Frasi su parola-chiave
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“Ciò che differenzia i pagani da noi, è che all'origine di tutte le loro credenze vi è un terribile sforzo per non pensare in quanto uomini, per mantenere il contatto con l'intera creazione, cioè con la divinità.
So bene che il più piccolo slancio d'amore vero ci avvicina molto di più a Dio che tutta la scienza che possiamo avere della crezione e dei suoi gradi.
Ma l'Amore che è una forza non va senza la Volontà.
Non si ama senza la volontà, la quale passa attraverso la coscienza; – è la coscienza della separazione consentita che ci conduce al distacco dalle cose, che ci riconduce all'unità di Dio.
Si conquista l'amore prima attraverso la coscienza e attraverso la forza dell'amore poi.
Tuttavia, vi sono molte dimore nella casa di mio padre. E colui che, gettato sulla terra con la coscienza dell'idiota, dopo Dio solo sa quali fatiche o quali colpe in altri stati o altri mondi che gli hanno valso la sua idiozia; ma con quel tanto di coscienza che gli necessita per amare, e amare in un distacco senza grandi parole, in un meraviglioso slancio spontaneo; colui al quale tutto ciò che è il mondo sfugge, che dell'amore non conosce che la fiamma, la fiamma senza l'irraggiamento e la moltitudine del focolare, avrà meno di quell'altro accanto il cui cervello domina l'intera creazione, e per il quale l'amore è un minuzioso e orribile scollamento.
Ma – ed è sempre come la storia del ditale – avrà sempre tutto ciò che può assorbire. Godrà d'una felicità chiusa, ma che, riempiendo tutta la sua misura, darà anche a lui la sensazione dell'immensità.
Sino al giorno in cui questo povero in ispirito sarà spazzato via come le altre cose. Gli verrà ritirata la sua immensità. Verremo tutti giudicati, grandi e piccoli, dopo il nostro paradiso di delizie, dopo la felicità che non è tutto, voglio dire, che non è il grande Tutto, cioè Niente. Verremo mescolati, verremo fusi sino all'Uno, Uno Solo, il grande Uno cosmico che presto farà posto allo Zero infinito di Dio.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Origine: Eliogabalo o l'anarchico incoronato, pp. 55-56

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“In Occidente, la teologia della parola di Dio ha quasi ucciso la parola di Dio.”

Matthew Fox (1966) teologo statunitense

Origine: In principio era la gioia, p. 34

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“Gioco spesso con le parole, e non sempre vinco.”

Roberto Rizzato (1961) conduttore radiofonico e giornalista italiano
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“La napoletanità è una parola che si trova nel vocabolario ideale e che individua radici tipiche oltre gli schemi.
Storia e leggenda sono lavoro cosmico dove magia, esoterismo, nobiltà e sacro si fondono con il quotidiano, il peccato e la famiglia.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da Le perdute immagini di Salvatore Di Giacomo, in Salvatore Di Giacomo, Tutte le novelle, Grandi Tascabili Economici Newton, Roma, 1991, p. 25.

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“Pensare prima di parlare è la parola d'ordine del critico. Parlare prima di pensare è la parola d'ordine del creatore.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

da The Raison d'Etre of Criticism in the Arts, in Two Cheers for Democracy; citato in Dizionario delle citazioni

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“Niente affatto. Combatta come se pensasse che noi abbiamo torto. Oh, a che serve tutto il suo equilibrio di giudizio se non decide mai con la sua testa? Chiunque l'afferra e le fa fare quello che vuole. E lei vede dentro di loro e ne ride… ma lo fa. Non basta avere le idee chiare; io ho la testa confusa e stupida, e non valgo la quarta parte di lei, ma ho cercato di fare quello che al momento mi è sembrato giusto. E lei… il suo cervello e il suo intuito sono splendidi. Ma quando vede quello che è giusto, è troppo indolente per farlo. Una volta mi disse che saremo giudicati per le nostre intenzioni, non per quello che abbiamo effettivamente fatto. Mi è sembrata un'osservazione splendida. Ma dobbiamo avere l'intenzione di fare… non starcene seduti su una sedia con le nostre intenzioni.»
«Lei è meravigliosa!» egli disse gravemente.
«Oh, lei mi apprezza!» lei proruppe di nuovo. «Vorrei che non m'apprezzasse. Lei ci apprezza tutti… vede il bene in tutti noi. E intanto lei è sempre morto… morto… morto. Ora, per esempio, perché non s'è arrabbiato? Gli si avvicinò, con un improvviso cambiamento d'umore, gli afferrò tutte e due le mani. Lei è tanto straordinario, signor Herriton, che non posso sopportare di vederla sprecarsi. Non posso sopportarlo… sua madre… non è stata buona con lei.»
«Signorina Abbott, non si preoccupi per me. Alcuni sono nati per non fare nulla. Io sono uno di questi; non ho mai concluso niente, né a scuola né nella professione. Venni qui per impedire il matrimonio di Lilia, ed era troppo tardi. Sono venuto qui con l'intenzione di ottenere il bambino, e ne riporterò un onorevole insuccesso. Adesso non mi aspetto mai che succeda qualcosa, e così non sono mai deluso. Lei si meraviglierebbe di sapere quali sono per mei grandi avvenimenti. Essere andato a teatro ieri, parlare con lei ora… non credo che mi capiterà mai niente di più grande. Il mio destino è di passare nel mondo senza mai scontrarmi con esso o smuoverlo… e veramente non so dire se il mio destino sia buono o cattivo. Io non muoio… io non m'innamoro. E se altri muoiono o s'innamorano, lo fanno sempre proprio quando io non ci sono. Ha perfettamente ragione; la vita per me è semplicemente uno spettacolo, che — grazie a Dio, grazie all'Italia, e grazie a lei — è ora più bello e più incoraggiante di quanto sia mai stato prima.» […. ]
«Ogni minima inezia, per una qualche ragione, oggi sembra imponderabilmente importante, e quando lei dice che da una cosa "non dipende niente," le sue parole suonano come una bestemmia. Non si può mai sapere… (come posso esprimermi?)… quale delle nostre azioni, quale delle nostre omissioni non influiranno su qualcosa per sempre.”

