Frasi su musicista
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“Il musicista ritrovò la musica sua sola sposa la musa allora ritornò al suo museo.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Signora delle ore scure
Oltre

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“Signori! Non sono un oratore. Gli onori che mi tributate oggi li debbo ai miei predecessori, a mio padre e a Joseph Lanner. Essi mi indicarono la via attraverso la quale progredire. Essa era possibile solo con l'espansione della forma. Questo fu il mio contributo, il mio piccolo contributo…”

Johann Strauss (figlio) (1825–1899) compositore e direttore d'orchestra austriaco

discorso al banchetto organizzato dall'orchestra filarmonica di Vienna in occasione del 50° anniversario dal debutto di Strauss come musicista; citato in Gli Strauss, p. 217
Citazioni di Johann Strauss jr

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“Adesso ci dedichiamo a un suono molto più "intimo", privilegiando le doti solistiche di ogni musicista.”

Tony Levin (1946) bassista statunitense

citato in Corriere della sera, 29 aprile 2009

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“Decisi di fare la musicista perché fin da piccola mi piaceva cantare e danzare: oggi faccio esattamente questo, al pianoforte.”

Angela Hewitt (1958) pianista canadese

citato in Corriere della sera, 7 gennaio 2010

“È ormai pacifico essere Carlo Gesualdo, il principe di Venosa, uno dei più grandi polifonisti di tutti i tempi; e contendere a Monteverdi (Marenzio, morto a soli quarantasei anni, mancò per pochi mesi l'ingresso nel nuovo secolo) la palma di più importante musicista a cavallo fra Cinque e Seicento, di massimo esponente dell'aurorale Barocco le radici del quale si sprofondano nel linguaggio, nello stile, nella stessa concezione del suono, del pieno Rinascimento.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Il principe della musica che fece uccidere la moglie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/06/principe_della_musica_che_fece_co_0_9402068236.shtml, Corriere della Sera, 6 febbraio 1994, p. 21.

“Io non sono un musicista, ma ho molto studiato la declamazione. Mi si accorda il talento di recitare assai bene i versi, e specialmente i miei. Venticinque anni or sono, mi venne fatto di pensare che la sola musica conveniente alla poesia drammatica e, soprattutto, all'aria e al dialogo che noi chiamiamo d'azione, sia quella che maggiormente s'accosta alla declamazione naturale, animata, energica; che la declamazione non è essa stessa che una musica imperfetta; che noi potremmo notarla quale essa è, solo quando avessimo escogitato un numero di segni bastevole ad esprimere tanti toni, tante inflessioni, tanti elevamenti, abbassamenti e sfumature d'una verietà pressocché infinita, quanti sono quelli che la voce assume declamando… Io giunsi a Vienna nel 1761 tutto preso da quest'idea. L'anno seguente, Sua Eccellenza il conte Durazzo, allora direttore degli spettacoli della Corte imperiale, ed oggi suo ambasciatore a Venezia, al quale avevo letto il mio Orfeo, mi sollecitò a darlo in teatro. Io vi acconsentii, a condizione che la musica sarebbe stata scritta a mio piacimento, al quale scopo egli mi indirizzò a Gluck, che – mi disse – si presterebbe a tutto. Io gli lessi il mio Orfeo e, declamandogliene ripetutamente alcuni brani, gli indicai le sfumature che mettevo nella mia declamazione, le sospensioni, i rallentamenti, le accelerazioni, i suoni della voce talvolta forzati, tal'altra fievoli e sommessi, di cui intendevo ch'egli si valesse nella composizione. Lo pregai, al tempo stesso, do abolire i passaggi, le cadenze, i ritornelli e tutto quanto si è introdotto di gotico, di barbaro, di stravagante nella nostra musica. Gluck adottò le mie vedute.”

Ranieri de' Calzabigi (1714–1795) poeta e librettista italiano

citato in Clemente Fusero, Mozart

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“Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana.”

