Frasi su sera
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“[In risposta ad una dichiarazione della Bruni] Anche noi italiani siamo ben lieti che Carla Bruni non sia più italiana, anzi siamo addirittura felici. Chissà che un giorno Carla Brunì non sia costretta dalla sua burrascosa vita a richiedere la cittadinanza italiana.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Gaffe Obama, la Bruni riapre il caso «Felice di non essere più italiana» http://www.corriere.it/esteri/08_novembre_09/carla_bruni_berlusconi_9a0f383e-ae4d-11dd-a27b-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 9 novembre 2008.

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“Crisi e cultura non devono essere termini contrapposti.”

Francesco Micheli teologo italiano

citato in Corriere della sera, 28 maggio 2009

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“Il grillismo non ha sottintesi o implicazioni antidemocratiche.”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

da Il revival del populismo, Corriere della sera, 2 ottobre 2007

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“Adriano Celentano. Religioso e sensuale. Una via di mezzo tra Papa Giovanni e Brigitte Bardot.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano

Origine: Dalla prefazione alla collana Adriano, edita da Corriere della Sera e Tv Sorrisi e Canzoni; citato su Facebook http://www.facebook.com/pages/Adriano/179810622035778?v=app_7146470109.

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“In questo bagnato e ventoso pomeriggio di Domenica, poi diventato sera, un giovane uomo è cresciuto, in statura e leggenda. Rafael Nadal, il principe, è diventato Re di Wimbledon.”

Origine: Citato in Andrea Nizzero, "Il tennis del 2008, in 25 frasi" http://www.ubitennis.com/2008/12/19/139786-tennis_2008_frasi.shtml, Ubitennis.com

“Prendendo le mosse da un classico quesito di Mario Pagano, celebre pensatore e giurista napoletano di fine Settecento ("un reo, che chiama il complice, per quante ragioni può ciò fare?"), l'agile volumetto [Il truglio] dovuto alla penna fluida dello storico Nico Perrone si sviluppa su due piani diversi, spesso tra loro intersecati […]. Da un canto vi è il piano della vicenda storica, sullo sfondo dei fermenti giacobini alla vigilia della Repubblica partenopea, soprattutto incentrata sul famoso processo istruito nel 1794 contro Emmanuele De Deo, accusato di lesa maestà per avere cospirato contro la corona borbonica e, perciò, condannato a morte al termine di un giudizio celebrato in forma sommaria, senza reali garanzie e sulla base di prove di scarsa consistenza. […] D' altro canto, e proprio in rapporto alla realtà processuale del tempo, vi è il piano della analisi dedicata a un singolare istituto (il "truglio", per l' appunto, da cui trae titolo il volume) consistente in una sorta di transazione tra accusato e accusatore sulla entità della pena da infliggere al primo, al di fuori di un normale processo, anche sulla base delle dichiarazioni rese dal medesimo a carico di sé o di altri […]. È facile immaginare a quali oscure manovre potesse dar luogo un istituto del genere, soprattutto nel contesto di un sistema sostanzialmente antigarantistico come quello borbonico.”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Corriere della sera, 24 novembre 2000

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“Ho detto no solo una volta, perché non avevo sentito la domanda.”

Ginger Rogers (1911–1995) attrice e ballerina statunitense

citato in Corriere della sera, 26 aprile 1995

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“Chi ha cosce carnose, se si mette la mini è volgare e anche oscena. Soltanto alle divine si potrebbe, se mai, concederla.”

Françoise Giroud (1916–2003) giornalista, politica e scrittrice francese

citato in Corriere della sera, 18 febbraio 1995, p. 33

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“Avrei voluto gridargli [a Bettino Craxi]: Bettino, dov'è finita la fontana sparita a Milano? E invece mi sono accorto che la maggior parte dei deputati pendeva ancora dalle sue labbra.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Craxi: perché non andate fino in fondo? https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/05/Craxi_perche_non_andate_fino_co_0_9308058843.shtml, Corriere della sera, 5 agosto 1993

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“[A proposito dell'immunità per ministri e parlamentari] Bisogna occuparsi anche dei poveri ministri, come me, che oggi sono sotto minaccia dell'autorità giudiziaria.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

citato in Castelli: sì a immunità per ministri e parlamentari http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2003/05_Maggio/29/lodo.shtml, Corriere della sera, 29 maggio 2003

