Frasi sugli uomini
pagina 32

Vasco Rossi photo

“Non sono gli uomini a tradire, ma i loro guai.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Credi davvero, n. 5
Vado al massimo

Vasco Rossi photo

“Ma sì che sono io, | tre uomini diversi, | uno non sono io, | gli altri due son persi.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Señorita, n. 10
Buoni o cattivi
Origine: Testo di Vasco Rossi e Roberto Casini.

Gilles Jacob photo
Gilles Jacob photo
Carlo Luigi Morichini photo
Carlo Luigi Morichini photo
Jean Cardonnel photo

“Quando gli uomini condividono il pane condividono la loro amicizia.”

Jean Cardonnel (1921–2009) religioso

Origine: Dio si compromette, p. 12

Jean Cardonnel photo
Georges Marie Martin Cottier photo
Georges Marie Martin Cottier photo
Georges Marie Martin Cottier photo
Robin Hobb photo
Anna Banti photo
Anna Banti photo
Anna Banti photo

“Nello smantellamento dei suoi libri Agnese impiegò parecchio tempo fra volere e disvolere. Lavorava soffrendo. Le tre mogli infelici, vittime di mariti crudeli e mai contente di narrarne scrupolosamente i misfatti, furono agevolmente convertite in isteriche maniache, calunniatrici di uomini un po' strambi, come, del resto, gran parte degli uomini. Fra loro una matura nubile pronunciava ogni tanto parole ragionavoli, umane. I fatti narrati erano se non proprio autentici, probabili, ma ripensandoli, Agnese si sentiva coinvolta in un partito preso, in un'ira soffocata che aveva conosciuto in gioventù nel comportamento delle sue coetanee: lei che dal presente aveva sempre voluto astrarsi. Dunque avevano ragione quelli che l'avevano accusata di femminismo, la parola che lei detestava. E qui, immergendosi in una intensa riflessione, si scavava a fondo, volta a volta deplorandosi o giustificandosi. No, lei non aveva reclamato altro che la parità della mente e la libertà del lavoro, ciò che tuttora, da anziana contestatrice, la tormentava. Aveva amato pochi uomini, anzi un uomo solo, ma pochissime donne, e quelle poche, riunite in una favola, sempre la stessa: il mito dell'eccezione contro la norma del conformismo. E poiché l'eccezione s'era resa inafferrabile, l'aveva inventata lei, per donarla malinconicamente a una ragazza antica senza volto, che voleva suonare la propria musica e glielo proibivano. Ecco, questa ragazza lei non aveva il coraggio di distruggerla: l'aveva mandata lontano, al di là del mare o in fondo al mare.”

Origine: Un grido lacerante, pp. 112-113

Anna Banti photo
Émile Durkheim photo
Gilles Simon photo

“In questo momento il tennis maschile è avanti rispetto a quello femminile. Al Roland Garros, gli uomini hanno trascorso in campo il doppio del tempo rispetto alle donne. Il tennis è l'unica disciplina in cui le donne guadagnano quanto i colleghi maschi. Però il tennis maschile è molto più interessante.”

Gilles Simon (1984) tennista francese

Origine: Citato in Alberto Giorni, Guerra dei premi, Simon fa discutere http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/06/28/736452-guerra_premi_simon_discutere.shtml, Ubitennis.com, 28 giugno 2012.

“L'attacco alla Varaita iniziò, dicevamo, il 21 agosto. Tra l'altro, per quanto è dato saperne, i tedeschi possedevano informazioni errate sulla consistenza delle forze partigiane in valle, che facevano ammontare a diverse migliaia d'uomini muniti di cannoni. Presumibilmente queste valutazioni si basavano sulle voci correnti, sull'incessante attività partigiana in pianura e sugli attacchi portati al presidio di Piasco. Un episodio che doveva aver contribuito a rafforzare l'ipotesi di grandi ammassamenti di volontari in Varaita, era avvenuto il 6 agosto. In piena notte, nella cittadina di Saluzzo una serie di esplosioni violente aveva squassato l'aria. Una carica di esplosivo aveva danneggiato la Casa Littoria, nel centro della città, altre cariche avevano abbattuto due pali del telegrafo nella stazione, distrutto tratti di binario, sfasciato una locomotiva, dei carri merci ed una «littorina»; infine il posto di blocco all'uscita di Saluzzo era stato attaccato e fatto anch'esso saltare. I nazifascisti ritenevano che l'azione fosse frutto di un attacco in forze dei partigiani, non supponendo che pochi arditi avessero potuto penetrare in una città dove stazionavano ingenti reparti di truppa. Invece, il colpo di mano era stato opera di quattro volontari della sezione guastatori GL della brigata Varaita, al comando di Vittorio Giuliani.”

