Frasi su sera
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“La poesia non mi piace più, fa schifo.”

Patti Smith (1946) cantante statunitense

citato in Corriere della Sera, 22 agosto 2004

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“La poesia degli antichi era quella del possesso, la poesia dei moderni è quella dello struggimento.”

Wilhelm August von Schlegel (1767–1845) scrittore, traduttore e critico letterario tedesco

citato in Corriere della sera, 24 dicembre 1995

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“Quando vivevo a Roma andavo sempre a San Pietro, affascinata da quel puntino bianco che diceva Messa e non si sentiva nulla per l'audio modesto. Ma la bellezza delle cose ama nascondersi. Io darei una carezzina al Papa, mi fa tenerezza. Mi ricorda mio nonno Ferruccio.”

Carmen Consoli (1974) cantautrice italiana

citato in Consoli e Grandi alla festa delle star https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/30/Consoli_Grandi_alla_festa_delle_co_0_0004301820.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2000

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“Una volta mi tiravano le uova.”

Philip Glass (1937) compositore statunitense

citato in Corriere della Sera , 16 novembre 1999

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“I giudici americani litigavano per beghe di potere spiandosi dalla finestra, gli innamoramenti di ciascuno di noi, lontano da casa, i valzer nei week end, l'interprete sovietica che rifiutava di guardare le foto con i corpi nudi dei prigionieri nei lager. Era drammatico e ti veniva da ridere.”

Telford Taylor (1908–1998)

da "Quel nazista non dovevamo impiccarlo" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/31/Quel_nazista_non_dovevamo_impiccarlo_co_0_9210319337.shtml, Corriere della sera, 31 ottobre 1992

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“Luci a San Siro di quella sera | che c'è di strano siamo stati tutti là, | ricordi il gioco dentro la nebbia?”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano

da Luci a San Siro
Parabola

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] Si esercitò da giovine nell'arte di murare e portò lo schifo della calce nelle fabbriche […] s'incontrò a far le colle ad alcuni pittori che dipingevano a fresco, e tirato dalla voglia di usare i colori accompagnossi con loro, applicandosi tutto alla pittura. […] Dopo, essendo egli d'ingegno torbido e contenzioso, per alcune discordie fuggitosene da Milano giunse in Venezia, ove si compiacque tanto del colorito di Giorgione che se lo propose per iscorta nell'imitazione. […] Condottosi a Roma vi dimorò senza ricapito e senza provvedimento […] sichè dalla necessità costretto, andò a servire il cavaliere Giuseppe d'Arpino, da cui fu applicato a dipinger fiori e frutti sì bene contrafatti che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che tanto oggi diletta. […] Ma esercitandosi egli di mala voglia in queste cose, e sentendo gran rammarico di vedersi tolto alle figure, incontrò l'occasione di Prospero, pittore di grottesche, e uscì di casa di Giuseppe per contrastargli la gloria del pennello. […] …era solito usare drappi e velluti nobili per adornarsi; ma quando poi si era messo un abito, mai lo tralasciava finché non gli cadeva in cenci […] …era negligentissimo nel pulirsi; mangiò molti anni sopra la tela di un ritratto, servendosene per tovaglio mattina e sera.”

Giovanni Pietro Bellori (1613–1696) scrittore italiano

da Le vite de' pittori, scultori et architetti moderni, parte prima, pp. 201-214

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“[ad Agostino Orizio] Dirigi tu. Perché quella faccia? Dico sul serio. E poi di che cosa ti preoccupi? Quello che ci perde caso mai sono io.”

Arturo Benedetti Michelangeli (1920–1995) pianista italiano

citato in Orizio e il festival pianistico, le note dell' anima, Corriere della sera, 12 aprile 2007

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“[Janine Jansen] Questa ragazza ha tutto.”

