Frasi su brusca

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema brusca, vita, stato, stesso.

Frasi su brusca

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“Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperoché l'arco negli edifizi è composto di 2 parti di circulo, i quali quarti circuli, ciascuno debolissimo per sé, desidera cadere, e opponendosi alla ruina l'uno dell'altro, le due debolezze si convertano in unica fortezza.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Origine: Da Frammenti sull'architettura, in Scritti rinascimentali di architettura, a cura di A. Bruschi, Il Polifilo, Milano, 1978.

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“E gli occhi. Io non so dire il colore degli occhi di Lenore Beadsman; non posso guardarli; per me quegli occhi sono il sole.
Sono blu. Le sue labbra sono carnose e rosse e tendono al rorido e più che chiedere pare pretandano, in quel loro broncio di seta liquida, d'esser baciate. Io le bacio spesso, lo ammetto, inutile negarlo, ne sono un baciatore, e un bacio con Lenore è, se mi è concesso indugiare un po' su questo tema, non tanto un bacio quanto una dislocazione, è rimozione e poi brusca assunzione di essenza dall'io alle labbra, sicchè è non tanto il contatto di due corpi umani per fare le solite cose a colpi di labbra quanto due insiemi di labbra in reciproca cova e in comunione di specie sin dagli albori dell'era post-Scarsdale, forti di condizione ontologica autonoma sancita dalla suddetta comunione, che trascinano dietro e sotto di sè, mentre si uniscono e diventano una cosa sola, due ormai completamente superflui corpi terreni appesi al bacio come spossati cambi di fiori sursbocciati ovvero come mute ormai inservibili. Un bacio con Lenore è una sequenza in cui io pattino con scarpe imburrate sull'umida pista del suo labbro inferiore, protetto dalle intemperie grazie all'aggetto madido e tiepido di quello superiore, per infine riparare tra labbro e gengiva e rimboccarmi il labbro sin sul naso come un bimbo la coperta e da lì scrutare con occhi lustri e ostili il mondo esterno di Lenore, del quale non voglio più far parte.”

The Broom of the System

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“Non cogliamo l'occasione adatta, | per dir le cose veramente, | finiamo capovolti e urlanti, | a fare bruschi movimenti, | che poi si rompono gl'incanti | e quel che ci rimane | è materiale per rimpianti. (da Italian violence”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Ballata dell'amore dopo la conquista), n. 9
Canzoni dell'appartamento

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“Una ripida discesa, che si prolunga sul fianco del dirupo, ci conduce al fondo della vallata del torrente che sbocca alla Marina di Catanzaro. All'inizio di questo pendìo un gruppo di platani secolari, dal tronco marmorato, offrirebbe ai paesaggisti magnifici modelli per degli studi di alberi. Avvezzo alla abitudini del paese, io non stupisco né mi spavento di vedere il nostro cocchiere spingere le sue bestie a gran corsa nella discesa; so già per esperienza che i cavalli calabresi hanno il piede di una sicurezza mirabile, e sono abituati a scendere a tutto galoppo i più forti pendii, girando con una precisione meravigliosa nelle curve più brusche della strada, quando s'immaginerebbe che il loro slancio stia per trascinarli nell'abisso. In fondo alla vallata lasciamo sulla destra, a un centinaio di metri di distanza, una vasta chiusa di aranci e di altri alberi fruttiferi, perfettamente irrigua, di una vegetazione meravigliosa, circondata da tutti i lati da rocce a picco bruciata dal sole e coperte da cactus, di agavi e aloe. Questa chiusa passa per una delle meraviglie dei dintorni di Catanzaro; è uno dei siti in cui si conducono i forestieri. La si chiama il Paradiso, e tal nome è ben dato, perché è un vero paradiso di frescura e di ridente vegetazione, una deliziosa solitudine, nella quale è possibile credersi isolato dal resto del mondo.”

