Frasi sull'et
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“[La vita] ha bisogno della forma e, in quanto forma, ha bisogno più della forma. Alla vita è intrinseca questa contraddizione, di poter venir fuori soltanto in forme e tuttavia di non poter restare entro tali forme, ma di poter oltrepassare e rompere ogni forma che ha prodotta.”

Georg Simmel (1858–1918) filosofo e sociologo tedesco

Origine: Da Lebensanschauung, La filosofia della vita, Bompiani, Milano 1938; citato in Giorgio Di Giovanni, La società non è fissa.

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“Certo è che se dai a Marotta la metà di quello che spende Corvino, vinciamo tre scudetti consecutivi. Marotta è il Cassano dei direttori sportivi.”

Antonio Cassano (1982) calciatore italiano

Origine: Dall'intervista Cassano sposa la Samp: "Sarò il nuovo Mancini" http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2008/08/14/cassano.shtml, Gazzetta.it, 14 agosto 2008.

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“Per via di quello che accadde a Wimbledon, in Inghilterra nessuno aveva la notorietà di McEnroe. […] Eppure John, quando da ragazzino vide per la prima volta Bjorn agli US Open capì di avere qualcosa in comune con lui. Qualcosa che non voleva rovinare. Aveva un grandissimo rispetto per Bjorn.”

Peter Fleming (1955) tennista statunitense

Origine: Citato in Malcolm Folley, Borg vs. McEnroe. la più grande rivalità del tennis moderno, traduzione di Chiara Basso, Effepi Libri, 2006, p. 21 http://books.google.it/books?id=_ArUWRRxCuUC&lpg=PP1&pg=PA21, ISBN 0-7553-1360-7.

“Nelle società tradizionali, la donna sposata non poteva sottrarsi al rapporto sessuale.”

Origine: Storia del corpo femminile, p. 15

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“Chi guarda nel cannocchiale e vede cose diverse da quelle che vedo io è sempre uno che può insegnarmi molte cose, e lo leggerò con l'atteggiamento del discepolo che vuole capire ciò che ancora non gli è chiaro; se poi discuterò le sue conclusioni, lo farò col rispetto e con la riconoscenza che dobbiamo a quelli che hanno aperto la strada sulla quale ci prepariamo ad andare oltre, valutando il suo procedimento a posteriori sulla base degli argomenti, non a priori confrontando le sue conclusioni con le mie. È l'atteggiamento che il mio maestro Guido Calogero mi ha insegnato a chiamare «volontà di capire» o «spirito del dialogo». Ma al dialogo tra chi guarda nel cannocchiale e chi si rifiuta di guardarci non ho mai creduto: non è in nessun caso proficua una discussione tra uno storico che fonda su una serie di argomenti una nuova prospettiva e uno storico che, solo perché la nuova prospettiva non è ortodossa, si ritiene dispensato dalla fatica di saggiare ad uno ad uno gli argomenti e se la cava dicendo che il tutto «non è convincente»; né tra chi si pone come unico problema la verificabilità di una lettura storica e chi si preoccupa delle conseguenze che tale lettura porterà al quadro tradizionale della Geistesgeschichte; né tampoco tra chi ricostruisce un antico pensiero con la pazienza da formica del raccogliere instancabilmente nuovi elementi e chi deduce il pensiero di Parmenide dall'Eleatismo, l'Eleatismo dal Naturalismo Presocratico e il Naturalismo Presocratico dalla Spiritualità Greca; né, soprattutto, tra lo scrittore che lavora a inserire il «filosofo» in una prospettiva sincronica, che è poi sempre costituita dalla cultura e dalla società in cui quel «filosofo» visse e respirò, e il suo collega disposto a chiarirne i punti oscuri sempre e soltanto attraverso la rilettura di altri «filosofi», rifuggendo con disgusto dal contaminare il Puro Pensiero con l'utilizzazione dei poeti, degli oratori e degli storici.”

Antonio Capizzi (1926–2003) filosofo e storico italiano

Origine: La Repubblica cosmica, pp. 13-14

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“La letteratura fiorisce meglio quando è per metà un mercato e per metà un'arte.”

William Ralph Inge (1860–1954) docente, scrittore, religioso (prete anglicano)

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“Quando i nostri progenitori furono cacciati dal paradiso, Adamo disse ad Eva: "Mia cara, viviamo in un'età di transizione!"”

William Ralph Inge (1860–1954) docente, scrittore, religioso (prete anglicano)

When our first parents were driven out of Paradise, Adam is believed to have remarked to Eve: "My dear, we live in an age of transition.
Origine: Da Assessments and Anticipations http://books.google.com/books?id=87AxAAAAMAAJ&q=%22When+our+first+parents+were+driven+out+of+Paradise+Adam+is+believed+to+have+remarked+to+Eve+My+dear+we+live+in+an+age+of+transition%22&pg=PA261#v=onepage, 1929, p. 261.

