Frasi su mafia
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“[Parlando dell'arte contemporanea e del Maxxi] Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, […] è costato 60.000 euro […] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! […] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! […] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! […] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso… Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da L'ultima parola, 5 giugno 2010
Da programmi televisivi

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“In alcune occasioni la capacità di strumentalizzazione della mafia ha reso fragile la Chiesa.”

Giancarlo Maria Bregantini (1948) arcivescovo cattolico italiano

Non possiamo tacere

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“Bisognerà convincersi che il miglior modo per vincere la mafia a Verona è combatterla a Palermo.”

Giancarlo Maria Bregantini (1948) arcivescovo cattolico italiano

Non possiamo tacere

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“[Dopo il rinvio a giudizio di Cuffaro da parte del Tribunale di Palermo per favoreggiamento alla mafia] Posso sbagliare ma, nella mia responsabilità politica, ritengo che Salvatore Cuffaro sia una persona perbene e dunque lo candideremo alle elezioni.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dal programma televisivo Ballarò, 7 febbraio 2006; citato in Marco Galluzzo, Casini-D'Alema, lite su Cuffaro e Unipol http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/060208/9vlnd.tif, Corriere della Sera, 8 febbraio 2006, p. 12.

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“[Sul Milan in risposta ad Adriano Galliani nel 2012] Da che pulpito, siete la mafia del calcio…”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Attribuite
Origine: Questa sarebbe stata la risposta dell'allenatore bianconero alle polemiche milaniste dopo il gol di Muntari non convalidato, nel post-partita Conte non ha confermato né smentito tale affermazione. Citato in Duro scontro Galliani-Conte. Allegri: "Risultato falsato..." http://www.gazzetta.it/Calcio/25-02-2012/capello-non-si-ferma-non-faro-dirigente-81445726962.shtml, Gazzetta.it, 25 febbraio 2012.

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“[Su Francesco Renda] Il suo pensiero storico ha offerto un contributo fondamentale allo studio del movimento contadino siciliano e alla ricostruzione delle ragioni e delle dinamiche di una riscossa che ha minato alle radici il latifondo siciliano e il potere baronale, presupposti di quell'oscurantismo sociale e culturale senza il quale la mafia non potrebbe esistere.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Seduta n. 25 del 21 maggio 2013 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/700739.pdf – Resoconto stenografico – Commemorazione di Francesco Renda. Roma, 21 maggio 2013.

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“[Sulla morte] Non sono pronto. Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell'aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli, né della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Corriere della Sera, 3 maggio 1999; citato anche in Massimo Franco (a cura di), Sono postumo di me stesso, p. 38 https://books.google.it/books?id=bNTk39EN3uwC&pg=PT38#v=onepage&q&f=false.

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“Lei sa tutto onorevole Forgione, sa troppe cose. Anche quelle che noi non sappiamo e che normali cittadini non sanno. Sa anche quello che non si dovrebbe sapere. E credo che questo non sia giusto, e vorremmo capire perché lei sa tutto questo. Questa nostra Sicilia è una terra difficile, contradditoria e complessa. Ma è una terra che merita di essere amata. Respingendo la mozione di sfiducia, vi chiedo di consentirmi di poter continuare a servirla.”

Salvatore Cuffaro (1958) politico e medico italiano

Origine: Dal discorso all'Assemblea regionale siciliana in occasione del voto per la mozione di sfiducia, proposta dall'onorevole Forgione, per via delle vicende giudiziarie che vedevano coinvolto il presidente Cuffaro; citato in La mafia è bianca.

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“La mafia fa schifo.”

Salvatore Cuffaro (1958) politico e medico italiano

Origine: Motto di una campagna pubblicitaria http://www.rosalio.it/wp-content/mafiaschifo1.jpg contro la mafia realizzata dalla Regione Siciliana nel 2006.

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“[Dopo la condanna in primo grado a 5 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici] Sono confortato, non sono colluso con la mafia e per questo resto presidente della Regione. Da domani torno al lavoro.”

