Frasi su cap.
pagina 10

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“Dio ci scampi anche dai santi!”

cap. II
Diario di un curato di campagna

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“È per amore di Voi solo, o mio Dio, che mi sottometto a scrivere, al fine di obbedirvi, domandandovi perdono se ho opposto resistenza ai vostri voleri. Ma poiché solo Voi conoscete la grande ripugnanza che m'ispira, Voi solo potete darmi la forza di superarla, avendo io accolto questa obbedienza come un vostro cenno…. O mio supremo bene, fate che io non scriva nulla se non per la vostra maggiore gloria e per la mia maggiore vergogna.”

Mária Margita Alacoque (1647–1690) monaca e mistica francese

da Autobiografia, cap. I, par. 1
Origine: La Santa scrisse l'autobiografia in obbedienza a Padre Claudio la Colombière che le impose di scrivere tutto quello che avveniva nella sua anima, nonostante la sua estrema ripugnanza nell'eseguire quest'ordine.

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“Mio Dio, ti consacro la mia purezza e ti faccio voto di castità perpetua.”

Mária Margita Alacoque (1647–1690) monaca e mistica francese

da Autobiografia, cap. I, par. 2

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“So che niente è più facile che sopportare con forza d'animo le sventure altrui […].”

Maugham: cap. III, 5
Il filo del rasoio
Origine: Cfr. François de La Rochefoucauld: «Tutti abbiamo forza sufficiente per sopportare i mali altrui».

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“Ricorda come Gesù fu condotto del deserto e vi rimase quaranta giorni digiunando? Poi, quando fu affamato, il demonio gli si avvicinò e gli disse: "Se sei figlio di Dio, ordina che questi sassi siano trasformati in pani". Ma Gesù resisté alla tentazione. Il demonio allora lo collocò su una guglia del tempio: "Se sei figlio di Dio, buttati giù". Gli angeli infatti vegliavano su di lui e l'avrebbero sorretto. Ma Gesù seguitò a resistere. Il demonio lo condusse su un'alta montagna, gli mostrò tutti i regni del mondo e gli disse che glieli avrebbe dati se si fosse prosternato ai suoi piedi per adorarlo. Ma Gesù disse: "Va' via di qui, Satana". Così finisce la storia secondo il semplice e buon Matteo. Ma c'è un seguito. Il diavolo, che era molto astuto, tornò da Gesù e gli disse: "Se accetterai la vergogna e il disonore, le frustate, una corona di spine e la morte sulla croce salverai la razza umana, giacché l'amore più grande che un uomo possa provare è quello che gli fa sacrificare la vita per i suoi amici". Gesù cadde. E il diavolo rise fino a farsi scoppiare i fianchi: prevedeva il male che gli uomini avrebbero commesso in nome del loro Redentore.»
Isabel mi guardava indignata.
«Dove mai l'ha scovata questa storia?»
«In nessun posto. L'ho inventata lí per lí.»
«È un'idiozia, una bestemmia.»
«Volevo solo farle capire che il sacrificio di sé è una passione così prepotente da fare impallidire, al confronto, perfino la fame e la lussuria. Avvolge e conduce alla distruzione le sue vittime nella più alta affermazione della loro personalità. L'oggetto non conta: può essere degno o indegno. Nessun vino è tanto inebriante, nessun amore così rovente, nessun vizio così attraente. Mentre si sacrifica, un uomo è per un momento più grande di Dio, giacché, infinito e onnipotente com'è, come può Dio sacrificarsi? Nel migliore dei casi può solo sacrificare l'unico suo figlio.”

Maugham a Isabel: cap. V, 4
Il filo del rasoio

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“La perfetta verità è sempre semplice.”

Costanzo II: XIV, cap. 10, par. 13
Veritatis absolutio semper est simplex.
Res Gestae
Origine: Citato in 5000 Proverbi e Motti latini, p. 615

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“Per fuggire il fumo, va a cadere nella fiamma.”

Ammiano Marcellino (330–395) storico romano

fonte 2

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“Dove si cura troppo il cibo, ivi si cura poco la virtù.”

Catone il Censore: XVI, cap. 5, par. 2
[M]agna cura cibi, magna virtutis incuria.
Res Gestae
Origine: Citato in Fernando Palazzi, Silvio Spaventa Filippi, Il libro dei mille savi, Hoepli, Milano, 2007, p. 999, n° 7920. ISBN 978-88-203-3911-1

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“Non ci sono belve tanto infeste agli uomini quanto i più dei cristiani sono esiziali a se stessi.”

