Frasi su giovanotto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema giovanotto, essere, dopo, vita.

Frasi su giovanotto

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“In crisi sarà lei, giovanotto. Il cristianesimo è un fatto, e come tale non può essere in crisi. I fatti storici non vanno in crisi.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Citato in È morto a 87 anni il cardinale Giacomo Biffi http://www.ilnuovogiornale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8462:ho-paura-dei-praticanti-non-cattolici-ed-28-del-17715&catid=81:fatti-per-pensare&Itemid=15, Il nuovo giornale.it, 17 luglio 2015

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“La signorina Abbott aveva avuto anche lei una serata meravigliosa, né ricordava d'aver mai visto simili stelle e un tale cielo. La sua testa, anch'essa, era piena di musica, e quella notte, quando aprì la finestra, la sua camera si riempì di aria calda e dolce. Era immersa nella bellezza, di dentro e di fuori; non poteva andare a letto per la felicità. Era mai stata così felice? Sì, una volta; e proprio qui, una sera in marzo, la sera in cui Gino e Lilia le avevano parlato del loro amore… la sera i cui mali era venuta adesso a riparare.
Emise un improvviso grido di vergogna. «Quest'ora… lo stesso posto… la stessa cosa,» — e incominciò a mortificare la sua felicità, sapendo che era colpevole. Era qui per combattere contro questo luogo, per portare in salvo una piccola anima che era ancora innocente. Era qui per difendere la moralità e la purezza, la santità della vita di una famiglia inglese. Quella primavera, aveva peccato per ignoranza; adesso non era più ignorante. «Signore, aiutatemi!» gridò, e chiuse la finestra come se ci fosse della magia nell'aria che la circondava. Ma le melodie non le uscivano dalla testa, e per tutta la notte fu turbata da torrenti di musica, da applausi e da risate, e da giovanotti arrabbiati che urlavano il distico del Baedeker:
Poggibonizzi, fatti in là,
che Monteriano si fa città!

Poggibonsi le si rivelò mentre quelli cantavano — un luogo sperduto e senza gioia, pieno di gente insincera. Quando si destò riconobbe che quel luogo era Sawston.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

cap. VI, p. 153

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“[A proposito di Platone] Ma tu guarda quante sciocchezze mi fa dire questo giovanotto!”

Socrate (-470–-399 a.C.) filosofo ateniese

citato in Diogene Laerzio, Vite dei Filosofi
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi

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“Infatti nella vita tutto consiste nel poter digerire bene. Così l'artista trova l'ispirazione, i giovanotti la voglia d'amare, i pensatori le idee luminose e tutti quanti la gioia di stare al mondo.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Da Suicidi; in Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli, a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994

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“Fra questi giovanotti in gamba mi sento ringiovanire.”

Umberto I d'Italia (1844–1900) re d'Italia dal 1878 al 1900

Citazioni di Umberto I

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“Quando la Duse venne a Los Angeles, nemmeno l'età e la fine incombente poterono oscurare il fulgore del suo genio. L'accompagnava un'eccellente compagnia italiana. Prima della sua entrata in scena un giovane e bell'attore fornì una prestazione superba, tenendo magnificamente il palcoscenico. Come avrebbe fatto la Duse a superare la straordinaria prestazione di questo giovanotto?
Poi, dal fondo del palcoscenico, all'estrema sinistra, la Duse entrò in scena sbucando da un archivolto, piano piano, quasi senza farsi notare. Si fermò dietro un cestello di crisantemi bianchi che troneggiava su un pianoforte a coda e, silenziosamente, cominciò a rimetterli a posto. Un mormorio percorse la platea, e la mia attenzione lasciò immediatamente il giovane attore per concentrarsi sulla Duse. Ella non guardò né il collega né alcuno degli altri personaggi, ma continuò silenziosamente a disporre i fiori nel cestello e ad aggiungerne altri che aveva portato con sé. Quand'ebbe finito attraversò diagonalmente il palcoscenico, sedette in una poltrona accanto al caminetto e guardò il fuoco. Solo una volta fissò il giovanotto, e quell'occhiata racchiudeva tutta la saggezza e il dolore dell'umanità. Poi continuò ad ascoltare e a scaldarsi le mani: quelle mani così belle, così sensibili.
Dopo il veemente discorso di lui, ella parlò pacatamente guardando il fuoco. Non c'era traccia di istrionismo; la sua voce veniva dalle ceneri di una tragica passione. Non compresi una parola, ma mi resi conto di essere alla presenza della più grande attrice che avessi mai visto.”