Salvatore Cuffaro (1958) politico e medico italiano

Origine: Citato in Mafia, Cuffaro condannato a 5 anni http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/cuffaro-processo/cuffaro-sentenza/cuffaro-sentenza.html, la Repubblica, 18 gennaio 2008.

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“No, non esiste la mafia. La mafia è un modo d'essere, di pensare. È una cultura che non è la mia.”

Marcello Dell'Utri (1941) politico italiano

dall'intervista di Piero Chiambretti a L'inviato speciale, 2 ottobre 1997; citato in Dell'Utri a Chiambretti: "La mafia? È un modo di pensare e non è il mio" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/02/Dell_Utri_Chiambretti_mafia_modo_co_0_9710022934.shtml, Corriere della sera, 2 ottobre 1997, p. 17

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“Con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole.”

Pietro Lunardi (1939) ingegnere, imprenditore e politico italiano

citato in Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, "Convivere con la mafia" Lunardi nella bufera http://www.repubblica.it/online/politica/lunardi/mafia/mafia.html, Repubblica.it, 24 agosto 2001

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“Inutile negare che la mafia in Sicilia e la Camorra in Campania sono saldamente radicate nel territorio, quindi una soluzione potrebbe essere che Monti la venda a uno stato estero o a qualche miliardario visto che non si riesce ad estirpare il malaffare troppo radicato. Nonostante i numerosissimi siciliani e campani onesti non c'è speranza.”

Mario Borghezio (1947) politico italiano

Origine: Intervistato da Klaus Davi a KlausCondicio e ripreso da Borghezio risolve il debito nazionale: "Fossi in Monti venderei la Sardegna" http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo.aspx?id=267597&paging=4, L'Unione Sarda, 18 aprile 2012

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“La soluzione del caso in esame, quando sia riferita alla specificità del caso concreto, ha un percorso obbligato: deve puntare su un uomo del pool antimafia, deve puntare sulla struttura che a questo pool fa capo. Il pool di magistrati dell'ufficio istruzione di Palermo ha saputo attrezzarsi (prima di tutto culturalmente) realizzando così una struttura nuova affiatata, che ha diffuso professionalità. Non bisogna infatti dimenticare che si è trattato di una struttura aperta, nel senso che ha formato professionalmente magistrati che, prima di entrare a far parte del pool, di questi problemi non si erano mai occupati e che viceversa, grazie al pool, hanno conseguito livelli di capacità decisamente di grande rilievo. Alla fine, operando in questo modo, il pool di giudici istruttori del tribunale di Palermo ha ottenuto risultati di grande rilievo, basati sulla individuazione dei caratteri della nuova mafia. I primi risultati, dopo anni, decenni e decenni di sostanziale impunità.
In alcuni interventi si è parlato di premio, in particolare di premio al protagonismo, come di un criterio da non seguire, e la storia del protagonismo e un po' come la storia di quando le donne portavano il velo. A quel tempo le donne erano tutte belle, ma quando il velo cadde si cominciarono a constatare delle differenze. Un po' la stessa cosa è successa per la magistratura. Quando i giudici non davano «fastidio», quando non erano scomodi, erano tutti bravi e belli. Ma quando hanno cominciato ad assumere un ruolo preciso, a dare segni di vitalità, a pretendere di esercitare il controllo di legalità anche verso obiettivi prima impensati, ecco che è cominciata l'accusa di protagonismo.
Mentre quei giudici che si tirano indietro (ed è successo sia a Torino in occasione del processo d'Assise ai capi storici delle BR, sia a Palermo, in occasione dei processo d'Assise alla mafia da poco concluso) non rischiano proprio nulla e nessuno si leva a protestare o levar critiche nei loro confronti. In altri interventi si è parlato di premio nel senso di carriera che correrebbe lungo corsie «privilegiate» per quei giudici che abbiano fatto determinate esperienze professionali.
Ma è inconcepibile, perfino un po' scandaloso, che si parli di privilegio con riferimento ai giudici di Palermo che vivono nelle condizioni a tutti note; che semmai rappresentano una pesante penalizzazione.
Nel caso della lotta alla mafia, questi interessi sono gli interessi della democrazia, ciò che rende questa seconda visione (non settoriale) del tutto giustificata. Per questi motivi esprimo avviso contrario alla proposta della commissione.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Trascrizione del discorso tenuto al plenum del CSM il 19 gennaio 1988 in cui espresse voto contrario ad Antonino Meli come consigliere istruttore che poco dopo sciolse il pool di Palermo, da www.cuntrastamu.org http://www.cuntrastamu.org/mafia/speciali/falcone/csm1_2.htm

