Frasi su italiano
pagina 8

Pier Ferdinando Casini photo
Pier Ferdinando Casini photo
Pier Ferdinando Casini photo
Pier Ferdinando Casini photo

“Oggi il nucleare è sicuro, gli italiani pagano il doppio di energia, il nostro Paese è purtroppo uno di quelli che non riesce a modernizzarsi in Europa. Facemmo una scelta scellerata venti anni fa con quel referendum sull'onda dell'emotività di Chernobyl, ma oggi c'è bisogno di ritornare sulla strada del nucleare.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dall'intervista al Tg1 del 7 ottobre 2007; citato in Nucleare, Casini attacca Pecoraro http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200710articoli/26429girata.asp, LaStampa.it, 7 ottobre 2007.

Pier Ferdinando Casini photo

“[Sul Governo Monti] In questi mesi questo Governo ha portato il Paese fuori dal baratro e non nel baratro, come qualcuno, falsificando la realtà, sostiene. Non starò a citarvi gli andamenti degli spread, i commenti delle istituzioni economiche mondiali ed europee. Basta un solo dato: un anno fa rischiavamo di non pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici ed eravamo un problema per la stabilità europea. Non eravamo in grado di adempiere agli impegni e ai protocolli europei sottoscritti dal Governo Berlusconi. Oggi siamo elemento di stabilità, finanziaria ed economica e, nonostante la crisi faccia ancora soffrire famiglie, lavoratori e imprese, abbiamo gettato le basi per una politica che certamente dovrà essere impostata da qui in poi sulla crescita e i primi segnali si colgono nella legge di stabilità, che dobbiamo approvare prima della fine dell'anno. Certo, i principali protagonisti di questa gigantesca rivoluzione politica sono stati gli italiani, che con i loro sacrifici si sono assunti la responsabilità di salvare il Paese, ma è difficile non cogliere nella guida del Presidente del Consiglio un salto di mentalità e di comportamenti che noi attendevamo da tempo.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Camera dei Deputati – XVI Legislatura – Seduta n. 730 http://www.camera.it/410?idSeduta=0730&tipo=stenografico#sed0730.stenografico.tit00020.sub00010 di giovedì 6 dicembre 2012 – Resoconto stenografico dell'Assemblea. Roma, Camera dei Deputati, 6 dicembre 2012.

Jérôme Lalande photo
Louis de Rouvroy de Saint-Simon photo
Bruno Barilli photo
Giovanni Allevi photo

“L'operaio non è né tedesco, né italiano, né slavo, né francese, egli è bensì il lavorante del tempio della pace…”

Giuseppe Caprin (1843–1904) scrittore italiano

citato in Corriere della sera, 3 aprile 2010

Oliviero Beha photo

“[Dopo la sentenza in primo grado nel processo penale dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] Le sentenze in linea di massima (cfr. il casino su Amanda Knox…) si rispettano, e se ne attendono le motivazioni: questo penso e questo farei se non vedessi un rischio preciso nella pesantissima, delicata e sorprendente sentenza di condanna del Tribunale di Napoli per Moggi e compagni. Non vorrei cioè che essa fosse un macigno a chiudere, invece che un argomento di riflessione. […] Machete adoperato a Napoli. Benissimo: la forza di gravità nei due sensi porta in basso e questo è il segnale che arriva dalla sentenza. Da un lato però mi basterebbe poter pensare che tutta questa vicenda fosse rimasta all'interno del recinto giudiziario, della verità processuale intendo, senza altre valutazioni politiche, o di opportunità ambientale, o di messaggio pubblico ecc. Con una sentenza opposta sarebbe crollato il potere istituzionale, non dimentichiamocelo (Figc, Alta corte del Coni ecc.). Dall'altro che se non sono state prese in considerazione altre prove finora, venga fatto nei successivi gradi di giudizio. Più verità, non un target prescelto. Senza cioè lasciare l'impressione che Moggi, bollato come l'Al Capone del calcio, sia servito perfettamente da tappo a una bottiglia di pessimo liquore per l'ubriacatura pubblica, finendo in un trappolone: sarebbe un rischio ancora peggiore.”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

citato in "A Napoli con il machete" http://ilfattoquotidiano.it/2011/11/10/a-napoli-con-il-machete/169668/, il Fatto Quotidiano.it, 10 novembre 2011