Vladimir Davidovič Aškenazi (1937) pianista e direttore d'orchestra russo

citato in Corriere della sera, 15 marzo 2010

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“Buona domenica è diventata un ring di nome e di fatto. Non posso condividere una televisione spazzatura fatta di parolacce e bestemmie allo scopo di fare audience. […] La bugia che si racconta è che noi facciamo quello che il pubblico vuole. Ma il pubblico non è così.”

Claudio Lippi (1945) cantante, produttore discografico e conduttore televisivo italiano

citato in Lippi: lascio «Buona domenica» perché lì vogliono tv spazzatura http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2006/10_Ottobre/29/franco.shtml, Corriere della sera, 2 novembre 2006

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“Il paese teledipendente deve aspettarsi di venire strumentalizzato dai demagoghi e dai dittatori, quando regna la seminformazione. La tv non può essere l'unica fonte di notizie, non vi è equipaggiata. I falsi dibattiti televisivi, gli slogans, gli spots, i fotoflash, tutti trasformano la politica in teatro.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

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“Nixon ebbe sempre un complesso nei confronti di Kennedy, forse per la sua infanzia povera e per la sua goffaggine, non seppe mai comunicare, non ebbe mai carisma. Vide ovunque complotti, e reagi' con altri complotti. La sua tragedia privata divenne una tragedia nazionale.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

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“Avevo lasciato gli Usa che ero un ragazzo, e vi ritornai che ero un uomo. Mi portai dietro l'orrore della guerra e le ideologie, e la convinzione che l'eguaglianza e la tolleranza siano i binari su cui corre la pace.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

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“La parola "stampa liberal" in questo Paese è stata coniata dai conservatori, per i quali ha un connotato negativo. La realtà è che i media in America sono in mano a conservatori e repubblicani e il fatto stesso che siano giudicati "liberal" è la migliore testimonianza di libertà e d'indipendenza dalla proprietà che si possa immaginare. Soprattutto nel caso di testate influenti come il New York Times e il Washington Post.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da "Non c'è lo sdegno del Watergate: la gente l'assolve" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/20/Non_sdegno_del_Watergate_gente_co_0_98122012804.shtml, Corriere della sera, 20 dicembre 1998

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“Ho costruito la mia reputazione su un giornalismo onesto e diretto. Fare qualunque altra cosa mi suonerebbe finto.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da «L'uomo più fidato d'America» Che pianse per la morte di JFK https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/luglio/19/uomo_piu_fidato_America_Che_co_8_090719033.shtml, Corriere della sera, 19 luglio 2009

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“[Dopo l'11 settembre] Come durante la guerra fredda vi è il pericolo che l'opinione pubblica diventi molto emotiva, e che si finisca per lanciare una caccia alle streghe che rischia di andare a pescare in aspetti della società estranei a quello che è accaduto.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Corriere della sera, 14 settembre 2001 https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/settembre/14/Walter_Cronkite_giornalista_televisivo_americano_co_0_0109149383.shtml

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“No, non esiste la mafia. La mafia è un modo d'essere, di pensare. È una cultura che non è la mia.”

Marcello Dell'Utri (1941) politico italiano

dall'intervista di Piero Chiambretti a L'inviato speciale, 2 ottobre 1997; citato in Dell'Utri a Chiambretti: "La mafia? È un modo di pensare e non è il mio" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/02/Dell_Utri_Chiambretti_mafia_modo_co_0_9710022934.shtml, Corriere della sera, 2 ottobre 1997, p. 17

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“Il fattore Vittorio Mangano, condannato in primo grado all'ergastolo, è morto per causa mia. Mangano era ammalato di cancro quando è entrato in carcere ed è stato ripetutamente invitato a fare dichiarazioni contro di me e il presidente Berlusconi. Se lo avesse fatto, lo avrebbero scarcerato con lauti premi e si sarebbe salvato. È un eroe, a modo suo.”

