Frasi su modello
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“Domani, se verrà una legge che consentirà la trasmissione in diretta su tutto il territorio nazionale sarà possibile mettere le nostre strutture a disposizione di un grande polo privato che coinvolga le forze editoriali, le professionalità indipendenti, la cultura non partitica secondo il modello già felicemente sperimentato in Gran Bretagna.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1984
Origine: Citato in Berlusconi racconta il suo impero http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/09/02/berlusconi-racconta-il-suo-impero.html, la Repubblica, 2 settembre 1984.

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“Noi proponiamo da anni un modello di democrazia economica fondato sulla partecipazione e sulla cogestione, sulle public company. In questo senso siamo d'impaccio per chi persegue altri disegni. Ed è qui, su questo terreno, che avviene la saldatura tra la sinistra e i poteri forti.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Nel senso? ] "Nel senso che la ritrosia e l'avversione storica della sinistra verso la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, accompagnata in questa fase dall'esigenza di legittimazione e accreditamento in certi ambienti, si salda benissimo con gli interessi di quei poteri che vogliono continuare a decidere le cose [nelle solite stanze dei bottoni]. Basta guardare come è stata condotta la privatizzazione di Telecom..." (Intervista con Il Messaggero, 2002)

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“Non esiste il modello Sarkozy. Sono io il suo modello. Lui ha copiato da me. Non a caso sono stato il primo che ha chiamato dopo aver vinto le elezioni.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Citato in Berlusconi: Sarkozy ha copiato da me http://www.lastampa.it/2007/05/09/italia/politica/berlusconi-sarkozy-ha-copiato-da-me-JSvup6E3cK0PugtBjRRG8K/pagina.html, LaStampa.it, 9 maggio 2007.

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“Serve un chiarimento sulla Costituzione. Rifletteremo e vedremo se dovremo arrivare a quella riforme della Carta Costituzionale che sono necessarie, perché è una legge fatta molti anni fa, sotto l'influenza di una fine della dittatura con la presenza al tavolo di forze ideologizzate, che hanno guardato alla Costituzione russa come ad un modello da cui prendere molte indicazioni.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Premier: "Nostra Costituzione influenzate da quella sovietica" http://www.repubblica.it/2009/02/dirette/sezioni/cronaca/eluana/sette-febbraio/index.html, Repubblica.it, 7 febbraio 2009.

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“Fin dall'inizio, più di un anno fa, c'era qualche analista di buon senso che credeva alla favola delle armi di distruzione di massa? Era evidente che la guerra in Iraq aveva altri scopi. Destituire quella personcina garbata che si chiama Saddam, spezzare i legami tra il regime di Baghdad e i palestinesi, creare nel cuore del Medio Oriente una possibile democrazia, come elemento scardinante di un pezzo di mondo dominato dall'integralismo. La questione dirimente, su cui non si possono fare analisi a tavolino, è l'esportabilità della democrazia. L'arrivo degli yankees, con il determinante corredo di aiuti economici, aveva saputo riportare libertà e civiltà in Germania, in Italia e in Giappone, le tre nazioni sconfitte nella seconda guerra mondiale. Ma un modello di cambiamento accaduto in passato non è garanzia di successo in altro tempo e altro luogo. Troppo diverse le condizioni di partenza, troppo lontane le mentalità. Certo, gli iracheni non ci hanno accolto con i fiori. Ma davvero qualcuno pensava di rivedere a Baghdad le stesse scene delle ragazze italiane che lanciavano fiori ai soldati americani nel 1944-45? E poi, quante fazioni ci sono dentro l'Iraq? Quante etnie, quante consorterie, quanti interessi? L'errore, che è tragico oltre che ridicolo, è l'illusione di riuscire a imporre, con l'azione delle armi, una logica democratica, a cui il civilissimo Occidente è arrivato dopo secoli di storia complessa. Tra un mese dieci nuovi paesi entreranno nell'UE. Ci sono arrivati non per interventi esterni, ma perché ha agito l'esigenza della libertà. Dall'interno.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair, n. 29, 29 aprile 2004
Citazioni di Mina

