Frasi su testimonianza
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“A cinquant'anni dalla conquista del K2 La Garzanti ha ripubblicato il libro di mio padre La conquista del K2, una testimonianza imprescindibile per capire quello che avvenne allora.”

Origine: Dall'edizione speciale supplemento a Lo Scarpone http://www.passionemontagna.it/Edicola/LoScarpone/062004.htm n. 6 giugno 2004.

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“Fabia Aconia Paulina erige questa statua di Celia Concordia, Abbadessa delle Vestali, non solo a testimonianza delle sue virtù, della sua castità e della sua devozione agli dèi, ma anche come segno di ringraziamento per l'onore concesso dalle Vestali a suo marito Pretestato, al quale hanno dedicato una statua nel loro collegio.”

Aconia Fabia Paulina sacerdotessa pagana romana

CIL 6, 2145
Coeliae Concordiae virgini / Vestali maximae Fabia Pau/lina C(ai) f(ilia) statuam facien/dam conlocandamque / curavit cum propter / egregiam eius pudici/tiam insignemque / circa cultum divinum / sanctitatem tum quod / haec prior eius viro / Vettio Agorio Praetexta/to v(iro) c(larissimo) omnia singulari / dignoque etiam ab huius / modi virginibus et sa/cerdotibus coli statu/am conlocarat

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“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti, ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte nella nostra infanzia. Ci basta dire: "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido solfidrico", per ritrovare ad un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone. Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici degli egiziani o degli assiri-babilonesi, testimonianza di un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e resuscitando nei punti piú diversi della terra, quando uno di noi dirà — egregio signor Lippman — e subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: "Finitela con questa storia! L'ho sentita già tante di quelle volte!"”

Origine: Lessico famigliare, p. 20

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“Il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Veglia di Pentecoste http://www.news.va/it/news/testo-integrale-con-le-risposte-di-papa-francesco, Radio Vaticana, 19 maggio 2013

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“Credono tutti che sia democratica solo perché è antifascista.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

citato in Indro Montanelli, Soltanto un giornalista. Testimonianza resa a Tiziana Abate, Milano, Rizzoli, 2002, cap. 26, p. 284. ISBN 88-17-12991-7

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“Tu pensa a dove vuoi mettere la cinepresa, al personaggio ci penso io.”

Gian Maria Volonté (1933–1994) attore italiano

1984; citato in Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze., a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro

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“Hanno voluto la carne e si prenderanno anche le ossa. Io non firmo.”

Francesco Lo Sardo (1871–1931) politico italiano

in Gramsci vivo – Nelle testimonianze dei suoi contemporanei a cura di Mimma Paulesu Quercioli, Feltrinelli, 1977

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“L'attore può portare un grande contributo linguistico al film senza per questo sottrarre nulla all'autonomia e alla libertà di espressione dell'autore.”

Gian Maria Volonté (1933–1994) attore italiano

1984; citato in Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze., a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro

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“Ci sono nella vita delle testimonianze da rendere alle quali non ci si può sottrarre.”

Pietro Nenni (1891–1980) politico italiano

Origine: Da Taccuino 1942, Mondadori, 1967, p. 115 e Teils, Edizioni Avanti!, 1965, p. 388.

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“Il Costanza, il Caracciolo, e Ferrante, | Che del tempo il furor s'han preso a scherno, | E rendono il Tirreno alto e sonante, | Piano ed umil nel tempestoso verno.”

