Frasi su paradosso
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“[…] Adrienne von Speyr si presentò agli occhi di Balthasar come […] una donna che facilmente spingeva, per un suo carisma […], ad intravvedere le linee del paradosso e del dramma nascosto nel mistero dell'incarnazione di Dio.”

Salvatore Fisichella (1951) arcivescovo cattolico e teologo italiano

Origine: Da Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr. L'inseparabilità delle due opere, Communio, n. 172-173, luglio-ottobre 2000, p. 64 https://books.google.it/books?id=icFd87qsf1cC&pg=RA1-PA64

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“[Sugli Arctic Monkeys] Il nome fa l'effetto di un paradosso. Uno lo sente e dice, ehi, ma non ci sono alberi al polo nord, come possono sopravvivere le scimmie? E disegna istantaneamente l'immagine. Come una vera mente creativa.”

Alex Turner (1986) cantante e chitarrista britannico

Origine: Citato in Gino Patroni, Arctic Monkeys, rock da record http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/01/27/arctic-monkeys-rock-da-record.html, la Repubblica, 27 gennaio 2006.

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“Togli il paradosso da un pensatore e avrai un professore.”

Origine: Diario, Aforismi e pensieri, p. 58

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“Il paradosso è un esempio dell'ineffabile mistero che si cela dietro il velo delle apparenze.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Immagini simboliche, Il Tempo, 25 luglio 1978.

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“Il paradosso della lirica moderna sembra consistere in questo: una suprema illusione di canto che miracolosamente si sostiene dopo la distruzione di tutte le illusioni.”

Sergio Solmi (1899–1981) scrittore, poeta e saggista italiano

Origine: Citato in in Gaetano Munafò, Quasimodo, Poeta del nostro tempo, Introduzione e guida allo studio dell'opera di Salvatore Quasimodo. Storia e antologia della critica, Le Monnier, Firenze, 1973, p. 18.

“Il paradosso non è che la verità portata all'esagerazione.”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 143

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“Letto: Gioventù nella Russia Sovietica, interessantissimo. Entusiasmo per il lavoro, il materialismo genera forze che sono certamente sovramateriali e religiose. Il paradosso: martirio − per uno scopo puramente materiale.”

Klaus Mann (1906–1949) scrittore tedesco

da Nota di diario del 24 marzo 1932, p. 37
La peste bruna. Diari 1931-1935
Origine: Di Klaus Mehnert, (1906-1984).

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“Un filmato di quelli accelerati, i fotogrammi veloci mischiati con una musica di sottofondo. Evocativa. Mani che si avventano. Poi, solo lo scheletro, arrugginito. Forse, dopo, neanche più il palo. Distrutto, bruciato. Alla base. Penzolante. Tenuto sospeso dai fili elettrici. L'immagine perfetta. Il palo è alla mercé del vento. Ma non cade. Mentre tutti si rendono conto che c'è un motorino abbandonato, mi guardo intorno. Castel Volturno. Il mare è vicino. Anche se non si vede. L'odore. Intorno case abbandonate. Sventrate. Come se ci fossero state delle esplosioni. Ma pochi le hanno udite. Canneti, arbusti, polvere, rifiuti, cartelli. Tutto nasconde la vista del mare. Osservo il motorino. Anche gli africani, dopo i casalesi, hanno fatto una scelta. Casale di Principe sede legale. L'Africa sede legale. La sede operativa La Domitiana, Castel Volturno, e le sue terre, strade sterrate tutt'intorno. Mentre i casalesi hanno combattuto le loro guerre con gli altri clan vicini per difendere e imporre la sede operativa, gli africani non ne hanno avuto bisogno. Decenni di permanenza. Inesorabile. Protetta. Utile. A testa bassa hanno subito colpi, lamentele, repulisti generali, promesse di miglioramento e promesse di esodi biblici. Hanno accettato tutto, in silenzio. E sono rimasti. Sempre pochi a rendersene conto, gli altri in ritardo. In ritardo a cercare nel vocabolario aggettivi e sostantivi iperbolici, costrutti intelligenti, paradossi eccentrici, aforismi, per colpire la fantasia. Trovare una bellezza nell'inferno, che non c'è.”

Sergio Nazzaro (1973) scrittore e giornalista italiano

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“Il silenzio è sacro. Unisce le persone perché solo chi si sente a proprio agio in compagnia di un altro può fare a meno di parlare. Questo è il grande paradosso!”

The Notebook
Le pagine della nostra vita
Variante: Il silenzio è puro. Il silenzio è sacro.
Unisce le persone perchè solo chi si sente a proprio agio in compagnia di un altro può fare a meno di parlare.

