Frasi su vai
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“Beh, guarda… io… Noi due non ci conosciamo, sicuramente non ci conosciamo. Però… apro una parentesi veloce, senza polemiche e senza niente. Credo che tu non sia stato… non sei molto al corrente della mia carriera., la Fiorentina anc… eh però, però nel mio curriculum… Però, se ti devo dire la verità, ti devo dir la verità… arrivato qua mi sembra di esser tornato ai tempi del Chievo. Però cosa c'è qua? Che respiri un'aria, pur essendo piccola… ecco la differenza, eh… c'è, c'è aria di una società mol… importante, secondo me. Ecco, queste sono le mie prime sensazioni quando mi son calato nel nero-verde.
[…] E quando vieni fuori da una situazione di 'sto tipo qua, che comunque poi ti hanno scelto, beh, parti ancora più rinvigorito, perché vuol dire che… che tu li hai convinti e… e che è una cosa bella! Se tu invece vieni fuori da situazioni forzate, eccetera, non sta bene, capisci? Ecco, questa l'ho vissuta molto bene. Perché comunque credo che alla fine dopo, o per un motivo o per l'altro, la scelta è caduta su di me perché ero quello… quello a cui la scoietà voleva arrivare.
[…] Esonero se tu fai… Allora, chiaro che se tu fai 2 anni di carriera, la statistica, magari fai 2 esoneri di fila, è un conto. Se tu fai 20 anni di Serie A e lavori anche all'estero qualche esonero ci sta, vai a vedere le carriere degli allenatori… Poi dopo, sai… un conto è lavorare in un posto, un conto è lavorare in un altro posto. È una cosa normale in un… in un trand, diciamo di lavoro di un allenatore. La vivo, l'ho sempre vissuta… chiaro che non fa mai piacere essere esonerati, però bisogna sempre trovare l'energia e la forza di andare avanti, di capire perché comunque sei stato esonerato, di cercare di, di, di, di… di avere quel coraggio di insistere e di migliorarti in modo che poi di far ricredere anche chi ti ha esonerato, ecco, questo ti deve sempre animare secondo me. […] Modena, Modena fu… il mio esonero è stato perché c'è stata incompatibilità col direttore sportivo Tosi. Non è stato un esonero di quelli… e non c'era incompatibilità, io purtroppo ho un carattere di quelli, allora magari più di adesso, avevo un carattere che io non, non… non ci si deve sposare per forza nella vita, se c'è incompatibilità ci si lascia. Ecco, di Modena ho 'sto ricordo qua.
[…] Però sono parito dalle giovanili, ho fatto un percorso, un cammino credo giusto e mi hanno scelto per allenare la prima squadra, ho fatto 2 anni di allenatore in seconda, ho imparato; poi mi hanno dato in mano la squadra, l'ho portata in Serie B, credo che se non è un'impresa come il Sassuolo, ci manca poco. Perché il Chievo, chi sa dov'è Verona, era un posto dove c'era la diga, ci passa l'Adige… ci sono 500 persone, e lì siamo andati in Serie B. In Serie B ho fatto 3 anni, tutti in miglioramento fino alla soglia della Serie A. Poi l'ho lasciato… l'ho lasciato perché sai, e lo sa anche il Sassuolo, tu quando vai, ad esempio il Sassuolo va in Serie A e cerca il giocatore di grande esperianze, eccetera, a volte ti senti dire di no. Quindi al Chievo c'era questo grande enigma. Noi eravamo in B madovevamo fare ancora con giocatori di C. Quindi sono state grandi imprese quelle lì. Perché, chi veniva al Chievo? Capisci? Chi veniva… adesso al Chievo ci va anche il grande giocatore, ma allora figurati. Quindi, abbiamo seminato insieme anche là con una grande società insieme con buon lavoro di gruppo, e siamo arrivati alla soglia della Serie A, che dopo l'ha ottenuta Del Neri dopo 2 anni. Però bisogna guardare anche il lavoro precedente, perché non è che tutto quanto è da buttare a mare, capito? Ecco, questo voglio dire.
[…] Io quando la mattina apro gli occhi e guardo il cielo ringrazio il Signore, perché credo che bisogna anche nella vita essere… Io credo di aver fatto, di avere avuto la fortuna di fare il lavoro che mi piace e di averlo svolto in maniera professionale al massimo e sono ancora qua dopo 20 che ho questa voglia qua perché penso che sia… per me è il più bel lavoro del mondo. E mi limito a dire questo, capito? Cioè, non ho nessun rimpianto, non ho nessun rammarico. La carriera di un allenatore purtroppo, o bene o male, ha degli alti e bassi e bisogna accetarli, bisogna sempre essere lì sul pezzo, a migliorarsi, a… la voglia di, di… altrimenti quando non c'è quella voglia lì bisogna smettere. Se non c'hai quella voglia lì bisogna smettere, qualsiasi tipo di lavoro. Oppure cambiare lavoro. Io questa voglia qua ce l'ho ancora, quindi sono qua con la voglia di, di, di… di trasmettere le, le, le, le, le, le mie sensazioni e le mie motivazioni a questa società ma soprattutto ai ragazzi.”