Oliviero Beha photo
Oliviero Beha photo

“[Sulla sentenza in primo grado e la polarizzazione dello Scandalo del calcio italiano del 2006 a Napoli, nel 2011] […] L'Inter e i suoi tifosi vivono questa sentenza come una vittoria: ladroni gli juventini di quel ciclo trionfale, sconfitti ma onesti e rivalutati dalle sentenze gli interisti, rimuovendo la montagna di telefonate colpevolizzanti uscite fuori negli ultimi tre anni per cui mesi fa lo stesso Procuratore Federale Palazzi, il Torquemada del 2006, aveva prescritto l'Inter dicendone però il peggio. Curioso: Palazzi va bene o male a sentenze alterne, il tifo è fatto così. Fossero stati assolti a Napoli Moggi e co. […], sarebbe stata festeggiata come una vittoria della Juve contro l'Inter. E questo tifo si è riverberato su giornali e su giornalisti. Dio solo sa, e chi mi segue su Il Fatto quotidiano può verificarlo, la fatica e l'avversione che mi è costata una battaglia per la verità sull'argomento, dopo trent'anni passati anche a focalizzare il marcio del pallone mentre altri erano occupati magari a prendere soldi o regali oppure anagraficamente le merendine. C'è gente che rilutta o recalcitra a prendere atto non della santità di Moggi, per carità di Dio, ma del reale stato degradato del calcio italiano: è più facile sparare su Lucky o Licio Moggi –come lo chiamavo al tempo del suo potere, articoli e libri alla mano– che chiamare in causa le istituzioni sportive. (citato in [http://notizie.tiscali.it/opinioni/Beha/2130/articoli/La-presa-per-i-fondelli-di-Calciopoli-tutto-ridotto-al-tifo-per-Inter-e-Juventus-con-il-concorso-dei-media.html "La presa”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

per i fondelli) di Calciopoli: tutto ridotto al tifo per Inter e Juventus, con il concorso dei media"], Notizie.tiscali.it, 12 novembre 2011

Oliviero Beha photo

“[Sul legame tra lo Scandalo del calcio italiano del 2006 e quello del 2011] Senza indulgere su un fatto emerso come notorio durante il processo, cioè che il Presidente del Collegio, Teresa Casoria, riteneva tale processo penalmente una buffonata e invece i due giudici a latere, con le quali era in conflitto, pensavano il contrario, con l'esito di risultare maggioranza nella determinazione della sentenza, le motivazioni in 558 pagine si riassumono così. 1) Campionati non alterati (quindi scudetti tolti ingiustamente alla Juve…), partite non truccate, arbitri non corrotti, indagini condotte non correttamente dagli investigatori della Procura (intercettazioni dei carabinieri risultate addirittura manipolate nel confronto in Aula). 2) Le Sim, le schede telefoniche estere che Moggi ha distribuito a qualche arbitro e ai designatori, sarebbero la prova del tentativo di alterare e di condizionare il sistema, pur senza la dimostrazione effettiva del risultato truccato. 3) L'atteggiamento di Moggi, da vero boss "telefonico", è invasivo anche quando cerca di condizionare Federcalcio e Nazionale, vedi telefonate con Carraro e Lippi. 4) Che queste telefonate e questa promiscuità "mafiosa" o "submafiosa" o tesa a "fare associazione per delinquere" risultassero costume comune nell'ambiente come risulta evidente, non assolve Moggi e C.: e dunque ecco la condanna. […] Infine il punto 1), la cosiddetta parte positiva delle motivazioni, cioè nei fatti tutto regolare. E allora lo scandalo di "Scommettopoli”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

lo scandalo del calcio italiano del 2011, ndr. ] in cui sta uscendo che nel suo complesso il campionato 2010-2011 a colpi di trucchi è da considerarsi davvero e decisamente irregolare? Lo dice per ora il Procuratore Capo di Cremona, Di Martino, mentre la giustizia sportiva prende tempo come sempre, ma temo che presto lo ribadiranno in parecchi, a meno che non venga messo tutto a tacere. Con buona pace di chi vuole la verità e pensa che Moggi sia oggettivamente diventato il "capro espiatorio". Il quadro dell'informazione che non indaga, non analizza, non confronta e si schiera per ignoranza o partito preso così vi sembra leggermente più chiaro? (Citato da "Il "caso Moggi" e le colpe della stampa: non fa inchieste, (di)pende dai verbali, non sa leggere le sentenze", notizie. tiscali. it, 7 febbraio 2012)

Giovanni Villani photo

“È da notare una favola che si dice e dipigne in Francia per dispetto degli Italiani. È dicono ch'e' Lombardi hanno paura della limaccia, cioè la lumaca.”

