Frasi su fare
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“Mariottide: Mio figlio Fernandello diventerà un ottimo ballerina!
Fernandello: Papà! Io voglio fare l'usciere!”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Mima il gesto dell'indicare la porta, e tutti gli ospiti in sala escono
L'uomo che usciva la gente

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“Padre Maronno: Mamma sono meno Santo!
Emma Diseguale: Prova a fare dei miracoli…”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Padre Maronno – L'ispettore Catiponda – L'Ispettore Santo Maroponda, Terza puntata

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“Allora… andiamo là… a fare delle cose…”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

Ispettore Catiponda
Padre Maronno – L'ispettore Catiponda – L'Ispettore Santo Maroponda, Quarta puntata

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“Non fare una cosa stupida è come fare una cosa intelligente.”

Dan Peterson (1936) allenatore di pallacanestro e giornalista statunitense

Oldenburg-Olimpia Milano, 2^ giornata di Eurolega 2009-2010, 28 ottobre 2009
Telecronache

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“I giocatori sono liberi di fare quello che dico io.”

Giovanni Trapattoni (1939) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano
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“[Gaffe] Noi non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo.”

Giovanni Trapattoni (1939) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Attribuite
Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 32. ISBN 88-8598-826-2

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“È destino dello spirito umano di non poter risolvere da sé le più alte questioni, e non si riesce a nulla di buono, quando si vuol fare contro questa legge.”

Friedrich Julius Stahl (1802–1861) giurista tedesco

in introduzione alla prima edizione, p. XXVIII
Storia della filosofia del diritto

“I produttori sono la maionese tra il talento e i soldi che servono per fare un panino di merda.”

Origine: What Just Happened? Storie amare dal fronte di Hollywood, p. 124

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“[Su Edberg] Per lui è più facile, perché può fare una cosa sola.”

Boris Becker (1967) tennista tedesco

Origine: Citato in Daniele Malafrina, C'era una volta Stefan Edberg http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2009/12/16/271716-volta.shtml, Ubitennis.com, 16 dicembre 2009.

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“[…] al posto delle elette gentildonne favolatrici, Pampinea, Fiammetta, Neifile, qui troviamo Zeza sciancata, Cecca storta, Meneca gozzuta, Tolla nasuta, Popa gobba, Antonella bavosa, Ciulla musuta, Paola scerpellata, Ciommetella tignosa e Iacova squarquoia: un vero e proprio congresso di lamie. È vero che costoro, scelte dal re di Vallepelosa come le migliori della città, essendo le più svelte e linguacciute, favoleggiano nei giardini reali. Ma che giardini reali son questi! Invece di alberi solenni, una semplice pergola d'uva: il giardino reale si riduce alle proporzioni d'un modesto orto suburbano. E che re son quelli dei «cunti» del Basile! Che cosa inventa uno di essi per distrarre la figlia che non sapeva ridere? Niente di meglio che schizzare con una fontana d'olio le persone che passano dinanzi alla reggia. Trovata allegra degna di quello che doveva essere un re napoletano, il re Lazzarone, che per mettere il buonumore addosso alla delicata sua sposa, le toglieva di sotto la sedia facendola cadere. (Il che dimostra che Ferdinando I fu un prodotto inevitabile di quello stesso ambiente che produsse le fiabe del Basile.) Un altro re deve abitare in un ben curioso palazzo, se non può fare uno sbadiglio senza irritare due vecchiacce che vivono in un giardino su cui guardano le sue finestre. Un altro se ne sta affacciato alla finestra per trovar marito alla figlia; e v'è un principe che rapisce la bella non già su un cavallo alato, ma su un modesto asino, e ve n'è un altro che fa alle sassate coi monelli di strada.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

