Frasi su ingiuria

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema ingiuria, fitta, sassaiola, uomini.

Frasi su ingiuria

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“C'è chi mi vuole folle e chi follemente spera che toppi carriera, | da sera a mattina si ostina, ficca aghi nella mia bambolina!”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
?!
Origine: Pubblicato precedentemente nel demo Con Caparezza... nella monnezza (1999).

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“Chi manomette le tette della scultura | ne ignora l'amore e la cura.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
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“Bisogna sempre lasciar trascorrere la notte sulle ingiurie del giorno innanzi.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Pensieri morali

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“Le ingiurie sono sempre grandi ragioni per coloro che non ne hanno.”

Miguel de Cervantes (1547–1616) scrittore, romanziere, poeta, drammaturgo e militare spagnolo

Origine: Citato in G. B. Garassini e Carla Morini, Gemme, classe 5 maschile, Sandron, Milano [post. 1911].

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“Gli uomini si vergognano non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

LVII

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“Mi piace che mi grandini sul viso | la fitta sassaiola dell'ingiuria. | Mi agguanto solo per sentirmi vivo | al guscio della mia capigliatura.”

Angelo Branduardi (1950) cantautore, violinista e chitarrista italiano

da Confessioni di un malandrino, n. 7
La luna
Origine: Questa strofa della canzone venne campionata da Caparezza per la canzone La fitta sassaiola dell'ingiuria, traccia n. 9 dell'album ?! (2000).
Origine: Il testo è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Aleksandrovič Esenin, intitolata Confessioni di un teppista.

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“Ve ne sono molti che scrivono i beneficii nella polvere, e l'ingiurie nel marmo.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 436
Origine: Dialoghi Piacevoli, Del Prencipe di Valacchia, p. 79

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“O miei cari fratelli! Satana è uno schermitore che darebbe del filo da torcere a Grand-Jan, a Jan-petit e all'Inglese, e io vi dico in verità che molto rudi sono i suoi assalti. Fintanto che noi siamo nell'età di peccare mortalmente, messer Satana ci chiama sul Préx-aux-Clercs della vita. Le nostre armi sono i divini sacramenti; ma egli porta tutto un arsenale fatto dei nostri peccati, armi offensive e difensive insieme. Mi par di vederlo entrare in campo chiuso; la Golosità sul ventre; ecco la sua corazza; la Pigrizia gli serve da speroni; nella sua cintura vi è la Lussuria, che è uno stocco pericoloso, l' Invidia è la sua spada, sulla testa porta l' Orgoglio come un gendarme l'elmetto; ha in testa l' Avarizia per servirsene al bisogno ed ha in bocca la Collera con le ingiurie e tutto quel che segue il che vi dimostra che egli è armato fino ai denti. Quando Dio dà il segnale, Satana non vi dice come i cortesi gentiluomini: Signore in guardia! ma si precipita sul cristiano a testa bassa. Il cristiano accorgendosi che sta per ricevere un colpo di Gola nel mezzo dello stomaco, lo para col Digiuno. A questo punto il predicatore, per essere più eloquente, staccò un crocefisso e prese a maneggiare, dando colpi e facendo parate come un maestro d'armi col suo fioretto per mostrare un colpo difficile. – Satana ritirandosi, tira un gran fendente di Collera, poi producendo una ferita con l' Ipocrisia vi lascia andare un colpo di Orgoglio. Il cristiano prima si copre con la Pazienza, poi risponde all' Orgoglio con un colpo di Umiltà. Satana irritato, gli dà un 'a fondo' di Lussuria, ma vedendolo parato dalla Mortificazione, si getta a corpo morto sul suo avversario, dandogli una frustata di Pigrizia e un colpo di spada di Invidia, mentre tenta di fargli entrare l' Avarizia nel cuore. È qui che bisogna avere buon occhio e buoni piedi. Col Lavoro ci si libera della frustata della Pigrizia; del colpo di spada con l' Amore del prossimo (parata molto difficile, fratelli); e quanto alla botta dell' Avarizia non vi è che la Carità che possa farla deviare.”

Prosper Mérimée (1803–1870) scrittore, storico e archeologo francese
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“41. Piú tengono a memoria gli uomini le ingiurie che e' benefici; […]”

Francesco Guicciardini (1483–1540) scrittore, storico e politico italiano

serie I
Ricordi

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“Perdonando troppo a chi falla si fa ingiuria a chi non falla.”

