Frasi su elezione
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“È strano che non si trovi più nessuno, ma nemmeno all'estrema sinistra, che ricordi questi fatti documentati. Ancora nel novembre del 1993 quando ormai per Forza Italia si tratta proprio di stabilire i colori delle coccarde e delle bandierine, c'erano i kit del candidato, stavano facendo i provini nel parco della villa di Arcore per vedere i candidati più telegenici; in quel periodo, a tre mesi dalle elezioni del marzo del 1994, Mangano incontra due volte Dell'Utri a Milano. E questa non è una diceria, c'è nelle agende della segretaria di Dell'Utri: Palazzo Cellini, sede di Publitalia, Milano 2, i magistrati arrivano e prendono le agende e nell'agenda del mese di novembre del 1993 si trovano due appuntamenti fra Dell'Utri e Mangano, il 2 novembre e il 30 novembre. E Mangano chi era, in quel periodo? Non era più il giovane disinvolto del '73-'74 quando fu ingaggiato e portato ad Arcore come stalliere: qui siamo vent'anni dopo. Mangano era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola per mafia e al maxiprocesso per droga, due processi istruiti da Falcone e Borsellino insieme. È stato definitivamente condannato per mafia e droga a 13 anni, ne aveva scontati 11, uscito dal carcere nel 1991 era diventato il capo reggente della famiglia mafiosa di Portanuova e grazie al suo silenzio in quella lunga carcerazione aveva fatto carriera e partecipato alle decisioni del vertice della mafia di fare le stragi. E poche settimane dopo le ultime stragi di Milano e Roma, Dell'Utri incontra un soggetto del genere a Milano negli uffici dove sta lavorando alla nascita di Forza Italia. Io non so se tutto questo sia penalmente rilevante, lo decideranno i magistrati: penso che sia politicamente e storicamente fondamentale saperlo, mentre si vede Gianfranco Fini che cita Paolo Borsellino al congresso che sta incoronando il responsabile di tutto questo, cioè Berlusconi. Verrebbe da dire "pulisciti la bocca". Possibile che invece di abboccare a tutti i suoi doppi giochi, quelli del centrosinistra non – ma dico uno, non dico tutti, li conosciamo, fanno inciuci dalla mattina alla sera e sono pronti a ricominciare con la Costituente come se non gli fosse bastata la bicamerale – uno, di quelli anche più informati, che dica "ma come ti permetti di parlare di Borsellino? Leggiti quello che diceva, Borsellino, di questi signori in quella famosa intervista prima di morire". Leggiti quello che c'è scritto nella sentenza Dell'Utri e poi vergognati, perché quel partito lì non l'ha fondato lo Spirito Santo, l'hanno fondato Berlusconi, Dell'Utri, Craxi con l'aiuto di Mangano che faceva la spola fra Palermo e Milano, infatti le famiglie mafiose decidono di votare per Forza Italia e di abbandonare Sicilia Libera – che viene sciolta nell'acido probabilmente – quando Mangano arriva giù a portare le garanzie.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da I nuovi padri della patria http://www.beppegrillo.it/2009/03/passaparola_lun_22.html#comments, 30 marzo 2009
BeppeGrillo.it

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“Bertinotti, già segretario della Federazione operai tessili, già segretario della Cgil Piemonte, per 2 anni presidente della Camera e tuttora presidente della Fondazione Camera dei Deputati, già segretario di Rifondazione Comunista per 13 anni, già deputato per quattro legislature, già ospite dello yacht di Vittorio Cecchi Gori per le vacanze estive a Salina con Valeria Marini […], già primatista mondiale delle ospitate a Porta a Porta nel salotto dell'amico Bruno, già ospite fisso del salotto della signora Maria Angiolillo, già protagonista della caduta del governo Prodi I (in nome della leggendaria battaglia sulle 35 ore) e coprotagonista della caduta del Prodi II, dunque due volte corresponsabile e del ritorno di Al Tappone a Palazzo Chigi, […] già protagonista della disfatta della sinistra ridotta ai minimi storici alle ultime elezioni (memorabile la conferenza stampa-funerale convocata all'Hard Rock Cafè di Via Veneto in Roma, affollatissimo di operai delle presse), già teorizzatore dell'abolizione della proprietà privata, già seguace dello psicoguru Massimo Fagioli, già titolare del quarto più alto reddito di Montecitorio con 213.195 euro nel 2006, ha scritto che Romano Prodi – cioè l'unico esponente del centrosinistra che sia riuscito a battere Berlusconi due volte su due, nonostante Bertinotti – è «uno spregiudicato uomo di potere», simbolo dello «smacco complessivo del centrosinistra». Prodi.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Bertinotte http://voglioscendere.go.ilcannocchiale.it.ilcannocchiale.it/?TAG=fausto%20bertinotti, maggio 2009

