Frasi su tempo
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“Il primo giorno che vi si recò, si sedette un poco a caso; era prima della guerra, in un tempo in cui si poteva ancora scegliere il proprio posto.”

Raymond Queneau (1903–1976) scrittore, poeta e matematico francese

da La piccola gloria
Racconti e ragionamenti

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“Untale si allontanò calcolando mentalmente la radice quadrata di 123.456.789. Per passare il tempo.”

Raymond Queneau (1903–1976) scrittore, poeta e matematico francese

da Un giovane francese di nome Untale, I, II
Racconti e ragionamenti

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“Il grande poeta, nello scrivere se stesso, scrive il suo tempo.”

Thomas Stearns Eliot (1888–1965) poeta, saggista e critico letterario statunitense

Origine: Da Shakespeare e lo stoicismo di Seneca.

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“[A proposito del terremoto di Sendai del 2011] Mons. Orazio Mazzella, (1860-1939) arcivescovo di Rossano Calabro, all'indomani della tragedia fece una serie di riflessioni che vi riassumo (La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909).
In primo luogo le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio, che ci scuote e ci richiama col pensiero ai nostri grandi destini, al fine ultimo della nostra vita, che è immortale.
Infatti se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe sopra di noi un fascino irresistibile, non ci accorgeremmo che essa è un luogo d'esilio, e dimenticheremmo troppo facilmente, che noi siamo cittadini del cielo. […]
In secondo luogo, osserva l'arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono talora esigenza della Giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Alla colpa del peccato originale si aggiungono infatti, nella nostra vita, le nostre colpe personali; nessuno di noi è immune dal peccato e può dirsi innocente e le nostre colpe possono essere personali o collettive: possono essere le colpe di un singolo o quelle di un popolo: ma mentre Dio premia o castiga i singoli nell'eternità è sulla terra che premia o castiga le nazioni, perché le nazioni non hanno vita eterna, hanno un orizzonte terreno. […]
Terzo punto infine: le grandi catastrofi sono spesso una benevola manifestazione della misericordia di Dio.
Abbiamo detto infatti che nessuno, mettendosi la mano sulla coscienza, potrebbe dare a se stesso un certificato d'innocenza. Un giorno, quando il velo, che copre l'opera della Provvidenza, sarà sollevato, ed alla luce di Dio vedremo ciò che Egli avrà operato ne' popoli e nelle anime, ci accorgeremo che per molte di quelle vittime, che compiangiamo oggi, il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima da tutte le macchie, anche le più lievi, e grazie a questa morte tragica la loro anima è volata al cielo prima del tempo perché Dio ha voluto risparmiarle un triste avvenire. […]
Le grandi catastrofi sono certamente un male, però non sono un male assoluto, ma un male relativo, dal quale sorgono beni di ordine superiore e più universali. La luce della fede ci insegna che le grandi catastrofi, o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da Riflessioni sul mistero del male – Intervento del prof. Roberto de Mattei a Radio Maria del 16 marzo 2011; citato in Corrispondenza Romana http://www.corrispondenzaromana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1560:intervento-del-prof-roberto-de-mattei-a-radio-maria-del-16-marzo-2011&catid=138:varie&Itemid=55=, 25 marzo 2011

“Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

N. 20, p. 3
Editoriali in Radici Cristiane

“La storia della Chiesa e dell'Europa è anche quella di modelli femminili che hanno onorato la purezza fino all'offerta della vita.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

da La vera malattia mortale del nostro tempo http://www.radicicristiane.it/stampa.php/id/519/ref/1/Editoriale/La%20vera%20malattia%20mortale%20del%20nostro%20tempo, Radici Cristiane, n. 44, maggio 2009.
Editoriali in Radici Cristiane

“[Su Facebook] […] è una perdita di tempo in una vita già abbastanza affollata […]”

Alberto Pezzotta (1965) critico cinematografico italiano

citato in Duellanti, n. 67, gennaio-febbraio 2011, p. 115

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“La causa vera [del viaggio] è lo scontento del tempo che viviamo.”

Vincenzo Consolo (1933–2012) scrittore e saggista italiano

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“Potrete ritirarvi nell'asilo dei Vecchi Preti a Klinton. È un luogo ideale di riposo." Il vecchio sbottò in una risata; in una risata asciutta e breve. "Avrò tempo di riposarmi davvero quando sarò morto.”

Variante: "Potrete ritirarvi nell'asilo dei Vecchi Preti a Klinton. È un luogo ideale di riposo." Il vecchio sbottò in una risata; in una risata asciutta e breve. "Avrò tempo di riposarmi davvero quando sarò morto.

