Frasi su approdo

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema approdo, vita, mondo, due-giorni.

Frasi su approdo

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“Dobbiamo dunque pensare all'individuo animale come a un piccolo mondo che esiste in sé, con mezzi propri. Ogni creatura ha una propria ragion d'essere. Tutte le sue parti hanno un effetto e un rapporto diretto l'una con l'altra, rinnovando così il flusso continuo della vita.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

Varie
Origine: Da 'Scientific Studies, a cura di Douglas Miller, Suhrkamp, New York, p. 121; citato in Vandana Shiva, Vacche sacre e mucche pazze, traduzione di Giovanna Ricoveri, Derive Approdi, Roma, 2001, p. 84.

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“Quelle speranze sempre rinnovate ci conducono alla dignitas della persona umana, al suo approdo alla parte migliore di sé.”

George Steiner (1929–2020) scrittore e saggista francese

da Lezione dei maestri
Origine: Secondo Rob Riemen «Steiner riassume in un'unica frase l'essenza dell'educazione e della cultura liberali».

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“Non credo nell'intelligenza come dote a sé. Accompagnata dall'energia e dalla buona volontà può dare ottimi frutti. Sola, non approda a nulla.”

John Hersey (1914–1993) giornalista e scrittore statunitense

da The Child Buyer; citato in Selezione dal Reader's Digest, marzo 1973

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“Non so di che specie egli [Dino Campana] fosse: se superiore o inferiore alla comune nostra; certo è ch'era di altra specie. […] Da lui e dal coetaneo Ungaretti, s'inaugura un tono intimo e grave nella nostra ultima poesia.”

Emilio Cecchi (1884–1966) critico letterario e critico d'arte italiano

Origine: Da L'Approdo, gennaio-febbraio 1952; citato in Antologia critica a Dino Campana, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972.

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“Acquario. Approdo.”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

Un due tre stella, Mago Acirfass

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“La mia prima impressione del mio approdo a Napoli fu quello di una città caotica. I napoletani sono insolenti e maleducati […]. In ogni momento ti assalivano gridando in dialetto "Uè Gargà vien accà" magari per fare una foto. Il "per favore" a Napoli non esiste ma è una cosa unica vivere li. La città cambia dal giorno alla notte. Se le cosa vanno bene non puoi uscire di casa, se vanno male lo stesso.”

Walter Gargano (1984) calciatore uruguaiano

Origine: Da un'intervista rilasciata alla radio messicana RG la Deportiva; citato in Gargano: "Buffon impressionante, mi tolgo il cappello. Che difesa la Juve! I napoletani sono maleducati" http://m.tuttojuve.com/altre-notizie/gargano-buffon-impressionante-mi-tolgo-il-cappello-che-difesa-la-juve-i-napoletani-sono-maleducati-295624/, TuttoJuve.com, 4 maggio 2016.

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“E navigheremo tra le stelle dei nostri antichi desideri | alla ricerca di approdi che abbiano un senso.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Vedo morire colori di campi, vv. 29-30
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“Le parole sopravvivono ai sistemi perchè vivono di loro stesse: sono fuochi di memoria, segnali di trasmissione, transiti tra passato e presente, ancoraggi per evitare derive, non certo approdi definitivi, ma porti sicuri nel mare aperto della verità. Le parole, com'è noto, sono sapienti di per sè e per questo, ogni volta, prima ancora di pronunziarle bisognerebbe ascoltarle: come all'inizio. Infatti, non sono nostre, ma ci sono state donate, le abbiamo apprese.

Perchè non suonino vane è necessario che non se perda l'eco profonda, che nel dirle si sia ancora capaci di risentirle - quasi a trattenerle - per evitare che con il suono ne svanisca anche i senso. La sapienza delle parole ha preceduto la filosofia e per molti versi l'ha preparata: in essa, poi, le parole sono maturate come frutti, si sono fissate in idee, si sono trasformate in concetti.

Variamente definite, hanno acquisito spessore e pur rimanendo le stesse nel corso del tempo sono divenute polisemiche, in taluni casi anche equivoche. Una stratificazione di significati tutta da indagare. Le parole della filosofia, come del resto tutte le parole, sono poi vincolate dalla logica del contesto, ma, ora, nell'attenuarsi dei vincoli di tradizione hanno acquistato una loro singolare libertà perchè nessuno più ha l'autorità di sottoporle a una previa restrizione.

Non si sono affatto sgravate del passato, ma sono più che mai feconde in forza di quel passato: eccedono se stesse per un sovraccarico di storia che mettono a disposizione senza ipoteche per la più ampia e e libera interpretazione. Per fare una buona filosofia basta, quindi, meditare sulle sue parole, seguirle nelle loro peripezie, procedere a una loro delucidatio, vincolarle di nuovo a più alti e differenziati livelli di definizione. Consapevoli, nel far questo, di prendere decisioni su di esse, di fare, appunto, teoria.

Le parole, poi, sono depositi di sapienza, sono tradizione e perciò garanzia di continuità pur nella variazione dei significati: certo, per investigare, scoprire, bisogna disfarsi del peso del passato, ma il già noto se non costringe sostiene, rassicura, è piattaforma per il futuro, è possibilità di mettersi al riparo se si perde la rotta e si fa naufragio.”

Parole della filosofia, o dell'arte di meditare

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