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“Bene, eccoci qui sulla soglia di un disastro finanziario e sociale e in questa sala, oggi, abbiamo i quattro uomini che dovrebbero ritenersi responsabili. Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più tediosi e tecnocratici che io abbia mai sentito e continuate a negare, a dispetto di ogni considerazione obiettiva, che l'euro sia un fallimento. E chi è il vero responsabile? Chi è il responsabile tra di voi? Ovviamente la risposta è "nessuno di voi", perché nessuno di voi è stato eletto, nessuno di voi ha in effetti qualsivoglia legittimità democratica per i ruoli di cui siete attualmente incaricati all'interno di questa crisi. E in questo vuoto stato di cose, non certo con riluttanza, è entrata Angela Merkel. E stiamo ora vivendo in un'Europa dominata dalla Germania – qualcosa a cui il progetto europeo avrebbe dovuto, in effetti, prevenire. Qualcosa per cui coloro che ci hanno preceduto hanno pagato caro, con il loro sangue, al fine di evitarla. Io non voglio vivere in un'Europa dominata dalla Germania, né lo vogliono i cittadini europei. […] E non soddisfatti di ciò, avete deciso che anche Berlusconi doveva andare; così lui è stato sostituito dal Signor Monti, un ex-commissario europeo, uno degli architetti di questo euro-disastro e un uomo che non era nemmeno un membro del Parlamento. Sta diventando come un racconto di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi sarà la prossima persona ad essere fatta fuori. La differenza è che sappiamo chi sono i criminali. Voi dovete essere tutti ritenuti responsabili per ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, Signor Van Rompuy, 18 mesi fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono sbagliato sul suo conto. Avevo detto che sarebbe stato l'assassino silenzioso della democrazia degli stati nazionali, ma non più, lei è piuttosto rumoroso a proposito, non è così? Lei, un uomo non eletto, si è recato in Italia dicendo: "L'Italia ha bisogno di riforme, non di elezioni". Cosa, in nome di Dio, Le dà il diritto di dire questo al popolo italiano?”

Nigel Farage (1964) politico britannico
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“L'altro giorno (come riferisce il sito articolo21. info) quello della spagnola Tve riportava il primo incidente diplomatico scatenato dal nostro futuro premier prim'ancora di insediarsi al governo, con una frase riportata col dovuto rilievo solo dall'Unità (subito rimbrottata dall'interessato): "Zapatero avrà una certa difficoltà, troppe donne nel suo governo". In effetti Zapatero non ha la fortuna di avere come ministri Bossi, Calderoli e Maroni. Così il Cainano ha compiuto il miracolo di mettere d'accordo la destra e la sinistra spagnole. "La risposta al vincitore delle elezioni italiane – riferiva la Tve il 16 aprile – è stata unanime, al di là del colore politico". E giù critiche feroci dalle neoministre Bibiana Aido e Magdalena Alvarez, ma anche da Esperanza Aguirre, presidente del Comune di Madrid (Partito Popolare, centrodestra): "Questo è il secolo delle donne, e una delle cose migliori del presidente è stata la nomina di così tante donne nel governo". Il socialista Alfonso Guerra ha sintetizzato il comune sentire iberico con una frase lapidaria: "Berlusconi è un delinquente, non c'è altro da dire su questo signore". Insomma l'immagine internazionale dell'Italia, oscurata da due anni di comunismo, torna finalmente a rifulgere nel mondo intero. In Spagna se ne sono già accorti. Il Tg1 seguirà.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Liscia la notizia, 22 aprile 2008
l'Unità

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“Concedere il diritto di voto alle elezioni amministrative agli immigrati, a certe condizioni, non è un'ipotesi sciagurata né un'idea criminale. [Ma gli immigrati] devono dimostrare di essere in grado di adempiere a certi doveri. Diritti e doveri devono stare insieme.”