da Il «Cunto de li cunti» di G.B.Basile, p. 170
Bellezza e bizzarria

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“La vecchiarella è una bazzecola! – pensava con foga ed a scatti. – La vecchia sarà stata un errore, ma non è di lei che si tratta! La vecchia è stata soltanto una malattia… io volevo al piú presto scavalcare l'ostacolo… io non ho ucciso una persona, io, io ho ucciso un principio! Il principio, sí, l'ho ucciso, ma quanto a scavalcare, non ho scavalcato, son rimasto da questa parte… soltanto uccidere ho saputo. E anche quello non l'ho saputo fare, si vede… Un principio? Per che cosa quello stupidello di Razumichin poco fa criticava i socialisti? Sono gente laboriosa e trafficante; si occupano della "felicità generale"… no, a me la vita è data una volta sola e poi non l'avrò mai piú: io non voglio aspettare la "felicità universale". Voglio vivere anch'io, se no è meglio non vivere addirittura. […] Oh, che ignobiltà! Oh, che viltà!… Oh, come io comprendo il "profeta", con la spada, a cavallo: Allah lo vuole, e obbedisci, "tremante" creatura! Ha ragione, ha ragione, il "profeta" quando pianta in mezzo alla strada una b-b-buona batteria e tira sugli innocenti e sui colpevoli, senza nemmeno degnarsi di una spiegazione! Obbedisci, tremante creatura, e… non aver desiderî, perché non è affar tuo!… Oh, per nulla, per nulla al mondo perdonerò a quella vecchia!”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

Raskòl'nikov; III, VI; pp. 328-9

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“Mentre la maggior parte dei teorici sociali sembrava non avere sufficiente consapevolezza del potere della gente di creare le proprie istituzioni e le proprie forme di organizzazione, ci sono molti esempi di questo potere che mi incoraggiano. Uno dei miei favoriti ha avuto luogo a New York negli ultimi anni '70. Questa esperienza si chiamava il "Movimento della undicesima strada est". Inizialmente il movimento era un'organizzazione di quartiere di portoricani, una delle tante del Lower East Side di Manhattan, che aveva formato un'alleanza con alcuni giovani ecologisti radicali per riabilitare un palazzo abbandonato che era stato completamente distrutto da un incendio. L'isolato stesso, uno dei peggiori nel ghetto ispanico, sarebbe divenuto un ritrovo per tossicodipendenti, ladri di auto, rapinatori e piromani. Dopo essere stato occupato illegalmente da una comunità di squatter, l'edificio fu completamente ricostruito dagli operai di una cooperativa, composti per la maggioranza da portoricani, una manciata di neri e qualche bianco. Il tentativo del movimento di acquistare la proprietà dell'edificio per finanziare la sua riabilitazione e allargare le sue attività ad altre strutture abbandonate, sarebbe divenuta una cause célèbre che ispirò imprese simili nel Lower East Side e in altri quartieri. […] Alla fine, l'edificio stesso fu non solo ricostruito, ma fu "ristrutturato ecologicamente" con dispositivi salva-energia, isolanti, pannelli solari per scaldare l'acqua e un generatore eolico per fornire una parte dell'energia elettrica. Si parlò di giardini pensili, riciclo dei rifiuti e di trasformare i terreni abbandonati nei paraggi in piccoli parchi di quartiere. Sarebbe troppo lungo fare un resoconto completo delle lotte del "Movimento della undicesima strada est". Tuttavia, sono felice di dire che alcune persone dell'Institute for Social Ecology giocarono un ruolo ispiratore e tecnico in questi progetti. Questo è, penso, un esempio poco conosciuto, ma notevole di come giovani ecologisti sociali bianchi hanno lavorato mano nella mano con persone ispaniche oppresse per ottenere un ambiente umano in maniera autenticamente ecologica. […] È stato un meraviglioso esempio della pratica dell'ecologia sociale che contrasta marcatamente con le carattaristiche bellicose, autoindulgenti e a volte misantropiche che trovo spesso nell'ecologia profonda e nell'ambientalismo della classe media.”

