Frasi su due-giorni
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“Wilkins aveva in odio due cose sole: l'esibizionismo e la pubblicità.”

Vilhjalmur Stefansson (1879–1962) esploratore e etnologo canadese

Origine: Una persona che non dimenticherò mai, p. 52

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“Un corpo immerso in un liquido si bagna. Un corpo immerso nel cemento sapeva troppo. Un corpo immerso in un altro corpo si diverte. Un corpo immerso in due corpi è un'orgia.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Antonino Zichichi, In Crozza Italia

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“Due rette parallele perché non si incontrano? Hanno litigato?”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Antonino Zichichi, In Crozza Italia

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“Due rette parallele non si incontreranno mai: è necessario un atto di fede.”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Antonino Zichichi, In Crozza Italia

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“Due rette che vanno all'infinito, chi le paga?”

Maurizio Crozza (1959) comico, imitatore e conduttore televisivo italiano

Imitazioni, Antonino Zichichi, Apparizioni su Rai Uno

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“Roger è al livello di Agassi e Sampras nei loro giorni migliori, non è questione di superficie, è questione di capacità di far tutto e di saper variare tutto, a cominciare dal servizio che non leggi mai.”

Lleyton Hewitt (1981) tennista australiano

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Mago Federer cambia la moda http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/novembre/23/Mago_Federer_cambia_moda_ga_10_04112310036.shtml, Gazzetta dello Sport, 23 novembre 2004.

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“Questa Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall'Italia. Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore, ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento. Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza o l'aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione disumana e degradante, come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia di smarrire perfino l'ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti esodati, che nessuno di noi ha dimenticato, ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della scarsa cura del nostro territorio. Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti. Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di chi arriva da lontano, con l'intensità e lo stupore di un bambino, con la ricchezza interiore e inesplorata di un disabile.”

Laura Boldrini (1961) giornalista e politica italiana
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“[Macalda Scaletta e Alaimo da Lentini durante l'accoglienza riservata da Messina a Pietro III d'Aragona] Così lo accompagnarono al palazzo imperiale con grandissimo gaudio, sicché parea che Dio fosse sceso in terra su loro. Nella città era un prode uomo, capitano molto sperimentato e valente e che appellavasi messer Alaimo; aveva questi una mogliera molto bella e gentile, e valente del cuore e del corpo; larga nel donare, e, quando n'era luogo e tempo, valea nell'arme al par d'un cavaliero, e tutti i giorni scorreva con trenta cavalieri armati la città e la guardava, e capitanava le genti che doveano combattere alle mura e negli altri siti dove maggiore facevasi il bisogno. Quando la donna vide il re, né mai avealo innanzi veduto, ne rimase innamorata come di colui che era valente e aggraziato signore, non già per cattiva intenzione. Poiché il re ebbe preso alloggio nel suo palazzo, e i cavalieri e l'altra gente furono entrati in città, si apparecchiarono le mense, e il re, lavatosi le mani, si assise al convito con tutti i cavalieri, e tutti allegramente mangiarono. E messer Alaimo da Messina stette a mensa col re e con madonna sua mogliera; e poi servirono il re quanto meglio potettero, cosicché la donna non si staccò dal re, né quando andava cavalcando, né quando tornava a casa; e corteggiavanlo e facevangli tante gentilezze quanto più sapeano ella, il marito e tutti gli abitanti della città. Indi a poco videro giugnere a Messina ventidue galee e quattro taride del re molto riccamente armate di remi; e quei che v'erano sbarcarono e si rinfrescarono di tutto ciò che aveano bisogno. E il re facea dar loro prodigamente pane, vino e carne.”

Bernat Desclot cronista catalano

cap. XCVI, pp. 840-41
Origine: In una prima redazione della Crònica, gli attributi di Macalda erano «leale (leyal) e gentile». In seguito, il «leyal», non più utilizzabile in maniera neutra dopo la caduta in rovina per presunte istigazioni e complotti, fu rimosso e sostituito con «bella» (Ferran Soldevila i Zubiburu, Pere II el Gran: el desafiament amb Carles d'Anjou, Estudis Universitaris Catalans, IX (1915-1916). Monografia pubblicata in ritardo, con separata tiratura, il 1919 (ora in: Ferran Soldevila i Zubiburu, El desafiament de Pere el Gran amb Carles d'Anjou, Barcelona, 1960)

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“[Riferendosi alla partita Italia-Brasile 3-2 di Spagna '82] Per il Brasile fu una lezione per la quale dovrebbero ringraziarci e darmi un premio. Da quella sconfitta impararono molto, tanto che poi vinsero altri due mondiali. Dopo quella gara loro sono diventati più guardinghi, si sono europeizzati, eppure vederli giocare è sempre uno spettacolo.”