Mario Giovana (1925–2009) partigiano, giornalista e storico italiano

pagg. 231 e 232
Storia di una formazione partigiana – Resistenza nel Cuneese

Carl August Schneegans photo
Salvatore Fisichella photo
Salvatore Borsellino photo

“Per sette o otto anni io non sono andato più a Palermo, non sono andato più… non avevo più voglia neanche di vedere quei posti dove era stato ammazzato mio fratello. Nel 2007, se ben ricordo, dopo aver scritto quella lettera: "1992, una strage di Stato", andai a Palermo, e andai proprio il 19 luglio in via D'Amelio, e in via D'Amelio fui costretto a vedere Schifani, il presidente Schifani, una di quelle persone che vilipendono le istituzioni, perché vedete, io ritengo… io ritengo che il più grosso vilipendio alle istituzioni sia il fatto che persone non degne di occupare quelle istituzioni le occupino, perché io rispetto profondamente le istituzioni, però non sempre gli uomini che occupano le istituzioni sono degni di rappresentarle, e allora, io, vedete, non faccio il magistrato, quindi non condanno nessuno, non… non è che dico che Schifani sia colpevole di qualcosa, non posso dirlo perché una persona viene riconosciuta colpevole di qualcosa quando la magistratura l'ha giudicato, non è passato attraverso i tre gradi di giudizio, eccetera, eccetera, ma mi chiedo perché una persona nel momento in cui gli si chiede, come ha fatto il giornalista, come ha fatto Marco Travaglio, gli ha chiesto quali erano i suoi trascorsi societari in Sicilia, invece di rispondere, è la cosa più normale che si può chiedere: con chi aveva fatto delle società in Sicilia, perché invece di rispondere si è ammantato della carica che riveste e ha minacciato querele contro lo stesso Travaglio, che poi, querelato, è stato anche assolto da… dalla sua… da… per… per le sue domande, perche erano delle semplici domande, erano quelle stesse domande che il… che su… su la Repubblica il… quel giornalista… come si chiamava… D'Avanzo poneva a Berlusconi dieci domande alle quali non ha avuto mai… mai una risposta, non faceva altro che porgli quelle domande. E perché Schifani non ha risposto? Avrebbe potuto rispondere ma non lo ha fatto. E allora magari sarebbe stato… avrebbe acquistato la dignità di occupare quel posto. Allora io quando, sette anni, fino al 2007, arrivai in via D'Amelio, e vidi che c'era Schifani che stava deponendo una corona davanti all'albero di olivo che è stato piantato nella buca che era stata scavata dal… dall'esplosione che ha ucciso mio fratello, io ebbi l'istinto di andare lì e di andargli a dire: "Le sue corone le vada a portare davanti alla tomba di…", volevo dirgli… volevo dirgli… volevo dirgli: "Questo è il nostro eroe, questi sono i nostri eroi, questi eroi li lasci onorare a noi come noi sappiamo onorarli.". Io quell'anno ebbi quell'impulso ma non lo feci, non lo feci perché in quel momento, mentre io proprio stavo andando, ero da solo, davanti non c'erano questi ragazzi delle agende rosse, c'ero soltanto io, e mentre stavo andando e l'avrei fatto, mi ci sarei parato davanti e glie l'avrei detto, però arrivò mia… mia cognata, Agnese. Mia cognata Agnese ha scelto un'altra… un'altra linea di condotta: lei, diciamo, partecipa alle cerimonie istituzionali e io rispetto le decisioni degli altri, quello che fa, io reagisco in maniera diversa, però, diciamo, fu quello che mi frenò.”

