916–2000) scrittore e poeta italiano

La rivoluzione come gioco, p. 44