Frasi su nazionale
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“Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.

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“Ci eravamo sentiti rallegrare, quando fu messo fuori dal Ministero il così detto sistema delle regioni. Sperammo trovata la vera formula del saldo e libero ordinamento d'Italia: aggiunta la nuova unità ai preziosi acquisti unitarj della tradizione: rappresentata in cotesto sistema quella triplice centralità, che abbisogna al progressivo vivere d'ogni popolo moderno; vale a dire la centralità nazionale, istrumento della sovranità costituente, legislatrice, e amministrativa dello Stato: la centralità municipale, primo ritrovo delle famiglie in opera comune di civiltà; e la centralità regionale, consorzio mediatore tra il Comune e lo Stato, autorità di mezzo, partecipe insieme della vita dell'uno e dell'altro.”

Giuseppe Montanelli (1813–1862) scrittore e politico italiano

cap. 1, p. 2
Dello ordinamento nazionale
Variante: Ci eravamo sentiti rallegrare, quando fu messo fuori dal Ministrero il così detto sistema delle regioni. Sperammo trovata la vera formula del saldo e libero ordinamento d'Italia: aggiunta la nuova unità ai preziosi acquisti unitarj della tradizione: rappresentata in cotesto sistema quella triplice centralità, che abbisogna al progressivo vivere d'ogni popolo moderno; vale a dire la centralità nazionale, istrumento della sovranità costituente, legislatrice, e amministrativa dello Stato: la centralità municipale, primo ritrovo delle famiglie in opera comune di civiltà; e la centralità regionale, consorzio mediatore tra il Comune e lo Stato, autorità di mezzo, partecipe insieme della vita dell'uno e dell'altro. (cap. 1, p. 2)

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“[Parlando di Casapound] Parlano di sovranità nazionale ma a un lavoratore cosa cambia se è comandato da Zuckerberg o da Marchionne? Può essere felice se gli viene cambiato soltanto chi lo sfrutta?”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Alessandro Cipolla, 14 febbraio 2018. Disponibile https://www.money.it/marco-rizzo-partito-comunista-elezioni su money.it.

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“[Sugli inizi] Ho passato momenti difficili: quando avevo vent'anni è mancata mia madre mentre ero in ritiro con la nazionale Under-20. Il calcio mi ha aiutato a concentrarmi su qualcos'altro, ma, appena arrivato all'Estudiantes, mi sono rotto il perone e sono stato fuori 4 mesi. Solo, lontano dalla famiglia e da tutto: non è stato semplice. Ma sono andato avanti.”

Duván Zapata (1991) calciatore colombiano

Origine: Da un'intervista a La Gazzetta dello Sport; citato in Samp, Duvan Zapata: 'Udinese mi hai deluso, emarginato a Napoli' https://www.calciomercato.com/news/samp-duvan-zapata-udinese-mi-hai-deluso-emarginato-a-napoli-20104, Calciomercato.com, 29 settembre 2017.