Baldassarre Castiglione (1478–1529) umanista, letterato e diplomatico italiano (1478-1529)

Il libro del Cortegiano

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“Ma intanto, della cresciuta gloria di Dante congratuliamoci, come di felice augurio colla nostra età, colla nostra Patria. Ella ha molti altri grandi scrittori, anzi i più grandi in ogni arte o scienza moderna; il più gran lirico di amore, il più gran novellatore, il più grand'epico grave, il più grande giocoso, il più gran pittore, il più grande scultore, il primo de' grandi fisici moderni e il maggior degli ultimi: Petrarca, Boccaccio, Tasso, Ariosto, Raffaello, Michelangelo, Galileo e Volta. Vogliam noi glorie, vanti, supremazie? Non ci è mestieri ire in cerca d'ignoti o negati. Tutti questi ce ne daranno. Ma vogliamo noi aiuti? e non a ingegno, di che non abbiam difetto, ma a virtù, se già così sia che ne sentiam bisogno? Torniamo pure, abbandoniamoci all'onda che ci fa tornare al più virtuoso fra' nostri scrittori, a colui che è forse solo virilmente virtuoso fra' nostri classici scrittori. In lui l'amore non è languore, ma tempra; in lui l'ingegno meridionale non si disperde su oggetti vili, ma spazia tra' più alti naturali e soprannaturali; in lui ogni virtù è esaltata, e i vizi patrii od anche proprii sono vituperati, e gli stessi errori suoi particolari sono talora occasioni di verità più universali; la patria città, la patria provincia e la patria italiana sono amate da lui senza stretto detrimento l'una dell'altra, e massime senza quelle lusinghe, quelle carezze, quegli assonnamenti più vergognosi che non l'ingiurie, più dannosi che non le ferite; e i destini nostri allor passati, presenti o futuri, sono da lui giudicati con quella cristiana rassegnazione alla Provvidenza divina, che accettando con pentimento il passato, fa sorgere con nuova forza ed alacrità per l'avvenire. Noi cominciammo con dire, essere stato Dante il più italiano fra gli italiani; ma ora, conosciuti i fatti ed anche gli errori di lui, conchiudiamo pure, essere lui stato il migliore fra gl'Italiani. S'io m'inganno sarà error volgare di biografo; ma come o perché s'ingannerebbe ella tutta la nostra generazione?”

Cesare Balbo (1789–1853) politico italiano

Origine: Da Vita di Dante, pp. 218-219

“Ingiuria un assente chi litiga con un ubriaco!”
Absentem laedit, cum ebrio qui litigat.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“Il re di Francia non si vendica delle ingiurie fatte al duca d'Orléans.”

Luigi XII di Francia (1462–1515) regnante

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli

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“Se obbedissi al primo impulso, passerei le giornate a scrivere lettere di ingiurie e di addio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Confessioni e anatemi

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“Mi piace che mi grandini sul viso | la fitta sassaiola dell'ingiuria, | l'agguanto solo per sentirmi vivo | al guscio della mia capigliatura.”

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
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Origine: Strofa campionata dal testo Confessioni di un malandrino (1975) di Angelo Branduardi. Il testo della canzone di Branduardi è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Aleksandrovič Esenin, intitolata Confessioni di un teppista. Saghe mentali, p. 48.

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“[…] schivo ogni giudizio, | ho la riflessione come vizio, | il mio fine è fare di ogni fine un buon inizio.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
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“Mi sazio di un dizionario vario più dei santi del calendario!”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
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“Mi piace sapermi diverso, | piacere perverso che riverso in versi su fogli sparsi, | nei capoversi dei giorni persi nei miei rimorsi.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
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“La tolleranza dell'ingiuria nasce dal disprezzo del mondo.”

Isacco di Ninive (640–700) monaco, mistico, religioso (vescovo di Ninive)

Discorsi ascetici – prima collezione

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“Chi ha toccato una volta un'ingiuria – di sangue e di morte – non cesserà mai di toccarne di nuove. Piove sul bagnato: lagrime su sangue, e sangue su lagrime.”

