Frasi su canna

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema canna, due-giorni, dio, modo.

Frasi su canna

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“Staccherò le scarpe dal terreno lascerò la terra | fumandomi i miei problemi in questa canna d'erba.”

Noyz Narcos (1979) rapper, beatmaker e writer italiano

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“Metto questa cima in canna senza grindalla | sfioro il collo e lei si bagna senza manco toccarla.”

Noyz Narcos (1979) rapper, beatmaker e writer italiano

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“Il potere politico nasce dalla canna del fucile.”

Mao Tsé-Tung (1893–1976) Presidente del Partito Comunista Cinese

da Problemi della guerra e della strategia, 6 novembre 1938
Variante: Ogni comunista deve afferrare la verità: il potere politico nasce dalla canna di un fucile.

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“Ho una voglia di sfogarmi, grazie a Dio che c'è la droga | quando la macchi a va in fiamme accendi la canna col Fibroga!”

Mondo Marcio (1986) rapper, beatmaker e produttore discografico italiano

Fabri Fibra, da Abbi fede, n. 19
Fuori di qua

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“Ora tirano dalla strada, dal campanile e dalle case più lontane. Gli sono addosso, non gli lasciano scampo. Di Nanni toglie di tasca l'ultima cartuccia, la innesta nel caricatore e arma il carrello. Il modo migliore di finirla sarebbe di appoggiare la canna del mitra sotto il mento, tirando il grilletto poi con il pollice. Forse a Di Nanni sembra una cosa ridicola; da ufficiale di carriera. E mentre attorno continuano a sparare, si rovescia di nuovo sul ventre, punta il mitra al campanile e attende, al riparo dei colpi. Quando viene il momento mira con cura, come fosse a una gara di tiro. L'ultimo fascista cade fulminato col colpo. Adesso non c'è più niente da fare: allora Di Nanni afferra le sbarre della ringhiera e con uno sforzo disperato si leva in piedi aspettando la raffica. Gli spari invece cessano sul tetto, nella strada, dalle finestre delle case, si vedono apparire uno alla volta fascisti e tedeschi. Guardano il gappista che li aveva decimati e messi in fuga. Incerti e sconcertati, guardano il ragazzo coperto di sangue che li ha battuti. E non sparano. È in quell'attimo che Di Nanni si appoggia in avanti, premendo il ventre alla ringhiera e saluta col pugno alzato. Poi si getta di schianto con le braccia aperte nella strada stretta, piena di silenzio.”

Giovanni Pesce (1918–2007) partigiano e politico italiano

cap. VI, Morte e Trasfigurazione, pp. 144-145
Senza tregua: La guerra dei GAP

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“Amica tua, una canna piena di… maria. Quel carretto passava e quell'uomo gridava… drogati/bastardi/pelato.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

da Una canna piena di..., n. 22, parodia di Sampei dei Rocking Horse e di I giardini di Marzo di Lucio Battisti
Io c'ero

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“Rendere illegale la marijuana è come dire che Dio ha commesso un errore. Capite cosa intendo? È come se Dio il settimo giorno avesse guardato giù verso la sua creazione: "Eccola, la mia creazione. Perfetta e sacra in tutti i sensi. Ora posso riposare. [imita Dio che si accorge della marijuana] Oh mio Io, ho lasciato della fottuta erba ovunque! Non mi sarei dovuto fare quella canna al terzo giorno, merda! Quello è stato il giorno in cui ho creato gli opossum. Mi fa ancora ridere! Se lascio erba ovunque, gli uomini penseranno che gli è permesso usarla. Ora devo creare i repubblicani!"”

Bill Hicks (1961–1994) comico statunitense

To make marijuana against the law is like saying to God made a mistake. You know what I mean? It's like God on the seventh day looked down on his creation: "There it is, my creation, perfect and holy in all ways. Now, I can rest. Oh my Me, I left fucking pot everywhere! I should never have smoked that joint on the third day, shit! That was the day I created possums. Still gives me a chuckle! If I leave pot everywhere that's gonna to give humans the impression they're supposed to use it. Now I have to create Republicans!".
Revelations

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“Ah, popolo mobile che cede al minimo vento! Sventura a chi s'appoggia su questa canna.”

Friedrich Schiller (1759–1805) poeta, filosofo e drammaturgo tedesco

da Maria Stuarda

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“Oh canna meravigliosa, più preziosa d'uno scettro!”

