Frasi su stesso
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“[…] un sistema di apartheid con due popoli sulla stessa terra ma completamente separati uno dall'altro, con gli israeliani completamente dominanti che reprimono la violenza privando i palestinesi dei loro elementari diritti umani. Questa è la politica perseguita attualmente.”

Jimmy Carter (1924) 39º presidente degli Stati Uniti d'America

da Palestine: Peace not Apartheid; citato in Joseph Halevi, Quell'apartheid nel titolo che Israele non gli perdonerà mai, Il manifesto, 19 aprile 2008

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“[Su Il testimone Vip, quarta stagione del suo programma, nella quale intervista personaggi conosciuti] L'idea è conoscerne l'altro lato. Ma in effetti adesso sono un po' preoccupato. Non vorrei che chi amava il programma pensasse che ho tradito lo spirito. Tornerò di sicuro alla versione classica. È un esperimento, ma l'approccio è lo stesso… alla base c'è la mia curiosità che non deve essere snob o a senso unico.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano

Origine: Citato in Aldo Grasso, Pif intervista i vip ma la star è lui https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/07/Pif_intervista_vip_star_lui_co_9_110407124.shtml, Corriere della sera, 7 aprile 2011, p. 63.

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“Lo Spirito fa passare dall'amore di sé nell'altro, all'amore all'amore dell'altro per se stesso.”

Marc Ouellet (1944) cardinale e arcivescovo cattolico canadese

Padri e madri

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“Certamente Mussolini fu un grossissimo politico, un uomo politico di grandissimo fiuto, di tempismo formidabile: lo dimostrò la facilità con cui vinse. Forse dovuta per metà alle sue capacità, alla sua bravura – parlo sempre come politico – e per metà all'insipienza, alla nullaggine dei suoi avversari, perché è tempo oramai di dire anche questo. Non c'è dubbio che il potere assoluto guastò completamente Mussolini: il Mussolini del 1930 non era certamente quello del 1940, il Mussolini di dieci anni dopo l'avvento al potere era diventato una specie di marionetta, la caricatura di sé stesso. Aveva perso proprio il senso della realtà, che era stato invece il suo forte da principio, il contatto col pubblico lo aveva perso, il senso della misura, e lo aveva dimostrato poi con gli errori madornali che ha fatto. Nei primi dieci anni credo che alcune cose buone le abbia fatte. Non credo che abbia ucciso la democrazia, credo che l'abbia soltanto seppellita perché era già morta. Da quel poco che ricordo l'Italia era un grosso carnevale, e anche abbastanza drammatico, perché la situazione interna era addirittura sfasciata: correva sangue, ne correva molto, noi in Toscana ne sapevamo qualcosa […]. E quindi non è vero che lui… le democrazie non vengono mai uccise, le democrazie muoiono. Dopodiché si dà la colpa a chi le seppellisce, ma la verità è che si suicidano, e credo che la democrazia italiana del '21-22 si sia suicidata. […] Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore… tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Questo secolo, 18 maggio 1982
Interviste

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“Fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani: allora si chiamarono fascisti e si ammazzarono, e si buttarono nelle foibe. Questo avvenne dopo la fine della guerra, sia chiaro. Perché gli orrori di guerra, non dico che siano giustificabili, ma sono comprensibili, la guerra è di per sé stessa un orrore. No, queste… le foibe furono un'infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra, e purtroppo vi hanno collaborato parecchi comunisti italiani, alcuni dei quali non solo sono ancora a piede libero, pur essendo vivi, ma ricevono delle pensioni di Stato. Ricevono delle pensioni di Stato. Però io ti posso dire questo: che come testimone oculare io ho visto anche in Croazia delle cose, da parte degli italiani, su cui è meglio sorvolare. Perché anche noi le abbiamo commesse, perché la guerra le comporta, questo è fatale, ecco. Quindi non facciamo tanto i moralisti. […] No, questo [tesi sloveno-croata sulla pulizia etnico-culturale da parte degli italiani durante il periodo di occupazione fascista] è assolutamente falso. Pulizie etniche noi non ne abbiamo mai fatte, in nessun Paese occupato. Quando sento dire che noi facemmo anche la pulizia etnica in Etiopia, beh vabbè, mi cascano le braccia. Mi cascano le braccia. Quelle son menzogne infami, di gente o che non sa nulla, o che mente sapendo di mentire. Non è vero. Furono episodi, ma non di pulizia etnica, di rappresaglie.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

dall'intervista al TG2, Massacri delle foibe http://www.youtube.com/watch?v=s9UXM_pKpqY, 6 settembre 1996
Interviste

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“La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. […] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

11 novembre 1989
il Giornale

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“Bevi su una vasca di ninfea verde, | dai fiori rosseggianti || che sembrano cacciare | fuori dall'acqua lingue di fuoco.”

Ibn Hamdis (1056–1133) poeta arabo-siciliano, massimo esponente della poesia araba di Sicilia a cavallo tra l'XI e il XII secolo

Sullo stesso argomento
Antologia poetica

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“Perdona molto agli altri; nulla a te stesso.”