cap. VIII, pp. 185-9
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“L'universale è Gesù Cristo: "Tu sei la vita, Tu sei uno che mi porta la vita come un oltre, come qualcosa che sta oltre. Tu non sei qualcuno che mi dice una verità che è più grande di me: Tu sei la Verità". E ciò significa: "Tu sei l'ultima parola, Tu sei l'ultima cosa, Tu sei l'assoluto. Oltre di Te non si può andare. Tu sei la terra ferma". Tutto quello che di assoluto sta in queste parole, noi lo vediamo in Gesù Cristo e ci aggrappiamo a Gesù Cristo: "Tu sei tutto questo. Tu sei l'ultima cosa, l'ultimo, perché sei l'ultima spiegazione, l'ultima risposta. Tu sei tutto questo". Che è come dire: il centro non sono io. Io mi realizzo, io sono, ma mettendomi in Te. Questa è l'ubbidienza radicale, l'ubbidienza della fede. [.. ] Io non mi do i contorni che voglio, perché questi non sono i contorni della verità, non sono i contorni della giustizia, del bene. Io devo prendere i contorni, devo prendere forma da Gesù Cristo. Questo, in alcuni momenti, ci appare come una grande stoltezza. Ma la sapienza è prendere i contorni di Gesù Cristo, anche se può essere per noi una grande crocifissione, perché i contorni che abbiamo da noi stessi non sono quelli di Gesù Cristo, ma di Adamo. La croce più vera del cristiano consiste nell'essere discepoli. Consiste in questa ubbidienza, per cui impariamo a dire: "La verità non sono io e non è neanche l'umano". Noi accetteremmo che l'umano è la verità, è il bene; ma la sapienza della fede ci dice che non è l'umano la verità, il bene. La verità, il bene è un umano concreto: è l'umano concreto di Gesù Cristo.”

Giovanni Moioli (1931–1984) presbitero e teologo italiano

Origine: Il discepolo, p. 13

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“Nelle parole d'ordine dei barbari risuona il morbido diktat dell'impero.”

Alessandro Baricco (1958) scrittore e saggista italiano

I Barbari

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“Questa è la chiave. Lo dico ai giovani che vogliono avventurarsi nello sport: se vuoi diventare numero uno per i soldi o le veline non ce la farai mai, forse ce la farai se lo fai per divertirti.”

Alessandro Zanardi (1966) pilota automobilistico, ciclista su strada e conduttore televisivo italiano

Origine: Dall'intervista di Pierangelo Molinaro, Zanardi a Brands Hatch "Tornarci è un sogno" http://www.gazzetta.it/Paralimpiadi/29-08-2012/zanardi-brands-hatch-tornarci-sogno-912425480056.shtml, Gazzetta.it, 29 agosto 2012.

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“Se il cuore è pieno di Dio si riversa nelle parole.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“Soltanto una parola divina può mettere fine allo spavento religioso.”