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“Nel '93 una donna si è avventata su di me, mi ha strappato la camicia ma io, che ero più forte, sono riuscito ad allontanarla.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Porta a Porta, 5 dicembre 2005; citato in Dino Martirano, «Una donna tentò di violentarmi» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/12_Dicembre/06/martirano.shtml, Corriere della sera, 6 dicembre 2005

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“I condoni fatti da questo governo sono stati pochissimi e per casi limitatissimi. È la sinistra, con la sua propaganda, a parlare di condoni, in realtà mai avvenuti.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Radio Anch'io, 31 marzo 2006; citato da Sergio Rizzo, Corriere della Sera http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_04/rizzo-condoni_b7aa14ae-b0b3-11de-b562-00144f02aabc_print.html, 4 ottobre 2009

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“[Sulla domanda di estradizione agli Usa per il rapimento di Abu Omar] Non me la sento di mandare agli Stati Uniti il segnale che lasciamo liberi i terroristi assolti dai magistrati e ci occupiamo di arrestare i cacciatori di terroristi.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

citato in Castelli: no a mandato cattura agenti CIA http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/04_Aprile/12/estradizione.shtml, Corriere della sera, 13 aprile 2006

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“[Sulla nomina di Antonio Di Pietro a ministro delle Infrastrutture] Chissà adesso cosa combinerà? E poi cosa ne sa lui di cemento armato?”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

citato in Casini: «Mai un governo così di sinistra» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/05_Maggio/17/reazioni_governo.shtml, Corriere della sera, 17 maggio 2006

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“Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento familiare. Perché la vita del parlamentare è dura, la solitudine è una cosa molto seria.”

Lorenzo Cesa (1951) politico italiano

commentando le dimissioni dall'Udc dell'On. Cosimo Mele trovato in una suite dell'hotel Flora in via Veneto a Roma in compagnia di una squillo finita poi in ospedale a causa del consumo di droghe e alcol
Origine: Citato in Gian Antonio Stella, Un'indennità contro le tentazioni http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/070731/f5m5f.tif, Corriere della sera, 31 luglio 2007, p. 1.

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“Il barone Fisichella, che tra monsignor Airoldi e l'abate Vella faceva la spola, arrivò in casa dell'abate di prima mattina: a sorpresa, ché di solito compariva nel pomeriggio; e trafelato, sudato, confuso. Disse subito che aveva brutte nuove, ma ce ne volle prima che arrivasse a dire chiaro e tondo "Vi arresteranno, prima di sera vi arresteranno."
L'abate restò Impassibile.
"Monsignore è dispiaciuto, amareggiato… Proprio non se l'aspettava."
"Io me l'aspettavo" disse l'abate.
"Ma santo cristiano, e non potevate difilarvi da qualche parte, nascondervi?"
"Non ho voglia di muovermi, sono stanco… E poi, chiamatemi pazzo, ma ho il desiderio di vedere dove si va a finire."
"Ma questo posso dirlo io che ne sono fuori: vediamo come finisce quest'imbroglio, stiamo a vedere come se la cava l'abate Vella… Ma voi ci siete infilato così" portò la mano di taglio al disotto della bocca, ad indicare il livello d'acqua in cui l'abate stava per affogare.
L'abate scrollò di noncuranza le spalle.
"Non vi capisco" disse il barone "parola mia d'onore, non vi capisco."
"Nemmeno io" disse l'abate.
"Ma, dico: il carcere… Non vi impressiona, non vi spaventa?"
"Mi mancava a provarlo."
"A me manca di provare… Scusatemi, stavo per dirla grossa… Beh sì, mi manca di provare… Voi mi capite… E che, mi faccio…?"
"Quello che a voi manca di provare non appartiene all'uomo: ché capisco quello che volete dire… Ma il carcere sì, il carcere è dell'uomo; direi anzi che è nell'uomo."”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Opere – 1956.1971, pp. 623-624
Il Consiglio d'Egitto

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“Napule, | a qua' parte d' 'o munno se fa 'ammore | comm'a Napule, 'e sera, 'int'a ll'està? | Vócche vasate, cantano, | core tradute, chiagnono. | Ma è tantu bella Napule | ca pure ll'odio te fa scurdà.”