Eric Clapton (1945) chitarrista, cantante e compositore britannico

Origine: Intervista a Eric Clapton contenuta nel booklet del cofanetto Robert Johnson – The Complete Recordings, pag. 26.

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“Certamente le nuove tecnologie […] si diffonderanno in modo tale da rendere il nostro lavoro più agevole; così com'è stato più agevole per i musicisti quando si è inventato il registratore.”

Gillo Pontecorvo (1919–2006) regista italiano

dall'intervista Cinema e digitale http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/p/pontecor.htm, MediaMente, Milano, 8 novembre 1996

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“Il puro musicista guarda a lui, beato e disarmato.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“Il musicista ha una finestra sulla vita | che gli scorre parallela come un film.”

Enrico Ruggeri (1957) cantautore, scrittore e conduttore televisivo italiano

da Gli occhi del musicista
Gli occhi del musicista

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“Morgan è un ragazzo innamorato della musica. Vive per la musica e la fa bene anche. L'ha studiata e la fa anche distinta. Quindi diciamo che è il musicista ideale con cui collaborare.”

Edoardo Bennato (1946) cantautore, chitarrista e armonicista italiano

Origine: Dal programma televisivo Invece No, Deejay Tv, 24 novembre 2010, visibile su YouTube.com https://www.youtube.com/watch?v=a9Xg5DmjX0c&nohtml5=False, min. 11:36.

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“Non si rendeva conto, il padre, che raccontando questi episodi metteva in evidenza la tolleranza d'un governo che nonostante le molte difficoltà in cui doveva scontrarsi seguiva le regole d'un sistema liberale e cercava di mantenere l'equilibrio in un impero dove l'inno nazionale era cantato in dieci lingue, se non di più. (Questo, in realtà, indignava più il patriota che non il musicista). La monarchia rigida ma illuminata ch'era stata nel 1700 era divenuta in seguito assai più rigida e meno illuminata, nondimeno tolleranza era, seppure oscillante tra lacerate contraddizioni. Ma né il padre né le sue donne erano capaci d'intendere che l'odiato impero formava allora una parte molto importante della vecchia Europa — la più importante dopo l'impero di Carlo V — e la guerra ch'essi auspicavano avrebbe messo a rischio proprio questa millenaria potenza; non potevano quindi immaginare che il crollo d'un'Austria-Ungheria, certamente immobile e ottusa, sarebbe stato l'inizio d'una decadenza europea che non si sarebbe mai più arrestata. Ma essi avevano col presente e col passato un rapporto sbagliato, e non la minima idea di quel che avrebbe dovuto essere una nuova Europa, un'Europa democratica; il cui risorgimento, del resto, la terza e ormai invecchiata generazione non vede ancora.”

parte I, cap. II, p. 28
Le quattro ragazze Wieselberger

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“Era per me doveroso portare alla luce la storia del jazz che affonda proprio qui in Sicilia le sue radici primordiali; Nick la Rocca fu uno dei pochi ad ottenere un considerevole successo ma sono decine e decine i nomi dei musicisti tutti siciliani che ne scrissero la storia.”

Renzo Arbore (1937) cantautore, showman e conduttore radiofonico italiano

Origine: Citato in Renzo Arbore racconta le radici del jazz http://www.siciliainformazioni.com/64318/palermo-renzo-arbore-racconta-le-radici-del-jazz, SiciliaInformazioni.com, 15 dicembre 2013.

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“Siamo identificati come una californian band, ma questo è semplicemente il posto dove siamo cresciuti e viviamo. Se sei un musicista sincero, però, il luogo in cui vivi ti influenza e condiziona la tua musica.”

Chad Smith (1961) batterista statunitense

Origine: Dall'intervista di Marco Mathieu, citato in Anche i belli piangono, Tutto Musica, luglio 2002, p. 27, 28, 29, 30 e 32.