Albert Vanhoye (1923) cardinale francese

Pietro e Paolo

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“Dal punto di vista morale e religioso, non si ha nulla da obiettare contro il prelievo della cornea da cadavere, cioè, contro la cheratoplastica, tanto lamellare quanto perforante, considerate in sé stesse. Per chi riceve, ossia il paziente, rappresentano un ripristino e correzione di un difetto di nascita o accidentale. In relazione al defunto, al quale si toglie la cornea, non lo si danneggia in nessuno dei beni a cui ha diritto, né nel suo diritto di tali beni. Il cadavere non è, nel significato proprio della parola, un soggetto di diritto, perché si trova privato della personalità, l'unica che può essere soggetto di diritto. Nemmeno l'espianto è più la privazione di un bene; gli organi della vista, in effetti (la loro presenza, la loro integrità), non posseggono più nel cadavere il carattere di beni, perché non gli servono più e non hanno relazione con alcun fine. Questo non significa, tuttavia, che riguardo a un cadavere di un uomo non si possa o non si abbia, in realtà, obblighi morali, prescrizioni o proibizioni; nemmeno significa che i terzi che hanno la custodia del corpo, della sua integrità e del trattamento di cui sarà oggetto, non possano cedere e non cedano, in realtà, diritti e doveri propriamente detti. Tutto il contrario.”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Da Allocuzione di Sua Santità Pio XII ai membri dell'associazione di donatori di cornea e l'Unione Italiana Ciechi http://www.malatidireni.it/filesito/trapianti%20cnt/1956%20Pio%20XII%20trapianti.pdf, 14 maggio 1956. Pubblicato in spagnolo e tradotto da Mara Della Vecchia, per conto dell'Associazione Malati di Reni onlus.

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“I've seen the needle and damage done, a little part of it in everyone, but every junkie's like a settin'sun….”

Jean-Christophe Grangé (1961) giornalista, scrittore e sceneggiatore francese

Lui carburava sulle parole di Neil Young

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“[Sulle parole di Cassano che aveva definito «soldatini» i giocatori della Juventus] Più che soldatini… professionisti!”

Leonardo Bonucci (1987) calciatore italiano

Origine: Citato in Bonucci risponde a Cassano: "Soldatini? No, professionisti" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/16-10-2012/bonucci-risponde-cassano-soldatini-no-professionisti-912924937274.shtml, Gazzetta.it, 16 ottobre 2012.

“La parola a un uomo, il cervello a un altro!”

Walter Fontana (1957) umorista, sceneggiatore e scrittore italiano

Senza fonte, Citazioni da Mai dire Gol

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“Il pensiero e la parola, come tutte le altre facoltà umane, sono radicati nell'animalità, e la psicologia comparata ci dimostra che non c'è animale, per quanto poco organizzato, per quanto infimo sia, che sia completamente privo di intelligenza […].”

Michail Bakunin (1814–1876) rivoluzionario, filosofo e anarchico russo

Origine: Da Opere complete, vol. 1, Catania, 1976; citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 212. ISBN 88-85944-12-4

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“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l'amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell'eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Comunicazione di rinuncia al Ministero Petrino, 11 Febbraio 2013
Discorsi

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“La ricerca di Dio richiede quindi per intrinseca esigenza una cultura della parola.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Discorsi, College de Bernardins

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“Credere non è altro che, nell'oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio, ascoltare la Parola, vedere l'Amore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Discorsi, Discorso a conclusione degli Esercizi Spirituali, 23 febbraio 2013

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“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

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“[Ultime parole] Leva le tende.”

Robert Edward Lee (1807–1870) militare statunitense
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“Soffro se qualcuno pensa o scrive che gli effetti speciali di Star Wars hanno impoverito la fantasia creativa del cinema. Star Wars è stato per me un sogno reale ed esoterico al tempo stesso: sono qui per dirvelo anche con i mezzi digitali, ma prima con la mia passione di narratore di storie armato di parole, emozioni, cinepresa.”

George Lucas (1944) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Giovanna Grassi, Lucas: dopo «Star Wars» addio fantascienza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/17/Lucas_dopo_Star_Wars_addio_co_0_0205178671.shtml, Corriere della sera, 17 maggio 2002.

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“Carmelo Bene sa perfettamente che udire non è andare dal suono al senso, e che non basta articolare la parola al rumore per sbarazzarla del senso. Sa che l'udire ci situa immediatamente nella regione del senso, e che per perdere il senso occorre anche perdere il suono del senso.”

André Scala (1950) filosofo francese

Origine: Da La voce zoppa, in AA. VV., La ricerca impossibile; citato in Carmelo Bene, Opere, [con l'Autografia d'un ritratto], Bompiani, Milano, 2002, p. 1506. ISBN 88-452-5166-7

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“[Ultime parole] Vile, tu uccidi un uomo morto.”

Francesco Ferrucci (1489–1530) condottiero italiano

Origine: Questa frase fu pronunciata durante la Battaglia di Gavinana da Ferrucci al soldato di ventura Fabrizio Maramaldo quando, ormai ferito gravemente, il condottiero fiorentino fu portato al cospetto del Maramaldo e questi, per vendicarsi delle sconfitte subìte in passato, lo uccise a sangue freddo. cfr. Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 251.

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“Il rimorso non trova parole per pregare!”
Conscientia animi nullas invenit linguae preces.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Le parole dei vecchi sono ritenute da tutti un saggio consiglio.”
Quod senior loquitur, omnes consilium putant.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

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