Gianfranco Fini (1952) politico italiano

Origine: Citato in Voto immigrati, Fini apre a Veltroni "Ma non garantisce integrazione" http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/immigrazione/fini-risponde-a-veltroni/fini-risponde-a-veltroni.html, la Repubblica, 3 settembre 2008; Voto agli immigrati, stop di Berlusconi http://www.corriere.it/politica/08_settembre_04/voto_immigrati_lega_01fe8142-7a74-11dd-a3dd-00144f02aabc.shtml, Corriere della sera, 4 settembre 2008.

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“Gli ha insegnato anche il vocabolario…! […] Ma che rispetta gli altri?! Se ogni elezione stai dall'altra parte rispetto a quella precedente! Dai, su… Rispetta gli altri!”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

dalla puntata Berlusconi: o si ama o si odia? http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=ottoemezzo&video=19358 del programma Otto e mezzo, 17 novembre 2008

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“Successe la solita 'osa che succede sempre in Italia». «La sinistra ha perso le elezioni?”

Marco Malvaldi (1974) scrittore italiano

Origine: Racconti, Carnevale in giallo, p. 214

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“Lo capite o no che se non mi candidate io finisco in galera?! E questo [Il Popolo della Libertà] sarebbe il partito garantista? Ma io vi rovino, io vi faccio perdere le elezioni!”

Nicola Cosentino (1959) politico italiano

22 gennaio 2013; citato in Politica e casta, un anno da dimenticare Le 100 dichiarazioni peggiori del 2013 http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/12/30/news/politica-e-casta-che-anno-da-dimenticare-le-100-dichiarazioni-peggiori-del-2013-1.147398, espresso.repubblica.it, 30 dicembre 2013

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“[Ultime parole famose nel 2009] Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Se Grillo vuole fare politica fondi un partito. Metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa?”

Piero Fassino (1949) politico italiano

Origine: Citato in Giuditta Mosca, Dalla foto di Bersani in «Grillo Style» alla battuta di Fassino sul leader dei 5 Stelle (se vuol far politica fondi un partito). Il web non risparmia nessuno http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-28/dalla-foto-bersani-grillo-200956.shtml?uuid=AbsRLRZH, ilSole24ore.com, 28 febbraio 2008. e in Piero Fassino e la profezia su Beppe Grillo http://www.huffingtonpost.it/2013/02/27/piero-fassino-e-la-profezia-su-beppe-grillo_n_2771363.html, HuffingtonPost.it, 27 febbraio 2013.

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“[Sull'assassinio di Boris Nemcov] La tragica ironia è che lui non voleva vedere un'altra rivoluzione. Tra i due ero io il radicale e continuavo a dirgli: "È tutto inutile, le elezioni, le piccole cose: non cambieranno questo regime con il voto. Ci sarà bisogno del sangue."”

Garri Kimovič Kasparov (1963) scacchista e attivista russo

Origine: Citato in Davide Maria De Luca, Chi era Boris Nemtsov http://www.ilpost.it/2015/02/28/boris-nemtsov/, Il Post.it, 28 febbraio 2015.

