Frasi su calunnia

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema calunnia, essere, uomini, dio.

Frasi su calunnia

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“Questa calunnia, che i dizionari hanno sanzionata, è che anarchia significhi disordine.”

Pietro Gori (1865–1911) anarchico italiano

Il vostro "ordine" e il nostro "disordine"

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“Sarò forse presuntuoso ma il mio specchio mi calunnia.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Marzo, p. 32

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“Non sono sicuro se è per voi [Gesù] che mi allontano dal vizio; ma almeno questa virtù è al sicuro grazie alla calunnia.”

Claude de la Colombière (1641–1682) gesuita e scrittore francese

Il libro dell'interiorità.

“La severa uguaglianza della morte ridarà a ciascuno il suo: la codardia della attossicata calunnia compagna infesta della vita rifugge dalla maestà dei sepolcri.”

Franco Mistrali (1833–1880) giornalista, romanziere e storico italiano

Origine: Da Palermo a Gaeta: storia popolare della campagna dell'Italia meridionale, p. 6

“La calunnia offende soprattutto quando non è completamente inventata.”

Julien De Valckenaere (1898–1958) scrittore belga

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“La calunnia sdegna i mediocri, si afferra ai grandi.”

Francesco Crispi (1818–1901) patriota e politico italiano

Origine: Da Pensieri e profezie.

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“È destino che ogni generazione calunni se stessa, rimpianga le precedenti, per poi essere rivalutata dalle successive.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

Quando eravamo povera gente

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“Con il piede io scansai bugie volgarità calunnie guerre maschere antigas”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Gagarini
Solo

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“[sul caso Telekom Serbia] Confesso, sono io il burattinaio, il puparo di tutta questa vicenda, mi autodenuncio per concorso in calunnia con Paoletti, Marini e Pintus. [Ho] creato difficoltà a Forza Italia e a Berlusconi. [È quindi giusto] che mi ritiri dalla vita politica. Ho sbagliato fortemente, e questa è una confessione aperta, è giusto che faccia pubblica ammenda; do atto a Repubblica di essere dotata di giornalisti di primo rango. Sto dando un annuncio serio, darò le dimissioni da deputato nei prossimi giorni. Attraverso i diversi processi indicati da Repubblica e per i miei rapporti con personaggi come D'Andria, Fracassi, Di Bari e anche Francesco Pazienza, tutti collegati dall'immaginario collettivo a servizi segreti deviati e a truffe e riciclaggio internazionali, sono riuscito a raggiungere l'obiettivo di mettere la Commissione Telekom Serbia di essere oggetto di una polpetta avvelenata. Mi assumo tutte la responsabilità di personaggi che chiamando in causa Prodi, Dini e Fassino li hanno gravemente calunniati; e mi autoaccuso per concorso in calunnia, anche se mi auguro che Repubblica faccia altrettanto, perché mentre io mi autoaccuso vorrei sapere da D'Avanzo e Bonini chi fossero i loro burattinai dell'epoca e a chi prestano ora il loro servizio. Repubblica ha ragione, non posso querelare!”

Carlo Taormina (1940) avvocato e politico italiano

da la Repubblica http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/taormina/taormina.html, 26 settembre 2003

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“In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l'intelligencija tedesca già nel 1914 era in stato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli, anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. […] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti […].
Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. […] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. […]
Sentirsi puri, non contaminati. Il popolo tedesco ha sempre reagito alle proprie crisi con un disperato, irrazionale desiderio di purezza: e la rivolta luterana – a un livello umano e ideale ben diverso, d'accordo – rappresenta forse il primo, imponente documento storico di questo impulso innato. Sorto dopo Versaglia, il nazionalsocialismo non si è tanto imposto con la violenza alle masse, quanto piuttosto le ha trovate già pronte ad accoglierlo e ad acclamarlo.”

Giorgio Bassani (1916–2000) scrittore e poeta italiano

La rivoluzione come gioco, p. 44

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“La calunnia disinteressata è, in chi la propala, indizio certo di virtù letteraria.”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Settembre, p. 98

“Chiunque è sempre innocente fino a prova contraria, la giustizia non calunnia.”

Carlo Biotti (1901–1977) Giudice della Corte Suprema di Cassazione, Presidente del Tribunale di Milano, Consigliere di Amministrazio…
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“E qual rovinio era sopravvenuto in Sicilia di tutte le illusioni, di tutta la fervida fede, con cui s'era accesa alla rivolta! Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli… e i tribunali militari, e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del Real Governo; e falsificazioni e sottrazioni di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch'essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia… – Ridere, ridere! – incalzò donna Caterina con più foga. – Lo sa bene anche lei come quegli ideali si sono tradotti in realtà per il popolo siciliano! Che n'ha avuto? Com'è stato trattato? Oppresso, vessato, abbandonato e vilipeso! Gli ideali del Quarantotto e del Sessanta? Ma tutti i vecchi qua gridano: Meglio prima! Meglio prima! La Francia che soffia nel fuoco? Lei si conforta così? Sono tutte calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capielettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c'è la fame, caro signore, nelle campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali che succhiano l'ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! Si stia zitto! Si stia zitto! Perché voi lo vedrete, – concluse. Faccio una facile profezia: non passerà un anno, assisteremo a scene di sangue.”

cap. III, p. 59
I vecchi e i giovani

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“[La libertà di pensiero] È la libertà di pensare quel che si vuole e di esprimere tutto ciò che si pensa, entro i limiti della verità e della moralità: senza questi potrebbe divenire ingiuria, calunnia, pervertimento.”

Igino Giordani (1894–1980) scrittore, giornalista e politico italiano

Origine: Citato in La Fiera Letteraria, Che cos'è la libertà di pensiero, n. 14, aprile 1973.

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“La calunnia è un vocabolo sdentato che, quando arriva a destinazione, mette mandibole di ferro.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Fiore di poesia

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“La calunnia può ferirti solo se ti rispecchi negli altri invece che nella tua coscienza.”

Fausto Cercignani (1941) filologo, critico letterario e poeta italiano

p. 25

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“Teniamoci stretti al personalismo dei giudizi perché è il solo alibi che possediamo per evitare il dolo della calunnia.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Da La cazzità, categoria dello spirito, L'espresso, 27 luglio 2006, n. 29 anno LII, p. 174.

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“La calunnia si attacca all'uomo come la pece.”

Esterad Thyssen, cap. 8
La torre della rondine

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“La calunnia è un venticello, ma in un lampo diventa una tempesta | e produce un'esplosione, come un colpo di cannone, un terremoto che fa tremare.”

Edoardo Bennato (1946) cantautore, chitarrista e armonicista italiano

da La calunnia è un venticello
Pronti a salpare

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