Ernesto Murolo (1876–1939) poeta, drammaturgo e giornalista italiano

Napule
Origine: Dimenticare.
Origine: Versi musicati da Ernesto Tagliaferri.

“Lei è un caro figliolo, tale la poesia, tale la lettera. Ciò che Lei mi dice è all'altezza della sua ispirazione, vera e profonda: e dei doni che Lei ha ricevuto […]. Li custodisca, figliolo caro, con la virtù, con lo studio, e con l'amore intenso che Lei ha per la verità.”

Carlo Betocchi (1899–1986) poeta e scrittore italiano

Origine: Da una lettera a Giovanni Raboni; citato in Paolo De Stefano, Raboni, il mondo privato del poeta: tutti gli amici e una Milano perduta https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/08/Raboni_mondo_privato_del_poeta_co_9_090908072.shtml, Corriere della Sera, 8 settembre 2009, p. 34.

“Si maturava la ricchezza | di qualche lavoro, | di godimento e di speranza. | E il suo volto era remoto, | e il più remoto Iddio | era quello che pregavamo.”

Carlo Betocchi (1899–1986) poeta e scrittore italiano

Origine: Da una poesia dedicata a Carlo Bo; citato in Sebastiano Grasso e Mario Luzi, Carlo Bo, navigatore nel regno dell'incertezza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/29/CARLO_navigatore_nel_regno_dell_co_0_01092911208.shtml, Corriere della Sera, 29 settembre 2001, p. 35.

“Sono uno straccio coi nervi a pezzi e finirò fuori della finestra! […] Io sono in bilico tra il suicidio e lo sdegno angoscioso della mia condizione (). Ti abbraccio col pianto alla gola: da disperato.”

Carlo Betocchi (1899–1986) poeta e scrittore italiano

Origine: Da una lettera a Giorgio Caproni; citato in Paolo De Stefano, Amicizia tra poeti. Un tesoro perduto https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/aprile/01/Amicizia_tra_poeti_tesoro_perduto_co_9_080401140.shtml, Corriere della Sera, 1° aprile 2008, p. 36.

“I pareri discordi hanno spesso un'importanza determinante nel chiarirci le nostre stesse idee.”

Francis Haskell (1928–2000)

citato in Corriere della sera, 13 gennaio 2010

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“[Su Top Gun] Una specie di rock'n'roll nei cieli.”

Tony Scott (1944–2012) regista e produttore cinematografico britannico

Origine: Citato in Carlotta De Leo, Il regista Tony Scott si suicida gettandosi da un ponte: «Aveva un tumore al cervello» http://www.corriere.it/esteri/12_agosto_20/tony-scott-morte_45426a24-ea80-11e1-844e-2ddbe2183fb0.shtml, Corriere.it, 20 agosto 2012.

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“Bisognerebbe smetterla con la malafede, il partito preso e, per dirla tutta, la disinformazione, non appena si tratta di Benedetto XVI.”

Bernard-Henri Lévy (1948) filosofo, giornalista e imprenditore francese

da Corriere della sera, 20 gennaio 2010

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“So' «Bammenella'» 'e copp' 'e Quartiere'; | pe' tutta Napule faccio parla' | quanno annascusa' p' 'e vicule, 'a sera, | ncopp' 'o pianino me metto a balla'. || Veco 'a 'mbulanza, 'int'a niente m' 'a squaglio'! | E si m'afferra me torna a lassa!”

Raffaele Viviani (1888–1950) poeta, commediografo e compositore italiano

So' Bammenella 'e copp' 'e Quartiere
Poesie
Origine: Bambinella (soprannome).
Origine: I Quartieri spagnoli, quartiere di Napoli.
Origine: Di nascosto.
Origine: Me ne scappo.

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“In fondo la fotografia è un modo più sbrigativo per fare una scultura.”

Robert Mapplethorpe (1946–1989) fotografo statunitense

citato in Corriere della sera, 25 aprile 2007

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“La creazione di un linguaggio genera di per sé una mitologia, perché creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate.”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

citato in Corriere della sera, 1 novembre 2003

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“Le guerre non sono mai propizie al perseguimento dei piaceri dello spirito.”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

citato in prefazione alla seconda edizione inglese de Il Signore degli Anelli, da il Corriere della sera, 1 novembre 2003

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“Suonare per me è più importante che parlare.”