François Lenormant (1837–1883) assiriologo e numismatico francese

Origine: La Magna Grecia. Paesaggi e storia, La Calabria (vol. III), pp. 8-9

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“Come tutti i veri buoni, il dottor House deve mostrarsi cattivo. Non inducano in errore i modi bruschi. Sotto una dura scorza batte un cuore grande così. Conviene ripeterlo: Dr. House è prima di tutto una grande lezione di diagnostica, un testo da rendere obbligatorio nelle facoltà di medicina.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Una grande lezione di diagnostica https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/16/Una_Grande_Lezione_Diagnostica_co_9_060716051.shtml, Corriere della sera, 16 luglio 2006, p. 47.

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“Le principali glaciazioni sono esempi spettacolari del cambiamento climatico naturale, che si è verificato durante le ere geologiche. Hanno avuto luogo a intervalli regolari di 100 mila anni e hanno sempre seguito lo stesso strano modello di sviluppo: lento e costante raffreddamento, seguito da un brusco riscaldamento in condizioni simili a quelle di oggi. […] I grandi episodi di glaciazione non sono stati gli unici casi di cambiamento climatico naturale, tuttavia. Sei milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo venne prosciugato. Novanta milioni di anni fa, alligatori e tartarughe facevano le capriole nell'Artico. Centocinquanta milioni di anni fa gli oceani avevano invaso il centro del Nord America, contribuendo a preservare le ossa di dinosauro. Trecento milioni di anni fa, l'Europa settentrionale venne trasformata in un deserto bruciato e nell'Antartide si formò il carbone. […] Nessuno sa perché questi drammatici cambiamenti climatici siano avvenuti nel passato. Le idee che comunemente emergono, comprendono: – perturbazioni dell'orbita terrestre da parte di altri pianeti, interruzioni di correnti oceaniche, l'aumento e la diminuzione di gas a effetto serra, il riflesso del calore sulla neve, la deriva dei continenti, gli impatti di comete, la Genesi, le alluvioni, i vulcani, i lenti cambiamenti nella radiazione del sole. Nessun supporto scientificamente solido è stato trovato, in nessuno di questi suggerimenti. Una cosa che sappiamo per certo è che le persone non sono state coinvolte. Non c'erano abbastanza persone in giro per poter contare, durante le glaciazioni, e non c'erano proprio persone, prima di tali episodi. La storia della geologia, come la conosciamo, ci suggerisce che il clima è una cosa molto più grande dell'energia. L'approvvigionamento energetico è una questione di ingegneria e dobbiamo tenere d'occhio i problemi che possono renderlo più difficoltoso, mano a mano che il tempo passa. Il cambiamento climatico, al contrario, è una questione di tempi geologici, qualcosa che la Terra fa abitualmente da sola, senza chiedere il permesso a nessuno e senza spiegare perché. La Terra non include gli effetti potenzialmente catastrofici della civiltà nella sua pianificazione. Lungi dall'essere responsabile di danneggiare il clima della Terra, la civiltà non potrebbe essere in grado di prevenire nessuno di questi terribili cambiamenti una volta che la Terra abbia deciso di compierli. È stata la Terra a congelare di nuovo il Canada, per esempio, è difficile immaginare di poter fare qualcosa, se non vendere la casa che eventualmente abbiamo la. Se la Terra decide di sciogliere la Groenlandia, potrebbe essere saggio vendere tutto quello che possediamo in Bangladesh. La storia geologica ci suggerisce che il clima non dovrebbe preoccuparci troppo quando stiamo pensando al futuro dell'energia, non perché sia poco importante, ma perché è oltre il nostro potere di controllo.”

Robert Laughlin (1950) fisico statunitense

Quello che la Terra sa

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“In ogni caprese c'è un fondo antico e genuino che si sente nel dialetto stretto e nella scontrosa e a volte brusca natura contadina, e una realtà più sciolta e disinvolta acquisita dal rapporto con gli ospiti stranieri che hanno amato e celebrato l'isola.”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

Origine: Da Capri, la memoria di un'Isola-Stato https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/28/CAPRI_MEMORIA_ISOLA_STATO_co_9_090928023.shtml, Corriere della sera, 28 settembre 2009, p. 35.

