Frasi su aggressività

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema aggressività, essere, parte, uomo.

Frasi su aggressività

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“Il razzismo va combattuto, ma oggi il calcio é un mix di razze, religioni, colori. Credo che gli episodi che si vedono dipendono più dalla situazione politica ed economica. È un problema sociale, una protesta contro gli amministratori politici che poi si scatena in aggressività.”

Pelé (1940–2022) calciatore e dirigente sportivo brasiliano

Origine: Dall'intervista di Corrado Chiominto; citato in Pelè:Totti il più forte ma sfortunato http://web.archive.org/web/20130526055747/http://www.wallstreetitalia.com/article/348184/mondiali-calcio-pele-totti-il-piu-forte-ma-sfortunato-ansa.aspx (Ansa), WallStretItalia.com, 4 gennaio 2006.

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“La sinistra è l'idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti […]. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco, l'economia non gira, perché l'ingiustizia fa male all'economia. Si vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni, posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza. Il lavoro non è tutto, ma questo può dirlo solo chi il lavoro ce l'ha […]. Davanti a un problema serio di salute, non ci può essere né povero né ricco né calabrese né lombardo né marocchino: si fa con quel che si ha, ma si fa per tutti. L'insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l'eroe dei nostri tempi; indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli. La condizione della donna è la misura della civiltà di un paese: calpestarne la dignità è l'umiliazione di un paese […]. C'è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno: questo modo irrinunciabile si chiama laicità. Per guidare un'automobile, che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato: per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone per bene, che è un fatto privato. Chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, e deve combattere contro la pena di morte, la tortura, ogni altra sopraffazione fisica o morale e ogni illegalità: essere progressisti significa combattere l'aggressività che ci abita dentro, quella del più forte sul più debole, dell'uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha e prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce. Qui finisce il mio tempo ma non certo il mio elenco, grazie.”

Pier Luigi Bersani (1951) politico italiano

Origine: Dal programma televisivo Vieni via con me, 15 novembre 2010; visibile su video.repubblica.it http://video.repubblica.it/politica/vieni-via-con-me-bersani-al-governo-persone-perbene/56628/55682.

Stefano Rodotà photo

“Marchionne non nasce dal nulla, Marchionne nasce da decenni nel corso dei quali diritti, legalità e magistratura sono stati oggetto di un attacco violento. Chi parla della FIOM come di un sindacato aggressivo sbaglia obiettivo: l'aggressività e la violenza sono dall'altra parte.”

Stefano Rodotà (1933–2017) giurista e politico italiano

Origine: Dall'intervento alla manifestazione della CGIL a Pomigliano d'Arco, 14 novembre 2012, visibile su YouTube http://www.youtube.com/watch?v=6wyr233ls2w.

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“Il coronavirus, il virus che solo nel mese di marzo 2020 ha devastato e ucciso intere generazioni di tutta Italia. Un mostro invisibile ed aberrante che ha messo in ginocchio il mondo intero. Ogni giorno un bollettino di guerra, in ogni paese e in ogni città si piangono morti di ogni ceto sociale dal più povero al più abbiente. Dal più giovane al più anziano senza nessuna distinzione di sesso. Un virus orribile e cruento che ha fatto chiudere i battenti a milioni di esercizi pubblici, fabbriche, piccoli e grandi imprenditori, dando lavoro in modo continuativo ed esasperante ma instancabilmente e sempre col cuore ai medici, paramedici, infermieri, personale dei supermercati, autotrasportatori, addetti alle pulizie e operatori ecologici, senza dimenticare le Forze dell'ordine così efficienti e umani in questo periodo così delicato e drammatico, che sta attraversando il nostro Paese. Un Paese irriconoscibile e deserto di cui possono uscire poche persone solo per il fabbisogno famigliare muniti di guanti e mascherine. Siamo tutti sottoposti alla quarantena ordinata dal Governo. Ora la nostra casa non è solo un rifugio ma è la nostra salvezza. Purtroppo non per tutti in quanto l'obbligo di vivere insieme costantemente tra le mura domestiche fanno emergere i lati peggiori degli esseri umani dando sfogo all'aggressività, l'intolleranza, l'esasperazione rendendo la convivenza forzata difficoltosa e ingestibile con la preoccupazione costante di ammalarsi anche a livello psicologico e mentale, danneggiando inevitabilmente e drasticamente i rapporti con la famiglia. In futuro ci saranno strascichi di persone che ne usciranno fragili e vulnerabili psicologicamente e fisicamente. Ma. Andrà tutto bene.”

