Frasi sull'amore
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“Chi fabbrica su l'amore, fabbrica sul fango.”

Lorenzo Magalotti (1637–1712) scienziato, letterato e diplomatico italiano

Lettere sopra i buccheri

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“C'è un amore nella sabbia | un amore che vorrei | un amore che non cerco | perché poi lo perderei.”

Cristiano De André (1962) cantautore e polistrumentista italiano

da Cose che dimentico, n. 5
Sul confine

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“La gelosia uccide l'amore, ma lascia intatto il desiderio.”

Carlos Fuentes (1928–2012) scrittore messicano

citato in Corriere della sera, 30 settembre 1995

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“[Sulla preferenza della lingua spagnola] Perché è la lingua con cui sogno, faccio l'amore, insulto la gente.”

Carlos Fuentes (1928–2012) scrittore messicano

citato in Corriere della sera, 30 settembre 1995

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“Ama quello che non ha l'amore mio.”

Andrea Bocelli (1958) cantante lirico italiano

da Il mare calmo della sera
Mare calmo della sera

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“Io chiedo all'amore, quell'ombra nel cuore bagnata di sole.”

Andrea Bocelli (1958) cantante lirico italiano

da Incanto
Andrea

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“L'amore è l'altalena dei perdenti: se si va a pari c'è già da star contenti.”

Leonardo Pieraccioni (1965) attore e regista italiano

citando Trilussa; da Ti amo in tutte le lingue del mondo

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“Quanto ci rende bugiardi l'amore, pensò Annie. Che sentieri oscuri e intricati ci fa percorrere.”

Nicholas Evans (1950) scrittore inglese

L'uomo che sussurava ai cavalli

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“Salomone fu il primo a praticare il noto slogan "Fate l'amore, non la guerra."”

Adin Steinsaltz (1937) rabbino e filosofo israeliano

Origine: Citato in Focus Storia, n. 62, dicembre 2011, p. 51.

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“Pensa amore mio, che t'insegnai mille altri cieli e non seppi mai soffiarti vento sulle ali.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Tamburi lontani
Oltre

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“La storia d'amore più importante della mia vita? È stata quella con Wimbledon.”

Fred Perry (1909–1995) tennista britannico

Origine: Citato in Stefano Semeraro, Murray, Wimbledon punta sull'erede del Mito http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/tennis/200906articoli/21192girata.asp, Lastampa.it, 22 giugno 2009.

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“Tutti affermano che l'amore è importante, eppure siamo bombardati da ogni parte dall'evidenza del suo fallimento.”

Bell Hooks (1952) scrittore, attivista (femminista)

da Tutto sull'amore
Citazioni da Tutto sull'amore

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“Il vero amore di Foreman è la sua carriera.”

Omar Epps (1973) attore statunitense

citato in Mag-net.it http://www.mag-net.it/News/News/drhouse-news-intervista-ad-omar-epps.htm

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“È vero che prima di fare l'amore con tua moglie le leggi il sommario?”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Sai che la Ventura dal vivo è quasi il doppio?

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“Doustignac: Amor omnia vincit, dice il cugino Ovidio, quel gentile maestro in fatto di amore.”

Louis-Benoît Picard (1769–1828) drammaturgo francese

Origine: Il parente di tutti, p. 20

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“Ricordo con angoscia la prima volta che ho fatto l'amore. Era notte, era buio, ero solo.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

dal monologo Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando, 1988
Origine: Citazione di una battuta attribuita a Rodney Dangerfield o a Robin Williams, ma che è nel repertorio di molti comici USA: Do ya remember the first time you had sex? I do, and boy, was I scared! I was alone!

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“Si resiste amando perché quando hai solamente lo strumento della tua semplicità e dell'amore poi alla fine vinci, la cattiveria gira, gira, gira e poi torna su se stessa.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

da Pomeriggio Cinque, 30 maggio 2011
Citazioni di Barbara d'Urso

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“Per gestire con amore me ci vuole molto poco, devi darmi solo, esclusivamente, sicurezza in amore. Mi devi amare incondizionatamente.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

da Kalispèra!, 5 gennaio 2011
Citazioni di Barbara d'Urso

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“L'amore è invincibile come la forza italiana.”

Michaìl Andreevič Osorgìn (1878–1942) scrittore, giornalista e saggista russo

Origine: Un vicolo di Mosca, p. 51

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“Ora non posso permettermi di perderti nel grigiore di Milano.”