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“Il Disegno si avvolge sempre più strettamente intorno a te» disse Moiraine. «Ora più che mai hai bisogno di me.»
«Non ho bisogno di te» replicò Rand, brusco «E non ti voglio. Non voglio avere niente a che fare con questa storia.» Ricordò che l'avevano chiamato Lews Therin… non solo Ba'alzamon, ma anche Artur Hawkwing. «Non voglio. Luce santa, si suppone che il Drago causi di nuovo la Frattura del Mondo, che faccia a pezzi ogni cosa. Non sarò io il Drago.»
«Tu sei ciò che sei» disse Moiraine. «Già agiti il mondo. Per la prima volta in duemila anni l'Ajah Nera ha rivelato la propria esistenza. Arad Doman e Tarabon sono sull'orlo della guerra; e sarà ancora peggio, quando giungeranno le notizie di Falme. Nel Cairhien è scoppiata la guerra civile.»
«Nel Cairhien non ho fatto niente» protestò Rand. «Non puoi darmene la colpa.»
«Fare niente è sempre stata una tattica del Grande Gioco» sospirò Moiraine. «In particolare, come lo giocano adesso. Sei stato la scintilla e Cairhien è esplosa come fuoco d'artificio degli Illuminatori. Cosa accadrà, secondo te, quando le notizie di Falme arriveranno nell'Arad Doman e nel Tarabon? Sono sempre esistiti uomini disposti a proclamarsi in favore di chiunque si dichiari il Drago, ma non hanno mai avuto segni portentosi come questo.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Moraine Damodred, capitolo 49
La ruota del tempo. La grande caccia

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“Perché in quello stesso periodo in Sicilia e in tutto il sud ovest, anche Calabria, si muovevano delle strane leghe meridionali che, in sintonia con la Lega Nord – c'era stato addirittura a Lamezia Terme con un rappresentante della Lega Nord – si proponevano di secedere, di staccare Sicilia, Calabra… infatti si chiamavano "Sicilia libera", "Calabria libera". Era tutto un fronte di leghe molto strano: invece di esserci i padani inferociti lì c'erano strani personaggi legati un po' alla mafia, un po' alla 'ndragheta e un po' alla P2 e uno di questi, il principe Orsini che aveva legami con questi personaggi, aveva legami anche con Marcello Dell'Utri. Quindi noi sappiamo che Dell'Utri – lo ha dimostrato Gioacchino Genchi, ma guarda un po', andando a incrociare i telefoni e i tabulati di questi personaggi – aveva contatti diretti con questo Principe Orsini. Dell'Utri inizialmente tiene d'occhio questi ambienti, perché sono le organizzazioni mafiose, legate a personaggi della P2 e dell'eversione nera, che si stanno mettendo insieme perché sentono odore di colpo di Stato, sentono odore di nuova Repubblica e vogliono far pesare, ancora una volta, la loro ipoteca con un partito o una serie di partiti nuovi. Come Sicilia Libera, della quale si interessano direttamente boss come Tullio Cannella, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Giovanni Brusca.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da I nuovi padri della patria http://www.beppegrillo.it/2009/03/passaparola_lun_22.html#comments, 30 marzo 2009
BeppeGrillo.it