Bernardo Tasso (1493–1569) poeta italiano

da Angelo di Costanzo, Le rime d'Angelo di Costanzo, in testimonianze, VI edizione a cura di Anton Federigo Seghezzi

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“Ma già il fuoco rivoluzionario si era esteso a Kronštadt, la base navale orgoglio del regime, in cui i marinai proclamarono la loro solidarietà agli scioperanti, annunciando la liquidazione del soviet della città da parte di un Comitato militare provvisorio, e la futura elezione di un nuovo soviet. «Il soviet senza i comunisti»: questo slogan univa i contadini in rivolta nella regione di Tambov e i marinai del Baltico. La Comune rivoluzionaria istituita dai marinai, che durerà sedici giorni, prese le mosse dall'agitazione operaia e propose un programma che prendeva in contropiede il sistema politico in vigore dal 1918: dissoluzione dei soviet e libere elezioni a scrutinio segreto per sostituirli; libertà di stampa e di riunione per i socialisti, gli anarchici e i sindacalisti; libertà per i contadini di poter disporre dei raccolti; soppressione dei distaccamenti incaricati delle requisizioni in campagna; libertà di lavoro per gli artigiani che non impiegavano lavoratori salariati.
Senza dubbio, Lenin lo dirà, Kronštadt non era tutta la Russia; ma la sua «Comune» era un simbolo inquietante: quello del rifiuto del potere comunista da parte di coloro che ne erano stati i migliori difensori, ed era anche testimonianza del legame esistente fra tutte le rivolte: i contadini di Tambov, l'Ucraina raccolta intorno a Machno, l'insieme della campagna russa.”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 14, p. 393
Lenin

“Il centromediano metodista era l'uomo che giocava sul centravanti avversario e una volta riconquistata la palla impostava l'azione. Nel metodo era il difensore centrale e quando il metodo è stato abbandonato, il nome è rimasto. In Brasile, paese che ha sempre avuto antipatia nel copiare i nomi dei ruoli da altri paesi (lateral invece che terzino, punta direita, invece che ala destra, punta de lança invece che trequartista, eccetera) il metodista è stato chiamato volante. E giustamente visto che il vero metodista era l'ultimo difensore, mentre il volante gioca davanti alla difesa. Il più grande tra i metodisti è stato sicuramente Luisito Monti […]. Altro grande metodista dell'epoca fu l'uruguagio Andrelo che giocava nel Bologna. Nei volanti sicuramente il più bravo va ricercato tra i brasiliani. Tra quelli che ho visto giocare sicuramente il più grande è stato Clodoaldo, che vinse il mondiale del 1970 in Messico. Questa mia impressione è stata rafforzata dalle testimonianze di chi l'ha diretto (Zagalo), da chi ci ha giocato assieme (Tostão, Rivelino e Gérson) e da chi l'ha avuto come avversario (Sandro Mazzola). Basti dire che Clodoaldo nel 1970 aveva venti anni e "comandava" una squadra dove c'erano autentici fenomeni quali Alberto Carlos, Jairzinho, Gérson, Tostão, Pelé e Rivelino.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Con data
Origine: Da Il fenomeno che a 20 anni dava ordini a Pelé http://www.francorossi.com/2004/08/il-fenomeno-che-a-20-anni-dava-ordini-a-pele/, Francorossi.com, 9 agosto 2004.

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“Se ora penso agli anni di allora, mi colpisce quanto poco ci fosse in realtà da vedere, quante poche immagini illustrassero la vita e la morte nei Lager. Conoscevamo di Auschwitz il portale con la sua scritta, i pancacci di legno a più piani, i mucchi di capelli, occhiali e valigie; di Birkenau l'entrata con la torre, i corpi laterali e il passaggio per i treni; e da Bergen-Belsen ci venivano le montagne di cadaveri trovate e fotografate dagli alleati al momento della liberazione. Conoscevamo alcune testimonianze di detenuti, ma molti libri apparvero subito dopo la guerra e vennero ristampati solo negli anni Ottanta, visto che nel frattempo non rientrarono nei programmi delle case editrici. Ora ci sono così tanti libri e film che il mondo dei Lager è ormai parte dell'immaginario collettivo che completa il mondo reale. La fantasia lo conosce ormai bene, e a partire dalla serie televisiva Olocausto e da film come La scelta di Sophie e soprattutto Schindler's list si muove anche in quel mondo. E non ne prende solo atto, ma integra e abbellisce. Allora la fantasia stentava a muoversi; riteneva che allo sgomento di cui era debitrice al mondo dei Lager non si confacessero le movenze della fantasia. Quelle poche immagini che doveva alle foto degli alleati e alle testimonianze dei detenuti, le ha poi guardate riguardate, fino a farne dei cliché.”