L'Aura (1984) cantautrice italiana

da Lettere d'amore, n. 13
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“è qui | che la vera differenza | è tutta nel modo in cui | ognuno | guarda il cielo | qui | da dentro | questa bizzarra | coincidenza.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Da questa parte del vetro, in Lettere d'amore nel frigo

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“Quante vite non capisci, e quindi non sopporti, perché ti sembra non capiscan te..”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da metti in circolo il tuo amore, n. 5
Radiofreccia (Cd 1)

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“Come ci frega l'amore: dà degli appuntamenti e poi viene quando gli pare.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Il giorno dei giorni, n. 2

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“È più forte di me questo gioco d'amore, si può solo guardare come va a finire”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da È più forte di me, n. 10
Nome e cognome

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“Sono qui per l'amore.. per le facce curiose che fa.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Sono qui per l'amore, n. 11
Nome e cognome

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“La nuova scuola sarà il luogo del libero lavoro, della libera comunità fra i bambini e di quelli che vorranno aiutare i bambini nella realizzazione dei loro problemi, del loro desiderio di conoscenza e di creazione. Nella nostra scuola non vi sarà posto per nessuna costrizione, per nessuna violenza sull'anima infantile, qual si sia il motivo per cui volesse introdursi. A base di tutto sarà posto l'amore, e un rispetto per la personalità del ragazzo, così profondo come si ha per qualsiasi uomo adulto. I maestri saranno non i superiori, ma i compagni anziani degli alunni… Essi apprezzeranno più di tutto la libera manifestazione dello spirito del ragazzo, il lavoro autonomo della sua mente… Il loro lavoro principale sarà quello di porre un'unità spirituale, una reciproca fiducia, una radicale uguaglianza fra loro e i loro scolari-compagni, senza di che non vi può essere alcun reciproco aiuto nel lavoro di educazione e di formazione. I genitori degli scolari di questa nuova scuola entreranno essi stessi nella vita della scuola, come partecipanti, collaboratori e compagni anziani dei bambini… In questa scuola ci si sforzerà di diroccare i muri che dividono la scuola dalla vita, per fare della scuola, non solo il giardino preparatorio alla vita, ma un luogo di gioia, pieno di interesse e di significato per il ragazzo, una parte viva della sua vita vera… La base sarà il lavoro dell'uomo, quello fisico; il lavoro manuale produttivo non sarà impedito o disprezzato e nemmeno trattato come un giuoco pedagogico; al contrario, sarà fatto tutto il possibile perché i bambini possano soddisfare l'esigenza che ogni uomo ha per questo o quel tipo di operosità più congeniale, mirando ad un lavoro che a mano a mano conduce al lavoro fisico proprio degli uomini, e che prende tutta la vita dell'uomo.”

Origine: Citato in Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo, a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Editore, Roma, 1956, pp. 75-76.

“Dall'amore alla dipendenza ci passa un capello.
E io sono sempre stato un uomo spettinato.”

Diego Cugia (1953) giornalista, scrittore e regista italiano

Origine: Zomberos, p. 74

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“E tanti ne assolsi.
Amor inter arma!
L'amore che vince ogni più cupo pensiero e dissolve ogni tormento nel cuore.”

Mario Giannone (1910–1989) presbitero, scrittore e militare italiano

Origine: La tentazione di un prete, p. 27

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“Non vi è amore più grande di quello di Gesù, il cui nome è anche sacrificio.”

Karekin I (1932–1999) religioso siriano

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“La preghiera è il canale dell'amore.”

