Frasi su prima
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“Questo è il programma della magia di Giordano Bruno per il quale "non essendoci nell'universo parte più importante dell'altra" non è concesso all'uomo quel primato, prima biblico e poi cartesiano, che lo prevede "possessore e dominatore del mondo", ma semplice "cooperatore dell'operante natura (operanti naturae homines cooperatores esse possint)". Questa differenza è decisiva perché smaschera quella sotterranea parentela che, al di là delle dispute, lega la tradizione cristiana all'agnosticismo scientifico. L'una e l'altro infatti condividono la persuasione che l'uomo, disponendo dell'anima come vuole la religione o della facoltà razionale come vuole la scienza, è, tra gli enti di natura, l'ente privilegiato che può sottomettere a sé tutte le cose. A questa enfatizzazione cartesiana del soggetto (Ego cogito) preparata dalla tradizione giudaico-cristiana (per la quale l'uomo è immagine di Dio e quindi nel diritto di dominare su tutte le cose), Giordano Bruno contrappone un percorso radicalmente diverso da quello che caratterizzerà per secoli il pensiero europeo. Non il primato dell'uomo, ma il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dai vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell'"invisibile armonia", è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla scienza matematica che si alimenta della progettualità umana, sia alla religione che, se da un lato subordina l'uomo a Dio, non esita a considerarlo, fin dal giorno della sua cacciata dal paradiso terrestre, dominatore di tutte le cose.”

Umberto Galimberti (1942) filosofo e psicoanalista italiano
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“Nello stato di grazia in cui la prima coppia venne creata, l'opera della carne sarebbe stata un'opera pia.”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

Mistica della carne

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“Come potrebbe il male farci tanto male se non avessimo prima udito la promessa del bene?”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

Giobbe o la tortura degli amici

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“Ebbene: per la quota del bivacco, l'ora di partenza e il consumo dell'ossigeno ci sono le ricostruzioni di dettaglio, ma per chi non ha voglia di studiare questi particolari basta lo sguardo a una fotografia. È la fotografia che mostra Compagnoni sulla vetta del K2, apparsa non sulla Rivista del CAI ma su Berge der Welt, il famoso Annuario dell'alpinismo extraeuropeo curato da Marcel Kurz. Su questa fotografia Compagnoni non solo ha vicino le bombole, ma ha ancora posta sul viso la maschera del respiratore. La versione ufficiale sostiene che le bombole vuote vennero portate fin sulla vetta per testimonianza: uno scalatore già provato dallo sforzo avrebbe perciò portato almeno 15 kg di bombole inutili per due ore fino a 8611m. Ma come faceva a respirare il poco ossigeno presente nell'aria rarefatta di quelle quote portando una maschera collegata a bombole svuotate? Basta così. Per la revisione della storia dell'alpinismo, che consideri anche la versione di Bonatti finora ignorata, esistono i particolari, le testimonianze, le dimostrazioni. Non ha senso oggi infierire su chi può aver sbagliato, su chi non ha più saputo districarsi nell'ingarbugliata vicenda. Tuttavia al ricupero della realtà storica va aggiunta una riflessione. Come mai questa vicenda non è stata risolta prima? […] La verità, anche quella alpinistica, si può ora ricostruire ufficialmente senza riserva, con il rammarico di un ritardo, ma con la certezza che si riconosca al CAI il coraggio di una ricostruzione non postuma. Questo riconoscimento ci arriverà da molti, anche da coloro che non sono nostri soci, ma siamo grati che ci venga in primo luogo da chi per questa vicenda ha profondamente sofferto, cioè da Walter Bonatti.”

Silvia Metzeltin (1938) alpinista, geologa e scrittrice svizzera

Silvia Metzeltin e Alessandro Giorgetta in La rivista del CAI, maggio-giugno 1994
Origine: Citato in Walter Bonatti, K2. La verità. 1954-2004 http://books.google.it/books?id=x8CJR-zOTMkC&pg=PA155#v=onepage&q&f=false, p. 155, Baldini Castoldi Dalai, 2007. ISBN 8860731704

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“La sicurezza del Paese e dei cittadini viene prima di ogni altra cosa.”

José Luis Rodríguez Zapatero (1960) politico spagnolo

Origine: Citato in Maurizio Stefanini, I numeri svelano l'ipocrisia di Zapatero sui clandestini, l'Occidentale; riportato in CarloPannella.it http://www.carlopanella.it/web/dett-art.asp?ID=68.

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“Nella mia testa c'è una strage ma creperò prima di darvi rime marce, yo, pace!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

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“Piroso: La prima volta a quanti anni?
Lucci: Boh… diciassette, diciotto.
Piroso: Nome della fidanzata… della compagna?
Lucci: Guarda, avevo pagato credo…”

Enrico Lucci (1964) giornalista e personaggio televisivo italiano

da un'intervista di Antonello Piroso a Niente di personale, La7 [Data?]; visibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=EX2VxGYsW4I

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“La notizia della scomparsa di Margherita Hack mi rattrista molto. È stata una figura straordinaria, amata dai giovani per la sua capacità di spiegare la scienza con grande semplicità e prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia.”