“Se ne vanno, vogliono andarsene. Un'altra tragedia, un'altra assurdità, un'altra assenza, un altro mistero. Non voglio sapere perché Whitney Houston è morta. Non ho voglia di legare, un'altra volta, un grande talento musicale a storie di droga. L'equazione "maledetta" che associa successo a fragilità, arte a depressione, applausi a farmaci continua a perseguitare un mondo che, solamente in apparenza, contiene solo privilegi. Non fatemelo sapere, per favore, se fosse veramente così. Me la voglio tenere nella memoria come la vedo io: lunga, bellissima, brava oltre ogni misura. So poco della sua vita. E tutto della sua musica. Un angelo che canta in quel modo avrebbe meritato quello che ormai sembrerebbe un "premio" irraggiungibile: una esistenza consapevole, una vita felice. Lei ha veramente inventato un modo di cantare, per niente facile, che tutti hanno tentato di imitare. È diventata il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L'inarrivabilità. E, come mi capita in casi come questo, non posso fare a meno di pensare a dove va a finire il talento di una persona quando questa persona smette di essere nella forma che conosciamo. Ma non è questo che conta. Se ne è andata. Non so, aveva figli? Speriamo di no. Dieci anni fa circa si era sparsa la voce della sua morte. Non era vero. Whitney Houston aveva ancora da vivere per sé e per noi. Se questa volta non ci saranno smentite, avrà smesso la sua vita e la sua sofferenza, e noi ci terremo caro ciò che ci ha lasciato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair del 27 dicembre 2003
Citazioni di Mina

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“La televisione ha assunto il pollaio come modello di civiltà.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Al paese dei Berlusconi, Garzanti, 1993.

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“Un ottimo modello può proporsi alla moda anche per dieci anni.”

Yves Saint Laurent (1936–2008) stilista francese

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“[Frequentando una scuola d'arte] Mi lavavo le mani prima di entrare come se si trattasse di un rito sacro. Ma ero un modello d'inettitudine.”

Joan Miró (1893–1983) pittore, scultore e ceramista spagnolo

citato in George E. Kent, I poetici ghirigori di Joan Miró

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“Come indole non farei niente di quello che faccio in tv. È la telecamera che legittima tutto. E quando si spegne spesso cala un certo imbarazzo. Ricordo un servizio, a una sfilata: mi proponevo come modello e mi mettevo in mutande. Quando la telecamera si è spenta Laura Biagiotti mi guardava quasi impaurita. Non sono egocentrico: sono finito a fare il cretino davanti alla macchina da presa solo perché prima lo facevo dietro.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano

Origine: Citato in Chiara Maffioletti, Torna Pif, l'incursore delle interviste fatte a bruciapelo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/07/Torna_Pif_incursore_delle_interviste_co_9_100207124.shtml, Corriere della Sera, 7 febbraio 2010, p. 41.

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“Se avessi avuto la possibilità di scegliere un modello e di realizzare il sogno di giocare come lui, non avrei avuto esitazioni: avrei voluto giocare come Ken Rosewall.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Maledette classifiche, p. 104

“In tutta la sua carriera von Cramm è sempre stato un modello di eleganza, di stile e di fair play.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Maledette classifiche, p. 142

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“La trasformazione dell'elettorato in pubblico televisivo ha innalzato la qualità della democrazia ed ha avvicinato la democrazia diretta a quella parlamentare, ha avvicinato così la democrazia occidentale al suo modello, la democrazia ateniese, forma originaria della democrazia diretta.”

Gianni Baget Bozzo (1925–2009) sacerdote, politico e giornalista italiano

Origine: Da «L'identità del Pdl» http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=23917&Itemid=26, Il Legno Storto, 11 gennaio 2009.

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“È nelle nostre previsioni che ogni macchina che produca bosoni di Higgs abbia cattiva fortuna. […] Si potrebbe quasi dire che abbiamo un modello di Dio […] Anche Lui odia alquanto le particelle di Higgs, e cerca di evitarle.”

Holger Bech Nielsen (1941) fisico danese

Origine: Citato in Beppe Severgnini, Una briciola di pane ferma il Big Bang https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/08/Una_briciola_pane_ferma_Big_co_9_091108018.shtml, Corriere della Sera, 8 novembre 2009.

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“Mi sono tolta lo sfizio di una taglia in più per il seno, ne avevo sempre avuto pochissimo. Sapesse quante modelle lo fanno ma non avrebbero mai il coraggio di ammetterlo.”

Bianca Balti (1984) supermodella italiana

Origine: Citato in, [//it.tv.yahoo.com/blog/tv-star/bianca-balti-tra-tv-e-cinema-scelgo-la-71642.html Bianca Balti: Tra tv e cinema scelgo la moda (per ora)], it.tv.yahoo.com, 1 luglio 2011.