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“Mai visto un musicista comunicare col pubblico come sa fare Luciano.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Origine: Dopo aver assistito ad un concerto di Ligabue nel giugno 1997 a San Siro; citato in Aldo Vitali, L'intervista "incriminata" https://web.archive.org/web/20090714230439/http://archivio.sorrisi.com/sorrisi/personaggi/art023001006431.jsp, Sorrisi.com, 26 novembre 2003.

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“È stata la mia unica esperienza al suo fianco. Interpretavo il ruolo della moglie, quindi ero la protagonista con lui, cui ammazzavano il figlio piccolissimo. Una di quelle storie di camorra e dolore che in quegli anni funzionava. Una rarità, purtroppo. Eppure, credo di essere adatta a ruoli seri, ma non me ne hanno mai affidati. Quello lo ricordo con piacere. Negli Anni Settanta, Mario Trevi aveva raccolto i frutti del suo lavoro, era considerato già un grande interprete della canzone napoletana. Era un cantante famoso, un personaggio doc. Poi, aveva lanciato Indifferentemente, una delle più belle canzoni del nostro repertorio, quindi per me era emozionante lavorare con lui e quel ruolo mi sembrò ancora più importante, anche se i film tratti dalle sceneggiate restavano un po' relegati in ambiti ristretti. Lui, inoltre, fu molto carino con me, che ero giovane e avevo ancora tanto da imparare. Era un'epoca meravigliosa, ricca di vitalità. Per un artista che avesse veramente voglia di fare questo mestiere era davvero stimolante. Mi ero appena trasferita a Roma. Nella capitale c'era tutto: il cinema, la musica, l'arte. S'incontravano i pittori, i poeti. Napoli era pervasa dalla stessa creatività, dalla stessa voglia di fare che si respirava dovunque. La nota dominante di quegli anni era la passione, ricordo anche il produttore del film La pagella, era un tipo particolare. Avevano coraggio, allora, rischiavano in proprio per produrre spettacoli di qualità. Tutti noi venivamo da quell'epoca, che volevamo fare gli attori, i cantanti, i musicisti, avevamo grandi maestri da imitare, ai quali ispirarci e ci avvicinavamo a loro con umiltà e serietà. Volevamo crescere, conoscere, sapere tutto quel che si poteva perché ci tenevamo a realizzare spettacoli di buon livello. Ragioniamo ancora così. Oggi, invece, tranne che per rare eccezioni (penso a Fabio Fazio, a Fiorello, per esempio), il successo immediato, i guadagni, la facile popolarità sembrano diventati gli unici obiettivi.”

Mario Trevi (cantante) (1941) cantante e attore teatrale italiano

Marisa Laurito

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“Penso di averlo conosciuto per la prima volta ad un festival a cui partecipavano le nostre band. Poi abbiamo cominciato a frequentarci, io andavo a vedere i suoi show e, a sorpresa, lui veniva a quelli dei Red Hot Chili Peppers. Perché a sorpresa? Facciamo parte di due tipi di band completamente diverse, ma lui trova nella nostra musica qualcosa che gli piace davvero. Thom è una persona che io ammiro tantissimo anche come musicista. Ed è stato un piacere suonare insieme a lui.”

Flea (1962) bassista, trombettista e pianista australiano

Origine: Da un'intervista rilasciata alla BBC, citato in Red Hot Chili Peppers, Flea: "Rimasi sorpreso quando Thom Torke mi confidò che amava i RHCP" http://www.virginradio.it/news/rock-news/219808/red-hot-chili-peppers-flea-rimasi-sorpreso-quando-thom-yorke-mi-confido-che-amava-i-rhcp.html, Virginradio.it, dicembre 2016.

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“Morgan è un ragazzo molto preparato, direi un musicista completo perché ha una formazione anche classica e questo aiuta molto, perché come diceva il proverbio "più sai, più vali" e se poi hai anche il talento, appunto come nel suo caso, il gioco è fatto.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

Origine: Da una dichiarazione all'uscita di Gommalacca, 1998. Audio http://www.fenice.info/battiato/Intervis/morgan.mp3 disponibile su Fenice.info.