Emma Bonino (1948) politica italiana

Origine: Citato in Margherita Hack morta a 91 anni: l'astrofisica tra ricerca e diritti civili http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/29/morta-margherita-hack-trieste-astrofisica-aveva-91-anni/641222/, Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2013.

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“Il commercio inchiuderà eternamente come prima idea sua essenziale che uno dia liberamente una cosa e l'altro liberamente la ricambi.”

Gian Domenico Romagnosi (1761–1835) giurista, filosofo e fisico italiano

Disputa sull'idea di commercio

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“[Sull'effetto dell'amore sullo sport] Cambiano le tue priorità, se sai che lui non è con te, magari sbarelli e non t'importa di perdere, perché così torni prima a casa da lui. L'amore non sempre fa bene a chi fa sport.”

Flavia Pennetta (1982) tennista italiana

Origine: Citato in Emanuela Audisio, "Io ragazza poco italiana sogno la top ten del tennis" http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/tennis-6/intervista-pennetta/intervista-pennetta.html, Repubblica.it, 6 gennaio 2009.

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“La sfiga è come l'idraulico. Sembra non arrivare ma prima o poi suona alla porta.”

Luciana Littizzetto (1964) attrice, cabarettista e doppiatrice italiana

20 novembre 2005
Che tempo che fa

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“Il pretesto è bello, la Patria, la Legge, la prima è una puttana, la seconda peggio ancora. E Patria e Legge hanno diritti e non doveri e vogliono il sangue dei figli della miseria. Ma vi è forse una legge eguale per tutti? Non dirmi ciò, non parlare di questo gigante mostruoso, poiché conosco che la legge leale non è mai esistita, né esisterà fin tanto che Iddio non ci sterminerà tutti.”

Carmine Crocco (1830–1905) brigante italiano

Come divenni brigante
Variante: La Patria, la Legge, la prima è una puttana, la seconda peggio ancora. E Patria e Legge hanno diritti e non doveri, vogliono il sangue dei figli della miseria. Ma vi è forse una legge eguale per tutti? Non dirmi ciò, non parlare di questo gigante mostruoso, poiché conosco che la legge leale non è mai esistita, nè esisterà fin tanto che Iddio non ci sterminerà tutti.

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“Sono stato punk | prima di te | sono stato più cattivo | io suonavo l'heavy metal | quando tu | eri chiuso nell'asilo. (da Punk”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

prima di te)
Il falco e il gabbiano

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“Non è la prima volta che mi perdo.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Notte di calore
Domani è un altro giorno

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“Quella gente, tentando di distruggere i nostri cervelli, distruggerà anche i nostri cuori. […] Se dimenticheremo questo saremo perduti, ancor prima di combattere.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Harlock sulle Mazoniane
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 11, Laura dagli occhi scintillanti

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“Zoru era un soldato fiero e coraggioso, un grande uomo. […] Abbiamo brindato insieme prima che morisse. La popolazione di Tobaga è stata sottomessa, ma Zoru no, perché ha scelto di morire con fierezza. Era un vero uomo.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Harlock a Zolba, figlio di Zoru
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 24, Stella cadente

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“Per i capricci di un dittatore fu ucciso mio padre. Mia madre e mia sorella morirono poco dopo dal dolore. Da allora ho odiato i dittatori! Ho deciso di combatterle ma per sconfiggerli era necessario che diventassi anch'io un uomo potente. Temprai la mia volontà, studiai con grandi sacrifici e mi laureai all'Accademia Militare. La mia determinazione mi portò al successo e fui eletto comandante in capo. Ma un giorno avvenne qualcosa di nuovo e la mia mente ne fu sconvolta : vidi per la prima volta Mayu e Harlock e mi tornò in mente mia sorella Tami. Ricordai tutte le sue sofferenze, la mia impotenza a salvarle la vita. Imprecai contro le ingiustizie del mondo! Mi consumavo d'invidia per coloro che sembravano più fortunati di me. Odiai voi e Mayu, vi odiai ferocemente, con rabbia, con una rabbia che mi aveva portato al limite della follia! Capite? Harlock, avete visto tutti quei bambini a Cruna, vero? Quando sono stato deposto dal Primo Ministro come traditore mi nascondevo nei luoghi più impensati. In quel quartiere povero ho incontrato quei bambini: erano abbandonati a se stessi ma sono stati molto affettuosi con me. Hanno capito che ero affamato e mi procuravano da mangiare. Appena mi è stato possibile ho portato quei ragazzi a Cruna e ho chiesto al vecchio Ashi di prendersi cura di loro. Erano felici anche perché c'erano un mucchio di cose da mangiare. Mi chiamavano "capo", chissà perché. Io li consideravo come fratellini e sorelline e avrei fatto qualunque cosa per renderli felici. Avrei voluto costruire tante scuole e palestre di giochi per loro, avrei voluto costruire una casa su un monte perché da lontano potessero vedere l'oceano. Ahahahah… Non so più quello che sto dicendo, quel mattacchione del Dr. Zero deve aver spostato qualche rotellina in questa mia testaccia di bufalo.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Kirita
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 39, Morte di Kirita

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“Ciò che affascina in "Entrapment" è la delicatezza con cui si descrive la senilità di un eroe, capace di accettare con la femmina un continuo scambio di ruoli restando fedele ai propri codici di comportamento: "L'esperienza prima della confidenza."”

