Frasi sugli uomini
pagina 27

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“Ecco cosa sarà la Chiesa: la riunione paziente e lenta di tutti gli uomini.”

Jacques Loew (1908–1999) presbitero e teologo francese

Se conosceste il dono di Dio

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“Gli animali non si comportano come gli uomini" disse. "Se devono battersi, si battono. Se devono uccidere, uccidono. Ma non usano la loro intelligenza per trovare la maniera di arrecar danni alle altre creature, di avvelenar loro la vita. Essi hanno dignità, hanno animalità”

Richard Adams (1920–2016) scrittore e glottoteta britannico

cap. 27, Non se lo può immaginare chi non c'è stato)
Variante: Gli animali non si comportano come gli uomini. Se devono battersi, si battono. Se devono uccidere, uccidono. Ma non usano la loro intelligenza per trovar la maniera di arrecar danni alle altre creature, di avvelenar loro la vita. Essi hanno dignità, hanno animalità.

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“Michelagnolo Amerigi fu uomo satirico e altiero; e usciva tal'ora a dir male di tutti li pittori passati e presenti per insigni che si fussero, poiché a lui pareva d'aver solo con le sue opere avanzati tutti gli altri della sua professione […] molti giovani ad essempio di lui si danno a imitare una testa del naturale, e non studiando né fondamenti del disegno e della profondità dell'arte, solamente del colorito appagansi, onde non sanno mettere due figure insieme, né tessere istoria veruna, per non comprendere la bontà di sì nobil'arte.
Fu Michelagnolo, per soverchio ardimento di spiriti, un poco discolo, e tal'ora cercava occasione di fiaccarsi il collo o di mettere a sbaraglio l'altrui vita. Pratticavano spesso in sua compagnia uomini per natura anch'essi brigosi; e ultimamente affrontatosi con Ranuccio Tomassoni giovane di molto garbo, per certa differenza di giuoco di palla a corda, sfidaronsi, e venuti all'armi, caduto a terra Ranuccio, Michelagnolo gli tirò una punta, e nel pesce della coscia feritolo, il diede a morte. Fuggirono tutti da Roma, e Michelagnolo andossene a Pellestrina, ove dipinse una S. Maria Maddalena. E d'indi giunse a Napoli, e quivi operò molte cose.
[…] Se Michelagnolo Amerigi non fusse morto sì presto, averia fatto gran profitto nell'arte per la buona maniera che presa avea nel colorire del naturale; benché egli nel rappresentar le cose non avesse molto giudicio di scegliere il buono e lasciare il cattivo. Nondimeno lasciò gran credito e più si pagavano le sue teste che l'altrui istorie, tanto importa l'aurea popolare, che non giudica con gli occhi ma guarda con l'orecchie. E nell'Accademia il suo ritratto è posto.”

Giovanni Baglione (1566–1643) pittore italiano

da Le Vite dè Pittori, Scultori et Architetti, Roma, 1642

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“Fu nel decimo anno | che mangiai dei topi bolliti | ora che gli uomini azzanno | non li trovo così saporiti”

Ronald Laing (1927–1989) psichiatra scozzese

Origine: Mi ami?, p. 63

“La grande ricchezza dell'individualismo in Italia dove «un Marcel diventa ogni villan», rende difficile a un italiano accettare la gloria dei suoi compagni. Di Vasari ve n'è uno solo.”

Henry Furst (1893–1967) giornalista, scrittore e regista teatrale statunitense

da Italia madre di grandi uomini, New York Times' Book Review, 25 febbraio 1933, p. 417

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“In un popolo libero hanno più potenza i comandi delle leggi che non quelli degli uomini.”

II, 1; 2006
In libero populo imperia legum potentiora sunt quam hominum.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Gli uomini sentono più il peso delle loro sofferenze presenti che delle paure future.”

III, 39; 1997
Graviora quae patiantur videri iam hominibus quam quae metuant.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Mai gli uomini indietreggiano davanti ad un ostacolo se saranno proposti grandi premi a chi tenta grandi imprese.”

IV, 35; 1997
Nihil non adgressuros homines si magna conatis magna praemia proponantur.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Le avversità ricordano agli uomini i doveri religiosi.”

Marco Furio Camillo: V, 51; 1997
Adversae deinde res admonuerunt religionum.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Gli uomini sentono più lentamente il bene, che non il male.”

XXX, 21; 2006
Segnius homines bona quam mala sentiunt.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“I grandi uomini al centro dell'attenzione generale sono meno temuti a causa di un certo senso di saturazione.”

XXXV, 10; 1997
In oculis hominum fuerat, quae res minus verendos magnos homines ipsa satietate facit.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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“Il bene comune è la grande catena che lega insieme gli uomini nella società.”

Annibale: XXXVI, 7; 2006
[C]ommunis utilitas, quae societatis maximum vinculum est.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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“La vecchiaia degli uomini celebri sia inviolata e sicura.”