Giovanni Keplero (1571–1630) astronomo, matematico e musicista tedesco

Sul cannocchiale di Galileo Galilei

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“Io adoro l'uomo! Raduna per me vitelli e buoi, e la notte li rinchiude in recinti di canna. Mi basta entrare e scegliere, e ho la cena assicurata.”

Davide Morosinotto (1980) scrittore italiano

Shere Khan; p. 232
La Legge della Giungla. La vera storia di Bagheera

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“Una volta un mio amico mi ha detto: 'Rocco, ti va di fare due tiri di canna?'…ho preso un cefalo!”

Rocco Barbaro (1955) comico e cabarettista italiano

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“La componente femminile in un uomo… oddio, mi si sta abbassando la canna dello zucchero…”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

Origine: Aloha!!!!!, p. 29

“Montale, | ciottolo roso, | dal greto che più non risuona, | ha tolto una canna | bruciata dal sole, | e intesse liscosa canzone.”

Giorgio Caproni (1912–1990) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da Epigramma in Res Amissa

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“Benche intorno a' corpi gravi diversissime cose si potessero considerare, tutte belle, et tutte curiose, però non cercaremo altro, se non che forte di linea sia quella, per la quale si move esso grave, mercé prima dall'interna gravità, poi del proiciente, e finalmente dell'uno et dell'altro accoppiati insieme, per vedere, se vi havessero che fare le Settioni Coniche, et quali siano quando ciò sia vero.
Dico adunque, se noi consideraremo il moto del grave fatto per la sola interna gravità, in qualcunque modo poi ella si operi, che quello sarà sempre indrizzato verso il centro universale delle cose gravi ciò è verso il centro della terra, et universalmente conspirare tutti i gravi a questo centro, poiché si veggono in tutti i luoghi della superficie terrestre scendere non impediti a perpendicolo sopra l'Orizonte […].
Dico piú oltre, che considerato il mobile che da un proiciente viene spinto verso alcuna parte, se non havesse altra virtú motrice, che lo cacciasse verso un'altre banda, andarebbe nel luogo segnato dal proiciente per dritta linea, mercè della virtú impressali pur per dritta linea, dalla quale drittura non è ragionevole, che il mobile si discosti, mentre non vi è altra virtú motrice, che ne lo rimova, e ciò quando fra di duoi termini non sia impedimento; come per esempio una palla d'Artiglieria uscita dalla bocca del pezzo, se non havesse altro, che la virtú [motrice] impressali dal fuoco, andarebbe a dare di punto in bianco nel segno posto a drittura della canna, ma perche vi è un altro motore, che è l'interna gravità di essa palla, quindi avvienne, che da tal drittura sia quella sforzata deviare, accostandosi al centro della terra. […]
Dico ancora, che quel proietto non solo andarebbe per dritta linea nel segno opposto, ma che in tempi eguali passarebbe pur spatij eguali della medesima linea, mentre che il mobile fosse a tal moto indifferente; e mentre ancora il mezzo non li facesse qualche resistenze, poiche non ci farebbe causa di ritardarsi, ne di accelerarsi. […] Si che il grave, mercè della interna gravità, non anderà se non verso il centro della terra, ma quello, mercè della virtú impressali, potrà incaminarsi verso ogni banda.”

Bonaventura Cavalieri (1598–1647) matematico italiano

da Lo Specchio Ustorio, pp. 153 sgg.; citato in Koiré 1979, pp. 300 sgg.

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“Bianche gocce di rugiada | sui pennacchi di canna | del mio giardino. | Potessi perforarle intatte… | Una collana per te.”

Ōtomo no Yakamochi (718–785) poeta e politico giapponese

Origine: Da Il muschio e la rugiada. Antologia di poesia giapponese, a cura di Mario Riccò e Paolo Lagazzi, traduzione di Mario Riccò, Fabbri Editori R.C.S. Libri & Grandi Opere S.p.a., Milano, 1997, p. 56.

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“Il pregio della zucchero non procede dalla canna, ma quel pregio consiste nella sua stessa qualità particolare.”

da Superiorità falsa, vol. II, p. 134
Il roseto

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“[…] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'Anapo.
Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,
La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,
Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,
Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico Ciane, suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,
I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,
Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,
Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti?”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Viaggio in Sicilia, p. 135

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