Salvatore Borsellino (1942) attivista italiano

da Salvatore Borsellino a Pescara - 30 settembre 2011 http://www.youtube.com/watch?v=aPhlwAEpB1E, YouTube; filmato caricato il 1° ottobre 2011

Sean Penn photo
Valerio Evangelisti photo
Valerio Evangelisti photo
Valerio Evangelisti photo

“«Che strana isola è la Tortuga. Sembra la patria stessa della libertà, eppure si fonda sullo schiavismo, esteso persino ai bianchi. Non riesco a cogliere ciò che collega queste contraddizioni». (Rogério)
«Un elemento c'è, se vi riflettetete bene. […] La società di qui si fonda sul denaro e non ha altri valori. Si rischia la vita per l'oro, e si passa il resto del tempo a spendere. Si comperano donne, uomini, cose, animali, generi da consumare in fretta, prima di morire. Non esistono altre leggi. È questo che dà una sensazione di libertà, a volte inebriante. Si uccide per guadagnare, si guadagna per spendere. Poi si torna a uccidere, finché non si è ammazzati da qualcuno più forte. Si contano sulle dita i filibustieri che muoiono nel loro letto. Ancora meno sono quelli che muoiono ricchi. L'oro che hanno accumulato è circolato in altre mani. L'unica norma etica della Tortuga è "homo homini lupus".» (Exquemeling)
[…] «Non sono molto d'accordo» obiettò. «Tra gli avventurieri, come anche tra i bucanieri, pare prevalere la fraternità.» (Rogério)
«Così credono anche loro, e se ne compiacciono. La verità è che si tratta di una sorta di fratellanza tra lupi. Non sono affatto amichevoli verso chi non appartiene al loro branco. Il calcolo che li unisce è elementare: per predare, è indispensabile fare gruppo.» (Exquemeling)
«Mi sono sembrati, tutto sommato, molto religiosi.» (Rogério)
«Altra illusione. Fra le tante cose che comperano, finché hanno soldi, vi è la grazia di Dio. L'Olonnais e Michel Le Basque erigevano chiese, sì, però dopo avere violato per mesi tutti i comandamenti possibili… Ma è inutile che io prosegua. Ormai l'avrete capito. La Tortuga sembra il paradiso. Invece è l'inferno.»”

Exquemeling
Origine: Tortuga, pp. 176-177

Valerio Evangelisti photo
Valerio Evangelisti photo

“Non esistono opere belle ed eterne, bensì umilmente opere che in un tempo emozionano, alcune a un pugno di uomini, altre ad un altro.”

Juan Larrea (1895–1980) scrittore e poeta spagnolo

Origine: Margherita Bernard. LUDUS, ... op. cit. pag. 184.

Juan Valera photo
Golo Mann photo
Giovanni Pugliese Carratelli photo
Giovanni Pugliese Carratelli photo
Gene Gnocchi photo

“Contrariamente a quello che accade per gli uomini, la formica può sposare un suo cugino.”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Origine: Il mondo senza un filo di grasso, p. 34

Gene Gnocchi photo

“[Ad Antonella Clerici] Ha lavorato con Gianfranco De Laurentis, Gianfranco Funari e Maria Teresa Ruta. Quale dei tre uomini giudica più affascinante?”

Gene Gnocchi (1955) comico, conduttore televisivo e ex calciatore italiano

Sai che la Ventura dal vivo è quasi il doppio?

Jacques-Antoine-Hippolyte de Guibert photo

“Gli uomini fanno le leggi, le donne fanno i costumi.”

Jacques-Antoine-Hippolyte de Guibert (1743–1790) generale e autore militare francese

da Le connétable de Bourbou, I, 4

Louis Mountbatten photo
Papa Benedetto XV photo
Luca Raffaelli photo
Paolo Morigia photo

“Le lettere de' valentuomini sono e saranno sempre care all'universale per molte e già note ragioni, specialmente come documenti di storie particolari o generali.”