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“La "lotta alla mafia”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

tutti lo sanno, o dovrebbero saperlo) non si può fare solo a livello di repressione di polizia e giudiziaria. Incentrare la strategia di contrasto della criminalità mafiosa esclusivamente sul terreno tecnico investigativo, e non anche su quello politico culturale, è alla lunga inesorabilmente perdente. L'azione delle forze di polizia e dei magistrati, per quanto condotta con metodo, impegno e professionalità, riesce a incidere in profondità solo se integrata con "un risveglio" del contesto sociale. Tenere alta la guardia, creare una mobilitazione di opinione pubblica, sensibilizzare le coscienze, isolare la cultura mafiosa sono complementi assolutamente ineludibili dell'azione investigativa. (ibidem)

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“Il Governo Berlusconi. L'unico che sia riuscito a sconfiggere sia la Mafia che lo Stato.”

Mario Natangelo (1985) fumettista e giornalista italiano

Linus, Aprile 2010

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“[Sul Milan] Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1995
Origine: Citato in Mario Gherarducci, Parola d'ordine, Milan spettacolo http://web.archive.org/web/20130618171444/http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/21/Parola_ordine_Milan_spettacolo_co_0_950721395.shtml, Corriere della Sera, 21 luglio 1995, p. 35.

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“Se c'è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura ed impegno politico, è lontanissima dalla mafia questa persona sono io.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Berlusconi: "Da Forza Italia al Pdl io ho fatto più di tutti contro la mafia" http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/berlusconi-mafia/berlusconi-mafia.html, Repubblica.it, 29 novembre 2009.

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“Non parenti di magistrati o poliziotti ma di giornalisti, medici, sindacalisti e albergatori. Gente normale e onesta, che poteva scegliere di farsi i fatti propri, ma che per senso civico ha detto no alla mafia e ha pagato questa scelta con la vita. A ispirarmi sono state le tante lapidi che invadono Palermo, spesso dedicate a persone di cui non conosciamo la storia. Ho provato a raccontare cosa c'è dietro queste targhe.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano

Origine: Citato in Vassily Sortino, Così 'Il testimone' Pif racconta mafia e States http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/15/cosi-il-testimone-pif-racconta-mafia-states.html, Corriere della sera, 15 ottobre 2008, p. 20.

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“Maierovitch, uomo dalla loquela sommessa e dai lineamenti un po' da gufo, divenne un personaggio di spicco nei primi anni Ottanta, quando collaborò con Giovanni Falcone nei suoi sforzi, coronati da successo, di rintracciare i mafiosi latitanti. Insieme i due convinsero Tommaso Buscetta a tornare in Italia e a divenire un pentito di stato nel cosiddetto maxiprocesso alla cupola della mafia siciliana. Nel gennaio del 1992, grazie alla sua testimonianza furono condannati circa 350 capi mafiosi. Falcone e il suo collega, il magistrato Paolo Borsellino, sono i titani della lotta antimafia in tutto il mondo. Furono assassinati in Sicilia a due mesi di distanza l'uno dall'altro, nel 1992, poco tempo dopo che la sentenza del maxiprocesso era stata confermata, e la loro morte scosse, e infine scardinò, il sistema politico italiano. Entrambi erano partiti (giustamente) dal presupposto che i personaggi più importanti della mafia siciliana godevano della protezione delle più alte gerarchie politiche di Roma. Maierovitch mi racconta delle sue cene con Falcone, e di come si ingegnarono per proteggere il grande pentito Buscetta vuoi da possibili omicidi vuoi dal suicidio. (Un tentativo di suicidio quasi gli riuscì mentre era sotto la tutela del giudice brasiliano.) Dapprima Maierovitch sorride nel ricordare il suo amico italiano, ma dopo un po' comincia a versare lacrime silenziose: un omaggio che ben si addice a Falcone (cui Maierovitch intitolò il suo Istituto di lotta alla criminalità), il cui carisma e impegno in nome della giustizia, alla faccia della classe dirigente corrotta di Roma, hanno fatto di lui un eroe popolare in tutta Italia e presso tutti coloro che nel mondo lottano contro il crimine.”