Karekin I (1932–1999) religioso siriano

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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“Figlia mia, mentre voi vi separate da me, io non riesco a separarmi da voi; vi conservo nel mio cuore, nel mio seno, nel mio ricordo e voglio che questa lettera vi resti a memoria perpetua di ciò che sono per voi…
Verso Dio. Sulla terra voi non avete più che Dio per padre, che lo sarà per sempre, perché egli è eterno; è da lui che traete l'essere e la vita; è lui che, avendovi fatto nascere da un grande re, vi mette oggi una corona sul capo… Dio vi ha tenuto al mondo per colmarvi in esso di benefici… Ricordatevi che siete figlia della Chiesa e che il primo e il principale titolo che avete e che mai avrete… Voi siete nipote di San Luigi, e voglio che riceviate da me, in quest'ultimo saluto, la medesima istruzione che egli ricevette da sua madre, che gli diceve avrebbe preferito vederlo morto che offendere Dio, vostro tutto e vostra vita. Siate ferma e zelante nella religione, secondo il suo esempio… Non permettete in nessun caso che in vostra presenza si dica mai nulla di contrario alla vostra fede e alla vostra religione… frequentate i sacramenti che sono il vero nutrimento della nostra anima.
Abbiate cura di proteggere i cattolici nei confronti di vostro marito, affinché non ricadano più nella miseria da cui sono usciti grazie alla fortuna del vostro matrimonio; siate verso di loro come Ester… Non intendo che dimentichiate nella vostra carità e nei vostri favori quelli che sono di un'altra religione…
Verso il re. L'amore che dovete al re vostro marito vi obbliga ad amare i suoi sudditi… Diventate la loro madre. Il vostro titolo di regina vi lega all'Inghilterra e, partendo, dovete ormai considerarne gli interessi…
Verso i vostri domestici. Potete tranquillamente credere che se servono bene Dio, serviranno bene anche voi… Trattate bene i vostri servitori e vogliate loro anche bene.
Verso di voi. Siate esempio d'onore, di virtù e di modestia… Abbiate una dolcezza accompagnata da una regale gravità… Siate cortese e rispettosa con tutti, non offendete mai nessuno con parole o azioni… Bandite dalla vostra presenza la maldicenza e la canzonatura, vizi comuni nella corte dei Grandi.
Addio, figlia mia, vi lascio e vi affido alla custodia di Dio e del suo angelo, e vi dò Gesù Cristo suo unico Figlio, vostro Signore e Redentore… Addio, ancora una e molte volte; siete di Dio, di Dio, restate fedele a Dio per me, è ciò che desidero dal più profondo del mio cuore.”

Maria de' Medici (1575–1642)

Lettera d'addio alla figlia Enrichetta Maria regina d'Inghilterra
Origine: Citato in Maria de' Medici. Un'italiana alla corte di Francia, pp. 171-172.

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“Per venire ai commenti specifici, sulla giustizia e sulla crisi da cui oggi è investita gioca soprattutto l'eterogeneità ideologica e politica. In tempi recenti si è fatta strada l'idea perniciosa che non esiste e non può esistere una giustizia «obiettiva», che l'elemento ideologico è inevitabilmente presente in tutti gli uomini in quanto animali sociali e quindi anche nei giudici; così stando le cose, è necessaria una «scelta di campo», anche nell'amministrare la giustizia.
Come tutte le idee perniciose, anche questa ha una parte di verità. In quanto membro di una società ed anzi in quanto membro di una classe o di una categoria sociale, ciascuno di noi non può andare esente da condizionamenti ideologici. Ma se la rigorosa obiettività non è possibile, un uomo civile e soprattutto giudice deve rifuggire dal bieco settarismo, deve fare ogni sforzo per tenere sotto controllo le sue preferenze ideologiche e cercare di essere intellettualmente onesto. Viceversa, oggi nella magistratura non sono più eccezioni coloro che si arrendono all'idea del fatale predominio dell'elemento ideologico: né sono pochi – è terribile a dirsi – coloro che per amore di carriera entrano in turpe commercio con influenti uomini politici e, nei fatti, si mettono al loro servizio usando la giustizia penale come arma di ricatto o di persecuzione per togliere di mezzo certe persone in lotte economiche e politiche condotte senza esclusione di colpi. Infine, nel preoccupante quadro della giustizia italiana, troviamo anche, come effetto della rapidissima e tumultuosa espansione delle classi medie, magistrati, fortunatamente non numerosi, che si comportano come liberti, i quali, per dar prova della promozione sociale e della raggiunta indipendenza rispetto agli antichi signori, incriminano uomini di grande notorietà e di elevata posizione sociale non solo quando commettono reati (il che è sacrosanto), ma anche quando gl'indizi sono labili e pretestuosi e si tratta, come poi spesso risulta dopo lunghe e penose vicende, d'intemerati gentiluomini. A volte una tale condotta si combina con quel turpe commercio di cui parlavo poco fa – il liberto perde il pelo, ma non sempre perde il vizio.”

Paolo Sylos Labini (1920–2005) economista italiano

Origine: Le classi sociali negli anni '80, p. 36-37

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“L'amore parla molto, è un discorso. Si dichiara, e spesso culmina in questa dichiarazione in cui finisce: atto linguistico altamente ambiguo, quasi indecente.”

Jean Baudrillard (1929–2007) filosofo e sociologo francese

da Le strategie fatali, Feltrinelli, Milano 1984