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“All'inizio il presidente Yoweri Museveni ha esitato a riconoscere l'estensione dell'Aids. Lo tratteneva, come capita per gli individui, un senso di vergogna; poi ha capito la necessità di affrontare a viso aperto la prova con una campagna nazionale. La quale comincia a dare i suoi frutti, poiché l'epidemia si estende meno rapidamente d' un tempo. Oggi l'Uganda non è un paese africano come gli altri. Conosce una crescita economica costante, il Fondo monetario internazionale lo considera uno dei suoi migliori allievi, e vive un esperimento democratico di notevole interesse. Esso è stato elaborato durante la guerra civile dal Movimento Nazionale della Resistenza, di cui l'attuale presidente, Museveni, era ed è il capo. Il pluripartitismo occidentale, essendo stati i partiti nel passato all'origine di tante sciagure nazionali, è per ora escluso o, per meglio dire, sotto esame; ma le elezioni si sono svolte, come promesso, e in un modo giudicato regolare; e le libertà di parola, di stampa e di associazione sono rispettate; mentre dei "consigli rivoluzionari" a vari livelli, dal villaggio alla capitale, garantiscono una partecipazione e un controllo popolari che non sembrano del tutto fittizi. Gli Stati del continente sono stati spesso ritagliati secondo gli interessi o le fantasie dei colonizzatori, e le nazioni appaiono artificiali: l'Uganda è invece un grappolo di monarchie tradizionali, federate con la forza; e, nell'insieme, quelle monarchie tendono a formare, non senza difficoltà, è vero, una nazione. Una nazione compatta? Sarebbe eccessivo sostenerlo. Ma senz'altro una nazione temprata dalle severe prove vissute dalla indipendenza in poi.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“Milosevic è una vistosa reliquia del nazionalismo primitivo, quello che, su scala assai più grande, con le sue degenerazioni ideologiche, ha provocato le tragedie del '900 europeo. È a questo nazionalismo, ricreatosi a pochi minuti di volo dalla nostra costa adriatica, che la Nato ha dichiarato di fatto la guerra. Quasi volesse distruggerlo prima di entrare nel nuovo millennio. È roba da lasciare al secolo che se ne va. Fallito il comunismo, anche nella sua eccentrica versione jugoslava, Milosevic si è gettato in quel nazionalismo: e nel giugno '89 ha dato solennità alla conversione recandosi nella pianura di Kosovo Polje, ai piedi del monumento alla battaglia del 1389 (da cui cominciò il dominio ottomano, durato quasi mezzo millennio), per annunciare che "mai più i serbi si sarebbero lasciati maltrattare". Con quel gesto e quelle parole Milosevic ha spazzato via tutto quel che Tito aveva fatto per contenere i nazionalismi balcanici. E ha dato il via, in modo più o meno diretto, a una serie di massacri in cui i serbi sono stati carnefici ma anche vittime, e da cui sono sempre usciti sconfitti. Sono stati ripudiati dagli sloveni e dai croati, e molti loro insediamenti secolari sono stati scalzati dalle province di confine bosniache e croate. E adesso il Kosovo. Il nazionalismo serbo assume a tratti una colorazione religiosa e messianica, ereditata dal ruolo nazionale che la Chiesa ortodossa ha avuto nei secoli. Nell'Europa occidentale il territorio della nazione si è sostanzialmente delineato prima che si creassero una lingua e una cultura comune. Al contrario la nazione serba non ha un quadro territoriale di riferimento. Le comunità, non sempre maggioritarie tra cattolici, ebrei e musulmani, si identificavano in rapporto alla Chiesa serba. Era serbo chi era ortodosso. Si sono così creati spazi mistici. Sono nate rivendicazioni territoriali stravaganti, dettate dagli avvenimenti politici del momento e dalle leggende. I poemi nazionali hanno cantato per secoli il Kosovo come "culla del popolo serbo", e così lo è diventato di fatto, e tale è rimasto benché abitato al novanta per cento da albanesi. Crollato il comunismo, Milosevic ha sfruttato quel sentimento, attorno al quale, nei momenti di tensione, si raccolgono anche tanti serbi di solito estranei ad ogni tipo di estremismo. La letteratura serba è generosa in opere in cui si piangono le terre perdute e in cui la nostalgia diventa passione violenta.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“Ivi, in quel vasto salone così armonicamente grandioso, vediamo rispecchiarsi l'universalità e la varietà dello scibile riunito e classificato giusta gli antichi ideali, oggi smarriti per la necessità delle cose. Oggi perché possa conservarsi a una biblioteca il suo carattere generale occorrono mezzi di cui solo due o tre biblioteche al mondo possono disporre. Né è più possibile, per la mancanza di spazio, dare ai libri una classificazione materiale, e le stesse classificazioni ideali sono state surrogate da metodi più pratici e più comodi. La nostra Biblioteca Nazionale, la scarsezza della sua dote, ha serbato come ha potuto l'indole sua generale.
Essa da quando fu aperta al pubblico, è già quasi un secolo, e per molti anni dopo, fu annoverata tra le principali di Europa: non contava allora la Nazionale di Parigi i suoi due milioni e mezzo di volumi, né quella del Museo Britannico un milione e mezzo, né le altre di Pietroburgo, di Monaco, di Berlino, di Firenze avevano raggiunto o sorpassato il milione. Ora la Nazionale nostra, che possiede un 500,000 e più tra volumi ed opuscoli, mentre ha ancora innanzi a sé, sotto il rispetto del numero, parecchie biblioteche, oltre le già nominate, non ha poi nemmeno perduta quella rinomanza mondiale che le fu un giorno riconosciuta. Ciò si deve al grandissimo pregio dei suoi antichi fondi, alla rarità dei suoi bibliografici e paleografici, alla varietà e ricchezza delle sue collezioni speciali. Questa sua parte antica va diventando ogni dì più preziosa e ricercata, e basta per sé sola a mantenere a un grado elevato una biblioteca che ne è fornita, malgrado l'esser rimasta indietro, come questa nostra, negli acquisti delle cose moderne.”