“[Diego Velázquez] È il principe dei pittori spagnoli e uno dei maggiori del mondo. […] In tutte le sue opere dominano la prospettiva aerea, l'atmosfera, la luce, il giusto valore di tutti i toni, e per mezzo del colore riesce a fissare i termini e le distanze con la stessa precisione con cui potrebbero farlo le inflessibili regole della prospettiva. […] Le sue grandi opere non debbono nulla a nessuno, per quanto egli abbia tributato non poca ammirazione ai pittori veneziani; sono figlie della sua originalità, della sua spontaneità, del suo senso artistico. Lo studio costante del vero gli diede il dominio del disegno, così come lo sguardo finissimo gli aveva dato la capacità d'apprezzare il colore. […] Il buon gusto e l'eleganza nel presentare atteggiamenti, espressioni e gruppi con snellezza e grazia, dominano in tutte le sue tele. […] Non è artista di grandi e complesse concezioni, né di ricerche erudite, né di spirito ardito. […] Naturalista per eccellenza, dipinge ciò che vede; e sa quel che dipinge e come deve dipingerlo. […] Né l'antichità classica, né il Rinascimento condizionano le sue opere; per lui non esistono altri libri, né altri modelli, né altri studi che il vero; non conosce altra erudizione, altra storia, altri orizzonti oltre a quelli percepibili con l'occhio. Da ciò dipende il fatto che Velázquez è in pittura, come Cervantes nelle lettere, così mirabilmente spagnolo.”

Gregorio Cruzada Villaamil (1832–1884) politico spagnolo

da Anales de la vida y de las obras de Diego de Silva y Velázquez, 1885
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Maria è così un vincolo di unione tra cristiani e musulmani, perché anche nel Corano essa è il modello dell'anima credente che si è abbandonata completamente nel Signore per compiere sempre e generosamente la sua divina volontà.”

Magdi Allam (1952) giornalista e politico egiziano naturalizzato italiano

Origine: Da Io, musulmano, al pellegrinaggio di Loreto, Corriere della Sera, 10 giugno 2006.

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“I massaggi sono una derivazione artigianale dell'arte vasaia: anziché la creta, qui si modella la ciccia informe.”

Gianni Monduzzi (1946) scrittore, giornalista e editore italiano

Origine: Il manuale della Playgirl, p. 27

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“La pattuglia dell'Ahdr 2004 non parla, peraltro, solo per contestare, come se dicesse: siamo contro il modello occidentale, ma non ne abbiamo un altro da proporre. Anzi, al contrario, la ricetta c'è. Ed è quella di una rinascita sociale, da cui far ripartire la riforma dentro regimi – quelli arabi – che si sostengono ormai solo perché l'Occidente li continua a considerare essenziali per fermare la marea tuonante dell'islam politico. Un atteggiamento, quello americano ma anche europeo, che sinora è riuscito a raggiungere un solo obiettivo: produrre la crescita esponenziale dei movimenti religiosi e il collante necessario perché islamisti e laici potessero trovare un terreno comune: la difesa delle libertà, del diritto e dei diritti. E, in più, ha facilitato le vittorie a valanga dei partiti islamisti in tutte le consultazioni politiche svoltesi nella regione, aprendo la porta a ulteriori successi elettorali, già previsti negli appuntamenti che ancora mancano per completare il quadro della nuova Arabia. Un panorama che è già ora molto diverso da quello immaginato dagli strateghi dell'amministrazione Bush jr. che avevano elaborato prima la teoria del Grande Medio Oriente e poi, a ridosso della guerra del Libano 2006, quella del Nuovo Medio Oriente. […] La rinascita sociale è però importante per indicare un percorso possibile per chi, dall'altra parte di una barricata sempre più alta, guarda il mondo arabo muoversi. E il percorso possibile è quello di un sostegno, in punta di piedi, senza tentazioni neocolonialiste, a quelli che vogliono rinascere, ricostruire, riconquistare dignità, anche se i loro obiettivi non rispecchiano quello che noi desidereremmo da loro. Il mondo arabo è meno laico di quanto noi lo vorremmo. Anzi, di laico (nel nostro comune sentire) ha poco. Questo non significa che la sua voglia di libertà debba avere, per noi, meno valore. L'Europa può essere una vecchia madre autoritaria, che nella sua lunga vita ha commesso molti errori. E che ora osserva i propri figli, e i propri vicini di casa, crescere in un modo che non è in grado di comprendere, ma riesce invece a guardare con la stessa compassione ed empatia.”

