Frasi su simpatia
pagina 3

David Hume photo
Primo Levi photo
Jane Austen photo
José Ortega Y Gasset photo
David Herbert Lawrence photo
Charles Darwin photo
Aldous Huxley photo

“Pronunciate da un buon attore – ed ogni grande predicatore, ogni avvocato o politico di successo è, tra le altre cose, un attore consumato – le parole possono esercitare un potere quasi magico sugli ascoltatori. A causa dell'essenziale irrazionalità di questo potere, l'oratore pubblico anche meglio intenzionato, probabilmente fa piú male che bene. Quando un oratore, con la sola magia delle parole e di una voce d'oro, persuade il suo pubblico della giustizia di una causa falsa, ne rimaniamo terribilmente impressionati. Dovremmo provare la stessa costernazione ogni qual volta osserviamo gli stessi inopportuni artifici usati per persuadere la gente della giustizia di una buona causa. La convinzione inculcata può essere desiderabile, ma queste basi sono intrinsecamente false, e coloro che usano gli stratagemmi oratorii per istillare convinzioni anche giuste sono colpevoli di favorire gli elementi meno apprezzabili della natura umana. Esercitando il disastroso dono della parola, essi approfondiscono il trance quasi ipnotico in cui vivono la maggioranza degli esseri umani e da cui è scopo e fine di ogni vera filosofia, di ogni religione genuinamente spirituale, di liberarli. Non solo, ma non vi può essere effettiva oratoria senza supersemplificazione. E non si può supersemplificare senza deformare i fatti. Anche quando fa del suo meglio per dire la verità, l'oratore di successo è ipso facto un bugiardo. E la maggioranza degli oratori di successo, è appena necessario aggiungerlo, non cercano neppure di dire la verità; essi cercano di suscitare simpatia per i loro amici e antipatia per gli opponenti.”

I; pp. 23-24
I diavoli di Loudun

Andrea Riccardi photo

“Vivere insieme tra diversi è una delle grandi sfide che l'Italia, l'Europa, il mondo, sono chiamati ad affrontare. Ma è possibile vivere insieme quando si è diversi, per provenienza, cultura, religione? La condivisione degli stessi luoghi con l'"altro" suscita problemi, pone domande. Eppure la realtà è che, al di là delle difficoltà, già viviamo insieme. E con grandi vantaggi reciproci. I lavoratori immigrati costituiscono quasi un decimo della forza lavoro, generano più del 10% del Pil, innalzano i tassi di natalità, sostengono il sistema pensionistico. La presenza di tanti stranieri che arricchiscono con il loro lavoro, e il loro contributo umano e civile, la vita del nostro Paese ci offre già l'immagine di un possibile e proficuo convivere fra diversi, ma uguali. E mi sembra che negli ultimi tempi, si stia riuscendo ad andare oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni. Certo, l'integrazione è un processo non breve, non facile, perché significa muovere verso l'"altro". L'immigrato incontro a noi. Ma anche noi incontro allo straniero. L'integrazione non riguarda solo i non italiani, bensì pure gli italiani. Qui c'è una grande sfida culturale ed educativa, ma anche una necessità di empatia, di una simpatia che faccia cadere i muri, che aiuti ad accettare il fatto che le identità si ereditano, ma si costruiscono anche.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data

Horace Sébastiani photo
Vittorio Feltri photo
Bernard Cornwell photo
Anne Rice photo
Robert M. Pirsig photo
Ann Brashares photo
Haruki Murakami photo
Umberto Eco photo
Ray Bradbury photo