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“Marco Pannella era già un mito quando lo conobbi. Erano gli anni '70 e il suo impegno sui diritti civili mi faceva riflettere mentre studiavo medicina all'Università Cattolica e proprio da studente lo incontrai la prima volta. Mi emozionai quando nel 2006, ritornato in Italia, raccontò quel nostro primo incontro a mia figlia che lo guardava come si guarda un saggio da ascoltare con rispetto. La stima per Marco si è accompagnata in questi ultimi anni alla gratitudine per avermi permesso di condividere alcuni progetti e momenti di grande intensità. Come potrei dimenticare quando mi venne a prendere per accompagnarmi a casa di Pier Giorgio Welby, dove incontrai Pier Giorgio e Mina, o quando mi chiuse nel salotto di casa mia per ore per cercare di convincermi a entrare nel Partito Radicale prima delle elezioni per il Parlamento Europeo nel 2009. O la marcia per la giustizia nel dicembre 2013, quando Marco si presentò con l'immancabile sigaro e un cappello da babbo natale con scritto sopra "Amnistia". Non eravamo sempre d'accordo ma io gli ho voluto un grandissimo bene e so che ero ricambiato. A volte mi sgridava perché non condivideva alcune mie decisioni. Io non ebbi mai il coraggio di sgridarlo sulle scelte politiche ma, ogni tanto, mi prendevo la libertà di farlo in occasione degli scioperi della sete quando alcuni valori nel sangue, come la creatinina e l'azoto ureico, salivano pericolosamente mettendo a rischio la sua vita. Marco se la rideva e continuava a fumare. Testardo, risoluto, irremovibile, visionario. Ecco Marco siamo in tanti ad aver appreso qualcosa da te. Per quello che mi riguarda non dimenticherò mai che oltre le doti che tutti ti riconoscono avevi anche dolcezza e signorilità e quelle carezze che ogni tanto mi hai dato sul volto sono entrate nel mio cuore e le ricorderò per sempre.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano
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“Mi resta ancora da esaminare i tre quesiti proposti ai tavoli delle firme da Beppe Grillo. Molti che hanno firmato distinguono infatti la firma di quei quesiti dall'adesione al "grillismo". La distinzione è assolutamente legittima: si può firmare anche valutando il movimento dei "Vaffa" per ciò che è. Ma esaminiamoli nella sostanza quei tre quesiti. Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari. Questo principio mi sembra meritevole di essere accolto. Il Partito democratico, tanto per dire, ha deciso di farlo proprio. Tutto sta a come saranno organizzate queste primarie. Grillo per esempio ha definito una "mascalzonata" l'esclusione di Pannella e di Di Pietro dalle candidature per la leadership del Pd, ignorando che entrambi fanno parte di altri partiti e anzi li guidano e non hanno accettato di abbandonarli all'atto della candidatura. Come se un nostro condomino, invocando questa qualifica, pretendesse di decidere assieme a noi e ai nostri figli questioni strettamente familiari. Dov'è la logica? Il secondo quesito vieta ai membri del Parlamento di farne parte per più di due legislature. Questo divieto è una pura sciocchezza. Ci obbligherebbe a rinunciare ad esperienze talvolta preziose. Forse anche a molti vizi acquisiti durante l'esercizio del mandato. Ma quei vizi non possono essere presupposti e affidati all'automatismo di una norma. Spetta agli elettori discernere tra vizi e virtù e decidere del loro voto. Per di più una norma automatica del genere sarebbe incostituzionale perché priverebbe l'elettore di una sua essenziale facoltà che è quella di poter votare per chi gli pare. Che cosa sarebbe successo per esempio se nei primi anni Cinquanta fosse stato impedito agli elettori democristiani di votare una terza volta per De Gasperi, a quelli comunisti per Togliatti, ai socialisti per Nenni e ai repubblicani per Pacciardi o La Malfa? Il terzo quesito – impedire ai condannati fin dal primo grado di giurisdizione di far parte del Parlamento – sembra a prima vista ineccepibile. Per tutti i reati? E fin dal primo grado di giurisdizione? La presunzione d'innocenza è un principio sancito dalla nostra Costituzione; per modificarlo ci vuole una legge costituzionale, non basta una legge ordinaria. I reati d'opinione andrebbero sanzionati come gli altri? Quando Gramsci, Pertini, Saragat, Pajetta, furono arrestati io credo che gli elettori di quei partiti li avrebbero votati e mandati in Parlamento se un Parlamento elettivo fosse ancora esistito e se quei partiti non fossero stati sciolti d'imperio. Personalmente ho fatto un'esperienza in qualche modo consimile: entrai alla Camera dei deputati nel 1968 sull'onda dello scandalo Sifar-De Lorenzo nonostante o proprio perché ero stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma. Lo ricordo perché è un piccolissimo esempio di una proposta aberrante.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano
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“Il Ponte sullo stretto di Messina è un progetto irrealizzabile. Silvio Berlusconi ha fatto cose orribili, ma questa cosa si è limitata a dirla e poi non l'ha fatta. Nel frattempo, però, abbiamo speso mezzo miliardo di euro solo per progettare e riprogettare. È un modo come un altro per consentire ad Alfano e alle sue clientele di fare un'ottima campagna elettorale alle prossime elezioni regionali in Sicilia. È il ponte che collega il Pd ad Alfano.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Dalla trasmissione televisiva Otto e mezzo, La7, 12 novembre 2015; citato in Mario Ventriglia, Travaglio: "Ponte sullo Stretto? Collega Pd ad Alfano che potrà fare campagna elettorale in Sicilia" http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/13/travaglio-ponte-sullo-stretto-collega-pd-ad-alfano-che-potra-fare-campagna-elettorale-in-sicilia/438508/, Tv.Ilfattoquotidiano.it, 13 novembre 2015.