Alfonso Miola (1844–1934)

da Le biblioteche, p. 267
In Napoli ieri
Origine: Tutti i dati riferiti da A. Miola sono relativi agli inizi del XX° secolo. Il saggio Le biblioteche, fu pubblicato nel volume collettaneo Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1900.

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“Giuro di assumere formalmente i poteri esecutivi nazionali come presidente pro tempore del Venezuela per porre fine all'usurpazione, instaurare un governo di transizione e tenere elezioni libere.”

Juan Guaidó (1983) politico venezuelano

Origine: Citato in Venezuela in frantumi. Guaidó si autoproclama presidente e Trump e l'Oas lo riconoscono. Ma Maduro resiste https://www.huffingtonpost.it/2019/01/23/venezuela-in-frantumi-guaido-si-autoproclama-presidente-e-trump-e-loas-lo-riconoscono-ma-maduro-resiste_a_23650951/, Huffingtonpost, 23 gennaio 2019.

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“L'Assemblea Nazionale del Venezuela è l'unica istituzione democraticamente eletta e con piena legittimità. Il cosiddetto presidente Maduro è parte del problema e non della soluzione.”

Sebastián Piñera (1949) politico e imprenditore cileno

Origine: Citato in Venezuela in frantumi. Guaidó si autoproclama presidente e Trump e l'Oas lo riconoscono. Ma Maduro resiste https://www.huffingtonpost.it/2019/01/23/venezuela-in-frantumi-guaido-si-autoproclama-presidente-e-trump-e-loas-lo-riconoscono-ma-maduro-resiste_a_23650951/, Huffingtonpost, 23 gennaio 2019.

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“Da un punto di vista morale, economico e politico, la nostra nazionale non prospererà fino a che ci saranno persone che hanno troppo e altre che hanno troppo poco.”

Bernie Sanders (1941) politico statunitense

Origine: Citato in Bernie Sanders è di nuovo in corsa per la Casa Bianca https://www.wired.it/attualita/politica/2019/02/19/bernie-sanders-candidato-casa-bianca-2020/?refresh_ce=, Wired.it, 19 febbraio 2019.

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“La prima cosa che mi dissero i più esperti quando arrivai in Nazionale è che questa non è una squadra NBA. Non puoi essere venduto, siamo tutti qui a vita.”

Aksel Lund Svindal (1982) sciatore alpino norvegese

Origine: Citato in Nicola Bambini Gli sciatori norvegesi condividono tutto: «A volte anche il letto» https://www.vanityfair.it/sport/altri-sport/2018/02/23/sciatori-norvegesi-condividono-tutto-letto-svindal-foto, 23 febbraio 2018.

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“È la natura che educa le persone, pertanto lo stato più naturale è la nazione, una famiglia estesa con caratte nazionale.”

