Frasi sulla verit
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“La sola cosa che manca al paradiso della tecnica è la verità.”

Emanuele Severino (1929–2020) filosofo italiano

Origine: Citato in Corriere della Sera, 26 gennaio 2010.

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“Se tanto la verità arriva in faccia come uno sputo, come uno schiaffo che lì mi resta e a me non resta che stare muto.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Più musica e meno testo n. 8
Non vale tutto

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“Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno.”

Socrate (-470–-399 a.C.) filosofo ateniese

citato in vatican.va http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html

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“L'intera verità e rivelazione di Dio su Dio si trova in Gesù.”

Jean Leclercq (1911–1993) scrittore francese

La contemplazione di Cristo

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“La verità diverte sempre gli ignoranti.”

Philip K. Dick (1928–1982) scrittore di Fantascienza statunitense

da Noi marziani

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“Mille grazie, mio signore, | Del favore, dell'onore… | Ah di tanta cortesia | Obbligati in verità.”

Cesare Sterbini (1784–1831) librettista italiano

I, 1)
Il barbiere di Siviglia

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“È raro non diventi criterio infallibile di verità quel giudizio che è nello stesso modo espresso dall'ignorante come dall'intelligente.”

Pietro Selvatico (1803–1880) architetto, critico d'arte e storico dell'arte italiano

Esposizione delle belle arti in Venezia

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“In guerra, la prima vittima è la verità.”

Origine: Cfr. Arthur Ponsonby: «Quando viene dichiarata una guerra, la prima vittima è la Verità».
Origine: Nato per uccidere, p. 67

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“Ciò che occorre è il rispetto reciproco delle differenze tra i popoli, un rispetto inspirato dal desiderio di sostenere il diritto di ogni individuo di cercare la verità secondo i dettami della sua coscienza e in continuità con il suo retaggio culturale.”

Renato Raffaele Martino (1932) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

intervento all'incontro inter religioso di Astana http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20030922_martino-astana_it.html, 22 settembre 2003

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“La verità non si possiede, non si detiene, occorre diventarla.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 49

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“Nessun biasimo dovrebbe seguire al dire la verità. Ma lo fa, lo fa.”

Anita Brookner (1928–2016) scrittrice, critica d'arte e saggista inglese

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“Ho sempre pensato al tempo come a un contenitore e all'uomo come al suo contenuto.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Va bene, dirò la verità... Sapeste che paura che ho quando scrivo canzoni, TV Sorrisi e Canzoni, 15 aprile 2003

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“È necessario, pertanto, assumere il linguaggio stesso della rivelazione per poter accedere alla verità che vuole esprimere.”

Salvatore Fisichella (1951) arcivescovo cattolico e teologo italiano

La via della verità

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“Il mistero non permette lo scontro, ma favorisce l'unità tra ricerca e offerta della verità”

Salvatore Fisichella (1951) arcivescovo cattolico e teologo italiano

La via della verità

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“I doni della grazia si aggiungono alla natura in modo da non toglierla di mezzo, ma da perfezionarla: perciò anche il lume della fede che ci fu infuso per grazia non distrugge il lume della conoscenza naturale che in noi è naturalmente presente. Sebbene il lume naturale della mente umana sia insufficiente alla manifestazione di quelle cose che attraverso la fede si manifestano, è tuttavia impossibile che le cose che ci sono attraverso la fede tramandate divinamente siano contrarie a quelle che ci sono date per natura. In questo caso occorrerebbe che o le une o le altre fossero false; e poiché sia le une sia le altre ci vengono da Dio, Dio sarebbe per noi autore della falsità: il che è impossibile. […] Per conseguenza possiamo nella sacra scrittura adoperare la filosofia in tre modi. In primo luogo, a dimostrare i preamboli della fede, che sono necessari alla scienza della fede; tali sono le cose che si dimostrano intorno a Dio con la ragione naturale: che Dio esiste, che Dio è uno e altre verità di Dio e delle creature che in filosofia sono dimostrate e che la fede presuppone. In secondo luogo, la filosofia può essere adoperata a chiarire, mediante similitudini, cose che sono di pertinenza della fede; come Agostino nel de Trinitate si serve di numerose similitudini desunte da dottrine filosofiche per chiarire la Trinità. In terzo luogo, si può anche resistere alle obiezioni che si fanno alla fede sia mostrando che sono false, sia mostrando che non sono necessarie.”