Paolo Rossi (calciatore) (1956) calciatore italiano

Citazioni di Paolo Rossi
Origine: Citato in Zico non ha un gran ricordo di Italia-Brasile 3-2 ("Un male per il calcio"), Rossi non è d'accordo: "Devono ringraziarci per la lezione" http://www.goal.com/it/news/4962/nazionali/2012/11/28/3562431/zico-non-ha-un-gran-ricordo-di-italia-brasile-3-2-un-male-per-il, Goal.com, 28 novembre 2012.

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“Aratura e pascolo sono le due mammelle della Francia.”

Massimiliano di Béthune (1560–1641) politico francese

Origine: Da Économies Royales.

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“Colui che viene governato, ingannato, sfruttato, prostituito, ferisce in primo luogo il nostro sentimento di uguaglianza. Ed è in nome di esso che non vogliamo più né prostitute, né sfruttati, né ingannati, né governati. Ci si obietterà "Ma se la pensate così, con quale diritto farete uso della forza, qualunque sia la circostanza? Con che diritto punterete i cannoni contro i barbari o contro i civili che invadono il vostro paese? Con che diritto caccerete lo sfruttatore? Con che diritto ucciderete non tanto un tiranno, quanto una semplice vipera?" Con quale diritto? Ma cosa intendete con questa parola barocca, presa a prestito dalla legge? Mi state chiedendo se mi sentirei nel giusto avendo agito in tale modo? Se coloro che io stimo giudicheranno bene quel che ho fatto? Questo volete sapere? In tal caso la risposta è semplice. Sì, certamente! Perché noi chiediamo di essere uccisi, come bestie velenose, qualora ci rendessimo colpevoli di un'invasione nel Tonchino o presso gli Zulù che non ci hanno fatto nulla di male. Noi diciamo ai nostri figli, ai mostri amici: "Uccidimi se mi metto dalla parte degli invasori!". Sì, certamente! Perché noi chiediamo di essere cacciati, se un giorno, rinnegando i nostri princìpi, ci impadronissimo di un'eredità – foss'anche caduta dal cielo*usandola per sfruttare gli altri. Sì, certamente! Perché ogni uomo di cuore chiederebbe di essere ucciso se mai diventasse vipera, e che gli venisse conficcato un pugnale nel cuore nel caso prendesse il posto di un tiranno detronizzato.”

Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842–1921) filosofo, geografo, zoologo e anarchico russo

La morale anarchica

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“Il lavoro potrebbe essere ridotto a quattro o persino tre ore al giorno, pur producendo tutti i beni che sono ora prodotti.”

Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842–1921) filosofo, geografo, zoologo e anarchico russo

1948
La conquista del pane

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“Dov'è l'inizio? | Dov'è la fine? | Perché siamo caduti dentro i giorni? Perché stiamo gridando nell'infinito?”

Enya (1961) cantante e musicista irlandese

da The River Sings, n. 5
A Day Without Rain, Amarantine

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“Se due persone dello stesso sesso vogliono vivere insieme, avere una relazione sentimentale e anche adottare un bambino, a mio parere hanno il diritto di farlo. Ma chiamare tutto ciò matrimonio è una deviazione da quello è il reale significato del termine.”

Mitt Romney (1947) politico statunitense

Origine: Citato in Romney: "Sì ad adozioni per le coppie gay" http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/2012/05/11/news/elezioni_usa_romney_s_adozioni_gay-34943287/?ref=HREC1-5, laRepubblica.it, New York, 11 maggio 2012.

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“C'è un castigo che viene dagli dèi. | Felice chi è sereno | e trascorre il suo giorno | senza pianto.”

Alcmane (700) poeta greco antico

Origine: Citato in Aa. Vv., Lirici greci, traduzione di Salvatore Quasimodo, Mondadori, 1996. ISBN 88-04-42291-2.