Murray Perahia (1947) pianista e direttore d'orchestra statunitense

citato in Corriere della sera, 3 febbraio 2010

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“Tutto deve cantare in Chopin: il tocco giusto serve a trovare la poesia che c' è dentro.”

Murray Perahia (1947) pianista e direttore d'orchestra statunitense

citato in Corriere della sera, 3 febbraio 2010

“Far poesia vuol dire riconoscersi.”

Sergio Solmi (1899–1981) scrittore, poeta e saggista italiano

Origine: Citato in Corriere della Sera, 4 giugno 2003.

“Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:
— Voi pregate?
— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:
— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).
— Ho trascorso male la mia esistenza… Lo sapete?…
— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.
— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo […].
«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.
«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.
«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza… Lo sapevo, ma come pregava!
«Quella sera non ho voluto disturbarla.
«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso […].”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 98-99

“Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso […].
— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.
— A Dio. Cerco di chiarire in me questo concetto.
— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di Matthew Arnold. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del Vecchio Testamento, e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.
«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per Kant, è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.
— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!
— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.
— Per esempio?
— Ce ne sono quanti ne volete… Ecco, per esempio… prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro.
Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.
— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?
— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca nella sua essenza una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra.”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

pp. 111-113
Variante: Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso [... ].— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.— A Dio. Cerco di chiarire in me questo concetto.— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di Matthew Arnold. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del Vecchio Testamento, e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.<!-- la chiusura di virgolette manca così nel testo -->«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per Kant, è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.— Per esempio?— Ce ne sono quanti ne volete... Ecco, per esempio... prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro. Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca nella sua essenza una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra.

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“L'aforisma più riuscito è quello che fa pensare: talora, perché presenta alla nostra mente idee da cui essa per istinto rifuggiva, più spesso, per la concettosità che ci fa sorridere di piacere.”

Cesare Segre (1928–2014) filologo, semiologo e critico letterario italiano

da Pensieri, motti e frasi argute. Ma l'Italia non ama gli aforismi, Corriere della sera, 8 maggio 1995, p. 29

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“Quando si parla di Italia, viene in mente il gruppo Agnelli, che oggi è sinonimo di John Elkann.”

Albert Frère (1926–2018) imprenditore belga

citato in Frère, barone della finanza adesso rilancia sull' Italia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/settembre/04/Frere_barone_della_finanza_adesso_co_9_050904049.shtml, Corriere della sera, 4 settembre 2005

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“Avevo lasciato questo pianeta, abbandonando i poveri terrestri alle loro occupazioni tanto molteplici quanto inutili; finalmente vivevo nello splendore scintillante delle stelle, che mi apparivano grandi come milioni di soli! In altre occasioni non ero riuscito ad ottenere quel tipo di illuminazione per le scene delle mie opere: nel grande teatro dell'Opéra i fondali troppo spesso rimangono in ombra. Ormai non dovevo più rispondere alle lettere, avevo detto addio alle prime rappresentazioni, alle discussioni letterarie e a tutto ciò che vi si mescolava.
Niente giornali, niente cene, niente notti agitate!
Ah! se avessi potuto consigliare ai miei amici di raggiungermi dove mi trovavo. Non avrei esitato a chiamarli a me. Ma l'avrebbero fatto?
Prima di ritirarmi in questo soggiorno lontano avevo scritto le mie ultime volontà (un marito infelice avrebbe approfittato di questa occasione testamentaria per scrivere con voluttà «Le Mie Prime Volontà»). Avevo soprattutto espresso il desiderio di essere inumato a Egreville, vicino alla dimora familiare nella quale avevo vissuto per tanto tempo. Oh! Il buon cimitero! In aperta campagna: in un silenzio che si conviene a coloro che vi abitano.
Avevo evitato che si evitasse di appendere alla mia porta quelle tende nere, fatte apposta per i clienti. Desideravo che una vettura anonima mi facesse lasciare Parigi. Il viaggio, secondo le mie volontà, aveva avuto luogo alle otto di mattina. Un paio di giornali della sera ritennero di dover informare i loro lettori della mia morte.
Alcuni amici – ne avevo ancora la sera prima – andarono ad informarsi dal mio portinaio se la notizia era vera, e lui rispose: «Ahimè! Monsieur è partito senza lasciare indirizzo.» E la sua risposta era vera, perché non sapeva dove mi portasse quella macchina.
All'ora di pranzo, alcuni conoscenti mi fecero l'onore di condolersi; nel pomeriggio si parlò dell'avvenimento addirittura nei teatri, qua e là:
«– Adesso che è morto non lo eseguiranno più così spesso, vero?
«– Sapete che ha lasciato un'opera inedita? Ma non smetterà mai di togliere il lavoro alla gente?
«– Io, parola mia, gli volevo bene! Nelle sue opere avevo sempre dei grossi successi!
Ed era una bella voce di donna a dire quest'ultima frase.
Dal mio editore, piangevano: mi volevano tanto bene!
A casa mia, Rue de Vaugirard, mia moglie e mia figlia, i miei nipoti i miei bisnipoti erano riuniti: e nei singhiozzi quasi provavano una consolazione.
La mia famiglia doveva arrivare a Egreville la sera stessa del mio seppellimento.
E la mia anima (l'anima sopravvive al corpo) sentiva venire tutti questi rumori dalla città che avevo abbandonata. Man mano che la macchina me ne allontanava, le parole, i rumori, si confondevano, e io sapevo, visto che mi ero fatto costruire da parecchio tempo la tomba, che la fatal pietra, una volta sigillata, sarebbe diventata nel giro di poche ore la porta dell'oblio.”