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“Quali possono essere le cause del fascino discreto che l'austerity tuttora esercita tra le masse popolari, soprattutto tra gli eredi del movimento operaio? Una parziale risposta risiede probabilmente in alcuni tipici luoghi comuni diffusi tra le macerie di quella che un tempo veniva orgogliosamente definita la cultura di sinistra, e che oggi pare essersi ridotta a una zavorra ideologica, un intralcio alla comprensione della realtà. Tra di essi vi è ad esempio l’illusione che una politica di restrizioni finanziarie possa indurre i cambiamenti strutturali indispensabili per rendere collettivamente fruibili i benefici del progresso tecnico, e possa addirittura contribuire al trapasso verso una società maggiormente rispettosa dell’ambiente, magari persino fondata sulla “decrescita”. E vi è pure l’idea naive secondo cui l’arma dell’austerità potrebbe essere finalmente rivolta non sui lavoratori ma contro i dissipatori, i corrotti, i membri della “casta”. La realtà, tuttavia, è un’altra. I dati evidenziano che proprio nelle fasi in cui si impone la logica dei tagli emergono pure nuove tipologie di dualismi tecnologici, di aggressioni all’ambiente e al territorio, di dilapidazioni di risorse pubbliche, di privilegi e di malversazioni, che in proporzione risultano ancor più pervasive e letali di quelle che si verificavano in epoche di minore restrizione dei bilanci pubblici. Un esempio emblematico su tutti: i costi della famigerata “casta”, guarda caso, sono aumentati proprio nella lunga epoca dei sistematici avanzi primari, vale a dire del surplus di entrate fiscali sulla spesa pubblica calcolata al netto del pagamento degli interessi sul debito. Contro il senso comune, ancora una volta, l’austerity è correlata allo spreco e al privilegio dei pochi".”

Emiliano Brancaccio (1971) economista italiano

dal capitolo Il fascino discreto dell'austerity

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“La possibilità che esistano uomini capaci di “muovere” il mercato è largamente riconosciuta nel dibattito accademico. Tuttavia occorre un chiarimento: ammettere che possano esistere trame e accordi in grado di condizionare i movimenti dei mercati finanziari e gli stessi destini dell’euro non fornisce alcun supporto all’idea che vi sia una sorta di “piano segreto” all’origine della crisi. Questa precisazione è doverosa, considerato il successo di cui oggigiorno gode quella strana miscela di ipotesi fantasiose e di populismo ingenuo che va sotto il nome di “cospirazionismo”. L’errore fondamentale dei cospirazionisti verte sul fatto che essi concepiscono la Storia come una pianificata sequenza di complotti orditi da singoli o da gruppi, con tanto di nomi e cognomi, provenienze, affinità elettive e talvolta persino etnie e preferenze sessuali. Per questi pedestri interpreti del nostro tempo, il corso degli eventi seguirebbe un unico filo rosso che va dal Protocollo dei Savi di Sion alla Trilaterale, naturalmente passando per l’immancabile gruppo Bilderberg. Al di là delle invenzioni, delle imprecisioni e del razzismo strisciante che spesso caratterizza tali chiavi di lettura, il loro limite di fondo è che esse sono assolutamente banali. La meccanica del potere, infatti, è in ultima istanza sempre riconducibile a trame, accordi, coalizioni e a “movimenti di truppe”. Tuttavia, occorre comprendere che le azioni individuali o di gruppo che possono dirsi vincenti, che cioè realmente incidono sul processo storico, sono soltanto quelle che si muovono lungo il solco tracciato da forze gigantesche di tipo impersonale. La lezione di Althusser è in tal senso più che mai attuale: il movimento della storia dovrebbe in generale esser considerato “un processo senza soggetto”, che sceglie i suoi protagonisti solo tra coloro che riescono ad assecondarne il corso e magari ad intercettare i suoi snodi, le sue congiunture, le sue contraddizioni interne, prima e meglio di altri. La speculazione può fungere in tal senso da amplificatore dell’instabilità, da potente acceleratore della crisi, ma per avere successo deve sempre muoversi in simbiosi con le forze del processo storico. Attribuire dunque ai commensali di Manhattan il ruolo di “grandi orologiai” è al tempo stesso scontato e fuorviante, e non ci fa compiere un passo verso la comprensione delle determinanti della crisi europea. Piuttosto, occorre capire quali siano le soverchianti forze impersonali che possono rendere vincente la scommessa degli speculatori contro l’euro. A tale scopo, bisognerà comprendere perché, date le sue caratteristiche originarie, l’Unione monetaria europea è sempre stata esposta al rischio che forze centrifughe potentissime la facessero a un certo punto esplodere.”

Emiliano Brancaccio (1971) economista italiano

dal capitolo Banalità del cospirazionismo

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“Bisogna combattere per l'eternità con le armi del tempo.”