Giovanni Pascoli (1855–1912) poeta italiano

Nota bibliografica di Giovanni Pascoli per la sesta edizione di Myricae

“I disordini verificatisi sabato 12 dicembre u. s. in questa città con luttuose, se pure accidentali, conseguenze, sono da considerare i prodromi di altri eventi ben più gravi e deprecabili che possono ancora verificarsi in conseguenza del progressivo rafforzamento e proliferazione delle formazioni estremiste extra-parlamentari di ispirazione «maoista» (Movimento Studentesco, Lotta Continua, Avanguardia Operaia, ecc.) nonché dei movimenti anarchici e di quelli di estrema destra. Tutti questi movimenti, che hanno la loro «centrale» a Milano, nonostante differenziazioni sul piano ideologico e nella metodologia, sono prettamente rivoluzionari, propongono «la lotta al sistema» e si prefiggono di sovvertire le istituzioni democratiche, consacrate dalla Carta Costituzionale, attraverso la violenza organizzata. Gli appartenenti a tali formazioni, che sino a qualche anno fa erano poche migliaia, ammontano oggi a circa ventimila unità, svolgono fanatica ed intensa opera di propaganda e proselitismo sia nell'ambiente studentesco che in quello operaio, facendo leva sulle frange maggiormente portate all'oltranzismo. Si rileva quindi con frequenza sempre maggiore l'organizzazione di riunioni e cortei, i quali sono spesso l'occasione per turbare profondamente la vita della città, compiere atti vandalici con gravi danni a proprietà pubbliche e private, limitare la libertà dei cittadini, usare loro violenza, vilipendere e dileggiare i pubblici poteri centrali e locali con ingiurie volgari ed accuse cervellotiche.”

Libero Mazza (1910–2000) magistrato e politico italiano
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“[La libertà di pensiero] È la libertà di pensare quel che si vuole e di esprimere tutto ciò che si pensa, entro i limiti della verità e della moralità: senza questi potrebbe divenire ingiuria, calunnia, pervertimento.”

Igino Giordani (1894–1980) scrittore, giornalista e politico italiano

Origine: Citato in La Fiera Letteraria, Che cos'è la libertà di pensiero, n. 14, aprile 1973.

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“Del Giapan, o vero Giapon, scriverò quello che per l'esperienza insino adesso habbiamo conosciuto. Primieramente la gente che habbiamo conversata, è la migliore che insin adesso si sia scoperta, et fra gli infedeli mi pare non si troveria altra migliore; generalmente sono di buona conversatione; è gente buona et non malitiosa; et stimano mirabilmente l'honore più che nissun'altra cosa; communemente sono poveri, et la povertà tanto fra li nobili, quanto fra gli altri non si reputa a vergogna. È gente molto cortese fra loro et stimanosi, confidando molto nelle armi; portano sempre spade e pugnali, tanto li nobili quanto la gente bassa, cominciando dalli 14 anni; non patisce questa gente ingiuria alcuna, parola di dispregio, come la gente ignobile: porta gran reverentia alli nobili. Così tutti li gentilhuomini reputano gran laude servire al signore della terra, et essergli molto soggetti. È gente temperata nel mangiare, benché nel bere alquanto larga: fanno il vino de riso, perché non ci è altro in quelle bande. Giurano poco; et il giuramento loro è per il sole: gran parte della gente sa leggere et scrivere, il che è gran mezzo per brevemente apparare le orationi et cose di Dio.”

Francesco Saverio (1506–1552) gesuita e missionario spagnolo

da una relazione spedita a Ignazio di Loyola a Roma
Origine: Citato in Pacifico Arcangeli, Letteratura e Crestomazia giapponese, Cisalpino, Istituto Editoriale Universitario, Milano, 1990 (ristampa anastatica autorizzata dall'editore Ulrico Hoepli), p. 8. ISBN 8820506505

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“Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 80

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“Mario Cipollini sembra Ganimede, il coppiere degli dèi, rapito alle corse di questo mondo e consegnato definitivamente alle esuberanze dell'Olimpo. Come Ganimede anche Cipollini è di una bellezza assoluta, antica, perfettamente levigata fuori da ogni scoria del passato e da ogni ingiuria del futuro […].”

Giancarlo Padovan (1958) giornalista, scrittore e allenatore di calcio italiano

Origine: Da «Ho pregato perché mi uscissero tutte le forze e Adriano mi ha spinto» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/marzo/24/pregato_perche_uscissero_tutte_forze_co_0_02032411719.shtml, Corriere della Sera, 24 marzo 2002.

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“Alla mia età […] dopo aver servito il paese per cinquantaquattro anni, posso avere il diritto di credermi invulnerabile e superiore alle ingiurie e alle diffamazioni.”

Francesco Crispi (1818–1901) patriota e politico italiano

Origine: Citato in Denis Mack Smith, 'Storia d'Italia dal 1861 al 1997, volume I (Modern Italy. A Political History, 1997), Laterza, Bari, 1997, p. 199.

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“Abbiate cura che non v'inganniate, pensando forse meritar piú con l'esser clemente che con l'esser giusta; perché perdonando troppo a chi falla si fa ingiuria a chi non falla.”

Baldassarre Castiglione (1478–1529) umanista, letterato e diplomatico italiano (1478-1529)

Souced, Il Libro del Cortegiano (1528)