Charlie Chaplin (1889–1977) attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico

Origine: La mia autobiografia, pp. 232-3

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“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

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“[Su James Stewart] Dopo aver comandato quei B-29, Jimmy non si sentiva a posto a tornare nel cinema. A metà di "La vita è meravigliosa", il suo primo film del dopoguerra, mi disse… mi disse che secondo lui fare l'attore non era una cosa dignitosa. Recitare era diventato una cosa sciocca, insignificante, a paragone di quello che aveva visto. Mi disse che pensava di finire il film e poi di smettere. Nel film c'era Lionel Barrymore che pensava che recitare fosse una delle più onorevoli e importanti professioni mai inventate – e te lo cantava chiaro anche. Un giorno mi dice: "È bravo quel Jimmy Stewart", "eh si" gli rispondo io "ma pensa di smettere". "Sul serio? Perché?" E gli riferii quello che mi aveva detto Jimmy. Qualche giorno dopo Lionel Barrymore parlò a Jimmy. "Mi dicono che secondo te non vale la pena di recitare" comincia, e poi gli fa una predica sull'arte dell'attore come non ne ho mai più sentite in vita mia. "Ma non ti rendi conto che tocchi la coscienza di milioni di persone, che dai forma alle loro vite, che gli comunichi un senso di esaltazione… quale altra professione ti dà in consegna un simile potere? […] Recitare è una delle più antiche e nobili professioni del mondo giovanotto."”

Frank Capra (1897–1991) regista italiano

Jimmy non me ne ha mai parlato, ma secondo me il discorso di Barrymore fece effetto. Non lo ha mai detto, ma secondo me Jimmy ha deciso che se doveva essere un attore, sarebbe stato il migliore di tutti.

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“Giovanotto sono stato succube e agente di una ideologia falsificante che estirpava, in baldanzosa marcia, ogni legame organico.”

Giovanni Lindo Ferretti (1953) cantautore e scrittore italiano

Origine: Bella gente d'Appennino, p. 75

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“[Su Renato Zero] Il giovanotto vestito come la Osiris, sollecita la fantasia, frantuma gli schemi abituali, ipotizza triangoli che turbano qualche sonno.”

Maurizio Costanzo (1938) giornalista, conduttore televisivo e autore televisivo italiano

Origine: Citato in Luigi Granetto, Renato Zero, Lato Side Editori, Roma, 1981.

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“«Il dubbio è voce infernale | che grida al cielo: | – Non c'è un Dio lassù | che pensi al genere umano? – || E certamente | chi dice questo | merita che da lui | ritragga le mani il buon Dio. || Perché c'è un Padre del genere umano, | un fedele, provvido Padre, | e chiunque da Lui non si scosti | può bene vederlo. || Ma non siamo impazienti! | Egli ha tanti figliuoli. | Non pretendiamo che ponga | noi, dinanzi a tutti! || Questa è la legge: «Attendi il tuo turno» | e non aspetterai invano. | Come il sole attorno alla terra, così | gira la sua bontà. || Nessuno ne resta privo. | Se Egli non viene oggi, giunge domani | e finché l'uomo non è felice | non può morire. || E la felicità non giunge mai troppo tardi, | e questa è magica cosa; | se solo una goccia ve ne cadesse dentro | addolcirebbe un mare». || A lungo ancora parlò il giovane | e il vecchio ognor più attento, ascoltava. | Così la sua anima assorbì quei discorsi | come il piccolo succhia il latte materno. || E quando quello cessò di parlare | il vecchio chiese meravigliato: | «Dove imparasti tu queste cose? | Chi sei, giovanotto, qual è il tuo nome?». || Già il giovane si era annoiato | d'aver sfoggiata tanta gravità, | e allegramente, e biricchino | diede codesta risposta: || «Dove ho imparato tali cose? | Me le disse una nottola | quando, in una notte di tempesta, | dormii con essa nel cavo di un albero. || Chi sono? Un vagabondo | senza paese e senza casa; | un qualche uccello di passo | mi fu forse antenato. || Me ne vado in giro pel mondo; | oggi qua, domani là, | e mi levo il cappello | dinanzi a chi lo desidera. || Quanto più soffro il freddo e la fame | tanto più io godo | poiché migliore sarà il futuro | se più brutto è il presente. || E come mi chiamo? Confesso | che il mio nome l'ho quasi scordato, | ma so dirti che ora nel mondo | mi chiamano Stefano il folle».”