Johann Gottfried Herder (1744–1803) filosofo e teologo tedesco

citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 143. ISBN 9788858019429

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“Esiste un solo potere. Esso è la sovranità nazionale. Esiste una sola autorità. Essa è la presenza, la coscienza e il cuore della nazione.”

Mustafa Kemal Atatürk (1881–1938) militare e politico turco

Origine: Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 249. ISBN 9788858019429

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“Il comunismo riconosce la sovranità nazionale di ogni paese ed è per il rispetto reciproco tra i popoli.”

Anastas Ivanovič Mikojan (1895–1978) politico sovietico

Origine: Citato in Mikoyan ha lasciato il Messico soddisfatto dell'esito del viaggio https://archivio.unita.news/assets/main/1959/11/29/page_010.pdf, L'Unità, 29 novembre 1959

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“Finché esisteranno le armi nucleari, la sicurezza nazionale sarà sempre una finzione, a prescindere dal livello degli armamenti.”

Eduard Shevardnadze (1928–2014) politico georgiano

Origine: Il futuro è nella libertà, p. 101

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“Lo Stato unitario nazionale sorto dal Risorgimento fu senza dubbio un fatto nuovo, tipicamente moderno, non somigliante ad alcuna formazione politica italiana medioevale o antica.”

Giorgio Candeloro (1909–1988) storico italiano

cap. 1, p. 11
Storia dell'Italia moderna, Vol. I Le origini del Risorgimento 1700-1815

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“Non considero quella ebraica né una questione sociale né una questione religiosa. È una questione nazionale.”

Theodor Herzl (1860–1904) giornalista e scrittore ungherese

Origine: Citato in AA.VV., Il libro delle religioni, traduzione di Anna Carbone, Gribaudo, 2017, p. 197. ISBN 9788858015810

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“Diem giustificava i suoi eccessi con la necessità di condurre fino in fondo la lotta contro i guerriglieri nazional-comunisti (Viet-cong) e tutti coloro che, anche indirettamente, li appoggiassero o fossero comunque sospettabili di simpatia per il comunismo; con una definizione così elastica degli avversari del regime, anche le persecuzioni contro i buddisti finivano col rientrare, per Diem, nella lotta anti-comunista.”

Ferdinando Vegas (1916–1984) professore universitario italiano

Origine: Citato in Un regime che non poteva durare http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0020_01_1963_0260_0001_24507676/, La Stampa, 2 novembre 1963

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“Vengo da Neum, una città della Bosnia in cui vivono moltissimi croati, praticamente il cento per cento dei residenti. Abbiamo, così, anche la cittadinanza croata. Non ho mai dubitato un secondo su quale nazionale scegliere per giocare, perché mi sento croata e ho fatto mia questa nazionalità dal primo momento.”

Doris Bačić (1995) calciatrice croata

Origine: Dall'intervista di Mattia Giodice, Doris Bačić: "I croati amano l'Islanda. Einherji? Bellissima esperienza. Juventus? La cosa più importante che mi sia successa. Mai dubitato con quale nazionale giocare. Spero di poter essere un punto di riferimento in futuro" http://www.atlanticfootball.it/esclusive/esclusiva-afit-doris-bai-i-croati-amano-l-islanda-einherji-bellissima-esperienza-juventus-la-cosa-piu-importante-che-mi-sia-successa-mai-dubitato-con-751, Atlanticfootball.it, 9 gennaio 2019.

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“Ronaldo è riuscito in qualcosa che a Messi invece è sempre mancato: vincere un titolo importante con la maglia della sua Nazionale.”

Massimo Marianella (1966) giornalista italiano

Origine: Citato da Marianella: "Pelè superiore a Maradona, era un uomo migliore. Ronaldo più forte di Messi perchè...", 8 settmebre 2019 https://www.areanapoli.it/interviste/marianella-pele-superiore-a-maradona-era-un-uomo-migliore-ronaldo-piu-forte-di-messi-perche_340280.html,, su areanapoli.it. URl archiviato l' 8 settmebre 2019 http://archive.is/emS4y/.