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“Ma già il fuoco rivoluzionario si era esteso a Kronštadt, la base navale orgoglio del regime, in cui i marinai proclamarono la loro solidarietà agli scioperanti, annunciando la liquidazione del soviet della città da parte di un Comitato militare provvisorio, e la futura elezione di un nuovo soviet. «Il soviet senza i comunisti»: questo slogan univa i contadini in rivolta nella regione di Tambov e i marinai del Baltico. La Comune rivoluzionaria istituita dai marinai, che durerà sedici giorni, prese le mosse dall'agitazione operaia e propose un programma che prendeva in contropiede il sistema politico in vigore dal 1918: dissoluzione dei soviet e libere elezioni a scrutinio segreto per sostituirli; libertà di stampa e di riunione per i socialisti, gli anarchici e i sindacalisti; libertà per i contadini di poter disporre dei raccolti; soppressione dei distaccamenti incaricati delle requisizioni in campagna; libertà di lavoro per gli artigiani che non impiegavano lavoratori salariati.
Senza dubbio, Lenin lo dirà, Kronštadt non era tutta la Russia; ma la sua «Comune» era un simbolo inquietante: quello del rifiuto del potere comunista da parte di coloro che ne erano stati i migliori difensori, ed era anche testimonianza del legame esistente fra tutte le rivolte: i contadini di Tambov, l'Ucraina raccolta intorno a Machno, l'insieme della campagna russa.”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 14, p. 393
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“Se perderò anche solo sei seggi perderò queste elezioni, e sarà Jeremy Corbyn a sedersi e negoziare con i presidenti, primi ministri e cancellieri d’Europa.”

Theresa May (1956) politica britannica

Variante: Se perderò anche solo sei seggi perderò queste elezioni, e sarà Jeremy Corbyn a sedersi e negoziare con i presidenti, primi ministri e cancellieri d'Europa.

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“Quando ho abdicato al trono nel 1955, ho smesso di avere amanti. Da re, potevo permettermi d'essere un donnaiolo, perché ero ricco e, secondo, perché è conforme con la tradizione cambogiana per il re avere molte amanti. Ma come capo di un partito politico, ho dovuto condurre un'elezione ogni quattro anni. Non potevo essere un donnaiolo, altrimenti i nemici politici avrebbero detto che Sihanouk non era serio.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

When I abdicated the throne in 1955, I ceased having love affairs. As a king, I could afford to be a playboy, because I had wealth and, secondly, because it is in conformity with the traditions of Cambodia for the king to have many mistresses. But as chief of a political party, I had to run for election every four years. I could not be a playboy. Otherwise, political enemies would have said Sihanouk was not serious.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Quando ho abdicato al trono nel 1955, ho smesso di avere amanti. Da re, potevo permettermi d'essere un donnaiolo, perché ero ricco e, secondo, perché è conforme con la tradizione cambogiana per il re avere molte amanti. Ma come capo di un partito politico, ho dovuto condurre un'elezione ogni quattro anni. Non potevo essere un donnaiolo, altrimenti i nemici politici avrebbero detto che Sihanouk non era serio.

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“I vietnamiti proclamano in tutto il mondo che sono molto popolari in Cambogia, ma perché allora temono le elezioni generali? Se sono, come dicono loro, così popolari, potrebbero vincere una elezione. Ma i vietnamiti sanno che sarebbero certi di perdere ormai, perché la maggioranza dei cambogiani preferirebbero i Khmer Rossi come il male minore.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

The Vietnamese proclaim throughout the world that they are very popular in Cambodia, but why do they fear general elections? If they are, as they pretend to be, so popular, they would win an election. But the Vietnamese know that they'd be sure to lose now, because the majority of Cambodians would choose the Khmer Rouge as the lesser of two evils.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: I vietnamiti proclamano in tutto il mondo che sono molto popolari in Cambogia, ma perché allora temono le elezioni generali? Se sono, come dicono loro, così popolari, potrebbero vincere una elezione. Ma i vietnamiti sanno che sarebbero certi di perdere ormai, perché la maggioranza dei cambogiani preferirebbero i Khmer Rossi come il male minore.