“(…) Ma perché non siete mai a scuola? vi vedo ogni giorno, in giro, sempre vagabonda…"
"Oh, non soffrono troppo della mia mancanza, credetemi" rispose lei. "Sono un temperamento asociale, dicono. Non mi mescolo con gli altri. Ed è strano, perché io sono piena di senso sociale, invece. Tutto dipende da che cosa si intenda per senso sociale, non vi sembra? Per me significa parlare con voi di cose come queste. (…) O anche parlare di quanto è strano questo mondo. Stare con la gente è una cosa bellissima. Ma non mi sembra sociale riunire un mucchio di gente, per poi non lasciarla parlare, non sembra anche a voi? Un'ora di lezione davanti alla TV, un'ora di pallacanestro, o di baseball o di footing, un'altra ora di storia riassunta o di riproduzione di quadri celebri e poi ancora sport, ma, capite, nopn si fanno domande, o almeno quasi nessuno le fa; loro hanno già le risposte pronte, su misura, e ve le sparano contro in rapida successione, bang, bang, bang, e intanto noi stiamo seduti là per più di quattr'ore di lezioni con proiezioni. Tutto ciò per me non è sociale. E' tutt'acqua rovesciata a torrenti, risciacquatura è, mentre loro ci dicono che è vino quando non lo è. Ci riducono in condizioni così pietose, quando viene la sera, che non possiamo fare altro che andarcene a letto o rifugiarci in qualche Parco Divertimenti a canzonare o provocare la gente, a spaccare vetri nel Padiglione degli spaccavetri o a scassare automobili, nel Recinto degli scassamacchine, con la grossa sfera d'acciaio. O non ci resta che salire in macchina e correre pazzamente per le strade, cercando di vedere quanto da vicino si possano sfiorare i lampioni e quanto strette si possano fare le curve, magari sulle due ruote laterali. Può darsi benissimo che io sia proprio quello che dicono, d'accordo. Non ho amici, io. E questo dovrebbe provare che sono anormale. Ma tutte le persone che conosco urlano e ballano intorno come impazzite o addirittura si battono a vicenda, selvaggiamente. Avete notato come la gente si faccia male, di questi tempi? (…) Ho paura dei ragazzi della mia età. Si uccidono a vicenda. (…) Sei amici miei sono morti d'arma da fuoco da un solo anno a questa parte. Dieci ne sono morti in incidenti automobilistici. Mi fanno paura e loro non mi hanno in simpatia perché ho paura
(…)
Soprattutto mi piace studiare la gente. A volte passo l'itera giornata nella Ferrovia Sotterranea, a sentir le persone parlare, a guardarle. Mi piace indovinare chi sia quel tale, che cosa voglia quell'altro, dove vadano. Spesso scivolo come un serpente su una vettura della Sotterranea a sentire cosa dicono le persone. O nelle mescite di bibite e dolci, e sapete cosa ho scoperto? (…) Che la gente non dice nulla. (…) Parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno tutti che dire le stesse cose e nessuno dice mai qualcosa di diverso dagli altri. E quasi sempre nei caffè hanno le macchinette d'azzardo in funzione, si raccontano le stesse barzellette, oppure c'è la parete musicale accesa con i disegni a colori che vanno e vengono.”

Ray Bradbury (1920–2012) scrittore statunitense
Alexandre Dumas (padre) photo
Marco Tullio Cicerone photo

“Chi può negare che la prima legge della storia sia non osare di dire nulla di falso e non omettere nulla di vero, affinché non sorga neppure il sospetto che nello scrivere sia intervenuta la simpatia o l'antipatia?”

II, 15, 62
Nam quis nescit primam esse historiae legem, ne quid falsi dicere audeat? Deinde ne quid veri non audeat? Ne qua suspicio gratiae sit in scribendo? Ne qua simultatis?
De oratore

Henry De Montherlant photo
Indro Montanelli photo
Tommaso Labranca photo
Haile Selassie photo
David Friedrich Strauß photo
Dacia Maraini photo
Nathaniel Hawthorne photo

“Egli riteneva essenziale, così pareva, conoscere l'uomo prima di tentare di fargli del bene. Quando esistono cuore e intelletto, le malattie dell'organismo fisico sono colorate dai caratteri di quelli. In Arthur Dimmesdale il pensiero e l'immaginazione erano così attivi, e la sensibilità così intensa, che l'infermità corporea doveva trovarvi un terreno d'operazione. Così Roger Chillingworth, uomo abile, medico amorevole e amico, procurava di affondare nel petto del paziente, frugando fra i princìpi di lui, nonché nei ricordi, saggiando tutto con tocco cauto, come un cercatore di tesori in una buia caverna. Pochi segreti possono eludere un indagatore che abbia opportunità e licenza di intraprendere una simile ricerca, nonché l'abilità di seguirla. Un uomo oppresso da un segreto dovrebbe schivare l'intimità del suo medico. Se questi possiede sagacia e un ineffabile elemento in più, chiamiamolo intuito, se egli non mostra un egoismo indiscreto, né caratteri personali spiccatamente sgradevoli, se ha la forza, che gli deve essere innata, di trovare delle affinità con il paziente al punto che questi si trovi ad aver detto ciò che si immagina di avere soltanto pensato; se tali rivelazioni vengono ricevute senza tumulti e riconosciute non tanto da una simpatia dichiarata quanto da un silenzio, da un afflato inarticolato, con una parola gettata qua e là a dimostrare che tutto viene compreso, se a questi requisiti di un confidente si aggiungono i vantaggi forniti dal carattere sociale del medico, allora, ad un istante inevitabile, l'anima del sofferente si scioglierà e sgorgherà in un fiotto oscuro ma trasparente, recando tutto il mistero alla luce del giorno.”

cap. IX
La lettera scarlatta
Origine: Citato in Elémire Zolla, La cura psicanalitica http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/ritagliostampa/bncr_zolla_a10/001, s. t., 2 novembre 1960.