Paola Caridi (1961) giornalista e scrittrice italiana

cap. 6, 2, p. 157
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“Il grande gioco della politica internazionale, dopo il crollo delle Torri gemelle, è stato forse più di prima costruito a tavolino. Senza grandi rapporti con la realtà. Anzi. Proprio una cattiva conoscenza della realtà ha reso più vulnerabili – nel momento della massima potenza – gli Stati Uniti. E con loro l'Occidente tutto. Buonsenso vorrebbe, dunque, che il grande Risiko riponesse nella scatola soldatini e carri armati e rimettesse in funzione i vecchi sistemi: la conoscenza approfondita e vera di quanto sta succedendo oltre la soglia di casa. Così ancora non avviene. Soprattutto non c'è ancora un rapporto alla pari con gli arabi, senza il quale non si possono risolvere la diffidenza e la sfiducia. Non dobbiamo esportare la nostra democrazia, né con i carri armati né con lo sguardo mellifluo di chi vuole imporre le proprie regole con altri mezzi, meno violenti ma non per questo meno discutibili. Dobbiamo (semplicemente?) leggere quale concetto di democrazia sta emergendo nelle élite arabe. Dobbiamo accettare che il loro modello di democrazia (che i sostenitori dell'islam politico cosiddetto "modernista" considerano islamizzabile) sia diverso, e che possa avere una sua dignità specifica. D'altro canto, per molti dei musulmani arabi la nostra – di democrazia – non rispetta i loro, di valori.”

Paola Caridi (1961) giornalista e scrittrice italiana

conclusioni, p. 164
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“Questo è il programma della magia di Giordano Bruno per il quale "non essendoci nell'universo parte più importante dell'altra" non è concesso all'uomo quel primato, prima biblico e poi cartesiano, che lo prevede "possessore e dominatore del mondo", ma semplice "cooperatore dell'operante natura (operanti naturae homines cooperatores esse possint)". Questa differenza è decisiva perché smaschera quella sotterranea parentela che, al di là delle dispute, lega la tradizione cristiana all'agnosticismo scientifico. L'una e l'altro infatti condividono la persuasione che l'uomo, disponendo dell'anima come vuole la religione o della facoltà razionale come vuole la scienza, è, tra gli enti di natura, l'ente privilegiato che può sottomettere a sé tutte le cose. A questa enfatizzazione cartesiana del soggetto (Ego cogito) preparata dalla tradizione giudaico-cristiana (per la quale l'uomo è immagine di Dio e quindi nel diritto di dominare su tutte le cose), Giordano Bruno contrappone un percorso radicalmente diverso da quello che caratterizzerà per secoli il pensiero europeo. Non il primato dell'uomo, ma il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dai vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell'"invisibile armonia", è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla scienza matematica che si alimenta della progettualità umana, sia alla religione che, se da un lato subordina l'uomo a Dio, non esita a considerarlo, fin dal giorno della sua cacciata dal paradiso terrestre, dominatore di tutte le cose.”

Umberto Galimberti (1942) filosofo e psicoanalista italiano
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“L'agnostico ha come modello un Padre celeste che abbandona i suoi figli.”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

La terra strada del cielo

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“Sapete quanto questo Paese, la Turchia, sia nel mio cuore e quanto io abbia negli anni seguito e incoraggiato la sua evoluzione. Questo Governo è espressione di libere elezioni, certamente, che hanno dato per tre volte successive una chiara maggioranza al partito del Primo Ministro, ma come ha detto autorevolmente il Presidente Gül, le elezioni da sole non sono sufficienti. Per comprendere le cause profonde è venuto il momento anche di un sincero esame di coscienza da parte dell'Europa. Nel recente passato è stato elogiato il modello Turco, anche oltre i suoi meriti, per i suoi successi economici e perché si sperava – e si spera ancora – fosse capace di coniugare – e sia capace di coniugare – islam e democrazia. Questo modello è stato sostenuto con l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea, riconosciuto in occasione del referendum costituzionale del 2010 che ha ridotto il potere dell'esercito, ma devo dire poi che alcuni Paesi europei e l'Europa in generale lo ha poi abbandonato, con una netta chiusura sul fronte dei capitoli negoziali. Io credo sia stata una visione miope, un arretramento della prospettiva europea della Turchia, compiuto proprio nel momento in cui vi era più bisogno di sostenere il consolidamento degli standard democratici del Paese. Un comportamento del tutto incoerente se consideriamo che l'adozione di alcuni dei capitoli bloccati – quello per esempio sui diritti fondamentali e sulla libertà di espressione – avrebbe accolto la rivendicazione di tanti turchi scesi ora nelle piazze e nelle strade.”

Emma Bonino (1948) politica italiana
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