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“In quegli anni circolavano due diverse immagini di Hailè Selassiè. Una, quella nota all'opinione pubblica internazionale, presentava l'imperatore come un monarca esotico ma capace, dotato di un'energia inesauribile, di una mente acuta e di una profonda sensibilità; un uomo che si era opposto a Mussolini, aveva riconquistato l'impero e il trono, e nutriva l'ambizione di sviluppare il proprio paese e di svolgere nel mondo un ruolo di rilievo. L'altra immagine, formata poco per volta dalla parte più critica, e inizialmente esigua, dell'opinione pubblica interna, lo mostrava come un monarca deciso a difendere il potere con ogni mezzo; ma soprattutto come un demagogo e un padre padrone che, con i fatti e con le parole, mascherava la corruzione, l'ottusità e il servilismo della classe dirigente da lui stesso creata e blandita. Le due immagini, come spesso succede, erano vere entrambe. Hailè Selassiè aveva una personalità complessa: per taluni piena di fascino, per altri odiosa; certuni lo adoravano, altri lo maledicevano. Governava un paese che conosceva solo i metodi più brutali per conquistare (o per conservare) il potere, e dove le libere elezioni erano sostituite da pugnali e veleni, e le libere discussioni da forche e fucilazioni. Lui stesso era un prodotto di quella tradizione, alla quale a suo tempo aveva fatto ricorso. Tuttavia si rendeva conto che in tutto ciò c'era qualcosa di stonato e di incompatibile con il mondo nuovo. Non potendo certo modificare il sistema che lo manteneva al potere (e per lui il potere veniva prima di ogni altra cosa), ricorreva alla demagogia, al cerimoniale e a quei discorsi sullo sviluppo così assurdi in un paese tanto povero e arretrato. Uomo simpatico, politico astuto, padre tragico e avaro patologico, condannava a morte gli innocenti e graziava i colpevoli: capricci del potere, tortuose manovre di Palazzo, ambiguità e misteri che nessuno riuscirà mai a decifrare.”

Ryszard Kapuściński (1932–2007) giornalista e scrittore polacco

Origine: Il negus, p. 105

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“Ha mai sentito parlare d'una cosa chiamata democrazia? La democrazia significa eleggere le persone che ti piaciono. Avemmo un'elezione un anno fa circa, e il mio partito ottenne il 62 per cento dei voti. Ciò dimostra che il popolo d'Uganda non si è stufato di noi, siccome ha votato per noi ben cinque volte.”

Yoweri Museveni (1944) politico ugandese

Variante: Ha mai sentito parlare d'una cosa chiamata democrazia? La democrazia significa eleggere le persone che ti piaciono. Avemmo un'elezione un'anno fa circa, e il mio partito ottenne il 62 per cento dei voti. Ciò dimostra che il popolo d'Uganda non si è stufato di noi, siccome ha votato per noi ben cinque volte.

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“La nostra posizione è che vogliamo ripulire questo paese in ogni suo aspetto, per poi organizzare le elezioni totalmente libere e giuste, in cui il popolo di Uganda sarà libera di partecipare.”

Idi Amin Dada (1925–2003) politico e militare ugandese

Variante: La nostra posizione è che vogliamo ripulire questo paese in ogni suo aspetto, per poi organizzare elezioni totalmente libere e giuste, in cui chiunque in Uganda sarà libero di partecipare.

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“All'inizio il presidente Yoweri Museveni ha esitato a riconoscere l'estensione dell'Aids. Lo tratteneva, come capita per gli individui, un senso di vergogna; poi ha capito la necessità di affrontare a viso aperto la prova con una campagna nazionale. La quale comincia a dare i suoi frutti, poiché l'epidemia si estende meno rapidamente d' un tempo. Oggi l'Uganda non è un paese africano come gli altri. Conosce una crescita economica costante, il Fondo monetario internazionale lo considera uno dei suoi migliori allievi, e vive un esperimento democratico di notevole interesse. Esso è stato elaborato durante la guerra civile dal Movimento Nazionale della Resistenza, di cui l'attuale presidente, Museveni, era ed è il capo. Il pluripartitismo occidentale, essendo stati i partiti nel passato all'origine di tante sciagure nazionali, è per ora escluso o, per meglio dire, sotto esame; ma le elezioni si sono svolte, come promesso, e in un modo giudicato regolare; e le libertà di parola, di stampa e di associazione sono rispettate; mentre dei "consigli rivoluzionari" a vari livelli, dal villaggio alla capitale, garantiscono una partecipazione e un controllo popolari che non sembrano del tutto fittizi. Gli Stati del continente sono stati spesso ritagliati secondo gli interessi o le fantasie dei colonizzatori, e le nazioni appaiono artificiali: l'Uganda è invece un grappolo di monarchie tradizionali, federate con la forza; e, nell'insieme, quelle monarchie tendono a formare, non senza difficoltà, è vero, una nazione. Una nazione compatta? Sarebbe eccessivo sostenerlo. Ma senz'altro una nazione temprata dalle severe prove vissute dalla indipendenza in poi.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano
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“Andrei a vedere le carte del M5S, al bluff si va a vedere, come dicono i miei amici che giocano a poker. Hanno vinto le elezioni con le bugie e le promesse, ma non si può irridere il reddito di cittadinanza. Ci sono pezzi di mondo in difficoltà, che quando gli si parla di un paese smart, si deprimono ancora di più.”