The Reader

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“Sta diventando assiomatico che le potenze coloniali non rinunciano volontariamente al controllo politico di qualsiasi territorio. Prima di partire, fanno sforzi sovrumani per creare divisioni e rivalità che sperano di poter sfruttare quando se ne sono andati. L'India, con la sua divisione in due parti, lasciando la sua triste eredità di comunalismo e faide religiose, è il più lampante esempio. Ma gli scismi in Birmania, Ceylon, i Camerun, Vietnam, lo sgretolamento delle due federazioni nell'Africa Occidentale Francese e l'Africa equatoriale francese in stati separati della comunità francese, rappresentano tutti un'eloquente testimonianza di questa vasta politica di «dividi e domina». Lo è anche la divisione federale della Nigeria in tre regioni, dove l'amministrazione britannica aveva in precedenza meticolosamente eretto una forma di governo unitario da una conglomerazione vasta di popoli diversi. È difficile capire i metodi delle potenze coloniale se considerati superficialmente. Non lasciano l'Africa in pace anche quando sanno benissimo che si stanno arrampicando sugli specchi nei loro tentativi di impedire la liquidazione totale e definitiva del sistema coloniale. Agiscono come se avessero ancora il diritto di ingerirsi negli affari interni degli stati appena emersi. Presumono perfino di imporre quali dei nostri atti siano giusti e quali sbagliati. Se scrutate attentamente, queste manovre si possono considerare parte della strategia di «dividi e domina» esercitata da lontano.”

Kwame Nkrumah (1909–1972) rivoluzionario e politico ghanese

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“Viviamo in paesaggi contaminati, per cui dobbiamo essere sempre pronti, lavorando nei campi o in un bosco, facendo un'escursione, ad imbatterci in qualcosa che a prima vista non riusciamo a decifrare. E che a uno sguardo più ravvicinato si rivela una testimonianza della storia recente.”

Martin Pollack (1944) scrittore e giornalista austriaco

Origine: Citato in Martin Pollack http://archivio.festivaletteratura.it/flm-web/persone/detail/FLM-PERSON-00000137/pollack-martin.html?jsonVal={%22jsonVal%22:{%22startDate%22:%22%22,%22endDate%22:%22%22,%22fieldDate%22:%22dataNormal%22,%22_perPage%22:20,%22nomeAutore%22:%22%20Martin%20Pollack%22}}, Archivio.festivaletteratura.it.

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“Dobbiamo contestualizzare il mio processo, quel '92, l'abbattimento di quel sistema di Stato, di governo. Bisogna tenere conto delle invidie nella mia amministrazione, delle aspirazioni di carriera, del senso di rivalsa nei miei confronti. Il colpo di genio che hanno avuto quelli che mi hanno inquisito è stato tenermi 31 mesi e 7 giorni in regime di carcere preventivo, limitando le mie possibilità di difesa e determinando nell'opinione pubblica la convinzione che, se ero stato incarcerato, qualcosa dovevo avere pur fatto. Tanti imputati di concorso esterno aspettano liberi il processo. Io invece dovevo stare dentro, unico detenuto come Rudolf Hess a Spandau, a oltre 60 anni senza nemmeno un water decente perché in cella c'era il bagno alla turca. E non mi sono mai lamentato, e non ho mai chiesto niente, non mi facevo nemmeno portare cibo da casa. Perché non sono state prese in considerazione le testimonianze di 142 uomini delle istituzioni? Cinque capi della Polizia, direttori del Sisde, prefetti, questori, generali della Guardia di Finanza. E poi i tanti miei colleghi che sono venuti a testimoniare per me, quelli che lavoravano con me giorno e notte. Erano testimoni della verità dei fatti e li hanno disprezzati.”