Giovanni Villani (1276–1348) mercante e scrittore italiano

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 658

Giovanni Gentile photo
Ferdinando Adornato photo

“Quando nell'Ot­tocento è stata scelta l'idea di unità nazionale, non si è rispettata l'identità della penisola, che è stata sempre po­licentrica. Napoli non ha mai fatto riferimento all'Italia, ma al Mediterraneo e all'Europa. I napoletani si son detti "regnicoli", mai italiani, e non lo erano.”

Franco Cardini (1940) storico e saggista italiano

citato in Franco Cardini incanta l'Auditorium Rai: Angiò e Aragona, nasce la grande capitale http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/arte_e_cultura/2009/3-novembre-2009/franco-cardini-incanta-auditorium-raiangio-aragona-nasce-grande-capitale--1601949162710.shtml, Corriere del Mezzogiorno, 3 novembre 2009

Papa Pio XII photo

“[Canaletto] La precisione miracolosa, la purezza incandescente del più piccolo tratto, della più piccola lineetta resteranno, in queste beate pitture, fra i più grandi raggiungimenti di una civiltà al suo culmine. Solo un pittore che era l'erede qualificato di tutta la pittura italiana, poteva arrivare a fondere in una concezione formale d'una così osata perfezione, la prospettiva italiana e l'evidenza di Vermeer. Sarà chiaro ormai come un'altra interpretazione semplicistica da scartare sarebbe quella che facesse discendere unicamente la specialissima ellissi cromatico-luminosa di Canaletto, dal suo impareggiabile virtuosismo di disegnatore e di incisore. Nella progressiva maturazione dello stile di Canaletto […] si è constatato come disegno e pittura non siano che fasi di un'unica visione: né, per il fatto che, cronologicamente, il disegno precede la pittura "finita" corrispondente, si può dedurre questa da quello. Uno era l'artista, una l'intenzione formale. La particolare ellissi stenografica non nasce per ragioni di formula disegnativa, di affidare cioè alla linea tutto il fardello dell'immagine, ma proprio per la inconfondibile necessità spaziale […], per cui luci e ombre, per determinare la visione stereoscopica, devono continuamente avanzare o retrocedere rispetto all'oggetto cui si riferiscono: dissociarsene e scaglionarsi in profondità. Donde qualsiasi modulazione chiaroscurale o plastica deve per forza essere risolta in giustapposizioni, in scaglionamenti, in trapassi secchi. È in quanto che il piccolissimo punto bianco (che poi sarà un naso o un bottone) avanza più del dovuto – per così dire – che nella totalità dell'immagine riuscirà a ristabilire il nesso spaziale, lo spessore dell'oggetto, senza bisogno di termini intermedi. Chi rimprovera ciò a Canaletto non ha capito nulla dell'altissima ricerca formale e non imitativa che ha sempre retto la sua pittura. Senza quella particolare ellissi, senza quella sottile tecnica quasi ad intarsio, né a Vermeer né a Canaletto riuscirebbe di raggiungere la loro inarrivabile spazialità, che è come uno scandaglio nel mare. Non è una spazialità affiorante, non chiede la sua valenza al medium della luce: ma si serve della luce, come per messa a punto definitiva. È in quei punti luminosi, che brillano simili a pagliette, che si ha come la riprova dell'operazione riuscita […]. Altro che naturalismo, obbiettività manuale, inerte virtuosismo ottico. E quelle vedute ideate, come le chiamò lui stesso, che arrivavano fino al capriccio di impianto, allora quasi panniniano, quanto mal celato fastidio hanno sempre dato ai suoi critici, fissi nel volerlo vedere nei suoi panni reali solo quando sembra che copi esattamente dal naturale. […] Che colpo, per chi ambirebbe farne il coscienzioso pre-impressionista, sempre in plein air.”