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“Ho bevuto fino a impazzire, mi sono stordita con le droghe a sedici anni, sono sgattaiolata fuori con uomini adulti per andare all’ultimo spettacolo del Fillmore East, ho vissuto nuda nelle comuni e ho rubato. Ho scritto la mia tesi sul suicidio nella poesia contemporanea americana lavorando come barista mentre mi facevo scopare sul tavolo da biliardo nel retro. Sono stata un’assistente in una clinica per schizofrenici a Chelsea e capogruppo in un centro d’accoglienza per senzatetto sulla Trentesima. Ho seguito le tracce di Giovanna d’Arco in Francia, preso un treno per Roma a mezzanotte e indossato tacchi a spillo per una lesbica italiana feticista della pelle. Ho preso acidi per tre giorni sul treno da Montréal a Vancouver, dove ho passato una notte con un famoso musicista jazz musulmano che mi ha sedotto con il suo sassofono e le sue invocazioni predicatorie. Ho trovato il modo di entrare in campi di accoglienza per vittime di stupro in Bosnia, ho indossato il burqa nell’Afghanistan dei talebani, ho guidato caricata a caffè attraverso le strade minate del Kosovo. Dovevo vedere, sapere, toccare, trovare l’orecchio. Forse stavo inscenando la mia cattiveria, o cercando la mia bontà, o avvicinandomi alla disumanità più profonda per provare a capire come sopravvivere al peggio di cui siamo capaci. Poi sono andata in Congo, ed è là che tutto è andato in frantumi. Là, dove, in un solo colpo, i peggiori atti di crudeltà incontravano la più pura gentilezza. Ero arrivata fin là.”

Eve Ensler (1953) drammaturga statunitense

Nel corpo del mondo. La mia malattia e il dolore delle donne che ho incontrato

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“La leggenda racconta che, in quegli anni lontani, alcuni dei musicisti eccezionali che componevano l'orchestra diretta dal celebre compositore Duke Ellington, fossero soliti rivolgere una domanda ad Ella Fitzgerald in persona, alla quale chiedevano con un tono reverenziale : “Ella, dammi un “La” per favore!”. Sempre la leggenda narra che così riuscissero ad accordare ottimamente i loro strumenti, utilizzando la perfetta intonazione della voce di una delle più grandi cantanti del mondo. Mito o realtà?”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Variante: La leggenda racconta che, in quegli anni lontani, alcuni dei musicisti eccezionali che componevano l’orchestra diretta dal celebre compositore Duke Ellington, fossero soliti rivolgere una domanda ad Ella Fitzgerald in persona, alla quale chiedevano con un tono reverenziale : “Ella, dammi un “La” per favore!”. Sempre la leggenda narra che così riuscissero ad accordare ottimamente i loro strumenti, utilizzando la perfetta intonazione della voce di una delle più grandi cantanti del mondo. Mito o realtà?

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“Zucchero ha grandi orizzonti. Un italiano che sa di America, di grandi musicisti e di grandi sound. Sono un suo fan e condivido con lui la passione per i cappelli.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

Origine: Dal programma televisivo Matrix, Canale 5, 10 marzo 2011.

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“Quando suonavo con Dizzy non ero cosciente dei miei mezzi. Suonavo secondo dei cliché e cercavo di imparare i pezzi più famosi, così potevo suonare insieme ad altri musicisti.”

John Coltrane (1926–1967) sassofonista e compositore statunitense

Origine: Da Trane On The Track, intervista di Ira Gitler, 16 ottobre 1958; ripubblicata su Down Beat, luglio 1999. [Manca la citazione in lingua originale]

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“Con la sua fantasia un musicista veramente creativo è capace di produrre melodie più autentiche del folclore stesso.”

Heitor Villa-Lobos (1887–1959) compositore brasiliano

citato in AA.VV., Il libro della musica classica, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 280. ISBN 9788858022894

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