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“È un paradosso: la danza e la poesia sono tanto simili quanto profondamente diverse, ma al di là di struttura e contenuti emotivi sono unite dal ritmo. D'altronde il ritmo è sovrano di tutte le cose che hanno senso a questo mondo.”

Maria Luisa Spaziani (1922–2014) poetessa, traduttrice e aforista italiana

Origine: Citato in Marco Andreetti, Danza e poesia, le Muse gemellate https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/05/Danza_poesia_Muse_gemellate_co_10_030505051.shtml, Corriere della sera, 5 maggio 2003, p. 57.

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“Anche gli uomini di buon senso non sfuggono al paradosso, a questa avidità perennemente delusa.”

Angelo Fiore (1908–1986) scrittore italiano

Origine: Il supplente, p. 23

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“Il paradosso è una verità controcorrente.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 19

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“Nel 1964 [Alan Paton] aveva testimoniato a favore di Nelson Mandela nel processo che doveva poi condannare all'ergastolo il leader dell'African national congress. Nonostante ciò nessuna organizzazione radicale sudafricana, né l'Anc né l'Udf, e nessun leader, né il reverendissimo Desmond Tutu, né Allen Boesak, ha ritenuto di dovere onorare la memoria di Ala F. Paton. Perché? Perché Paton era portatore di un virus che per l'intellighenzia sudafricana (e non solo sudafricana), nera e bianca, è peggiore dell'Aids: era contrario alla violenza. Peggio: sosteneva che la grande maggioranza dei neri sudafricani non è violenta ed è fortemente contraria all'uso della violenza per dare uno sbocco alla complessa situazione politica del Sud Africa. […] Naturalmente gli feci la domanda rituale. «È ancora possibile fermare la rabbia nera?». Rispose: «Lei è stato nello Kwa Zulu Natal, dove vivono sei milioni di Zulu, ed ha visto la rabbia nera? Io ho vissuto al bordo della "valle delle mille colline" per trentacinque anni e non ho mai visto nessuna rabbia nera. E se andrà in Transkei, dove vivono altri quattro o cinque milioni di persone, lei non vedrà nessuna rabbia nera, non sentirà nessun odio nero. La rabbia nera c'è a Soweto, ma dipende molto più da questioni di disgregazione urbana, di perdita totale delle proprie radici contadine, che da questioni razziali che comunque sono continuamente alimentate, fomentate, incoraggiate dall'Anc». […] Paton aveva molto in sospetto questo genere di progressisti che sono soliti far gli eroi sulla pelle degli altri. Di Edward Kennedy, che era stato in Sud Africa qualche anno prima, mi disse: «È venuto solo per farsi propaganda; dei neri, in verità, non gliene importa niente. Se gliene importasse dovrebbe andare ad Harlem prima che a Soweto.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Questi sono i motivi per cui nessun fiore progressista è stato posato sulla tomba di Alan F. Paton. Così a quest'uomo, che ha dedicato l'intera sua vita e le sue opere alla battaglia antirazzista, è toccato il paradosso di ricevere, in morte, un solo telegramma di condoglianze: quello del presidente sudafricano Botha.
Origine: Da Sud Africa, pace e astratti furori, L'Europeo, 29 aprile 1988.

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“Sembra quasi un paradosso ma spesso si fa fatica a trovare un romanzo moderno o un film che sia più interessante di un buon telefilm. C'è in giro, ad esempio, un'opera che rappresenti un viaggio metafisico fra i segreti del Male più avvincente di Twin Peaks?”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Prima lezione sulla televisione, Laterza, p. 35 https://books.google.it/books?id=_hSODAAAQBAJ&pg=PT35. ISBN 88-581-0305-X

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“Ancor più dei milioni di morti, la cifra specifica dei sistemi totalitari è la distruzione dell'umano: il musulmano ad Auschwitz, il dochodjaga nella Kolyma, simboli di anime e di corpi violati fino all'estremo. E in effetti, per quanto in apparenza indistruttibile, l'umano è stato infinitamente distrutto. Il paradosso più tragico del Novecento sta nel fatto che lo Stato totalitario, sebbene criminale nella sua essenza, è riuscito a proporsi come l'incarnazione storica della Verità, del Bene, della Legge.”

Luigi Fenizi (1944) scrittore italiano

cap. 13, p. 293
Icaro è caduto
Origine: Prigioniero sfinito dal lavoro e dalla fame, senza più alcuna volontà di sopravvivenza.
Origine: Nel gergo dei gulag sovietici, termine analogo a quello di musulmano usato nei lager nazisti.
Origine: Nell'epoca delle repressioni staliniane, la regione attraversata dal fiume Kolyma ospitava uno dei più importanti campi di lavoro forzato.

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