Cesare Brandi (1906–1988) storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano

Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, pp. 181-188.

Germaine de Staël photo
Germaine de Staël photo
Ronaldo photo
Leonardo Bonucci photo
Giuseppe Terragni photo

“La mente più lucida del capitalismo italiano. Entriamo nel suo ufficio e vediamo se oggi riesce a ricordarsi come si chiama!”

Walter Fontana (1957) umorista, sceneggiatore e scrittore italiano

Senza fonte, Citazioni da Mai dire Gol

Carlo Bo photo
Ronald Spogli photo
Ronald Spogli photo

“Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso anno che la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano.”

Ronald Spogli (1948) politico, diplomatico e imprenditore statunitense

Corriere della sera http://www.corriere.it/politica/10_dicembre_24/giustizia-spogli-dalema_552a94b6-0f3a-11e0-bda7-00144f02aabc.shtml, 24 dicembre 2010

Jacques Attali photo
Michael Novak photo

“L'uomo è nato per creare. La vocazione umana è di immaginare, inventare, osare nuove imprese.”

Michael Novak (1933–2017) scrittore, filosofo, diplomatico, giornalista

da Dove va il capitalismo italiano?

Michael Novak photo
Aurelio Galleppini photo

“Sì, forse Tex mi ha assorbito un po' troppo, e la gente è portata a ricordarmi solo per questo. Però devo dire che il personaggio mi ha ripagato di tutto il tempo che gli ho dedicato.”

Aurelio Galleppini (1917–1996) fumettista italiano creatore di Tex Willer

citato in Renato Genovese, L'avventurosa storia del fumetto italiano. Quarant'anni di fumetti nelle mani dei protagonisti, Alberto Castelli Editore, 2009, p. 230

Giovanni Nencioni photo
Francesco Cossiga photo
Francesco Cossiga photo

“[Su sé stesso] Italiano per volontà come sono tutti i sardi.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

da Italiani sono sempre gli altri

Francesco Cossiga photo

“[In risposta ad una dichiarazione della Bruni] Anche noi italiani siamo ben lieti che Carla Bruni non sia più italiana, anzi siamo addirittura felici. Chissà che un giorno Carla Brunì non sia costretta dalla sua burrascosa vita a richiedere la cittadinanza italiana.”

Francesco Cossiga (1928–2010) 8º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Gaffe Obama, la Bruni riapre il caso «Felice di non essere più italiana» http://www.corriere.it/esteri/08_novembre_09/carla_bruni_berlusconi_9a0f383e-ae4d-11dd-a27b-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 9 novembre 2008.

Alessandro Blasetti photo
Alessandro Blasetti photo
Giovanni Sartori photo

“Silvio Berlusconi possiede metà della televisione italiana, controlla l'altra metà (le reti statali) […] Inoltre condiziona gran parte della stampa.”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

dalla trasmissione WideAngle http://www.youtube.com/watch?v=_oEYaXOXm7E

Giovanni Sartori photo
Philippe Mexès photo

“Sono molto felice di aver dato una grande gioia ai nostri tifosi, vederli felici è fantastico, è bello come vedere il sole!”

Philippe Mexès (1982) calciatore francese

dall'intervista a Roma Channel dopo la conquista della Supercoppa italiana il 19 agosto 2007

Giuseppe Bergomi photo
Vittorio Pozzo photo

“[Nel 1960-1961] L'uomo che lo [il Catania] allena è un prototipo di questa forza morale: Di Bella è un esempio di come la semplicità possa, in certi momenti critici, prevalere sulle forze complesse. È un ragazzo semplice, Di Bella, un ragazzo d'oro. Il contributo che sta portando al calcio italiano in questo complesso periodo di vita è più che notevole.”

Vittorio Pozzo (1886–1968) allenatore di calcio e giornalista italiano

Origine: Citato in Antonio Buemi, Carlo Fontanelli, Roberto Quartarone, Alessandro Russo, Filippo Solarino, Tutto il Catania minuto per minuto, GEO Edizioni, Empoli, 2010, p. 193.