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“Io non accetto di perdere, non lo accetto proprio. L'ho imparato dalla vita. Per me contano la grinta e l'aggressività, la determinazione e la concentrazione sui propri obiettivi. Io ho la missione di vincere.”

Zlatan Ibrahimović (1981) calciatore svedese

Origine: Dall'intervista di Walter Veltroni, Ibrahimovic: «Io non accetto di perdere» http://www.vanityfair.it/news/sport/16/06/14/gq-italia-intervista-zlatan-ibrahimovic, Vanity Fair, 14 giugno 2016.

“La quarantena
Capitolo lll

Il Coronavirus, il virus
che solo nel mese
di marzo 2020 ha devastato
e ucciso intere generazioni
di tutta Italia.
Un mostro invisibile
ed aberrante che ha messo
in ginocchio il mondo intero.
Ogni giorno un bollettino
di guerra, in ogni paese
e in ogni città si piangono
morti di ogni ceto sociale
dal più povero al più abbiente.
Dal più giovane
al più anziano senza nessuna
distinzione di sesso.
Un virus orribile e cruento
che ha fatto chiudere i battenti
a milioni di esercizi pubblici,
fabbriche, piccoli e grandi
imprenditori, dando lavoro
in modo continuativo
ed esasperante ma instancabilmente
e sempre con il cuore ai medici,
paramedici, infermieri, personale
dei supermercati, autotrasportatori,
addetti alle pulizie e operatori
ecologici senza dimenticare
le Forze dell'ordine così efficenti
e umani in questo periodo
così delicato e drammatico
che sta attraversando il nostro paese.
Un paese irriconoscibile e deserto
di cui possono uscire poche persone
solo per il fabbisogno famigliare
muniti di guanti e mascherine.
Siamo tutti sottoposti alla quarantena
Ordinata dal Governo, ora la nostra casa
non è solo un rifugio è anche la nostra
salvezza.
Purtroppo non per tutti in quanto
l'obbligo di vivere insieme
costantemente tra le mura
domestiche fanno emergere
i lati peggiori degli esseri umani
dando sfogo all'aggressività,
l'intolleranza, l'esasperazione
rendendo la convivenza forzata
difficoltosa e ingestibile
con la preoccupazione costante
di ammalarsi anche a livello
psicologico e mentale danneggiando
inevitabilmente e drasticamente
i rapporti familiari.
In futuro ci saranno strascichi
di persone che ne usciranno
fragili e vulnerabili
psicologicamente
e fisicamente.
Ma. Andrà tutto bene.”

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“A rovinare l'uomo è il servilismo, il conformismo, l'ossequio, non l'aggressività che è nell'ambiente più che dentro di noi.”

Rita Levi-Montalcini (1909–2012) neurologa e senatrice a vita italiana

Origine: Dalla presentazione di Elogio dell'imperfezione (Garzanti, 1987), Liceo classico Massimo d'Azeglio, Torino; citato in Giovanni Berlinguer, Il leopardo in salotto, Editori Riuniti, 1990.

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“I gestori del Tamburo tendevano ad avere un approccio democratico all'aggressività: a loro piaceva che tutti ne avessero un po.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Serie del Mondo Disco, 15. All'anima della musica (1994)

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“[Nel 2002] Da Lleyton devi aspettarti che tu fai il massimo e lui si prende il match. Così dimostra perché è il numero uno del mondo. un fenomenale combattente. Se gli sezioni colpo per colpo, non ne ha uno sconvolgente, ma tanti e tanti buoni che, combinati alla sua aggressività mentale e alla determinazione fanno una miscela vincente.”