Tommaso d'Aquino (1225–1274) frate domenicano

Origine: Dal Commento al "De trinitate" di Severino Boezio, proemio, q. 2, a. 3.

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“«Che strana isola è la Tortuga. Sembra la patria stessa della libertà, eppure si fonda sullo schiavismo, esteso persino ai bianchi. Non riesco a cogliere ciò che collega queste contraddizioni». (Rogério)
«Un elemento c'è, se vi riflettetete bene. […] La società di qui si fonda sul denaro e non ha altri valori. Si rischia la vita per l'oro, e si passa il resto del tempo a spendere. Si comperano donne, uomini, cose, animali, generi da consumare in fretta, prima di morire. Non esistono altre leggi. È questo che dà una sensazione di libertà, a volte inebriante. Si uccide per guadagnare, si guadagna per spendere. Poi si torna a uccidere, finché non si è ammazzati da qualcuno più forte. Si contano sulle dita i filibustieri che muoiono nel loro letto. Ancora meno sono quelli che muoiono ricchi. L'oro che hanno accumulato è circolato in altre mani. L'unica norma etica della Tortuga è "homo homini lupus".» (Exquemeling)
[…] «Non sono molto d'accordo» obiettò. «Tra gli avventurieri, come anche tra i bucanieri, pare prevalere la fraternità.» (Rogério)
«Così credono anche loro, e se ne compiacciono. La verità è che si tratta di una sorta di fratellanza tra lupi. Non sono affatto amichevoli verso chi non appartiene al loro branco. Il calcolo che li unisce è elementare: per predare, è indispensabile fare gruppo.» (Exquemeling)
«Mi sono sembrati, tutto sommato, molto religiosi.» (Rogério)
«Altra illusione. Fra le tante cose che comperano, finché hanno soldi, vi è la grazia di Dio. L'Olonnais e Michel Le Basque erigevano chiese, sì, però dopo avere violato per mesi tutti i comandamenti possibili… Ma è inutile che io prosegua. Ormai l'avrete capito. La Tortuga sembra il paradiso. Invece è l'inferno.»”

Exquemeling
Origine: Tortuga, pp. 176-177

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“E Godard, che girava due o tre film all'anno, era l'autore che ci rappresentava meglio, con la sua severità un po' calvinista e la sua capacità di tenere il mondo e quel che scorreva intorno nell'incavo delle sue mani.”

Bernardo Bertolucci (1941–2018) regista italiano

citato in La mia magnifica ossessione. Scritti, ricordi, interventi (1962-2010), Garzanti Libri, 2010, p. 146

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“La Verità […] è l'unico fine cui egli tende e che, in quanto eterna, eternamente pasce l'intelletto. Questa Verità che pasce l'intelletto non è altro che il Verbo stesso.”

Nicola Cusano (1401–1464) cardinale, teologo e filosofo tedesco

Origine: L'uomo.
Origine: Da La pace nella fede, II, in Opere religiose, a cura di Pio Gaia, UTET, 1971.

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“Nel suo manifestarsi prima facie, quella della verità come puro potere è una affermazione molto rassegnata, quasi disperata: "la ragione del più forte è sempre la migliore”

Maurizio Ferraris (1956) filosofo e accademico italiano

..) Giacché, diversamente da quanto ritengono molti postmoderni, ci sono fondati motivi per credere, anzitutto in base agli insegnamenti della storia, che realtà e verità siano sempre state la tutela dei deboli contro le prepotenze dei forti. Se viceversa un filosofo dice che "La cosiddetta 'verità' è una questione di potere", perché fa il filosofo invece che il mago? (p. 96)

“A me Falcone non è mai piaciuto per la verità.”