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“Le colpe del governo verso i popoli reagiscono sul governo stesso e su' legami che formano il nodo della società.”

David Winspeare (1775–1847) avvocato, giurista e filosofo italiano

Storia degli abusi feudali

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“La proprietà, perché abbia un valore morale, è necessario che sia ottenuta attraverso un sacrificio.”

Angelo Costa (1901–1976) imprenditore italiano

L'imprenditore, il mercato e la religione

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“Chi vuole far tornare l'età dell'oro, deve tenersi pronto per le ghiande come per l'onestà.”

Bernard de Mandeville (1670–1733) medico e filosofo olandese

da La favola delle api, ed. Laterza, Roma-Bari, 2008, p. 21

“La gioia è infinita, in tutta la sua varietà, ma la sofferenza è sempre uguale.”

Charles Coleman Finlay (1964) scrittore statunitense

Origine: Prigioniero politico, p. 80

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“Come infatti non solo è temeraria, ma anche cieca l'eloquenza non illuminata dalla ragione, così la sapienza che non si giova dell'uso della parola è non solo debole, ma in certo modo monca: infatti, anche se, talora, una sapienza senza parola può giovare a confronto della propria coscienza, raramente e poco giova alla società.”

Giovanni di Salisbury filosofo, scrittore e vescovo inglese

Origine: Citato in Benedetto XVI, udienza del mercoledì del 16 dicembre 2009 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20091216_it.html.

“14. Ci sono insetti che si bruciano per troppa gioia di luce. È la nostra età dell'oro. Così prossimi alla fine da non vederla.”

Sebastiano Addamo (1925–2000) scrittore e poeta italiano

da La metafora dietro a noi, Spirali Edizioni, Milano, 1980

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“Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». Inoltre l'editto distingueva tra abbandonati da genitori naturali che potevano essere destinati alla Santa Casa dell'Annunziata e abbandonati da genitori di allievo (baliatico) che erano invece rivolti al Real Albergo de' Poveri. Le disposizioni del 1802 mal celavano però un carattere di provvisorietà, determinato dalla penuria di eliminare al più presto l'accattonaggio, e dalle tristi condizioni economiche del Reame. Ma le intenzioni del primo Ferdinando dovevano fare i conti con un imprevisto di suprema importanza: l'occupazione francese avvenuta nel 1806 per la quale il Re e la sua Corte furono costretti a fuggire a Palermo sotto la protezione degli inglesi.”

Origine: L'assistenza degli esposti in Napoli, p. 15

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“Carelli: "Onorevole Di Pietro, lei è mai stato a Oxford a tenere una lezione?" Di Pietro: "No, guardi, io ho il senso dei miei limiti”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

da Rapporto Carelli, Sky, 2 dicembre 2011; citato in Solidarietà del Tg5 a Minzolini, la Repubblica)

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“Venni chiamato ad Asheville (Carolina del Nord) per visitare un giovane alla stadio terminale. Lo trovai in uno stato di consunzione quasi scheletrica, benché da diversi mesi mangiasse sei volte al giorno, così come prescritto da un medico provetto. Le eruttazioni intestinali erano frequenti e rumorose; l'espettorato era di circa sei once ogni 24 ore.
Fu prescritto un digiuno e al terzo giorno venne vomitata una massa di cibo non digerito. Allorché lo stomaco e l'intestino vennero liberati, ci fu un sollievo generale e la tosse venne così a diminuire, fino ad arrivare a un'oncia di espettorato ogni 24 ore.
Dopo una settimana di digiuno il giovane paziente provò un desiderio naturale per il cibo e d'ora in poi godette di assenza di malessere gastroenterico, mangiando qualsiasi cosa desiderasse, vivendo perciò meno disagiatamente. Infine, con labbra bisbiglianti mi ha dettato le sue ultime volontà, riguardo a una grande proprietà, facendo segni allorché non riusciva ormai più ad aprire bocca e la sua vita finì così come una candela in consunzione.
Le sue sofferenze per mesi erano quasi tutte dovute alla massa di cibo in stato di decomposizione. Lo vide chiaramente, lo diceva spesso, che il suo era un caso di inanizione per sovralimentazione. La natura infine soccombette, in quanto non fu capace di trattare appropriatamente la malattia, l'indigestione, ma lottò valorosamente fino a che il corpo non ne venne pressoché assorbito.”

Edward Hooker Dewey (1837–1904) medico statunitense

traduzione propria da The No-Breakfast Plan and the Fasting-Cure, pagg. 46-47

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“Che la pietà non vi sia di vergogna.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Recitativo, n.° 9

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“La borghesia ha cessato di essere la rappresentante di tutta la società e ai suoi intressi economici si contrappongono ormai allo sviluppo delle forze produttive della società stessa.”

Sergej Hessen (1887–1950) pedagogista russo

Origine: Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia, p. 236

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