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“Non potevo fare a meno di pensare alle differenze tra la mia vita di New York, piena di cibo e comodità, e la vita che conducevano i miei famigliari in Somalia. In Occidente la maggior parte della gente possiede così tante cose da perderne il conto. Era probabile, invece, che i miei genitori potessero contare a una a una tutte le loro cose, e il cibo era difficile da reperire; eppure erano felici e di buon umore. Per la strada la gente sorrideva e conversava. Credo che gli occidentali cerchino di riempirsi di roba nel tentativo di colmare un vuoto. Tutti sono in cerca di qualcosa. Cercano nei negozi e nella televisione. Una volta dei tizi mi hanno mostrato una stanza della loro casa destinata alle candele per le preghiere la meditazione. Un'intera stanza solo per le candele. Qui dovevamo pigiarci l'uno contro l'altro per poter stare tutti insieme: continuavamo a ringraziare Allah per essere tutti insieme. In Somalia non abbiamo posti particolari per pregare, preghiamo anche per salutare qualcuno: «Che Allah sia con te.» A New York tutti tutti dicono «Hello!». Che cosa significa? Nulla, che io sappia, è solo un modo di dire. La gente dice: «Have a good day», buon giorno, ma anche quello è solo un modo di dire. In Somalia diciamo: «Se Dio vuole, ci vediamo dopo.»”

Waris Dirie (1965) modella e scrittrice somala

Dio ha voluto e il mio primo giorno in famiglia è stato bello, bellissimo!
Alba nel Deserto

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“Tutto ciò che riguardava l'altro sesso mi era vietato.
Ammi aveva due mantra per inculcarmi l'immoralità dei rapporti con le femmine. Il primo era basato su un hadith. «Quando un uomo e una donna sono da soli», diceva spesso, «il diavolo è il terzo». Significava che ogni momento trascorso in compagnia di una ragazza equivaleva a adorare Satana.
L'altro ritornello, «L'uomo è come il burro e la donna è un forno caldo, e il fuoco scioglie sempre il burro», era di incerta origine e di significato altrettanto incerto. Tuttavia, questa frase evocava in me le immagini di vari tormenti infernali – chiaramente descritti dall'imamdella moschea e che prevedevano l'immersione in un calderone di pus – ed era dunque efficace malgrado la sua apparente assurdità.
Ogni volta che sentivo anche la minima eccitazione, ero colto dal timore. Poi, per prevenire il castigo che Allah e gli angeli mi stavano indubbiamente preparando nell'aldilà, cercavo un modo per punirmi da solo in questa vita. Il mio comportamento da un punto di vista islamico era logico: una volta in Pakistan un imam aveva detto che il motivo per cui le autorità islamiche punivano tanto severamente in questa vita era perché non fossimo puniti per lo stesso peccato nell'aldilà. Immaginavo che, vivendo in America, dove non c'erano autorità islamiche a fustigarmi per penitenza, tanto valeva che lo facessi io al posto loro.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano

“«Da quanto tempo vivi in un Paese musulmano?», chiesi a un tratto.
«Da due terzi della mia vita».
«Eppure non sei mai diventato un riformista?».
«No».
«E non sei mai diventato un fondamentalista?»
«No».
«E non hai mai voluto diventare un capo dell'Islam?»«No».
Alzai le sopracciglia. «Lo trovo stupefacente».
Ziad rallentò e mi lanciò un'occhiata. Si passò la mano sopra il sopracciglio sinistro, facendosi piovere granelli di polvere sulle gambe.
«Voglio farti io una domanda», disse.
«Cosa?»
«Da quanto tempo sei al mondo?»
«Scusa?»
«Da quanto tempo sei vivo?»
«Da tutta la vita, direi».
«Quando è stata l'ultima volta che hai fatto volare un aquilone in montagna?»
«Mai».
«Quando è stata l'ultima volta che ti sei sdraiato a terra e hai scattato foto agli insetti?»
«Mai».
«Quando è stata l'ultima volta che hai salvato dei ragazzi beduini nel deserto?»
«Mai».
«Be', amico, questo io lo trovo stupefacente».
Non dissi nulla. Mi sentivo come se fossi sepolto fino al collo nella sabbia e qualcuno stesse scagliando pietre alla mia essenza. Eppure le pietre non mi mandarono in frantumi, si rivelarono essere globi di luce. Mi scesero nella gola e si raccolsero nel mio stomaco. Divennero una pozza di luce brillante che si fuse e cominciò a ribollire. Poi un immenso getto di risate sgorgò dal mio ombelico e il raggio di luce si poté vedere fino a Damasco.
Ridemmo a crepapelle.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano

Il bambino che leggeva il Corano

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“Io e Pietro lavoravamo lontano dai riflettori. Eravamo due atleti fuori moda. Lo siamo rimasti. Caparbi, sinceri, due che non si adeguano. Lui anche più di me. Siamo cresciuti in un mondo meno asettico, dove c'era più spazio per essere veri. Quando abbiamo smesso non ci hanno mai coinvolti nello sport. Troppo spigolosi, poco comunicativi.”