Paolo Virzì (1964) regista italiano

Origine: Citato in Concetto Vecchio, Al circolo dem bussa Virzì. I militanti: “Mai con Di Maio” https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/04/18/news/al_circolo_dem_bussa_virzi_i_militanti_mai_con_di_maio_-194164918/?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P1-S5.2-T1, Rep.repubblica.it, 18 aprile 2018.

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“Salutiamo e applaudiamo il coraggio del nostro esercito che in maniera decisiva ha respinto il piano di creare una dinastia familiare […] Una fase di transizione guidata dall'esercito spianerà ora la strada a un'elezione libera, corretta e democratica.”

Origine: Citato in Golpe in Zimbabwe: l'inizio di una nuova era http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/15/news/zimbawbe_l_inizio_di_una_nuova_era-181154570/?ref=search, Repubblica.it, 15 novembre 2017.

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“Giuro di assumere formalmente i poteri esecutivi nazionali come presidente pro tempore del Venezuela per porre fine all'usurpazione, instaurare un governo di transizione e tenere elezioni libere.”

Juan Guaidó (1983) politico venezuelano

Origine: Citato in Venezuela in frantumi. Guaidó si autoproclama presidente e Trump e l'Oas lo riconoscono. Ma Maduro resiste https://www.huffingtonpost.it/2019/01/23/venezuela-in-frantumi-guaido-si-autoproclama-presidente-e-trump-e-loas-lo-riconoscono-ma-maduro-resiste_a_23650951/, Huffingtonpost, 23 gennaio 2019.

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“La potenza del capitale è tutto, la Borsa è tutto, mentre il parlamento, le elezioni, sono un gioco di marionette, di pupazzi…”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Da Sullo Stato, 1919; citato in Sullo Stato https://www.marxists.org/italiano/lenin/1919/7/stato.htm, marxists.org.

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“Osservare un teppista della politica mentre il suo stesso petardo gli scoppia in mano è gratificante. Matteo Salvini, populista di estrema destra che sciogliendo la coalizione di governo pensava di poter forzare le elezioni anticipate e diventare l’uomo forte dell’Italia, ha fatto pubblicamente harakiri.”

Gwynne Dyer (1943) Giornalista canadese

E tutti, o quasi si sono goduti lo spettacolo.
Origine: Da Lo spettacolo di Salvini https://www.internazionale.it/opinione/gwynne-dyer/2019/09/03/salvini-crisi, Internazionale.it, 3 settembre 2019

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“Se farete delle telefonate per me, se andrete su barackobama. com e scoprirete dove votare e se resterete con me, al mio fianco, allora vi prometto che non solo vinceremo le elezioni, ma lo faremo insieme e insieme cambieremo questo paese e cambieremo il mondo. Grazie. E che Dio vi benedica!”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

dal video di trenta minuti del 29 ottobre 2008, trasmesso su sette canali televisivi
Qual è la fonte secondaria? o è una traduzione nostra? dove si trova allora l'originale?
2008

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“ERCULE. Quelli adunque che senza elezione alcuna ad ogni omo per ogni vil causa il capo scopreno, di ignorante e servile animo fan segno e una nobile istituzione adulterano; e quelli che tal segno in sé cercano e usurpano, se di quelle persone non sono a chi il pubblico governo sia commesso, Filotimi e ambiziosi si chiamano.”

Pandolfo Collenuccio (1444–1504) umanista, storico e poeta italiano

da Apologo intitulato Filotimo a lo illustrissimo Principe Ercule inclito Duca di Ferrara, composto per Messer Pandolfo Coldenose da Pesaro, p. 101
Alla TESTA
Apologhi in volgare
Origine: Criterio. Nota a p. 126 degli Apologhi in volgare.
Origine: Amanti degli ossequi. nota a p. 124 degli Apologhi in volgare.