Corrado Carnevale (1930) magistrato italiano

dall'intercettazione telefonica del 20 dicembre 1993
Origine: Citato in Su Falcone il fango di Carnevale https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/21/Falcone_fango_Carnevale_co_0_9501211957.shtml, Corriere della Sera, 21 gennaio 1995.

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“[…] si deve dire la verità e mantenere la parola data, a tutti… persino alle donne!”

Massimo D'Azeglio (1798–1866) politico italiano

cap. XV; vol. I, p. 301
I miei ricordi

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“Quella che oggi è una bugia l'indomani per qualcuno evolverà e sarà verità.”

L'Aura (1984) cantautrice italiana

da Basta!, n. 1
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“È dura non essere al sicuro ed avere tutto quel bisogno di futuro.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da La verità è una scelta, n. 5
Arrivederci, mostro!

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“Quante cose spegne la prudenza.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da La verità è una scelta, n. 5
Arrivederci, mostro!

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“Molte cose che ho fatto in quel periodo non le rifarei più. Non ho imbarazzo a dire che ho vissuto una crisi morale, culminata quando ho visto come si stava strutturando l'entourage più ristretto del Cavaliere.”

Carlo Taormina (1940) avvocato e politico italiano

citato in L'Espresso http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/29/la-verita-su-b-raccontata-dal-suo-ex-avvocato/, "La verità su B. raccontata dal suo ex avvocato", Gilioli Blog, 29 gennaio 2010

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“Il dispotismo naturale dell'evidenza conduce con sé il dispotismo sociale: l'ordine essenziale di ogni società è un ordine evidente; e poiché l'evidenza ha sempre la stessa autorità, non è possibile che l'evidenza di questo ordine sia manifesta e pubblica senza che essa governi dispoticamente.
Se è incontestabile che noi siamo organizzati per conoscere l'evidenza e lasciarci governare da essa; se è incontestabile che l'ordine essenziale di ogni società è un ordine evidente, risulta da queste due proposizioni che è nelle finalità della natura che il governo sociale sia un governo dispotico, e che l'uomo, in quanto è destinato a vivere in società, è destinato a vivere sotto il dispotismo. […] il dispotismo legale, che non è altra cosa se non la forza naturale e irresistibile dell'evidenza, e che per conseguenza assicura alla società l'osservanza fedele e costante del suo ordine essenziale, del suo ordine più vantaggioso, è per essa la migliore forma di governo possibile e lo Stato più perfetto che possa desiderare. […] Questa verità sarà per noi un'ulteriore prova che nell'ordine tutto si tiene; che la felicità particolare di ciascun individuo è legata alla felicità generale; che il migliore stato possibile dei sudditi diviene necessariamente il migliore stato possibile dei sovrani.”

Pierre-Paul Lemercier de La Rivière (1719–1801) economista francese

da Ordre naturel et essentiel des sociétés politiques, cap. XXII; in Miglio 2001, pp. 163 sg.
Citazioni di Pierre-Paul Lemercier de la Riviére