Decimo Magno Ausonio (310–395) poeta romano

citato in Giuseppe Fumagalli, L'ape latina, Hoepli, 1987

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“Chiameremo "libero" l'uomo che possiede se stesso o l'uomo della passione che cerca di essere posseduto, spogliato, gettato fuori di se medesimo, nell'estasi?”

Denis de Rougemont (1906–1985) scrittore, filosofo e saggista svizzero

da L'amore e l'occidente, Rizzoli, Milano, 1977

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“La ricerca storica moderna non tiene conto d'un possibile intervento di Dio nel corso della storia poiché pensa che la storia sia un tutto ininterrotto, autonomo in se stesso.”

Diskussion um Kreuz und Aufurstebung, Wuppertal 1967; citato in Christian Duquoc, Cristologia, Queriniana, Brescia 1972

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“La società è nello stesso tempo un sistema integrato e un sistema in conflitto.”

Ralf Dahrendorf (1929–2009) filosofo e sociologo tedesco

citato in Focus n. 81, p. 144

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“Quanto più è vero che si può comprendere l'antisemitismo solo a partire dalla nostra società, tanto più mi sembra vero che oggi la società stessa può essere pienamente compresa solo a partire dall'antisemitismo.”

Max Horkheimer (1895–1973) filosofo tedesco

Origine: Da Lettera a Harold Laski, 10 marzo 1941; citato in Tommaso Giartosio, Perché non possiamo non dirci, Feltrinelli, 2004, p. 158

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“[Sul teatro] È eccitante perché, a differenza del cinema, non ci sono primi piani, quindi una persona deve essere abile a usare ogni centimetro di se stessa.”

Katie Holmes (1978) attrice statunitense

Origine: Citato in Holmes, flop a teatro Broadway cancella Katie http://www.vanityfair.it/people/mondo/12/12/30/katie-holmes-flop-teatro, VanityFair.it, 30 dicembre 2012.

“Sul campo e fuori, nelle interviste ufficiali e nelle conversazioni amichevoli, Chris non ha mai detto una parola fuori posto, non ha mai fatto un gesto poco elegante ed ha saputo controllare i suoi atteggiamenti con la stessa professionale sicurezza con cui è riuscita a controllare i suoi colpi.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Pietro Farro, Il tennis è un grattacielo: storie in punta di racchetta, Effepi Libri, 2005, p. 73. ISBN 88-6002-001-8

“Tra le prove dello Slam l'Australian Open è la più difficile da prevedere. La sosta agonistica tra ottobre e gennaio (finale di Davis e i due Masters riguardano pochi tennisti) può determinare variazioni di forma che non tutti sanno assorbire nello stesso modo. In Australia c'è un atmosfera di ambizioni e propositi che può provocare conseguenze tecniche e psicologiche.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Wozniacki leader solo al computer http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/gennaio/17/Wozniacki_leader_solo_computer_ga_10_110117088.shtml, Gazzetta dello Sport, 17 gennaio 2011.

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“È ormai pacifico essere Carlo Gesualdo, il principe di Venosa, uno dei più grandi polifonisti di tutti i tempi; e contendere a Monteverdi (Marenzio, morto a soli quarantasei anni, mancò per pochi mesi l'ingresso nel nuovo secolo) la palma di più importante musicista a cavallo fra Cinque e Seicento, di massimo esponente dell'aurorale Barocco le radici del quale si sprofondano nel linguaggio, nello stile, nella stessa concezione del suono, del pieno Rinascimento.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Il principe della musica che fece uccidere la moglie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/06/principe_della_musica_che_fece_co_0_9402068236.shtml, Corriere della Sera, 6 febbraio 1994, p. 21.

“Il linguaggio di Berg è avidamente, seppur occultamente, cosmopolita, e i rapporti con l' Impressionismo francese, oltre che col Verismo italiano, sono profondi: alla fine ha qualcosa di così tedesco che pensiamo a quanto lo zelo dei tedeschi censori si sia ritorto contro se stesso.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Le Passioni del Wozzeck https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/28/Passioni_del_Wozzeck_co_9_071028082.shtml, Corriere della Sera, 28 ottobre 2007, p. 35.

“Ha insegnato Leonardo Sciascia che la Sicilia non è una. Ne esistono molteplici, forse infinite, che al continentale, forse al Siciliano stesso, si offrono e poi si nascondono in un giuoco di specchi.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Addio a «Pippo» Di Stefano la voce generosa della lirica https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/04/Addio_Pippo_Stefano_voce_generosa_co_9_080304021.shtml, Corriere della Sera, 4 marzo 2008, p. 51.

“L'ungherese è non solo lingua isolata ma addirittura non indoeuropea né slava, sibbene della stessa famiglia del turco: e fortuna che il nazionalismo turco, adombrato da altri e più vasti crimini e problemi, non abbia ancora scoperto la «nativa musicalità» della sua lingua: fortuna, dico, per la musica e per noi suoi disgraziati storici.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Barbablù, mistero di lacrime e sangue https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/13/BARBABLU_MISTERO_LACRIME_SANGUE_co_9_080313077.shtml, Corriere della Sera, 13 marzo 2008, p. 49.