Alberto Malesani (1954) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

“A venticinque anni mi ripetevo sempre: Ale, mi raccomando, ti fai il mazzo fino ai quarantacinque e poi molli tutto e vai a far surf dalla mattina alla sera. […] E invece, evidentemente, sono più imprenditore che surfista. E per un imprenditore, purtroppo, il punto di sazietà non arriva mai.”

Alessandro Benetton (1964) imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Raffaele Panizza, Alessandro Benetton: di salite, discese e altre salite http://icon.panorama.it/uomini/alessandro-benetton-di-salite-discese-e-altre-salite/, Panorama.it.

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“Ci sono squadre dove tu vai e respiri la mentalità vincente. La Juventus ha questa mentalità.”

Fabio Capello (1946) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Capello: «Differenze Juve-Roma? La mentalità vincente...» http://www.tuttosport.com/calcio/2014/10/16-309553/Capello%3A+%C2%ABDifferenze+Juve-Roma%3F+La+mentalit%C3%A0+vincente...%C2%BB, Tuttosport.com, 16 ottobre 2014.

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“[Regola] Non lavorare affatto nella giornata di Sabato,
ma vai a vedere giocare la squadra di calcio.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 60
Dizionario del diavolo

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“So che stai leggendo tardi questa
poesia, prima di lasciare l' ufficio
con l'abbagliante lampada gialla e la finestra nel buio
nell'apatia di un fabbricato sbiadito nella quiete
dopo l'ora di traffico. So che stai leggendo questa poesia
in piedi nella libreria lontano dall'oceano
in un giorno grigio di primavera, fiocchi sparsi di neve
spinti attraverso enormi spazi di pianure intorno a te.
So che stai leggendo questa poesia
in una stanza dove tanto è accaduto che non puoi sopportare
dove i vestiti giacciono sul letto in cumuli stagnanti
e la valigia aperta parla di fughe
ma non puoi ancora partire. So che stai leggendo questa poesia
mentre il treno della metropolitana perde velocità e prima di salire
le scale
verso un nuovo tipo d'amore
che la vita non ti ha mai concesso.
So che stai leggendo questa poesia alla luce
del televisore dove immagini mute saltano e scivolano
mentre tu attendi le telenotizie sull'intifada.
So che stai leggendo questa poesia in una sala d'attesa
Di occhi che s'incontrano sì e no, d'identità con estranei.
So che stai leggendo questa poesia sotto la luce al neon
nel tedio e nella stanchezza dei giovani fuori gioco,
che si mettono fuori gioco quando sono ancora troppo giovani. So
che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti
ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però
continui a leggere perché anche l'alfabeto è prezioso.
So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa
scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro
nella mano
poiché la vita è breve e anche tu hai sete.
So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua
indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle
e voglio sapere quali siano queste parole.
So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa,
diviso fra rabbia e speranza
ricominciando a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare.
So che stai leggendo questa poesia perché non rimane
nient'altro da leggere
là dove sei atterrato, completamente nudo.”