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“Per venire ai commenti specifici, sulla giustizia e sulla crisi da cui oggi è investita gioca soprattutto l'eterogeneità ideologica e politica. In tempi recenti si è fatta strada l'idea perniciosa che non esiste e non può esistere una giustizia «obiettiva», che l'elemento ideologico è inevitabilmente presente in tutti gli uomini in quanto animali sociali e quindi anche nei giudici; così stando le cose, è necessaria una «scelta di campo», anche nell'amministrare la giustizia.
Come tutte le idee perniciose, anche questa ha una parte di verità. In quanto membro di una società ed anzi in quanto membro di una classe o di una categoria sociale, ciascuno di noi non può andare esente da condizionamenti ideologici. Ma se la rigorosa obiettività non è possibile, un uomo civile e soprattutto giudice deve rifuggire dal bieco settarismo, deve fare ogni sforzo per tenere sotto controllo le sue preferenze ideologiche e cercare di essere intellettualmente onesto. Viceversa, oggi nella magistratura non sono più eccezioni coloro che si arrendono all'idea del fatale predominio dell'elemento ideologico: né sono pochi – è terribile a dirsi – coloro che per amore di carriera entrano in turpe commercio con influenti uomini politici e, nei fatti, si mettono al loro servizio usando la giustizia penale come arma di ricatto o di persecuzione per togliere di mezzo certe persone in lotte economiche e politiche condotte senza esclusione di colpi. Infine, nel preoccupante quadro della giustizia italiana, troviamo anche, come effetto della rapidissima e tumultuosa espansione delle classi medie, magistrati, fortunatamente non numerosi, che si comportano come liberti, i quali, per dar prova della promozione sociale e della raggiunta indipendenza rispetto agli antichi signori, incriminano uomini di grande notorietà e di elevata posizione sociale non solo quando commettono reati (il che è sacrosanto), ma anche quando gl'indizi sono labili e pretestuosi e si tratta, come poi spesso risulta dopo lunghe e penose vicende, d'intemerati gentiluomini. A volte una tale condotta si combina con quel turpe commercio di cui parlavo poco fa – il liberto perde il pelo, ma non sempre perde il vizio.”

Paolo Sylos Labini (1920–2005) economista italiano

Origine: Le classi sociali negli anni '80, p. 36-37

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“So bene che una "verità" giudiziaria non esonera dall'obbligo di andare oltre. Ma sembra quasi che, attraverso quelle spiegazioni, si cerchi di essere liberati dall'onere di analizzare fatti precisi e responsabilità personali. Riaffora un vecchio vizio della nostra cultura politica: parlar di cose generali per eludere quelle concrete. Proprio come faceva la critica dell'extrasinistra, tutto viene attribuito alla dinamica, a suo modo invincibile, del "sistema". Il risultato è una grande condanna o una grande assoluzione: conclusioni apparentemente antitetiche, ma nella sostanza coincidenti; che incarnano una volontà politica, perfino comprensibile, di voltar pagina e di avviare un'epoca nuova, ma che possono divenire un ostacolo a un lavoro di scavo, di analisi puntuale. Molte tra le tesi ricordate assomigliano assai più a un alibi che a una spiegazione. Alcune, tra l'altro, non reggono neppure a una banale prova basata sul principio di non contraddizione. Si ricorda, ad esempio, che era impossibile per il PCI aver ingresso nel governo. E poi si imputa al PCI di non aver reso possibile quell'alternanza che avrebbe immunizzato il sistema dal virus della corruzione. Poiché i sostenitori di tesi del genere non sono stupidi (o, almeno, non sempre lo sono), è evidente che il loro obiettivo è soltanto quello di impedire che si possa distinguere o graduare le responsabilità, accomunando in un'unica condanna partiti di governo e di opposizione.”

Stefano Rodotà (1933–2017) giurista e politico italiano
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“La verità è come il cauterio del chirurgo: brucia, ma risana.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

Il Mulino del Po

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“Ognuno trovava credito, specialmente in ciò che narrava il falso; l'unico non creduto era colui che diceva soltanto e nient'altro che la verità.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

cap. IV, Il travaglio
Il Mulino del Po

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“L'impatto del Ponte sul paesaggio si misura su una realtà di grande qualità ma fortemente degradata… Il problema è quello di definire nel modo più concertato possibile un percorso virtuoso, non dimenticare che questa è terra degli dei…”

Franco Zagari (1945) architetto italiano

dal saggio PonteNonPonte pubblicato su Il Ponte sullo Stretto. Rischi, dubbi, danni e verità nascoste, Mancosu Editore, marzo 2010