Frasi su bruttezza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema bruttezza, bellezza, brutto, essere.

Frasi su bruttezza

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“Sono così bello che ho dovuto ricorrere a un istituto di bruttezza.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

Film Segni particolari: bellissimo

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“[…] le zampe del pavone: la loro bruttezza mortifica la vanità che lo splendore del piumaggio aveva fatto nascere.”

Pierre Bayle (1647–1706) filosofo, scrittore e enciclopedista francese

Rorario; 1976, p. 181
Dizionario storico-critico

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“La bruttezza del presente ha valore retroattivo.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

Pro domo et mundo

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“La bellezza innata è troppo ambiziosa per considerarsi perfetta; mentre l'orgoglio della bruttezza innata è inarrivabile.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

5 giugno 1908
Aforismi in forma di diario

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“Bruttezza (s. f.). Dono che gli dei fanno a certe donne, e che rende possibile la virtù senza l'esercizio dell'umiltà.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 39
Dizionario del diavolo

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“Innamora più una graziosa bruttezza che una beltà soverchiamente sostenuta.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

857; p. 101
Il teatro della politica

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“Io sono molto brutto. La mia bruttezza l'ho ereditata da mio papà. Sono uno scorfano di padre.”

Origine: Da Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1358.

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“È pieno di temperamento senza essere nervoso idealista senza diventare immateriale, realista senza bruttezza.”

Ferruccio Busoni (1866–1924) pianista, compositore e direttore d'orchestra italiano

Scritti e pensieri sulla musica

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“7º I sostenitori del senso interno intendono per bello l'idea che certi oggetti suscitano nella nostra anima e per senso interno del bello la facoltà che abbiamo di accogliere questa idea; osservano che gli animali hanno delle facoltà simili ai nostri sensi esterni, e che anzi le hanno qualche volta superiori alle nostre; ma che non ce n'è nessuno che mostri quello che intendiamo per senso interno. Un essere, continuano, può dunque avere interamente la nostra medesima sensazione esterna, senza cogliere però le somiglianze e i rapporti tra gli oggetti; può anche discernere quelle somiglianze e quei rapporti senza sentirne un grande piacere; d'altra parte le pure e semplici idee della figura e delle forme, ecc., sono qualcosa di distinto dal piacere. Il piacere può trovarsi là dove le proporzioni non sono considerate né conosciute, e può mancare per quanta attenzione si rivolga all'ordine e alle proporzioni. Come chiameremo dunque questa facoltà che agisce in noi senza che sappiamo bene il perché? Senso interno.
8º Questa denominazione è fondata sul rapporto tra la facoltà che essa designa e le altre facoltà. Tale rapporto consiste principalmente nel fatto che il piacere che ci fa provare il senso interno è differente dalla conoscenza dei princìpi. La conoscenza dei princìpi può accrescerlo o diminuirlo; ma questa conoscenza non si identifica con esso né è la sua causa. Questo senso dà un piacere necessario; poiché la bellezza e la bruttezza di un oggetto rimangono sempre le stesse per noi anche se abbiamo tutte le intenzioni di giudicare diversamente. Un oggetto sgradevole non ci può parere bello per il solo fatto che è utile; un bell'oggetto, anche se è nocivo, non per questo ci sembra brutto. Prometteteci il mondo intero in ricompensa per costringerci a trovare bella la bruttezza e brutta la bellezza; aggiungete al premio le più terribili minacce, voi non porterete nessun cambiamento alle nostre percezioni e al giudizio del senso interno: la nostra bocca potrà lodare o biasimare a vostro piacere; ma il senso interno rimarrà incorruttibile.”

Denis Diderot (1713–1784) filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese

2001, pp. 18-20
Trattato sul bello

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“Passare i cancelli di Rebibbia e trovarsi dentro è un sollievo, tanta è la bruttezza carceraria della Roma di borgata che lo circonda.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Origine: La pazienza dell'arrostito, p. 181

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