Tim Henman (1974) tennista britannico

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Hewitt, disco verde http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/giugno/17/Hewitt_disco_verde_ga_0_0206174210.shtml, Gazzetta dello Sport, 17 giugno 2002.

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“Il rugby è aggressività, guerra, ma dopo è la pace più bella del mondo.”

Marco Bollesan (1941) rugbista a 15, allenatore di rugby e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Corrado Sannucci, Noi, mastini della meta http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/25/noi-mastini-della-meta.html, la Repubblica, 25 febbraio 1987.

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“[Su Martina Navrátilová] La donna che lo ha rivoluzionato [il tennis] per l'atleticismo e l'aggressività in campo, per l'estroversione e il candore fuori.”

Chris Evert (1954) tennista statunitense

Origine: Citata in Martina Navratilova, leggenda senza tempo http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/18/788775-martina_navratilova.shtml, Ubitennis.com, 18 ottobre 2012.

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“[Su Djokovic nel 2011] Più aggressività e spinta di Lendl, più varietà nelle botte da fondo di Nadal. Eppoi, riflessi, mobilità, posizione avanzata, impatto con la palla e, quindi, risposta da doppista. Rafa non reggeva le pallate da dietro e col rovescio rallentava, e Nole l'ha massacrato: ha più armi tecniche.”

Paolo Bertolucci (1951) tennista e commentatore televisivo italiano

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Djokovic, questione di tempo http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/maggio/17/Djokovic_questione_tempo_ga_10_110517072.shtml?login=ok, Gazzetta dello Sport, 17 maggio 2011

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“L'alimentazione non è una scienza, è una teoria esoterica. Non ci sono certezze, ci devi credere e basta: è fede. E infatti nel cibo ci sono le sette come nelle religioni, no? Ci sono i vegetariani che non mangiano carne, ma mangiano uova e latte; poi ci sono i crudisti che mangiano solo roba cruda; i fruttaliani, che mangiano solo frutta sia cotta che cruda; i fruttariani poi - con la "r" - che mangiano solo frutta cruda e poi ci sono anche i fruttariani simbiotici, anche loro mangiano solo frutta cruda però direttamente dagli alberi. Li riconosci perché sono quelli che nei parchi pubblici si litigano le noci con gli scoiattoli. Avete mai sentito parlare del respirianesimo? Ve lo giuro, esiste. Gente che si nutre di aria, si alimenta con la fotosintesi. In Italia sono circa 1300… 1299… 1298… 1297… […] Sai, non mangiando tendono ad estinguersi. Comunque la setta più agguerrita in questo periodo è sicuramente quella dei vegani, quelli che non mangiano animali né derivati. Sono dappertutto, si mimetizzano fra gli esseri umani e hanno un'unica missione nella vita: cagarti il cazzo mentre mangi. Hanno sempre questo approccio aggressivo: non ti dicono come fa bene quello che mangiano loro, ti dicono quanto fa male quello che mangi tu. Se ne porti uno a pranzo, belìn, ti guarda come se, belìn, fossi Hannibal Lecter! Cioè lo capisci che ti odia. Che tra l'altro l'aggressività dovrebbe essere tipica dei cannibali, non di chi mangia erba, giusto? Ti viene anche il dubbio che ti detesti perché sei fatto di carne. Se fossi fatto di seitan ci sarebbe più empatia. Lui mangia tofu, ma in realtà quello che lo nutre davvero è l'odio verso di te: è un odiariano. Ho detto "lui", ma in realtà il veganesimo è più diffuso nel genere femminile. E lì, se trovi il combinato "donna+vegana" ti conviene veramente diventare respiriano. Ecco chi sono i respiriani: sono i fidanzati delle vegane che si sono rotti i coglioni. Preferiscono lasciarsi morire pur di non discutere.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