Misha Glenny (1958) giornalista e scrittore britannico

da McMafia, pagg. 348-349

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“Perché, se tutti la combattono, nessuno ha ancora sconfitto la Mafia?”

Rita Borsellino (1945–2018) politica italiana

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“Lei è un parlamentare condannato per mafia!”

Piero Ricca (1971) attivista, blogger e giornalista italiano

a Marcello Dell'Utri, 13 marzo 2008
Origine: http://it.youtube.com/watch?v=mbkQYskrf3w

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“Lei usurpa un ruolo! Via i collusi con la mafia dalle istituzioni!”

Piero Ricca (1971) attivista, blogger e giornalista italiano

a Giulio Andreotti, 8 maggio 2008
Origine: http://it.youtube.com/watch?v=AhCm1BpaII4

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“È un Paese dove lo Stato c'è, esiste, e si è insinuato come un cancro nella mafia!”

Paolo Rossi (attore) (1953) attore, cantautore e comico italiano

Citazioni di Paolo Rossi
Origine: Dallo spettacolo Questa sera si recita Moliere.

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“Berlusconi è l'uomo della mafia. È un palermitano che parla meneghino, un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord. La Fininvest è nata da Cosa Nostra.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

citato in Marco Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi http://www.giannivattimo.it/Berlusconi.pdf
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“Non c'entro niente con queste inchieste, con la guerra di mafia e con le nuove ordinanze che avete emesso nei miei confronti.”

Pasquale Condello (1950) criminale italiano

al suo secondo arresto
Origine: Citato in 'Ndrangheta, il superboss Condello in carcere fuori dalla 'sua' Calabria http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/arresto-condello/dettagli-arresto/dettagli-arresto.html, la Repubblica.it, 19 febbraio 2008.

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“La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10 per cento. Qui siamo nella mafia che ha preso un'altra dimensione, strangola la propria vittima.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Origine: Citato in Giuseppe Pipitone, Per Beppe Grillo la politica strangola, Cosa nostra no. "Parole da mafioso" http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/30/beppe-grillo-politica-strangola-mafia-parla-come-mafioso-senza-essere-originale/213609/, Il Fatto Quotidiano, 30 aprile 2012.

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“Tutte le mafie del mondo vivono, proliferano e crescono sulla base del proprio onore che cresce sulla paura. Quell'onore si incancrenisce e diventa credibilità fino a sommergersi e travestirsi di cultura. Ridere di mafia significa ribellarsi ad un racket culturale.”

Giulio Cavalli (1977) attore, scrittore e regista italiano

dal comunicato stampa http://www.teatronline.com/index.php?option=com_content&task=view&id=133&Itemid=1 del suo spettacolo Do ut des

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“So di dire cose sgradevoli ma sta di fatto che la compromissione fra grande industria del Nord e mafia è forte.”

Enrico Deaglio (1947) giornalista e scrittore italiano

Citazioni di Enrico Daglio

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“Tutti coloro che hanno svolto pubbliche funzioni in Sicilia sono rimasti e sono tuttora in qualche modo «collusi» con la mafia. Lo furono quotidianamente, e per secoli, il governo e la polizia borbonica. Lo fu Garibaldi che in essa trovò, dopo lo sbarco, la sua prima alleata. Lo furono i governi nazionali sia di destra che di sinistra. Lo fu Giolitti che pure non scese mai, a ch'io sappia, a sud di Napoli. Lo fu il presidente della vittoria, Orlando, che quando tornava a Palermo, la prima visita che rendeva non era al prefetto né all'arcivescovo, ma al capomafia. Tentò di non esserlo Mori che aveva licenza di uccidere garantita da un regime totalitario, e ci rimise il posto. Lo sono stati tutti i politiconi e politicastri della Prima Repubblica. Anche il cautissimo Andreotti? Può darsi, attraverso i suoi proconsoli in loco. Ma il Tribunale deve aver capito che l'imputato non era lui. Era il costume morale e politico della nostra vita pubblica, sul quale un Tribunale non ha, né può né deve avere competenza. […] E il problema, secondo me, è questo: che fin quando noi italiani crederemo di salvarci dalla peste mandando sul rogo una strega o un untore, dalla peste non ci libereremo mai.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il tribunale della storia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/24/TRIBUNALE_DELLA_STORIA_co_0_991024441.shtml, 24 ottobre 1999, p. 1
Corriere della Sera