Murray Bookchin (1921–2006) scrittore statunitense

da Aa. Vv., Defending the Earth, A debate between Murray Bookchin and Dave Foreman, Black Rose Books, Montreal/New York, 1991, pp. 101-102
Origine: Citato in Ermanno Castanò, Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin, p. 114, Mimesis, Milano, 2011. ISBN 88-57-50501-4

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“Fare un film, in America, è una combinazione di attori e registi che fanno la danza del ventre davanti ai produttori.”

Sydney Pollack (1934–2008) regista statunitense

Origine: Lezioni di cinema, p. 199

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“Che differenza corre tra scegliere ed essere scelto quando non possiamo fare altro che sottometterci alla scelta?”

Edmond Jabès (1912–1991) poeta francese

da Il libro delle interrogazioni, traduzione di C. Rebellato, Marietti, Genova, 1995

“Io so fare pochissime cose: anzi, una cosa sola, e dubito di farla bene.”

Pietro Citati (1930) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Elogio del dilettante, p. 36

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“Chi sfrutta i bambini spegne la luce del mondo, perché sfruttare i bambini significa fare un crimine contro l'umanità.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Da una dichiarazione a Trieste; citato in Minori immigrati ridotti in schiavitù, scoperta banda bulgara http://www.positanonews.it/articolo/82813/minori-immigrati-ridotti-in-schiavitu-scoperta-banda-bulgara, PositanoNews.it, 29 maggio 2006.

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“Il re le disse allora: «Giovanna, vorreste fare una dichiarazione su ciò che vi si domanda, qui, in presenza dei consiglieri?» Rispose di sì, esprimendosi con queste parole, od altre simili: quando era scontenta in qualche maniera, poiché non era creduta su ciò che diceva da parte di Dio, si ritirava in disparte e pregava Dio, lamentandosi con lui che i suoi interlocutori non la credevano facilmente; una volta terminata la preghiera, udiva allora una voce dirle: «Figlia di Dio, va', va', va', sarò al tuo fianco, va'» e quando udiva questa voce, gioiva immensamente, desiderando rimanere in quello stato; e, ciò che è ancor più notevole, ripetendo le parole delle sue voci aveva degli slanci meravigliosi, levando gli occhi al cielo.
Le roi lui dit alors: «Jeanne, vous plairait-il bien de faire une déclaration sur ce qu'il demande, ici, en présence des assistants?»”

Jean de Dunois (1402–1468)

Elle répondit au roi oui, et s'exprima en ces termes, ou en d'autres semblables : quand elle était mal contente de quelque manière, parce qu'on ne la croyait pas en ce qu'elle disait de la part de Dieu, elle se tirait à part et priait Dieu, se plaignant à lui de ce que ses interlocuteurs ne la croyaient facilement ; et une fois sa prière à Dieu faite, elle entendait alors une voix lui dire : «Fille Dé, va, va, va, je serais à ton aide, va» ; et quand elle entendait cette voix, elle se réjouissait fort, et désirait en outre rester toujours dans le même état ; et, ce qui est encore plus fort, en répétant les paroles de ses voix elle avait des élans de joie admirables, en levant les yeux vers le ciel.
Origine: Letteralmente: «su ciò chegli domanda»; il riferimento è a Cristophe d'Harcourt.
Origine: Dagli atti del Processo di Riabilitazione; citato in Procès de réhabilitation – Déposition de Jean d'Orléans, comte de Dunois http://www.stejeannedarc.net/rehabilitation/dep_dunois.php, SteJeannedArc.net.

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“Fare sacrifici è un'ottima parola chiave.”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano
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“Lasciali dire al mondo | che quelli come te perderanno sempre. | Perché hai già vinto lo giuro, | non ti possono fare più niente.”

Roberto Vecchioni (1943) cantautore, paroliere e scrittore italiano

da Sogna ragazzo sogna, n. 1
Sogna ragazzo sogna

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