da Crozza nel Paese delle Meraviglie, 26 febbraio 2016

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“Eppure la guerra ha avuto un ruolo determinante nella storia dell'uomo. Sia dal punto di vista politico e sociale che, e forse soprattutto, esistenziale. Soddisfa pulsioni e bisogni profondi, in genere sacrificati nei periodi di pace. La guerra consente di liberare, legittimamente, l'aggressività naturale, e vitale, che è in ciascuno di noi. È evasione dal frustrante tran tran quotidiano, dalla noia, dal senso di inutilità e di vuoto che, soprattutto nelle società opulente, ci prende alla gola. È avventura. La guerra evoca e rafforza la solidarietà di gruppo e di squadra. Ci si sente, e si è, meno soli, in guerra. La guerra attenua le differenze di classe, di ceto, di status economico che perdono importanza. Si è tutti un po' più uguali, in guerra. La guerra, come il servizio militare, l'università, il gioco regolato, ha la qualità del tempo d'attesa, del tempo sospeso, la cui fine non dipende da noi, al quale ci si consegna totalmente e che ci libera da ogni responsabilità personale. La guerra riconduce tutto, a cominciare dai sentimenti, all'essenziale. Ci libera dall'orpello, dal superfluo, dall'inutile. Ci rende tutti, in ogni senso, più magri. La guerra conferisce un enorme valore alla vita. Per la semplice ragione che è la morte a dare valore alla vita. Il rischio concreto, vicino, incombente, della morte rende ogni istante della nostra esistenza, anche il più banale, di un'intensità senza pari. Anche se è doloroso dirlo la guerra è un'occasione irripetibile e inestimabile per imparare ad amare ed apprezzare la vita.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da Elogio della guerra, Marsilio, 1999.

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“Il catenaccio non esiste più, nessuno ne parla in Italia. Parlarne è essere in male fede o non essere informati. Le ricordo che ho giocato la semifinale di Coppa del Mondo contro la Germania con quattro attaccanti: Totti, Iaquinta, Del Piero e Gilardino. Le mie squadre giocano all'attacco, con aggressività… e ora in Cina, Evergrande fa lo stesso. Quindi, smettiamo di parlare ancora di catenaccio.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

El catenaccio ya no existe, nadie habla de eso en Italia. Hablar de eso es o tener mala fe o no estar informado. Le recuerdo que yo he jugado la semifinal del Mundial contra Alemania con cuatro delanteros: Totti, Iaquinta, Del Piero y Gilardino. Mis equipos juegan al ataque, con desdoblamientos, agresivos... y ahora en China, el Evergrande actúa igual. Por tanto, dejemos de hablar ya del catenaccio.
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“Che cosa comporta, di preciso, essere un uomo, uno vero? Repressione delle emozioni.
Mettere a tacere la propria sensibilità. Vergognarsi della propria delicatezza, della propria vulnerabilità. Lasciare l'infanzia brutalmente, e definitivamente: gli uomini-bambini non hanno una buona reputazione. Essere angosciati per le dimensioni del proprio cazzo. Saper far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dare indicazioni su come fare. Non mostrare la propria debolezza. Imbavagliare la propria sensualità. Indossare abiti di colori spenti, portare sempre le stesse scarpe goffe, non giocare con i propri capelli, non portare troppi anelli, braccialetti eccetera, non truccarsi. Dover fare il primo passo, sempre. Non avere alcuna cultura sessuale per migliorare il proprio orgasmo. Non saper chiedere aiuto. Dover essere coraggiosi, anche senza averne la minima voglia. Valorizzare la forza qualunque sia il proprio carattere. Dar prova di aggressività. Avere un accesso limitato alla paternità. Riuscire socialmente, per pagarsi le donne migliori. Temere la propria omosessualità perché un uomo, uno vero, non deve essere penetrato. Non giocare con le bambole da piccoli, accontentarsi delle automobiline e di orribili armi di plastica. Non prendersi troppa cura del proprio corpo. Essere sottomessi alla brutalità di altri uomini, senza lamentarsi. Sapersi difendere, anche se si è dolci. Non essere in contatto con la propria femminilità, simmetricamente alle donne che rinunciano alla loro virilità, non in funzione dei bisogni di una situazione o di un carattere, ma in funzione di quello che il corpo collettivo richiede. Affinché, sempre, le donne facciano i figli per la guerra, e gli uomini accettino di andare a farsi ammazzare per salvare gli interessi di tre o quattro cretini che non vedono al di là del loro naso.”

Virginie Despentes (1969) scrittrice e regista francese
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