Origine: Della verità del cristianesimo, p. 148

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“Chi per tanto tempo si è adattato a vivere male, non sospettando l'esistenza del meglio, appena lo intravvede lo vuole subito. Poi non si accontenta del meglio, vuole l'ottimo.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

prefazione, p. 8
Non siamo più povera gente

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“van Basten, gol! Appena cominciato, da cinquanta secondi, il secondo tempo, Marco van Basten segna il quarto gol per il Milan sullo Steaua.”

Bruno Pizzul (1938) giornalista e ex calciatore italiano

Steaua Bucarest-Milan, 24 maggio 1989, telecronaca dello 0-4
Citazioni tratte da telecronache

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“Cazzu cazzu iu iu!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007

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“Fatt' i cazzi toi!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

Riferito a Fabio Fazio quando lo interrompe, da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Cetto La Qualunque

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“Ntu 'u culu a…”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

il soggetto cambia in base all'argomento, da Che tempo che fa, 2007

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“I giovani, non mi stancherò mai di dirlo, sono un problema e non una risorsa.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Cetto La Qualunque

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“Le ho portato la cura omeopatica del nostro paese: eternit!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Ivo Perego

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“È proprio vero che in ogni famiglia del capitalismo italiano c'è sempre un figlio deficiente.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Ivo Perego

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“Io alla tua età dormivo solo il mercoledì pomeriggio e neanche tutti i mercoledì.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Ivo Perego

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“Se il dio egizio si fosse fatto la piramide di eternit, col cavolo che gli profanavano la tomba!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Ivo Perego

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“È da 30 anni che lavoro e guarda cosa mi viene fuori: una nutria in cassa integrazione!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

riferito al figlio, da Che tempo che fa, 2007
Personaggi, Ivo Perego

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“Mio padre mi ha sempre insegnato a fare tutto. Quando gli ho detto che volevo fare l'attore, mi ha detto di studiare doppiaggio, perché secondo lui era la scuola migliore. Non l'Accademia di Arte Drammatica, che sforna a volte pessimi attori di teatro. "Gli attori di teatro – mi diceva – parlano il 'birignao.'”

Christian De Sica (1951) attore italiano

Invece bisogna parlare il dialetto, che è il vero italiano".
Origine: Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895

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“Quando sei attore nel tuo film, sei anche un ingombro a te stesso.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo.

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“Coll'economizzare il tempo si allunga la vita.”

Antonio Rosmini (1797–1855) filosofo e sacerdote italiano

da Logica

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“Comprendiamo bene come Wikipedia rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti Wikipedia è come un organismo vivente: cresce (al ritmo dei 7% ogni mese), si «ammala», è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto Wikipedia nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di «torre di Babele», che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. […] Le sue «utopie» nascono, radicalizzandole, dalle esigenze profonde della conoscenza umana, che i wíki, in generale, aiutano a trasformare in progetti concreti: il conoscere inteso come un processo dinamico, aperto a tutti, e frutto non solo di un impegno individuale, ma anche di una profonda collaborazione e di un intenso confronto tra menti disposte a condividere abilità e intelligenza. Questa potenzialità deve però confrontarsi con limiti strutturali invalicabili che si possono riassumere nella mancanza di certa autorevolezza e di un'esposizione continua al vandalismo, che rischia di vanificare gli sforzi positivi.”

Antonio Spadaro (1966) gesuita, scrittore e teologo italiano

da Wiki, utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva», in La Civiltà cattolica, anno 2005 n. III

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“Quanto da più lungo tempo son privo del soavissimo cielo di Ausonia, tanto più desidero vedere il suolo natio, ed ivi vivere, ed ivi morire.”

Papa Pio II (1405–1464) 210° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da una lettera a Cesarini; citato in Francesco Fiorentino, Il rinascimento filosofico nel Quattrocento, p. 38

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“Scrivi di Giordano Bruno abbrustolito (prunis tostus), il che io intendo che fu abbruciato; ti chiedo se questo è certo, ed in qual tempo e per qual ragione siagli ciò accaduto: fammelo sapere, sento compassione di lui.”

da una lettera a Giovanni Keplero, 7 marzo 1608; citato in Domenico Berti, Vita di Giordano Bruno da Nola, Paravia, Torino, 1868, p. 9

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“Tutto ciò che è sotto terra, tornerà alla luce col tempo.”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

I, 6, 24

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“È cosa dolce ammattire a tempo opportuno.”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

IV, 12, 28
Dulce est desipere in loco.
Odi

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“Scoprendosi come termine della storia, la Madonna aveva ormai la luce per interpretare il tempo anteriore.”

Jean Guitton (1901–1999) filosofo e scrittore francese

La Vergine Maria

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