Tiberio Sempronio Gracco: XXXVIII, 53; 2006
Clarirum virorum senectus, inviolata et tuta sit.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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“La sanità degli uomini sta più nell'aggiustato uso della cucina e della tavola che nelle scatole e negli alberelli degli speziali.”

Francesco Redi (1626–1697) medico, naturalista e letterato italiano

da Consulti medici

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“Non ci può essere Italia unita senza il fondamento di Garibaldi. La leggenda garibaldina è, in realtà, il solo filo nazionale della nostra storia moderna.”

Giovanni Spadolini (1925–1994) politico, storico e giornalista italiano

Origine: Da Gli uomini che fecero l'Italia, Longanesi, 1993, p. 280.

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“Ma la maggior parte di quelli che hanno lo spirito d'avventura lo combinano con lo spirito di conquista. Vanno in lontane contrade non tanto per diffondervi la Fede, quanto per depradarle dell'oro. Questi uomini vogliono che il loro coraggo serva a loro, non a Dio. Non è necessario essere cristiano per questo! Qualunque pagano potrebbe fare altrettanto. Dov'è l'uomo che ha lo spirito dei veri crociati? L'uomo che vuole compiere una missione, non perché egli lo vuole, ma perché Dio lo vuole? Deus lo vult: non ho mai udito questo grido in tutta la mia vita! Lasciamo che le cose vadano per la loro via, e le future generazioni non capiranno nemmeno più come un grido di tal genere si sia potuto proferire. Lo traduranno nelle loro anime mercenarie come una strana specie di ipocrisia, Dio mi perdoni, come una superstizione.”

Variante: "Ma la maggior parte di quelli che hanno lo spirito d'avventura lo combinano con lo spirito di conquista. Vanno in lontane contrade non tanto per diffondervi la Fede, quanto per depradarle dell'oro. Questi uomini vogliono che il loro coraggo serva a loro, non a Dio. Non è necessario essere cristiano per questo! Qualunque pagano potrebbe fare altrettanto. Dov'è l'uomo che ha lo spirito dei veri crociati? L'uomo che vuole compiere una missione, non perché egli lo vuole, ma perché Dio lo vuole? Deus lo vult: non ho mai udito questo grido in tutta la mia vita! Lasciamo che le cose vadano per la loro via, e le future generazioni non capiranno nemmeno più come un grido di tal genere si sia potuto proferire. Lo traduranno nelle loro anime mercenarie come una strana specie di ipocrisia, Dio mi perdoni, come una superstizione."
Origine: L'ultimo crociato, p. 251

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“Viandante che passi, ricordati che non potrà esservi nobile discorso o giusto governo fino a quando ci saranno uomini a cui giustizia è negata.”

Arthur Koestler (1905–1983) scrittore e filosofo ungherese

Origine: Da I gladiatori, Marco Tropea editore.

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“Gesù, diventato Cristo, è ancora fortemente giudaico; quando diventò il Logos, nel Ternarium trinitario, fu reso decisamente platonico; Gesù Cristo sarà reso oggetto di volontà d'ortodossia; le dommatiche lo chiuderanno entro formule che vogliono essere «esclusive», ed escludenti; le teologie cercheranno, qualche volta, di rompere la scorza delle definizioni dommatiche, ma sempre saranno tenute a questa o a quella ortodossia. Gesù, diventato Cristo, aveva diritto di essere lasciato libero da restrizioni umane; tanto valeva lasciarlo nella sua sfera umana soltanto (come Gesù). Noi siamo davanti alla necessità di riprendere il filo là dove le dommatiche lo hanno tagliato; Gesù, traslato nella sfera del divino, non può fermarsi ad essere il Cristo; e neanche il Logos; egli deve essere il veramente libero da ogni condizionamento, deve essere Gesù Libero, Iesoūs Eléutheros. Le teologie e le dommatiche non diventano superflue; esse hanno svolto un grande ruolo nel passato; possono averne altro nell'avvenire; non siamo che alla preistoria del Cristianesimo; la storia di Gesù riparte oggi; per ripartire senza condizionamenti basta esser coerenti col significato della sua traslazione nel non-umano. Chiediamo la liberazione di Gesù. Se Egli resta solo il Cristo, non è ancora interamente libero. Cadranno le vigenti dommatiche? I dizionari teologici diventeranno glossari di archeologia e di filologia? Ma di cosa vi preoccupate, o uomini di poca fede…! Gesù non vale più dei vostri dizionari e dei vostri concilii?”

Giovanni Giraldi (1915–2014) filosofo, filologo e accademico italiano

in Sistematica NN. 156-157, p. 13-14
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“Più amiamo la libertà e l'uguaglianza, più dobbiamo odiare quanto si oppone alla libertà e all'uguaglianza degli uomini.”

Émile Henry (1872–1894) anarchico francese

Origine: Aforismi di un terrorista, p. 11

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“Amo tutti gli uomini nella loro umanità e per ciò che essi dovrebbero essere, ma li disprezzo per quello che sono.”