XXII, cap. 5, par. 4
[N]ullas infestas hominibus bestias, ut sunt sibi ferales plerique Christianorum expertus.
Res Gestae
Origine: Citato in Silvia Ronchey, Ipazia: La vera storia, Rizzoli, Milano, 2010, p. 13. ISBN 978-88-17-04565-0

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“Chi ha vissuto e pensato, questi non può nella sua anima non disprezzare gli uomini.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

cap. I, st. XLVI
Evgénij Onégin

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“Un monarca fiacco e astuto, calvo e bellimbusto, scansafatiche, per caso sfiorato dalla gloria, su di noi regnava allora.”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

cap. X, st. I
Evgénij Onégin

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“Il caos spesso genera la vita, laddove l'ordine spesso genera l'abitudine.”

Henry Adams (1838–1918) scrittore e storico statunitense

cap. XIII

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“La moralità è un lusso privato e costoso.”

Henry Adams (1838–1918) scrittore e storico statunitense

cap. XXII

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“La politica pratica consiste nell'ignorare i fatti.”

Henry Adams (1838–1918) scrittore e storico statunitense

cap. XXII

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“[La filosofia] Risposte incomprensibili a problemi insolubili.”

Henry Adams (1838–1918) scrittore e storico statunitense

cap. XXIV

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“La nostra vita prima della guerra era idilliaca e già un viaggio nella lontana Zlotogrod sembrava a noi tutti un'avventura.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. VIII, p. 38
La Cripta dei Cappuccini

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“Svaniti e dimenticati al cospetto della morte erano tutti i miei stolti timori per le stolte beffe dei miei amici.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. XIII, p. 61
La Cripta dei Cappuccini

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“Ma in noi, la generazione fin dalla nascita votata alla guerra, l'istinto di procreare si era visibilmente spento.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. XV, p. 71
La Cripta dei Cappuccini

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“L'illecito ha vita corta, il lecito è a priori già di per sé duraturo.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. XVIII, p. 87
La Cripta dei Cappuccini

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“La mia vecchia mamma, col suo vecchio bastone nero, teneva lontano il disordine.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. XXIII, p. 119
La Cripta dei Cappuccini

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“Escluso in mezzo ai vivi significa qualcosa come: extraterritoriale. Ero appunto un extraterritoriale in mezzo ai vivi.”

Joseph Roth (1894–1939) scrittore e giornalista austriaco

cap. XXXIV, p. 187
La Cripta dei Cappuccini

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“Il coraggio incute rispetto anche ai nemici.”

cap. V
I tre moschettieri
Variante: Il coraggio incute rispetto anche ai nemici

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“La rabbia lo soffocava. E sentì una pena straziante, intollerabile. Non è possibile che tutti siano per sempre condannati a quest'orrore. Si levò.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

cap. V, 1998, p. 61

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“Non è come dovrebbe essere. Tutto quello di cui hai vissuto e vivi è menzogna, inganno, che ti nasconde la vita e la morte.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

cap. XI, 1999, p. 71

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“Allargai il raggio delle mie osservazioni, esaminai la vita di enormi masse di uomini, sia di quelli passati sia di quelli contemporanei. E di uomini che avevano capito il senso della vita, che avevano saputo vivere e morire io ne vedevo non due, tre, dieci, bensì centinaia, migliaia, milioni. E tutti loro, infinitamente diversi per indole, intelligenza, educazione, condizione, tutti allo stesso modo e in completa contrapposizione alla mia ignoranza conoscevano il senso della vita e della morte, sopportavano privazioni e sofferenze, vivevano e morivano vedendo in ciò non la vanità, ma il bene.
Ed io fui preso da amore per quegli uomini. Quanto più penetravo nella loro vita di uomini viventi e nella vita degli uomini che erano già morti, dei quali leggevo o sentivo raccontare, tanto più io li amavo, e tanto più mi diventava facile vivere. Vissi così circa due anni e in me si verificò quel rivolgimento che da tempo già si preparava e del quale erano sempre esistite dentro di me le premesse. Mi accadde che la vita della nostra cerchia – dei ricchi, delle persone istruite non solo mi disgustò, ma perse qualsiasi senso. Tutto quello che noi facevamo, i nostri ragionamenti, la nostra scienza, le nostre arti, tutto ciò mi apparve come un trastullo da ragazzi. Io capii che non si doveva cercare un senso in tutto ciò. E invece quel che faceva il popolo lavoratore, il quale costruisce la vita, mi appariva come l'unica occupazione degna di rispetto. E capii che il senso che veniva attribuito a quella vita era la verità, e l'accettai.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

cap. X

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“I fatti non hanno mai creato lo spirito della realtà, perché la realtà stessa è uno spirito.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da Come to think of it, cap. 8.