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“Conosci te stesso.”

Chilone (-600–-520 a.C.) saggio greco, eforo nel 556 a.C.

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 513

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“Omero descrive amicizie maschili di intensità affettiva così forte da far inevitabilmente pensare a legami ben diversi da una semplice solidarietà fra compagni d'arme: e l'amicizia che a questo punto è quasi di prammatica citare è quella fra Achille e Patroclo. Un rapporto così forte da far sì che Achille, dopo la morte di Patroclo, dichiari di avere un solo scopo di vita: dopo aver vendicato l'amico, giacere con lui nella stessa fossa, per sempre, unito a lui nella morte come gli era stato in vita. Un rapporto assai diverso da quello che Achille aveva avuto con Briseide, la schiava concubina che Agamennone gli aveva sottratto quando era stato privato della schiava Criseide. Le schiave erano compagne intercambiabili: come dimostra, appunto, il gesto di Agamennone che si consola immediatamente sostituendola con un'altra, della perdita di Criseide. Il legame tra Achille e Patroclo, invece, era insostituibile: ed è non poco significativo, a questo proposito, il discorso di Teti, la madre dell'eroe, al figlio disperato ed inconsolabile: Achille, dice Teti, deve continuare a vivere e dimenticato Patrocolo, deve prendere moglie "come giusto che sia". Un rimprovero, forse? La prova che Teti riprovava l'amore omosessuale del figlio? A prima vista così potrebbe sembrare. Ma, a ben vedere, le cose stanno diversamente. Quello che risulta in realtà della parole di Teti, è che il legame con Patroclo era stata la ragione per la quale l'eroe non aveva ancora preso moglie: una conferma, dunque, del carattere amoroso del rapporto. Ma l'esortazione della madre al figlio a compiere finalmente il suo dovere sociale non è – ciononostante – una condanna assoluta della sua relazione con Patroclo. Essa sembra, piuttosto, un invito ad accettare quella che, per i greci, era una regola naturale: raggiunta una certa età, bisogna por fine alla fase omosessuale della vita e assumere il ruolo virile con una donna. E per Achille, ormai, questa età era giunta: se un rimprovero può essere colto, nelle parole di Teti, è quello di aver prolungato troppo – per eccessivo amore per Patroclo – la fase dell'amore omosessuale.”

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Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico

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“[Su Amedeo Nazzari] Negli ultimi anni affronta i ruoli di carattere con lo stesso impegno e con gli stessi risultati di quando era il numero uno.”

Massimo Scaglione (1931–2015) regista teatrale italiano

Origine: I Divi del Ventennio. Per vincere ci vogliono i leoni..., p. 160

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“La pittura è stata ed è la passione più grande della mia esistenza, oserei dire la mia vita stessa.”

Eugenio Da Venezia (1900–1992) pittore italiano

Origine: Dal catalogo della mostra antologica, tenuta a Venezia, presso la Bevilacqua La Masa, 22 novembre 1968; citato sul sito ufficiale http://www.eugeniodavenezia.eu/it/intervista.php.

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“Anche il panteismo è ateismo, perché dire che tutto è Dio è lo stesso che dire che Dio non è.”

Guido Sommavilla (1920–2007) religioso, scrittore, critico letterario e teologo cattolico italiano

Il bello e il vero

“Salerno, con le sue più antiche memorie, è immersa nel mondo classico, che è poi, nel canto dell'epos, il mondo dei miti, mondo fantasioso della fanciullezza del gruppo etnico greco – latino. Ha una nobiltà epica lo stesso nome… Lievemente circonflessa lungo il litorale, come la nascente falce di Cintia, essa contempla, quasi intenta ad ascoltare, il suo golfo lunato, sul quale passa eterno I'epos di Omero e di Virgilio; mentre la richiamano alla religione delle memorie le meste ruine delle vicine città, Elea, Paestum, Pompei, un tempo fiorenti di studi e di ricchezza, e le antiche necropoli che d'ogni parte la circondano. Sentinella, nei secoli primigeni, del sacro nome d'Italia, quando questa aveva a confine settentrionale il Sele, il fiume, dicevano, che aveva la virtù di pietrificare le foglie, Salerno, nonostante che oggi appaia come una città del silenzio in confronto con i centri culturali della penisola, è forse la meglio indicata a gridare alla Patria, la quale, dal secolo scorso, a malgrado della sua unificazione, s'è andata sempre più snazionalizzando e snaturando per seguire mode letterarie e ideologiche straniere, esser tempo ormai di riprendere la tradizione classica che la fece maestra all'Europa, e che è il sostrato della sua stessa italianità.”

Luigi Guercio (1882–1962) sacerdote italiano

citato in Luigi Guercio umanista – Nel centenario della nascita

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