Émile Henry (1872–1894) anarchico francese

Origine: Aforismi di un terrorista, p. 12

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“Ci sono uomini colti persino tra i professori.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

da Saper leggere, Studio Tesi, 1988
Origine: Anche in Ideario. La citazione è attribuita a Benedetto Croce nella forma: «Ci sono persone colte persino tra i professori».

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“Gli uomini politici italiani, in generale, sono mediocri.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

citato in Rudy de Cadaval, La Nuova Tribuna Letteraria, Anno XI, n. 64, Padova 2001

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“Ciò che differenzia i pagani da noi, è che all'origine di tutte le loro credenze vi è un terribile sforzo per non pensare in quanto uomini, per mantenere il contatto con l'intera creazione, cioè con la divinità.
So bene che il più piccolo slancio d'amore vero ci avvicina molto di più a Dio che tutta la scienza che possiamo avere della crezione e dei suoi gradi.
Ma l'Amore che è una forza non va senza la Volontà.
Non si ama senza la volontà, la quale passa attraverso la coscienza; – è la coscienza della separazione consentita che ci conduce al distacco dalle cose, che ci riconduce all'unità di Dio.
Si conquista l'amore prima attraverso la coscienza e attraverso la forza dell'amore poi.
Tuttavia, vi sono molte dimore nella casa di mio padre. E colui che, gettato sulla terra con la coscienza dell'idiota, dopo Dio solo sa quali fatiche o quali colpe in altri stati o altri mondi che gli hanno valso la sua idiozia; ma con quel tanto di coscienza che gli necessita per amare, e amare in un distacco senza grandi parole, in un meraviglioso slancio spontaneo; colui al quale tutto ciò che è il mondo sfugge, che dell'amore non conosce che la fiamma, la fiamma senza l'irraggiamento e la moltitudine del focolare, avrà meno di quell'altro accanto il cui cervello domina l'intera creazione, e per il quale l'amore è un minuzioso e orribile scollamento.
Ma – ed è sempre come la storia del ditale – avrà sempre tutto ciò che può assorbire. Godrà d'una felicità chiusa, ma che, riempiendo tutta la sua misura, darà anche a lui la sensazione dell'immensità.
Sino al giorno in cui questo povero in ispirito sarà spazzato via come le altre cose. Gli verrà ritirata la sua immensità. Verremo tutti giudicati, grandi e piccoli, dopo il nostro paradiso di delizie, dopo la felicità che non è tutto, voglio dire, che non è il grande Tutto, cioè Niente. Verremo mescolati, verremo fusi sino all'Uno, Uno Solo, il grande Uno cosmico che presto farà posto allo Zero infinito di Dio.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Origine: Eliogabalo o l'anarchico incoronato, pp. 55-56

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“Per le donne la bellezza è quello che per gli uomini è il denaro: potenza.”

Dorothy May (1908–1970)

citato in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1964

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“Gli uomini sono ciechi nella propria causa.”

Heywood Broun (1888–1939) giornalista

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“Gli uomini ridono di ciò che non capiscono o non si aspettano.”

Andrea Rossi (1950) imprenditore e inventore italiano

Origine: In nome del petrolio, p. 75

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“[A proposito di Inchiesta su Gesù] Strana ci sembra anche l'affermazione che Gesú non sia cristiano e che egli non abbia fondato né abbia voluto fondare una nuova religione, il cristianesimo. In realtà, egli ha rivolto la sua predicazione «alle pecore perdute della casa d'Israele» (Mt 10,6): a tale scopo ha chiamato a seguirlo dodici discepoli, perché «stessero con lui e anche per mandarli a predicare» (Mc 3,14-15). Ma il suo messaggio non è accolto dal popolo d'Israele e dai suoi capi. Ecco che allora egli si consacra all'istruzione dei suoi discepoli e delle persone – uomini e donne – che credono in lui: insegna loro a pregare, a vedere in Dio il Padre che li ama, che ha cura di loro; insegna loro il retto uso delle ricchezze, il perdono delle offese; nella sua ultima cena, alla vigilia della morte, istituisce un nuovo rito pasquale e chiede ai Dodici di ripeterlo in sua memoria. Dopo la sua morte e la sua risurrezione, i suoi discepoli, pur restando all'interno dell'ebraismo, formano un gruppo a parte, che ha i suoi capi (i Dodici), un suo rito particolare – la ripetizione dei gesti compiuti da Gesú nella sua Ultima Cena –, gli insegnamenti di Gesú. Proprio questo piccolo gruppo di seguaci di Gesú forma la «sua» Chiesa che, ingrandendosi con l'adesione di nuove persone, sia ebree sia pagane che credono in Cristo, forma il primo cristianesimo. Non c'è dunque nessuna frattura tra Gesú «ebreo» e il cristianesimo, che vivedegli insegnamenti di Gesú e lo professa suo Dio e Signore.”

Giuseppe De Rosa (1921–2011)

da Civiltà Cattolica, 2 dicembre 2006

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