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“Alla T. V. davano il Quiz Nazionale del Cancro.”

cap. XXVIII, p. 256
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“La formazione delle leggi resta sempre, e resterà in ogni società nazionale comunque organizzata, il momento supremo e decisivo della comune sorte progressiva del popolo.”

Umberto Terracini (1895–1983) politico e antifascista italiano

Origine: Dal Discorso di insediamento alla Presidenza dell'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, 8 febbraio 1947; disponibile su Camera.it http://storia.camera.it/presidenti/terracini-umberto/assemblea-costituente-1/discorso:0#nav.

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“Noi tuteliamo il nostro interesse nazionale e lo facciamo sempre in amicizia con gli altri paesi, mai in contrapposizione. Il compito dei nostri militari non è mai stato quello di trovarsi un nemico. Noi vogliamo costruire dialogo, amicizia e pace nel Mediterraneo e nel mondo.”

Paolo Gentiloni (1954) politico italiano

Origine: Citato in Gentiloni: "L'Italia accoglie i migranti: truppe in Niger per fermare gli schiavisti" http://www.repubblica.it/politica/2017/12/24/news/gentiloni_l_italia_accoglie_i_migranti_truppe_in_niger_per_fermare_gli_schiavisti_-185091055/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P12-S1.6-T1, Repubblica.it, 24 dicembre 2017.

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“Non ho mai conosciuto Alex Schwazer, né personalmente né sui social network, quanto ho scritto su Facebook non è frutto di un mio accanimento contro Schwazer, può essere una persona meravigliosa fuori dallo sport. Credo però che chi fa un errore, un errore non casuale, con il doping, non vada reinserito nella squadra nazionale. Tutto qui. Non va condannato a morte un atleta per questo.”

Gianmarco Tamberi (1992) atleta italiano

Origine: Riferendosi al post pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook, il 28 aprile 2016, cfr.: «Vergogna d'Italia, squalificatelo a vita. La nostra forza è essere puliti! Noi non lo vogliamo in nazionale!»
Origine: Durante la conferenza stampa di presentazione del Golden Gala; citato in Valerio Piccioni, Atletica, Golden Gala, Tamberi conferma: "No all'azzurro per Schwazer" http://www.gazzetta.it/Atletica/01-06-2016/atletica-golden-gala-prove-giochi-contano-solo-medaglie-150919889553.shtml, Gazzetta.it, 1° giugno 2016.

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“La milizia è la naturale difesa di un paese libero contro improvvise invasioni straniere, insurrezioni interne e usurpazioni domestiche di potere da parte dei sovrani. È contro una solida politica per un popolo libero mantenere grandi stabilimenti militari e eserciti in piedi in tempo di pace, sia dalle enormi spese con cui vengono assistiti, sia dai mezzi facili, che offrono a sovrani ambiziosi e senza principi, a sovvertire il governo o calpestare i diritti delle persone. Il diritto dei cittadini di tenere e portare armi è stato giustamente considerato, come il palladio delle libertà di una repubblica; poiché offre un forte controllo morale contro l'usurpazione e il potere arbitrario dei sovrani; e generalmente, anche se questi avranno successo in primo luogo, consentiranno alle persone di resistere e trionfare su di loro. Eppure, sebbene questa verità sembrerebbe così chiara, e l'importanza di una milizia ben regolata sembrerebbe così innegabile, non si può nascondere, che tra il popolo americano c'è una crescente indifferenza verso qualsiasi sistema di disciplina della milizia e una forte disposizione , dal punto di vista dei suoi oneri, per sbarazzarsi di tutte le normative. Come sia possibile mantenere le persone debitamente armate senza alcuna organizzazione, è difficile da vedere. Non c'è certamente nessun piccolo pericolo, che l'indifferenza può portare al disgusto e al disgusto al disprezzo; e quindi minare gradualmente tutta la protezione prevista da questa clausola della nostra Carta dei diritti nazionale.”

Joseph Story (1779–1845) giurista e avvocato statunitense
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