Jules Massenet (1842–1912) compositore francese

da Epilogo in cielo, l'Echo de Paris, 11 luglio 1912; citato nell'epilogo a Don Quichotte, prefazione di Piero Faggioni, Stagione Lirica 1985-86, E. A. Teatro San Carlo, Napoli 1985, p. 84

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“La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni…”

Roberto Calderoli (1956) politico italiano

citato in E il ministro Calderoli fece il macho http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/15/calderoli.shtml, Corriere della sera, 15 gennaio 2006

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“Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni.”

Roberto Calderoli (1956) politico italiano

citato in E il ministro Calderoli fece il macho http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/15/calderoli.shtml, Corriere della sera, 15 gennaio 2006

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“Sono più intelligente di quello che si pensa che io sia.”

Isabella Ferrari (1964) attrice italiana

dall'intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della sera, 4 novembre 2001

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“Anch'io sono un'ombra, in un certo senso: mi sento così anche rispetto alla scrittura.”

Vitaliano Trevisan (1960) scrittore, attore e drammaturgo italiano

Origine: Da Contro gli «scrittori con l'eskimo» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/01/Contro_gli_scrittori_con_eskimo_co_9_090401056.shtml, Corriere della Sera, 1° aprile 2009.

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“Per quanto riguarda il dialetto: è vero che nel registro alto perde qualcosa. Mentre se è vivo, come dalle mie parti, è molto vivo in basso, e ha intatte le sue caratteristiche di inventiva. Anche sul contemporaneo, che è in grado di tradurre per immagini in modo efficace. […] Negli uffici pubblici, per la strada, tra la gente comune, c'è questo dare del tu agli immigrati, che è molto fastidioso, non mi piace.”

Vitaliano Trevisan (1960) scrittore, attore e drammaturgo italiano

Citazioni di Vitalino TRevisan
Origine: Da «Tutti parliamo allo stesso modo» L'italiano perde efficacia e vivacità https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/14/Tutti_parliamo_allo_stesso_modo_co_9_100114025.shtml, Corriere della Sera, 14 gennaio 2010.

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“Ricordo che con Ronaldo facevamo le cinque o le sei del mattino. Io il giorno dopo però mi allenavo lo stesso, mentre lui dormiva sul lettino dopo aver mangiato cappuccino e brioche. La sera seguente poi era di nuovo sotto casa mia e si attaccava al clacson fin quando non mi vedeva uscire.”

Christian Vieri (1973) calciatore italiano

Origine: Citato in Corriere dello Sport http://www.corrieredellosport.it/Notizie/Calcio/82434/Vieri%3A+%C2%ABMoratti%3F+Dopo+l%27Inter+mai+pi%C3%B9+sentito%C2%BB, 30 settembre 2009.