Bruno Contrada (1931) poliziotto italiano

Origine: da Ma ora tocca all'Italia darmi l'assoluzione http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ora-tocca-allitalia-darmi-lassoluzione-1116625.html, Il Giornale, 15 aprile 2015

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“Benché la testimonianza sopraccitata dimostri la sua reputazione di persona di intelligenza eccezionale, nessuno fra quanti ebbero contatti con lei sembra avere sospettato l'altezza del suo genio. Questa altezza si manifestò in svariate lettere, e soprattutto nella poesia. È una poesia la cui caratteristica più appariscente risiede nel suo totale il anticonformismo: il successo lentamente arriso alla Dickinson sarebbe venuto nei tempi moderni, quando retrospettivamente si trovarono in lei anticipazioni di esperienze centrali nella nuova letteratura americana. Tale anticonformismo riguarda tanto le idee, quanto la forma nella quale queste sono espresse; fra le prime balzando in primo piano l'ironia per non dire la sfiducia nell'incrollabile religiosità di stampo calvinista di cui era saturo il suo ambiente (non che questa religiosità da cui prese le distanze non lasciasse comunque tracce profonde nel suo modo di ragionare e di esprimersi), unita alla costante, intensa ricerca di un'elevazione, di una fuga dalla quotidianità, nel sogno e nell'avventura intellettuale vissuta con una concretezza accostabile ai cosiddetti poeti metafisici del Barocco inglese.”

Masolino D'Amico (1939) critico teatrale, traduttore e giornalista italiano

Origine: Da Il diamante Emily http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0998_01_1986_0296_0003_23320083/, La Stampa, 18 dicembre 1986, p. 3.

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“La crisi economica, con i suoi preoccupanti aspetti dell'inflazione e della disoccupazione, minaccia il futuro di intere generazioni, soprattutto di giovani e di donne che reclamano una adeguata collocazione nella società, resi più coscienti dei loro diritti dalle grandi battaglie di libertà e di emancipazione di questi decenni. Accanto ad essi milioni di lavoratori sono impegnati ad avanzare nelle loro conquiste, a difendere ed attuare gli strumenti di mediazione e di accordo che hanno fatto dei conflitti nel mondo del lavoro una componente essenziale della nostra democrazia, una riprova della sua qualità civile e moderna. […] La democrazia italiana ha conosciuto in questi anni e conosce tuttora nemici accaniti che vanno combattuti, e sconfitti, con la forza della Costituzione e delle leggi, con la partecipazione ed il sostegno dei cittadini; con la dedizione di tutti coloro che credono nei valori democratici, impegnandosi, ciascuno nel proprio posto di responsabilità sovente fino al limite del massimo sacrificio. Ad essi va la nostra riconoscenza; alla loro testimonianza deve corrispondere da parte nostra, in piena libertà di giudizio, l'adozione delle decisioni necessarie per la difesa e lo sviluppo delle istituzioni repubblicane.”

Nilde Iotti (1920–1999) politica italiana

Discorsi di insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati
Origine: Dal Discorso di insediamento alla Presidenza della Camera, IX legislatura, 12 luglio 1983; disponibile su Camera.it http://storia.camera.it/presidenti/iotti-nilde/ix-legislatura-della-repubblica-italiana/discorso:0#nav.

“La fuga del responsabile della nefanda strage delle Fosse Ardeatine è ancora più dolorosa perché Kappler rappresentava per tutti i perseguitati, i partigiani e per l'ideale democratico nato dalla Resistenza, la testimonianza più amara e cruda delle atrocità e della barbarie nazista che hanno travagliato il nostro Paese.”

Aldo Viglione (1923–1988) avvocato e politico italiano

Origine: Citato in Ondata di amaro sdegno per l'evasione di Kappler http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1095_01_1977_0184_0004_16016470/, La Stampa, 17 agosto 1977.

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