Adrienne Rich (1929–2012) poetessa e saggista statunitense

An Atlas of the Difficult World

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“Certa gente perde una creatura amata e tira dritto e sposta il proprio affetto su un'altra. Ma è doloroso. Troppo doloroso. L'amore supera l'istinto. Quando ami smetti di vivere per te stesso. Vivi per un'altra persona. La sofferenza è l'emozione più forte che un uomo o un bambino o un animale possano provare. E' una buona sensazione. La sofferenza ti spinge a lasciare te stesso. Esci dal tuo piccolo e limitato guscio. E non puoi soffrire se prima non hai amato. La sofferenza è l'esito finale dell'amore, perché è amore perduto. È il completamento del ciclo dell'amore: amare, perdere, soffrire, lasciare e lasciarsi, poi amare di nuovo. Soffrire è la consapevolezza che dovrai essere solo, e al di là di questo non c'è nulla, perché essere solo è il destino ultimo, definitivo di ogni creatura vivente. Ecco cos'è la morte: la grande solitudine. La conoscenza della mancanza di coscienza. Quando moriremo non ce ne accorgeremo, perché morire è perdere tutto quanto. Ma soffrire è morire ed essere vivi allo stesso tempo. L'esperienza più assoluta, più totale che si possa provare. È troppo. Il corpo arriva quasi a distruggersi, con tutti quei sussulti, quelle contorsioni. Ma io voglio provare dolore. Versare lacrime. La sofferenza ti unisce di nuovo a ciò che hai perso. E' una fusione. Te ne vai anche tu con la cosa o la persona amata che scompare. In un certo senso, ti dividi da te stesso e l'accompagni, fai con lei una parte del viaggio. La segui sin dove ti è concesso spingerti. Ma alla fine, la sofferenza se ne a e tu torni in sintonia con il mondo. Senza l'altro. E riesci ad accettarlo. Che altra scelta abbiamo? Piangi, continui a piangere, perché non torni mai del tutto indietro dal posto in cui sei andato con l'altro. Un frammento che si è staccato dal tuo cuore pulsante è ancora là. C'è una lesione. Una ferita che non guarisce mai. E se ti succede una volta e un'altra e un'altra volta ancora, col tempo se ne va una parte troppo grande del tuo cuore e non riesci più a soffrire. E allora tu stesso sei pronto a morire. Salirai la scala in diagonale e qualcun altro resterà indietro a soffrire per te.”

Flow My Tears, the Policeman Said

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“Un bicchiere di birra alle sei del mattino è male. Un piatto di farinata è orribile alle otto di sera. Ai miei occhi, lo spettacolo dei demagoghi che mandano a morire milioni di persone, condannando il mondo alla deriva tra guerre sante e spargimenti di sangue, distruggendo intere nazioni in virtù di una "verità" religiosa o politica è…» scrollò le spalle. «Osceno. Schifoso. Comunismo, fascismo, sionismo opinioni di individui assolutisti inculcate a interi continenti. Senza che questo abbia niente a che fare con l'onestà del condottiero. O dei seguaci. Il fatto che ci credano rende la cosa ancor più oscena. Il fatto che possano uccidersi a vicenda o morire volontariamente per discorsi insensati…» Si interruppe. «Le vedi le squadre di ricostruzione; sai che potremo dirci fortunati se riusciremo mai a riedificare.» «Ma la polizia segreta… sembra talmente spietata e… be', cinica.» Lui annuì. «Suppongo che il Relativismo sia cinico. Sicuramente non è idealista. È il punto d'arrivo di chi è stato ucciso, ferito, ridotto in miseria e a lavorare duramente per le vuote parole. È il prodotto delle generazioni che gridavano slogan, marciavano con le vanghe e le armi, cantavano e scandivano inni patriottici, rendevano omaggio alle bandiere.» «Ma voi le sbattete in prigione. Queste persone che non sono d'accordo con voi - non permettete loro di dissentire… guarda il ministro Jones.» «Jones può benissimo dissentire. Può credere a quello che vuole; può credere che la terra è piatta, che Dio è una cipolla, che i bambini nascono nelle buste di plastica. Può avere l'opinione che preferisce; ma quando comincia a spacciarla per Verità Assoluta…» «Lo sbattete in prigione» disse Nina rigida. «No» la corresse Cussick. «Tendiamo la mano, diciamo semplicemente: dimostra o stai zitto. Conforta i fatti quello che vai dicendo. Se vuoi dire che gli ebrei sono la radice di tutti i mali - devi provarlo. Lo puoi dire, se riesci a dimostrarlo. Altrimenti, fila ai lavori forzati.»”

The World Jones Made

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“E se vai all'Hotel Supramonte e guardi il cielo | tu vedrai una donna in fiamme e un uomo solo. (da Hotel Supramonte, n. 5)”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

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“KLEINMAN: Intanto, dov'è la mia cravatta?
ANNA: A che ti serve una cravatta? Non vai a caccia di un maniaco?
KLEINMAN: Ti importa?
ANNA: Cos'è, una caccia di gala?”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Senza piume (Without Feathers), Morte

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“O tempo mio! Così indicibilmente lacero, | così privo di stelle, così nel sapere inconsistente | come te, nessun altro oggi m'appare. || Mai la sfinge levò più alto il capo! | Mentre tu vai da ogni lato sogguardando | intrepido gli abissi lacrimare, nel tormento della follia.”

