Frasi su oppressore
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema oppressore, oppresso, popolo, liberto.
Frasi su oppressore

Origine: Citato in Tom Regan, Gabbie vuote, traduzione di Massimo Filippi e Alessandra Galbiati, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2005, p. 6. ISBN 88-7106-425-9
da L'obbedienza non è più una virtù

“L'arma più potente nelle mani dell'oppressore è la mente dell'oppresso.”
Da un discorso alla Conference on Inter-Racial Studies, Città del Capo, 1971.
Da I Write What I Like: Selected Writings by Steve Biko (1978), Heinemann, Londra, 1987.

da Markette, LA7, 8 febbraio 2007
Da programmi televisivi

Manifesto degli intellettuali antifascisti

Prostituzione. Quartetto per voci femminili

Origine: Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, pp. 71-72
p. 8

Miti d'oggi, Einaudi, Torino 1974
Miti d'oggi

da Lezione/conversazione con gli infermieri nel congedo da Trieste, 1979
da Colonna mobile in Calabria , pp. 147 sgg.

citato in Bertinotti a Budapest: La democrazia non può essere imposta http://qn.quotidiano.net/art/2006/10/10/5439943, Quotidiano.net, 10 ottobre 2006
Adolfo Hitler si mangia Carlo Marx!

Origine: Da un articolo sul Corriere della Sera; citato in Selezione dal Reader's Digest, ottobre 1974.

Alle genti slave sotto la dominazione austriaca e ottomana, Palermo, 23 luglio 1862; pp. 274-275
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti
La grande crociata di Pio XII

dal discorso introduttivo alla manifestazione "Siamo in mutande, ma vivi. Contro il neopuritanesimo ipocrita", al Teatro dal Verme di Milano, il 12 febbraio 2011; citato in Ferrara: Eco legge Kant ma non lo capisce. http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1295739&t=Ferrara_Eco_legge_Kant_ma_non_lo_capisce, Il Velino, 12 febbraio 2011; video su ilfoglio.it http://video.ilfoglio.it/ilfogliocatodico/preview/298

Origine: La morte della Pizia, p. 53

Citazioni tratte da interviste, l'Unità

Origine: Citato nel resoconto stenografico della seduta n. 148 del 10 dicembre 2013 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/730175.pdf, Senato della Repubblica – XVII Legislatura, Roma, 10 dicembre 2013.

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

“Popol, che per amor d'ozio e di pane | Tien fede all'oppressore, è popol cane.”
Frecciate

Like Stalin when he was in the Kremlin, the Khmer Rouge saw enemies everywhere. The intellectuals who were not like them were intellectually corrupt and had to be killed. The princes had to be killed, they said, because they were oppressors of the people. I did not oppress my people. I built for them schools, universities, hospitals. They had no reason to hate the monarchy. But those Communist Cambodians knew that in order to take power, they must kill the princes and all the royalist leaders. And after wiping them out, they wiped out the nonroyal republicans, the bourgeoisie, the rich peasants, the rich merchants, the industrialists--all of whom the Pol Pot group decided were enemies of the poor. Because to be rich, they had to have exploited the poor. In some Communist countries, they'd have put them in concentration camps and re-educated them. But the Communists in Cambodia said, "No, these people cannot be re-educated. We cannot change their minds or their hearts. They have to be liquidated."
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Come Stalin nel Cremlino, i Khmer Rossi vedevano nemici ovunque. Gli intellettuali che non erano come loro erano intellettualmente corrotti, e andavano sterminati. Dissero che bisognava uccidere i principi, perché erano gli oppressori del popolo. Io non ho oppresso il popolo. Per esso ho costruito scuole, università e ospedali. Non avevano alcuna ragione per odiare la monarchia, ma questi comunisti cambogiani sapevano che per ottenere il potere avrebbero dovuto uccidere i principi e tutti i capi monarchici. Dopo averli sterminati, hanno ucciso i repubblicani non-monarchici, i borghesi, i contadini ricchi, i mercanti ricchi, gli industriali; tutti coloro che il gruppo di Pol Pot decise erano nemici dei poveri, perché per essere ricchi avevano dovuto sfruttare i poveri. In certi paesi comunisti, li avevano messi in campi di concentramento per rieducarli, ma i comunisti in Cambogia dissero, «No, questa gente non può essere rieducata. Non possiamo cambiarle le loro idee o i loro cuori; devono essere sterminati.»