Tullio Kezich (1928–2009) critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore italiano

Origine: Da "Entrapment" fa di Bond un vecchio eroe alla Svevo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/15/Entrapment_Bond_vecchio_eroe_alla_co_0_9905157017.shtml, Corriere della Sera, 15 maggio 1999, p. 37.

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“Era la prima volta che rinunciavo al Roland Garros e l'ho vissuta malissimo… dare forfait in un torneo è triste ma al Roland è mille volte peggio!”

Gaël Monfils (1986) tennista francese

Origine: Citato in Davide Zirone, Il calvario di Monfils http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/07/19/746556-calvario_monfils.shtml, Ubitennis.com, 19 luglio 2012.

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“Il giudizio universale
Io una volta sognavo sempre mio nonno materno, l'unico che conobbi.
Ogni tanto, in sogno, questo nonno mi dava certi numeri sicuri, ma io non li capivo mai bene, oppure appena mi svegliavo me li scordavo. Poi non si fece vedere più e io, non so perché, mi misi in testa che forse non voleva più usare un mezzo di comunicazione di massa così antico, qual è il sogno. E una notte, obbedendo a un richiamo, scesi dal letto, accesi la televisione e cominciai a cercare. Non mi ero sbagliato.
Infatti dopo un po' vidi la sua faccia di napoletano dell'800, i suoi baffi guappeschi. Stavolta non era come in sogno, l'immagine era chiara, l'audio era perfetto.
Insomma era l'occasione per avere tre numeri precisi, il nome di un cavallo, una schedina da un miliardo.
Ma feci un grosso errore. Anziché pensare subito a queste cose serie, volli prima avere qualche risposta alle antichissime e inquietanti domande che si è sempre posto l'uomo: il mistero della nascita dell'universo, il fondamento della teoria aristotelica sulla nascita di Dio. Dissi: prima del terno sicuro, voglio notizie di prima mano sull'immortalità dell'anima.
Dietro mia insistenza, il nonno mi stava per rivelare i misteri dell'aldilà, quando improvvisanente mi disse che lo chiamavano dalla regia. Alzò la cornetta del telefono e cominciò a fare di sì con la testa, proprio come fanno quelli del telegiornale. Quando riattaccò, disse che dalla regia avevano detto che su quelle cose non poteva dire niente, poteva dare solo i numeri e i cavalli.
Dissi: va bene, per adesso mi servono almeno cinquecento milioni, il mistero della vita e della morte lo posso scoprire dopo che mi sono comprato una bella macchina nuova e una villa a Capri. Ma dovette succedere qualcosa all'antenna. Il nonno sparì nell'effetto nebbia e non lo ritrovai più.”

Riccardo Pazzaglia (1926–2006) scrittore, giornalista e paroliere italiano

pagg. 41-42
Il brodo primordiale

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“Così il 10 giugno, quando si decise che era venuto il momento di riprendersi le piazze, ci si aspettava il solito schieramento di granatieri, la familiare, compatta macchia azzurra fitta di sguardi corrucciati, più le sei nuove unità antisommossa inaugurate un paio di mesi prima e alle quali la mitologia studentesca giù attribuiva poteri straordinari e molteplici, fra cui quello di sputare lacrimogeni, getti d'acqua, vernice, pallottole blindate, pallottole comuni, scoregge e inni nazionali, quello di far suonare sirene assordanti, di vederci al buio grazie ai raggi infrarossi, di investire con le camionette i più distratti e di essere completamente invulnerabili alle molotov. E infatti eccole là, schierate in cerchio tutt'attorno al Casco de Santo Tomàs, le sei squadre antisommossa nuove di zecca, grigioazzurre e verde oliva. C'erano anche un paio di battaglioni di granatieri, rinnovati nel corso degli ultimi tre anni con un nuovo afflusso di giovani contadini senza terra di Puebla, di Tlaxcala, di Oaxaca, venuti a riempire i buchi lasciati dai disertori del '68, ormai svezzati dall'inevitabile abbrutimento iniziale e che già cominciavano ad assaporare il piccolo potere, la piccola impunità dell'uniforme; vaccinati con le prime iniezioni della grossolana ideologia secondo cui gli studenti sono contro la Vergine di Guadalupe, il comunismo vuole rovinare il Messico e cancellare il ricordo dei Piccoli martiri, e noi siamo l'ultimo baluardo della patria; eccoli là, a cercar di nascondere la loro paura sotto la nostra paura.”

Paco Ignacio Taibo II (1949) scrittore spagnolo

cap. 8, p. 92
Niente lieto fine

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