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“Si tratta di un autentico cult movie, tra i pochi che può vantare il cinema italiano del dopoguerra. Un'intuizione geniale è all'origine del film, che può essere definito un road movie; il confronto di due generazioni nel territorio neutro di una giornata di vacanza. La complementarietà dei caratteri dei due protagonisti è un supporto dalle solide basi. La sceneggiatura di Scola, Risi e Maccari è in perfetto equilibrio tra la commedia all'italiana e il dramma sociale, questo appena accennato con alcune allarmanti sequenze disseminate nel film e concluso nell'impietoso finale. Il cialtronesco Gassman, finalmente libero, come lui stesso ammette, dai vincoli delle caratterizzazioni, dai ghigni classicheggianti, esprime in alcune sequenze la sua dirompente fisicità. Distrugge con l'intuizione del superficiale i luoghi comuni che lo studente Trintignant si era costruito in un'intera vita, sui suoi parenti. Libera lo charme opaco di una zia del suo amico. In ogni spostamento, dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto lungo le strade della Versilia fino alla Costa Azzurra, si gioca la sua dignità e persino la sua figura di padre. la partita a ping-pong con Gora è al riguardo esemplare. L'attonito Trintignant in questa scuola dei diritti è infatti l'unico a soccombere, emblematicamente. Non pochi hanno lamentato il cambio di atmosfera dell'epilogo: un brusco risveglio dalla partitura scoppiettante di una pellicola che sembrava dover dispensare un eclettico piacere a fior di pelle. Come in La grande guerra e Una vita difficile il cinema italiano aveva trovato, se non un vero e proprio stile, un equilibrio basato su una precisa rappresentazione della società italiana, senza dover ricorrere ai macchiettoni che il depravato cinema d'oggi mostra con lugubre allegria. Il rimpianto di quel cinema è presente in ogni spettatore che abbia solo visto quei film pur non facendo parte di quella generazione. Ed ecco allora la Lancia Aurelia Sport diventare un oggetto mitico. Così come alcune battute di questi film vengono tramandate con puntuale approssimazione, ma con sincera partecipazione. Il sorpasso, al suo apparire quasi snobbato dalla critica, si è ritagliato col tempo uno spazio che appartiene di diritto alle grandi memorie del cinema.”

Il Farinotti (1951) critico cinematografico italiano

Il sorpasso, p. 1892

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“Il giorno prima di lasciare San Francisco feci quattro passi per Market Street, dove m'imbattei in una botteguccia con la vetrina coperta da una tenda e un cartello che diceva: «Fatevi leggere la fortuna sulle mani e sulle carte. Un dollaro». Entrai, un po' imbarazzato, e mi trovai di fronte a una donna rubiconda sulla quarantina che uscì da una stanza interna masticando un boccone del pasto interrotto. Con aria noncurante m'indicò un tavolino addossato al muro opposto alla vetrina, e senza guardarmi disse: «Prego, si accomodi». Poi sedette davanti a me. I suoi modi erano bruschi. «Mescoli queste carte e tagli il mazzo tre volte, poi metta le mani sul tavolo col palmo in alto, per favore.» Voltò le carte e le sparse sul tavolo, le studiò, poi mi guardò le mani. «Lei sta pensando a un lungo viaggio, il che significa che presto lascerà gli Stati Uniti. Ma vi tornerà fra breve per dedicarsi a un'altra attività… diversa da quella che fa ora.» Qui la donna esitò e parve confondersi. «Be', è quasi la stessa, però è diversa. Vedo un enorme successo coronare questa nuova iniziativa; lei ha davanti a sé una carriera straordinaria, ma non so dirle quale sia.» Per la prima volta alzò lo sguardo su di me, poi mi prese la mano. «Oh sì, ecco tre matrimoni: i primi due non riusciranno, ma lei giungerà alla fine dei suoi giorni felicemente ammogliato e con tre figli.» (Qui sì che si sbagliava!) Poi tornò a studiarmi la mano. «Sì, farà una fortuna eccezionale, è una mano da soldi la sua.» Scrutandomi in viso, disse: «Morirà di broncopolmonite all'età di ottantadue anni. Un dollaro, prego. Ha qualche domanda da fare?».
«No» dissi ridendo «mi pare che basti.»”

Charlie Chaplin (1889–1977) attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico

Origine: La mia autobiografia, pp. 155-156

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“Non conta il sogno ma quanto è brusco il risveglio.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da In ogni dove, n. 15
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