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“Dietro l'attività di certe cooperative che si presentano per l'accoglienza e l'inserimento nel lavoro degli immigrati, si nascondono gli interessi della criminalità organizzata. Gli immigrati rappresentano un grande "affare" per mafia, camorra e 'ndrangheta.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Citato in Cantone, criminalità organizzata dietro certe coop che operano in accoglienza e sanità http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Cantone-criminalita-organizzata-dietro-certe-coop-che-operano-in-accoglienza-e-sanita-1baca6c6-f623-43c9-b1e5-0e2a00f3c6ab.html, RaiNews.it, 12 ottobre 2015.

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“Come sapete e come purtroppo non sa Eugenio Scalfari, il quale ieri ha parlato di un processo che è finito in assoluzione in parte con formula piena e in parte con formula dubitativa. Non c'è nessuna assoluzione con formula piena nel processo Andreotti, Andreotti fu assolto con la vecchia insufficienza di prove in primo grado, in appello gli fu peggiorata la sentenza di primo grado, ribaltandone la parte del periodo fino al 1980 e lì fu dichiarato colpevole, ma prescritto per il reato commesso di associazione a delinquere con la mafia fino alla primavera del 1980. Dopo il 1980 fu confermata l'assoluzione per insufficienza di prove, che era stata data in primo grado. La Cassazione confermò la sentenza d'appello, per cui so che è suggestivo dire " be', ma quelli sono dei mafiosi che hanno sciolto i bambini nell'acido": è vero, infatti è proprio per quello che sono dei testimoni privilegiati per raccontare quello che succede dentro la mafia, perché loro ne hanno fatto parte; certo, sarebbe bellissimo poter avere dei testimoni di mafia che hanno sempre fatto, nella loro vita, i frati francescani o le suore clarisse, ma purtroppo i frati francescani e le suore clarisse della mafia non sanno una mazza, perché non ne hanno mai fatto parte e conseguentemente è ovvio che, per sapere quello che succede in un'organizzazione criminale, bisogna sperare che qualcuno all'interno di quell'organizzazione criminale ce lo racconti.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da La mafia non esiste, Berlusconi e Dell'Utri invece sì http://www.beppegrillo.it/2009/11/passaparola_lun_45.html#comments, 30 novembre 2009
BeppeGrillo.it

“Beppe Grillo ha grandi meriti da artista e da uomo d'informazione. Ha anticipato lo scandalo Parmalat e raccontato per anni un pezzo di potere che quasi nessuno, sui media, ha saputo o voluto raccontare al pubblico. Per questo la svolta da predicatore è ancora più imbarazzante. Si è messo anche lui in fila a vendere complotti. La vendita di complotti è un'attività semplice e redditizia. Piace molto al pubblico perché lava i peccati del mondo. È bello farsi raccontare da Grillo che i motori all'idrogeno sono pronti ed è soltanto la volontà assassina di tre o quattro petrolieri a impedirne il commercio. È una bufala scientifica ma ci permette di tornare a casa sulla Suv senza sensi di colpa. Il pubblico americano ha arricchito qualsiasi teorico del complotto intorno all'11 settembre, per quanto ridicole fossero le prove concrete. Michael Moore è diventato un divo spiegando che le guerre in Medioriente sono il frutto di un piano studiato a tavolino da due famiglie, Bush e Bin Laden. Purtroppo il vero complotto è ordito dai due terzi della popolazione statunitense, duecento milioni di persone, che si ostinano a consumare ogni anno un terzo delle merci mondiali, senza neppure riuscire a pagarle, e dieci volte l'energia usata dal miliardo e trecento milioni di cinesi. Hanno enorme successo i romanzi sulla mafia che narrano di spietati padrini e ignobili protettori politici. Ma da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in poi si sa benissimo che il problema della mafia non sono i clan ma la borghesia mafiosa. Nessuna oligarchia, per quanto spietata, può reggere a lungo senza intercettare grandi flussi di consenso.”