Carmine Senise photo
Benedetto Croce photo
Hermann Hesse photo

“Hafez el-Assad è morto nel suo letto, e gli ha dato il cambio Bashar, il figlio, il quale rischia una fine molto più agitata. Quando nell'82 si scopri che il vecchio Assad aveva fatto massacrare ventimila tra uomini e donne nella città di Hama, dove i Fratelli musulmani si erano ribellati allo strapotere di Damasco, pensai, e non fui il solo, che presto o tardi qualcuno avrebbe vendicato i sunniti sepolti sotto le rovine di Hama da centinaia di bulldozer. Eppure sono passati più di trent'anni e gli Assad se la sono cavata. Almeno finora. Penso che a proteggerli sia stata anche la loro fama di rais "laici". Eh sì, laici. Una specie di licenza di uccidere veniva infatti accordata ai capi arabi considerati laici. Si pensi a Saddam Hussein che quando, negli anni Ottanta, sfidò la teocrazia iraniana di Khomeini ebbe la simpatia dell'Occidente. Il suo partito, il Baath, non era forse laico e considerato eretico da molti musulmani zelanti? E il Baath (sia pure in una versione siriana, diversa da quella irachena) era anche il partito degli Assad. Una prova di laicità guardata con un certo interesse, anche se con diffidenza, da chi temeva l'ondata islamista. Ai Fratelli musulmani, non sempre rinsaviti, non sempre moderati, gli Assad, padre e figlio, non hanno mai risparmiato la galera o nei casi estremi la sepoltura con il bulldozer. Veri laici d'Oriente. Generale d'aviazione, Hafez aveva lo sguardo celestino. Due ferritoie e due occhi fissi. Pugnali avvelenati col sorriso. Il figlio Bashar è un medico. Ha l'aria di un bravo ragazzo. Persino un po' pirla. Un simpaticone, fino al giorno in cui l'esercito ereditato dal padre ha esagerato, accelerando la dinamica omicida. In realtà sempre in servizio permanente. A cominciare le "primavere arabe" non sono stati i Fratelli musulmani. Sono stati i giovani figli del web, un tempo si sarebbe detto giovani di sinistra, adesso è più appropriato l'altrettanto generico aggettivo "modernizzati."”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

I Fratelli musulmani e i derivati integralisti, salafiti ed altri, si sono intromessi nella folla in rivolta. Avevano sulle spalle anni, decenni di galera e di torture e avevano il diritto di ribellarsi.
Origine: Da Assad e la sindrome irachena http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/20/olds/assad-la-sindrome-irachena.002assad.html?ref=search, la Repubblica, 20 luglio 2012.

Franz Camille Overbeck photo
Vittorio Pica photo
Vittorio Pica photo

“Diem giustificava i suoi eccessi con la necessità di condurre fino in fondo la lotta contro i guerriglieri nazional-comunisti (Viet-cong) e tutti coloro che, anche indirettamente, li appoggiassero o fossero comunque sospettabili di simpatia per il comunismo; con una definizione così elastica degli avversari del regime, anche le persecuzioni contro i buddisti finivano col rientrare, per Diem, nella lotta anti-comunista.”

Ferdinando Vegas (1916–1984) professore universitario italiano

Origine: Citato in Un regime che non poteva durare http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0020_01_1963_0260_0001_24507676/, La Stampa, 2 novembre 1963

Ryszard Kapuściński photo
Hans-Dietrich Genscher photo
Ariel Sharon photo
Prevale photo
Prevale photo

“La bellezza si osserva, l'intelligenza attrae, la simpatia incuriosisce, la dolcezza conquista, ma la semplicità innamora.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Prevale photo

“Quando alla simpatia si aggiunge la bellezza dell'anima e del corpo, insieme danno vita ad una persona di infinito valore.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Prevale photo

“La donna intelligente, sarà sempre attratta da dolcezza, simpatia, eleganza, cultura e rispetto. Non dall'apparenza.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Prevale photo

“Bellezza, dolcezza e simpatia, ma anche eleganza e fascino; appartengono ad una donna di stile.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Prevale photo
Prevale photo