Citazioni di Wilhelm Klemm
Origine: Da Il mio tempo, in Poeti espressionisti tedeschi, a cura di Maria Teresa Mandalari, Feltrinelli, Milano, 1970; citato in Salvatore Guglielmino, , Principato Editore, Milano, 1983<sup>3</sup> ampliata, p. 281/II.

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“Se vai a lavorare in Giappone devi essere disposto ad accettare che tu vali meno di loro, inizi e non sei un cavolo di nessuno. […] In pratica inizi da zero, e devi essere tu ad impegnarti per riuscire ad essere quasi accettata e dimostrare loro che davvero ti stai impegnando e ci tieni davvero tanto. Altrimenti pensano che sei li solamente a giocare, che credi sia una vita facile, e allora ti dicono che puoi tornare a casa. Non puoi fare ritardi, devi essere sempre serio, e devi avere delle qualità […] senza tuttavia essere arrogante. […] Devi cercare di non ferirli, di mostrare che sei loro amico, che sei lì davvero per lavorare sul serio.”

Yuriko Tiger (1993) modella e personaggio televisivo italiana

Variante: Se vai a lavorare in Giappone devi essere disposto ad accettare che tu vali meno di loro, inizi e non sei un cavolo di nessuno. O almeno, io parlo del mio campo. [... ] In pratica inizi da zero, e devi essere tu ad impegnarti per riuscire ad essere quasi accettata e dimostrare loro che davvero ti stai impegnando e ci tieni davvero tanto. Altrimenti pensano che sei li solamente a giocare, che credi sia una vita facile, e allora ti dicono che puoi tornare a casa. Non puoi fare ritardi, devi essere sempre serio, e devi avere delle qualità [... ] senza tuttavia essere arrogante. [... ] Devi cercare di non ferirli, di mostrare che sei loro amico, che sei lì davvero per lavorare sul serio.

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“Quando la gente chiede a una donna che lavora: «Quand'è che avrai un bambino?» la vera domanda è: «Quand'è che te ne vai?»”

Caitlin Moran (1975) scrittrice e giornalista inglese

Origine: Ci vogliono le palle per essere una donna, p. 241

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Mamma, la più bella parola del mondo, la più bella parola d'amore che possa mai esserci, un'infinità di significati profondi racchiusi in un'unica persona lei dolce profumo indimenticabile che sa di giardino di rose fiorito nell'anima del nostro destino che sa di vita vera, e ancora molto molto di più e amore puro, autentico, indescrivibile!
Colei che ad un semplice sguardo fuggente del proprio figlio risponde con un bacio caldo nelle sue carezze più sentite, colei che vorrebbe stringere forte al suo petto trattenendo nelle sue braccia per sempre l'unico tesoro importante, e che per esso darebbe la propria vita ma a sua volta trova la forza nel dargli una spinta e dirgli "Vai!" solo per il suo bene. Colei che sbaglia ma per troppo amore, in lei la tenerezza delle sue effusioni da donare nella sua sensibilità, quel bacio della buonanotte nella quiete del silenzio che il sonno trasmette, colei che nelle notti insonne non conta le ore ma i respiri del proprio figlio, dolce mano che dona sicurezza incoraggiando nei passi della vita la forza dell'avventura in ogni circostanza, quel rifugio e conforto sicuro nelle lacrime delle delusioni che si incontrano inevitabilmente nel camino. Saggia educazione nello spirito introducendo e proiettando nel mondo il cuore che cura amorevolmente in quello che è la realtà, e mentre veglia incessantemente tenendosi da parte mentre tutto vede ma nel contempo tace, soffre ma sorride trovando il tempo per mille lavori per il benessere del proprio figlio non curandosi di chiedere in cambio un semplice "Grazie".
Con grande tenacia non molla mai la presa, anche quando sommersa da grandi sacrifici!
Auguri mamma, auguri per quello che rappresenti per l'amore che sai mantenere e dare senza sosta, senza riserve!
Auguri per te mamma, che non ti risparmi mai, auguri speciali a te nel giorno della tua festa, tu che conosci fino in fondo nel profondo del tuo cuore l'emozione di cosa vuol dire davvero essere e sentirsi chiamare mamma.
Auguri a te che non fai mai pesare l'importanza che rappresenti in famiglia e nel mondo, ma che vuoi essere fin in fondo da quando hai deciso di esserlo, per scelta e per amore!”