Giovanni Artieri photo
Giuseppe Ferrari photo
Carlo Denina photo

“Amo più gl'ingegni moderni, che i vecchi pedanti.”

Carlo Denina (1731–1813) presbitero e storico italiano

citato in Giuseppe Maffei, Storia della Letteratura Italiana, Vol. III, p. 23, Giovanni Mazzajoli Editore, Livorno 1852

Carlo Promis photo
Carlo Promis photo
Ferdinand Gregorovius photo
Franco Carraro photo
Franco Carraro photo
Roberto Castelli photo

“Tra i trentadue reati proposti [per il mandato di cattura europeo] c'è quello di razzismo e xenofobia: chi decide a livello europeo chi è razzista e chi no? Chi garantisce, ad esempio, i cittadini che scenderanno in piazza domani?”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Radio Padania Libera, 8 dicembre 2001; citato in Antonello Caporale, E Castelli sfida gli alleati Non svendo italiani e padani http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/09/castelli-sfida-gli-alleati-non-svendo.html, la Repubblica, 9 dicembre 2001, p. 2

Aurelio De Laurentiis photo
Aurelio De Laurentiis photo
Leonardo Sciascia photo
Leonardo Sciascia photo
Leonardo Sciascia photo
Leonardo Sciascia photo
Leonardo Sciascia photo
Joseph Blatter photo

“C'erano Baglioni e Cocciante da una parte che erano i melensi, c'era Battisti che nessuno di noi valutava granché, c'era chi come me si rifaceva alla Francia e a Tenco, chi si rifaceva a Dylan e chi come Antonello si rifaceva a Elton John e alla musica inglese. Rino è stato veramente il più italiano perché non si rifaceva a niente e a nessuno.”

Ernesto Bassignano (1946) cantautore, giornalista e conduttore radiofonico italiano

Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. ( Link Youtube Parte 4 http://www.youtube.com/watch?v=0UPt5syieKc)

Jack White photo
Marcello Marchesi photo

“[Umberto Eco]. La pietra di Pappagone della cultura italiana.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il dottor Divago, Il "Chi sarebbe?" Definizionario delle celebrità, p. 64

Arthur John Strutt photo

“Eccoci finalmente qui. Un proverbio italiano dice: — Vedi Napoli e poi muori!, ma io dico: — Vedi Napoli e vivi — perché c'è molto qui degno di essere vissuto.”

Arthur John Strutt (1819–1888) pittore, incisore e viaggiatore inglese

Napoli, 5 maggio; p. 91
Calabria Sicilia 1840

Arthur John Strutt photo
Giovanni Amendola photo

“La democrazia non può pretendere di conservare la sua funzione orientatrice, la sua posizione direttiva nella vita pubblica italiana perché essa non ha saputo organizzarsi come partito, perché essa non è un "partito di masse". Ed ecco sorgere, sulla nostra via, il mito dei partiti di masse, che sono, in definitiva, partiti di minoranze, dietro i quali vive e prospera il fenomeno sindacale. Il partito fascista, a mano a mano che subisce l'inflazione sindacalista, assume sempre più il carattere di partito di masse, così come l'assunsero precedentemente, nelle medesime condizioni, il partito socialista ed il partito popolare. Ora codesti partiti, cosiddetti di masse, hanno come caratteristica la dipendenza dagli interessi economici delle classi o categorie raccolte in sindacati, e la disciplinata organizzazione sotto la direttiva di piccoli ceti di professionali della politica; essi stessi possono anzi considerarsi, in più largo senso, come accolte di professionali della politica, i quali ricollegano a tale esercizio professionale, o la difesa di essenziali interessi economici, oppure il proprio ufficio personale congiunto alla propria esistenza. Si tratta, pertanto, di ceti limitati e selezionati, anche quando le tessere si contino a milioni. La grande maggioranza del popolo italiano vive fuori di questi grandi reticolati di sindacati e di tesserati; essa è composta di milioni di uomini i quali consacrano la loro quotidiana esistenza all'esercizio di attività private e non di attività pubbliche, e che traggono i loro mezzi di vita dal lavoro individuale produttivo, e non già dalla politica esercitata su scala più o meno larga o ristretta. Questa grande maggioranza del nostro popolo cerca, col sentimento e con la ragione, nella democrazia, la espressione delle sue idealità, e la tutela degli interessi generali del Paese, e quando pensa e parla di politica, nelle ore lasciate libere al lavoro privato, non pensa agli interessi sindacali ma pensa all'Italia, e si chiede in qual modo la grande maggioranza degli italiani riuscirà ad imporre la sua volontà e la sua anima alle minoranze rumorosamente contendenti, onde comporre finalmente il loro conflitto in un fraterno e fecondo silenzio. Ora, questa maggioranza italiana, disorganizzata se si guarda alla tessera, ma politicamente viva e vibrante, anzi più viva e vibrante delle minoranze compatte ed omogenee che costituiscono i così detti partiti di massa, viventi una vita in gran parte artificiale, sovreccitata dall'esercizio della politica professionale – questa grande maggioranza italiana che custodisce la sanità della stirpe ed è il perno del nostro avvenire, chiede ai politici tutti di arrestare, finalmente, il tumultuoso disordine che impedisce e disturba ogni seria considerazione dei problemi nazionali, ed invoca e comanda che da oggi in avanti non un'ora sia più perduta nella sterile contesa.”