Curzio Maltese (1959) giornalista e scrittore italiano

da la Repubblica del 17 settembre 2007

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“In Europa han messo in giro la storia che io ero irriso perché qui in Italia mi hanno fatto un attacco con il bunga-bunga, che è un'operazione di mistificazione e diffamazione che non si regge su nulla. Da 150mila intercettazioni telefoniche non è venuto fuori un reato e continuano con i processi che sono stati ripresi da tutti i giornali stranieri, dove la magistratura è una cosa seria. Mentre da noi la magistratura è una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa, ma è così.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Da un'intervista a Milanello; citato in Berlusconi viola la regola del silenzio. "Magistratura peggio della mafia siciliana" http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/23/news/berlusconi_rompe_il_silenzio_elettorale_magistratura_peggio_della_mafia-53272701/, Repubblica.it, 23 febbraio 2013.

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“Certo. Noi abbiamo delle responsabilità gravissime, in un sistema che premia coloro che si mettono al servizio dei politici. Anche nella scelta delle notizie, perché i giornalisti sbagliano magari, ma un senso di cos'è una notizia e cosa no ce l'hanno. È chiaro che se il clima politico, induce diciamo a un rapporto di distensione tra l'opposizione e la nuova maggioranza, Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi… Io non scrivo che Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi perché non lo vuole né la destra né la sinistra, e io che c'entro con la destra e con la sinistra? Loro prendano le posizioni politiche che vogliono, ma io devo fare il giornalista. Io devo raccontarlo, l'ha raccontato Lirio Abbate nel libro che ha scritto con Gomez, e viene celebrato giustamente come un giornalista eroico minacciato dalla mafia. Allora, o hanno il coraggio di dire che Lirio Abbate è un mascalzone, un mentitore, oppure hanno il coraggio di prendere nota di quello che scrive della seconda carica dello Stato, e chiedere semplicemente alla seconda carica dello Stato di spiegare quei rapporti con quei signori che sono stati poi condannati per mafia; invece noi, purtroppo, andiamo a rimorchio del clima politico. Se ci fosse scontro qualcuno dice: vabbè, alla sinistra fa comodo lo scrivo. Oggi che nemmeno la sinistra vuole sentir parlare di certe cose, non ne parla più nessuno: è un dramma.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Non c'è dubbio che la strage che colpì Falcone e la sua scorta siano state commesse da Cosa Nostra. Rimane però l'intuizione, il sospetto, chiamiamolo come vogliamo, che ci sia qualche entità esterna che abbia potuto agevolare o nell'ideazione, nell'istigazione, o comunque possa aver dato un appoggi all'attività della mafia.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Citato in Grasso: anche un'entità esterna dietro la strage di Capaci http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/sospettigrasso-capaci/sospettigrasso-capaci.html, Repubblica.it, 27 ottobre 2009.

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“La trattativa è anche uno stato di necessità per le nostre classi dirigenti che, invece, di fare la guerra alla criminalità organizzata per vincerla ti dicono "ma che se matto? Quelli ricominciano a sparare". E poco importa che noi abbiamo 350mila uomini in armi che potrebbe sconfiggere camorra, 'ndrangherta e mafia che insieme hanno massimo 40mila uomini. E così ancora oggi il sistema italiano di combattere la criminalità organizzata è solo quello di mettersi d'accordo.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Trattativa, Travaglio: "Stato di necessità per classi dirigenti". Di Matteo: "Italiani meritano verità" http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/07/12/trattativa-travaglio-stato-di-necessita-per-classi-dirigenti-di-matteo-italiani/393493/, Tv.il Fatto Quotidiano.it, 12 maggio 2015
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