Sara Simeoni (1953) atleta italiana

Origine: Dall'intervista di Alessandra Retico, Simeoni: Io e lui, caparbi e soli così è morta un'idea del mondo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/03/22/simeoni-io-lui-caparbi-soli-cosi-morta.html?ref=search, la Repubblica, 22 marzo 2013.

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“Napoli-Parma è un po' la mia partita. Sono le prime due squadre nelle quali ho giocato da professionista, mi hanno segnato in serie A. A Napoli ero giovane, una promessa, mentre a Parma c'è stata la mia consacrazione. Lì abbiamo vinto con una squadra fortissima, soprattutto coppe. Un grande gruppo che viveva senza la pressione delle grandi squadre. Parma mi ha permesso di crescere ad altissimo livello.”

Fabio Cannavaro (1973) dirigente sportivo ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Napoli-Parma è la partita di Fabio Cannavaro: "Le mie lacrime, quelle di Ferrara. Ma ora gli azzurri sono davanti alla Juve..." http://www.tuttonapoli.net/?action=read&idnotizia=113571, Tuttonapoli.net, 11 settembre 2012.

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“Quelle di Almeyda sono considerazioni personali. Potrebbe aver detto queste cose per fare lo scoop, o per pubblicizzare il suo libro. Io, come ho detto sempre, di flebo ne ho fatte due o tre e non certo per migliorare le prestazioni.”

Fabio Cannavaro (1973) dirigente sportivo ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in F. Cannavaro: "Quelle di Almeyda sono considerazioni personali" http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=392679, Tuttomercatoweb.com, 18 ottobre 2012.

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“Noi siamo Lord Jim, questo codardo che a un certo momento salta dalla nave e abbandona migliaia di pellegrini al loro destino. E poi comincia il grande rimorso, il senso di colpa. E tutti noi, un giorno, abbiamo «saltato»…”

Ugo Mursia (1916–1982) editore italiano

Origine: Citato in Federica Almagioni, prefazione a Joseph Conrad, Lord Jim, traduzione di Alessandro Gallone, Alberto Peruzzo Editore, 1989.

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“Le cavalle che mi portano fin dove il mio desiderio vuol giungere
mi accompagnarono, dopo che mi ebbero condotto e mi ebbero posto sulla via che dice molte cose,
che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi che l'uomo sa.
Là fui portato. Infatti, là mi portarono accorte cavalle
tirando il mio carro, e fanciulle indicavano la via.
L'asse dei mozzi mandava un sibilo acuto,
infiammandosi – in quanto era premuto da due rotanti
cerchi da una parte e dall'altra –, quando affrettavano il corso nell'accompagnarmi,
le fanciulle Figlie del Sole, dopo aver lasciato le case della Notte,
verso la luce, togliendosi con le mani i veli dal capo.
Là è la porta dei sentieri della Notte e del Giorno,
con ai due estremi un architrave e una soglia di pietra;
e la porta, eretta nell'etere, è rinchiusa da grandi battenti.
Di questi, Giustizia, che molto punisce, tiene le chiavi che aprono e chiudono.
Le fanciulle, allora, rivolgendole soavi parole,
con accortezza la persuasero, affinché, per loro, la sbarra del chiavistello
senza indugiare togliesse dalla porta. E questa, subito aprendosi,
produsse una vasta apertura dei battenti, facendo ruotare
nei cardini, in senso inverso, i bronzei assi
fissati con chiodi e con borchie. Di là, subito, attraverso la porta,
diritto per la strada maestra le fanciulle guidarono carro e cavalle.
E la Dea di buon animo mi accolse, e con la sua mano la mia mano destra
prese, e incominciò a parlare così e mi disse:
«O giovane, tu che, compagno di immortali guidatrici,
con le cavalle che ti portano giungi alla nostra dimora,
rallegrati, poiché non un'infausta sorte ti ha condotto a percorrere
questo cammino – infatti esso è fuori dalla via battuta dagli uomini –,
ma legge divina e giustizia. Bisogna che tutto tu apprenda:
e il solido cuore della Verità ben rotonda
e le opinioni dei mortali, nelle quali non c'è una vera certezza.
Eppure anche questo imparerai: come le cose che appaiono
bisognava che veramente fossero, essendo tutte in ogni senso.»”

Parmenide (-501–-470 a.C.) filosofo greco antico

frammento 1
Frammenti di alcune opere, Poema sulla natura