Sándor Petöfi (1823–1849) poeta e patriota ungherese

da Stefano il folle, pp. 145-146
Poemetti e poesie scelte

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“Vigiak (Sorte, Foruna, Destino), che ricorda la tradizione pagana, è una delle principali feste armene, che comincia il giovedì dell'Ascensione e dura fino alla domenica di Pentecoste. Alla vigilia dell'Ascensione le ragazze del villaggio si riuniscono e scelgono fra loro una brigatella per organizzare la festa. Le prescelte prendono un'anfora di terra cotta, l'empiono d'acqua attinta a sette fonti o pozzi, ne ornano la bocca con fiori colti in sette campi diversi, poi vi gettano dentro un oggetto caro (bracciali, anelli, grani di monili o di corone, orecchini, fermagli, ecc.), facendo voti di gioia pei parenti e per l'amato, a occhi chiusi e con profondo raccoglimento. La notte dal mercoledì al giovedì, esse nascondono l'anfora in un cantuccio segreto di giardino, all'aperto, per esporla all'influsso delle stelle, e la sorvegliano, perché non sia rapita dai giovanotti, che la cercano per portarla via. Se i giovani vi riescono, le fanciulle, per riaver l'anfora, devono offrir loro gran quantità di non la rapiscano. – La domenica di Pentecoste, le ragazze si raccolgono per l'ultima volta; circondano l'anfora, e, dopo averla baciata, la mettono fra le braccia d'una di loro; poi, un'altra fanciulla, vestita da sposa, a rappresentar appunto la sposa della festa della "Vigiak", trae dal'anfora un oggetto, mentre una vecchia canta un ritornello, di felicità o di mal augurio o di burla; e così via via per ciascun oggetto gettato nell'anfora; onde le fanciulle si rallegrano o si attristano secondo il presagio lieto o triste. Nelle varie contrade dell'Armenia, la festa della Vigiak presenta qualche cambiamento; ma in tutte è deliziosamente gentile e pensosa, degna d'un popolo delle tradizioni derivate dall'India, la più poetica delle antiche nazioni.”

Domenico Ciampoli (1852–1929) scrittore e bibliotecario italiano
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“A quasi 60 anni questo patrizio romano dai capelli ormai candidi si lancia con l'entusiasmo di un giovanotto nella nuova impresa (di fondare lo scautismo cattolico in Italia).”

Mario di Carpegna (1856–1924) politico italiano

annuncio della nascita dell'ASCI da parte della Federazione delle associazioni sportive cattoliche italiane

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“Jovanotti per chi ancora eventualmente non lo sapesse è quel tale giovanotto tutto salti e gridolini, okay, è qui la festa? che ha un grande seguito nella nostra popolazione giovanile. Personalmente, lo detesto. Trovo fatuo lui, incomprensibile il suo successo.”

Beniamino Placido (1929–2010) giornalista, critico letterario e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Che bel laboratorio sarebbe Fantastico http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/10/13/che-bel-laboratorio-sarebbe-fantastico.html, la Repubblica, 13 ottobre 1990.

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“Lei che è un giovanotto di 54 anni sta per concludere la sua carriera di governo, io che ne ho 81 inizio la mia.”

Ian Paisley (1926–2014) politico nordirlandese

Rivolto a Tony Blair prima di giurare come primo ministro dell'Irlanda del Nord dopo le elezioni del 2007, caratterizzate dal governo di unità nazionale fra cattolici e protestanti
citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.