Marcello Dell'Utri (1941) politico italiano

dall'intervista a Klaus Davi per il canale Klauscondicio su Youtube dell'8 aprile 2008; citato in Dell'Utri: se vinceremo le elezioni, i libri di storia saranno revisionati http://www.corriere.it/politica/08_aprile_08/dellutri_storia_resistenza_959d1b0a-0578-11dd-8738-00144f486ba6.shtml, Corriere della sera, 8 aprile 2008

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“Ai mercati vorrei dire che il paese con la crescita economica maggiore è la Cina comunista.”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

dall'intervista di Enrico Marro, Diliberto: paghiamo l'errore del '98. Ma Bertinotti ha capito la lezione http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050810/86xkp.tif, Corriere della sera, 10 agosto 2005, p. 8

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“È indispensabile andare in tv anche se personalmente non ho una particolare predilezione ad apparire, per fare vedere che siamo diversi. Io sono diverso da Berlusconi, bisogna far vedere che ci fa schifo.”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

citato in D. Mart., «Berlusconi ci fa schifo». Bufera su Diliberto http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/070215/dgn3i.tif, Corriere della sera, 15 febbraio 2007, p. 6

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“[Riferendosi alle dichiarazioni di Carlo Giovanardi sulla legislazione olandese in materia di eutanasia] È un comportamento scandaloso e inaccettabile. Non ci si comporta così fra noi in Europa.”

Jan Peter Balkenende (1956) politico olandese

citato in Olanda richiama l'ambasciatore italiano http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/03_Marzo/17/giovanardi.shtml, Corriere della sera, 19 marzo 2006

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“Il nostro cosmopolitismo, sì, ha dato frutti sul piano della conoscenza, dell'intelletto. Ma il prezzo esistenziale è stato terribile.”

Abraham Yehoshua (1936) scrittore e drammaturgo israeliano

citato da Francesco Battistini, Corriere della sera, 26 novembre 2008, p. 42

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Di fronte agli eroi kleistiani il viandante di Goethe è un prudente sperimentatore del numinoso e Faust un metodico architetto della propria anima.”

Ladislao Mittner (1902–1975) critico letterario, linguista e insegnante italiano

Origine: Citato in Corriere della Sera, 28 luglio 2001.

“[Lenz] Moralista ad oltranza.”

Ladislao Mittner (1902–1975) critico letterario, linguista e insegnante italiano

Origine: Citato in Corriere della sera, 28 gennaio 2010.

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“Silenzio, comincia la trasmissione. Appare sul teleschermo un signore giovialotto, cordialotto, il Luigi Silori di cui sopra. Presso di lui c'è la simpatica attrice Carla Bizzarri, pronta a dare la mano. Silori, con voce baritonale: "Cominciamo col libro della settimana. Questa volta è un libro di viaggi. Va a ruba. Ha un successo di vendita strepitoso. Eccolo qua." Prende dalla scrivania un volume, lo esamina, lo mostra ai telespettatori. Con voce baritonale: "S'intitola Orario generale delle Ferrovie dello Stato". È un'operetta preziosa, che non dovrebbe mancare nella biblioteca di qualsiasi persona colta; si raccomanda per la sua veste e il suo contenuto, e non soltanto ai bibliofili, ai cultori del libro come oggetto d'arte. Ma del resto, adesso parleremo con l'editore che abbiamo voluto ospite nostro questa sera perché ci parli di questa sua creatura."
Entra il signor Pozzo (o il signor Grippaudo). Silori, con voce baritonale: "Caro Pozzo (o: caro Grippaudo), noi vorremmo sapere da lei quali sono gli intendimenti artistici perseguiti da questa fortunata opera letteraria." "Le dirò, riguarda lo sviluppo della cultura differenziata da caso a caso.”

Achille Campanile (1899–1977) scrittore italiano

... ] "E mi dica, i ritardi?" "I ritardi no, non sono indicati. C'è comunque un'edizione integrale e ci sono delle edizioni ridotte." "Direi quasi regionali. A carattere etnografico?" "Direi di sì. Direi di sì." "Ed è un libro che va molto?". "Direi che è una delle opere più vendute." "Un best seller, insomma.". (da La televisione spiegata al popolo, 1989, Bompiani)

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“[Freeman Dyson] Il suo pensiero è ancora aperto e flessibile.”

