Frasi su tanto
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“Creatore del conte Dracula, prototipo di quel vampiro prestatosi a innumerevoli reincarnazioni letterarie e cinematografiche tanto da apparire persino in versione transessuale, Bram Stoker era romanticamente attratto dai travestimenti criminali e dall'arte del raggiro.”

Antonio Debenedetti (1937) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da I criminali di Bram Stoker https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/02/criminali_Bram_Stoker_co_9_091102026.shtml, Corriere della Sera, 2 novembre 2009.

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“Nessuno è tanto iniquo che non possa sperare.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

cap. IV, Il travaglio
Il Mulino del Po

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“Nessuno di noi è tanto intelligente quanto lo siamo tutti assieme.”

Philip M. Condit (1941) imprenditore statunitense

citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1997

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“Aspirare, nel più profondo di sé, a essere tanto spossessati, tanto miserabili quanto lo è Dio.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati

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“Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Al culmine della disperazione

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“Come vedi, ho «larghe» vedute su ogni cosa. Esse lo sono tanto che ignoro a che punto io sia rispetto a qualunque problema.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Su due tipi di società. Lettera a un amico lontano
Storia e utopia

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“Tanto detesto la morte, le buie porte dell'Ade, quanto detesto un uomo che con le labbra dice una cosa e nel cuore ne cela un'altra.”

Dan Simmons (1948) scrittore e autore di fantascienza statunitense

da Ilium. La Rivolta, traduzione di G. L. Staffilano, Mondadori, 2004

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“Tanto caruccia… piccoletta, tondetta, sí, questo lo confesso… ma una silfide n confronto adesso!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Ne I Promessi Sposi, Madre Badessa

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“E presto ciò che avremo | tanto amato dovremo abbandonare.”

Franco Fortini (1917–1994) saggista, critico letterario e poeta italiano

Foglio di via

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“Il nostro cervello è fatto in modo che l'attenzione sia tanto più alta quanto più un avvenimento suscita emozioni.”

Piero Angela (1928) divulgatore scientifico e giornalista italiano

cap. XI, p. 143
A cosa serve la politica?

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“Di tanto in tanto mi esercito a dare a Dio qualche gioia?”

Andrea Gasparino (1923–2010) presbitero e scrittore italiano

Richiami del deserto

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“Sono un pitone. E vorrei tanto farmi una pippa.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Giuro che dico il falso

“Ogni tanto facevo anche sogni erotici. Ma non ero bravo, sognavo di farmi una pippa.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Storia dell'universo in comode dispense settimanali

“Caro Dottor Narciso, vorrei tanto andare a giocare al Casinò di Montecarlo, sa mica quale documento serve per entrare nel paese?". "Sì. La carta di credito.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

L'adorabile posta del Dottor Narciso

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“[Sui paragoni con Ibrahimović] È solo una coincidenza, se segni tanto in Italia hai la qualità per far gol e fare la differenza anche in Champions League. Non so se io ero più concreto, ma so che anche lui sta segnando tanto e chi fa gol fa la differenza nel calcio, poi certo è importante che la squadra crei occasioni, perché il gol è un discorso d'insieme.”

Marco van Basten (1964) allenatore di calcio e ex calciatore olandese

Origine: Citato in Van Basten in volo su Juve-Milan "Allegri bravo, Conte un po' fanatico" http://www.gazzetta.it/Calcio/20-03-2012/van-basten-volo-juve-milan-allegri-bravo-conte-po-fanatico-81689111350.shtml, gazzetta.it, 20 marzo 2012.

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“Il premier sta pensando di silurare Fini: 'tanto posso benissimo contraddirmi da solo.”

Mario Natangelo (1985) fumettista e giornalista italiano

Il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2010

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“Meno male che in zona esistono feste e sagre che mi hanno sempre dato fiducia. Comunque il mio impegno c'è, per crescere e per regalare emozioni a me stesso e a chi mi segue con tanto affetto.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

dall'intervista di Vincenzo Iannuzzo, Il ritmo delle note nel cabaret, La Nuova Ferrara, 28 gennaio 2008

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“Il cliente, il pubblico, è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Curzio Maltese, Come ti sei ridotto, Feltrinelli, Milano 2006

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“Mi sta venendo un complesso di superiorità tanto che dico: "Meno male che ci sono io". Non so un altro che cosa avrebbe fatto. Nessuno avrebbe potuto fare meglio di quello che abbiamo fatto noi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Roma, presentazione del libro La grande muraglia di Bruno Vespa, Adnkronos, 3 dicembre 2002

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“[Commentando la procedura avviata dalla Commissione UE contro l'Italia per aver superato i parametri del patto di stabilità] Smettiamola di preoccuparci così tanto per l'economia: abbiamo un sommerso del 40%, ma vi sembra che la nostra economia non tenga? Ma andiamo…”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2005
Origine: Citato in «Economia, smettiamola di preoccuparci» http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/06_Giugno/16/berlusconi.html, Corriere.it, 16 giugno 2005.

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“Non ho mai registrato tanto entusiasmo nei miei confronti negli ultimi 14 anni, al punto che mi sono venute le stigmate.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

mostrando alcuni graffi sulle mani
2007
Origine: Durante la presentazione di un libro di Bruno Vespa; citato in «Non torno indietro, piuttosto mi sfilo» http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_11/berlusconi_non_torno_indietro_2b6aa1ba-a80a-11dc-9708-0003ba99c53b.shtml, Corriere.it, 11 dicembre 2007.

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“In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l'intelligencija tedesca già nel 1914 era in stato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli, anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. […] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti […].
Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. […] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. […]
Sentirsi puri, non contaminati. Il popolo tedesco ha sempre reagito alle proprie crisi con un disperato, irrazionale desiderio di purezza: e la rivolta luterana – a un livello umano e ideale ben diverso, d'accordo – rappresenta forse il primo, imponente documento storico di questo impulso innato. Sorto dopo Versaglia, il nazionalsocialismo non si è tanto imposto con la violenza alle masse, quanto piuttosto le ha trovate già pronte ad accoglierlo e ad acclamarlo.”

Giorgio Bassani (1916–2000) scrittore e poeta italiano

La rivoluzione come gioco, p. 44

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