Giovanni Amendola (1882–1926) politico e giornalista italiano

Giovanni Amendola, In difesa dell'Italia liberale, in I Progetti del Corriere della Sera, I Maestri del pensiero democratico, n. 11, pag. 53 e 54
In difesa dell'Italia liberale

Diane Lane photo
Dick Pound photo
Marcello Pera photo

“Il Ponte [sullo stretto di Messina], così come è concepito e localizzato (in una zona fortemente ventosa, sede di faglie attive), non ha assolutamente i requisiti di sicurezza.”

Antonio Maria Michetti (1927–2010)

dal saggio pubblicato sull'ultimo numero della rivista Architetto Italiano, Mancosu Editore, n. 5-2005 dicembre

Raffaele Cantone photo
John Ronald Reuel Tolkien photo

“Sono innamorato dell'italiano, e mi sento alquanto sperduto senza la possibilità di provare a parlarlo.”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

La realtà in trasparenza, lettera n. 163

“È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'Unità, si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.
«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La Questione Meridionale è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]”

Leonida Rèpaci (1898–1985) scrittore

Origine: Calabria grande e amara, pp. 162-163

“Chi lèse qua, considera ben tutto | che muodo se muor miseramente, | co' è stato costù che xé in st'arca presente, | Allegretto Aldin, tragando un rutto.”

Andrea Calmo (1510–1571) commediografo, attore e poeta italiano

da Chi lèse qua...; citato in I capolavori della poesia italiana, a cura di Guido Davico Bonino, CDE, 1972

Carlo Vittori photo
Fernando Alonso photo

“Un pilota spagnolo vince in Germania su una macchina italiana progettata da un ingegnere greco.”

Fernando Alonso (1981) pilota automobilistico spagnolo

Origine: Citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare http://www.gazzetta.it/Calcio/30-12-2012/blob-2012-913634965312.shtml, Gazzetta.it, 30 dicembre 2012.

James Blake photo

“[Dopo un terribile infortunio alla testa] Avevo due opzioni: disperarmi o andare avanti. Ho scelto la via del sorriso perché mi consideravo una ragazzo fortunato per essere ancora vivo. Contro il parere dei miei medici italiani, sono volato a casa mia nel Connecticut. È stata la scelta migliore che io abbia potuto fare perché sono stato vicino a mio padre per le ultime sei settimane della sua vita. Ho imparato molto sulla vita e sono cambiato come persona.”

James Blake (1979) tennista statunitense

Origine: Nel 2004 il padre morì per un tumore allo stomaco. Questa perdita lo sconvolse e lo convinse di fondare un anno dopo la James Blake Foundation, che si occupa di finanziare fondi per la ricerca sul cancro finalizzata alla diagnosi precoce.
Origine: Citato in Giacomo Fazio, Blake, l'uomo che ha sorriso alla vita http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/09/02/766259-blake_uomo_sorriso_alla_vita.shtml, Ubitennis.com, 2 settembre 2012.

Cesare Segre photo
Cesare Segre photo