Oliver Sacks (1933–2015) neurologo e scrittore inglese

Origine: Citato in Giovanni Caprara, E Sacks difende il «catastrofista» pentito, Corriere della Sera, 29 marzo 2009, p. 16.

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“Con Cesare Roma diventa tutta l'Italia, compresa la Cisalpina. Roma cioè, in quanto concetto giuridico e politico, si identifica – grazie all' estensione della cittadinanza – con l' intera Italia.”

Luciano Canfora (1942) filologo classico, storico e saggista italiano

da Corriere della sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/settembre/28/Cesare_poi_con_quella_sigla_co_8_100928015.shtml, 28 settembre 2010

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“Anche la notte ha le sue braccia lunghe | e le sue mani prénsili di ladra, | e vittima è la sera, | che tutta si raccoglie | in brividi di foglie.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

Ultime luci, p. 50
Sull'albero sbagliato

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“A dargli un dito, quello ti frega un braccio.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

citato in Paolo Di Stefano, Quel gergo estremo della politica, Corriere della sera, 14 ottobre 2009, p. 37

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“Il Sud ha bisogno di fatti e non di pagliacciate.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Origine: Da Polo-Lega, a Teano un «patto» per il Sud, Corriere della sera, 12 aprile 2000.

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“[Fryderyk Chopin] Sarà perché ha scritto solo per pianoforte, ma nonostante abbia rivoluzionato la storia della musica il suo genio non è compreso appieno.”

Daniel Barenboim (1942) pianista e direttore d'orchestra argentino

Origine: Citato in Corriere della sera, 1° febbraio 2010.

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“Anche Dio si è accorto che lui [Plácido Domingo] è indistruttibile”

Daniel Barenboim (1942) pianista e direttore d'orchestra argentino

Origine: Ciato in Il corriere della sera, 13 aprile 2010.

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“Nella mia vita non mi sono mai contraddetto per la semplice ragione che su qualsiasi cosa ho sempre avuto due opinioni: la mia e il suo contrario.”

Mario Soldati (1906–1999) scrittore e regista italiano

intervista di Tullio Kezich, Corriere della sera
Origine: Citato in Cesare Lanza, Mister No, Pellegrini Editore, 2006, p. 121 https://books.google.it/books?id=8oMXCZW2CPMC&pg=PA121. ISBN 8881013665

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“[Riferito al libro I mandarini di Simone de Beauvoir] Deve aver preso appunti ogni volta che abbiamo fatto l'amore.”

Nelson Algren (1909–1981) scrittore statunitense

Origine: Citato in Corriere della sera, 17 settembre 1994.

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“[L'Inter] Loro non hanno mai saputo perdere e quello che è sicuro è che non hanno imparato a vincere.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

Origine: Citato in Elkann, dura replica a Moratti: «L'Inter non ha imparato a vincere» http://www.corriere.it/sport/10_agosto_24/juventus-elkann-moratti_d32ec09c-af97-11df-bad8-00144f02aabe.shtml, Corriere della sera, 24 agosto 2010.

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“La Corea che ha il 75% del territorio fatto di montagne ed è in un luogo scomodo del mondo è diventato la decima economia del mondo. Pensi se non credo nell'Italia.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

citato in Quel che devo a Gabetti e Marchionne Montezemolo in politica? Spero di no, Corriere della sera, 03 luglio 2007

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“Credo nei liberi mercati, nella competizione tra operatori. Credo nella società aperta e vedo un mondo ormai interconnesso. Da quando è caduto l'impero sovietico e la Cina si è mossa sulla via della liberalizzazione, il pianeta si è aperto e penso che sia decisivo avere buon senso, analizzare i problemi e non coltivare dottrine.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

Origine: Citato in Quel che devo a Gabetti e Marchionne Montezemolo in politica? Spero di no http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/07_Luglio/03/Elkann_intervista.shtml, Corriere.it, 03 luglio 2007.