Prospero Viani (1812–1892) accademico della Crusca, scrittore, storico e critico letterario italiano

p. II

Tony Curtis photo
Barbara d'Urso photo

“Non è l'orecchino… Ci sono uomini in giacca e cravatta che sono dei bastardi sia dentro che fuori.”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

da Pomeriggio Cinque, 10 dicembre 2010
Citazioni di Barbara d'Urso

Barbara d'Urso photo
Barbara d'Urso photo
Massimo D'Azeglio photo
Vittorio Emanuele III di Savoia photo

“Cerco di conoscere gli uomini con cui ho da fare, ma, salvo naturalmente delle eccezioni, ne sono poco edificato.”

Vittorio Emanuele III di Savoia (1869–1947) re d'Italia dal 1900 al 1946

Al figlio Umberto
Citazioni di Vittorio Emanuele III

Renzo Novatore photo

“Io so, noi sappiamo, che cento uomini – degni di questo nome – potrebbero fare quello che cinquecentomila "organizzati" incoscienti non sono e non saranno mai capaci di fare.”

Renzo Novatore (1890–1922) poeta e filosofo italiano

da Il temperamento anarchico nel vortice della storia, Il Libertario, anno XVIII, n. 793, 8 dicembre 1920; ora in Un fiore selvaggio

Ivan Ivanovič Gorbunov-Posadov photo

“La nuova scuola sarà il luogo del libero lavoro, della libera comunità fra i bambini e di quelli che vorranno aiutare i bambini nella realizzazione dei loro problemi, del loro desiderio di conoscenza e di creazione. Nella nostra scuola non vi sarà posto per nessuna costrizione, per nessuna violenza sull'anima infantile, qual si sia il motivo per cui volesse introdursi. A base di tutto sarà posto l'amore, e un rispetto per la personalità del ragazzo, così profondo come si ha per qualsiasi uomo adulto. I maestri saranno non i superiori, ma i compagni anziani degli alunni… Essi apprezzeranno più di tutto la libera manifestazione dello spirito del ragazzo, il lavoro autonomo della sua mente… Il loro lavoro principale sarà quello di porre un'unità spirituale, una reciproca fiducia, una radicale uguaglianza fra loro e i loro scolari-compagni, senza di che non vi può essere alcun reciproco aiuto nel lavoro di educazione e di formazione. I genitori degli scolari di questa nuova scuola entreranno essi stessi nella vita della scuola, come partecipanti, collaboratori e compagni anziani dei bambini… In questa scuola ci si sforzerà di diroccare i muri che dividono la scuola dalla vita, per fare della scuola, non solo il giardino preparatorio alla vita, ma un luogo di gioia, pieno di interesse e di significato per il ragazzo, una parte viva della sua vita vera… La base sarà il lavoro dell'uomo, quello fisico; il lavoro manuale produttivo non sarà impedito o disprezzato e nemmeno trattato come un giuoco pedagogico; al contrario, sarà fatto tutto il possibile perché i bambini possano soddisfare l'esigenza che ogni uomo ha per questo o quel tipo di operosità più congeniale, mirando ad un lavoro che a mano a mano conduce al lavoro fisico proprio degli uomini, e che prende tutta la vita dell'uomo.”

Origine: Citato in Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo, a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Editore, Roma, 1956, pp. 75-76.

Georg Kerschensteiner photo
Lev Trotsky photo

“Gli uomini hanno poca stima degli altri, ma non ne hanno molta neanche di se stessi.”

Lev Trotsky (1879–1940) politico e rivoluzionario russo

da La mia vita

“Che razza di uomini era mai questa gente russa che non rispettava nessun valore di umana corrispondenza?”

Mario Giannone (1910–1989) presbitero, scrittore e militare italiano

Origine: La tentazione di un prete, p. 57

“Gli porse la mano e s'avviava a uscire. Ma s'arrestò di nuovo: -Ah! mi dimenticavo! Senti, Pino: c'è una cosa che tu devi considerare ora che resti solo… Non vorrei che tu ti credessi, per quel che ti dissi l'altro giorno, quando ancora stavi a letto, che il progresso non c'è e l'uomo sta immobile. Tu adesso rimani qua con questa impressione: papà è un retrogrado. Nossignore: il progresso c'è, e io ci credo. E che cristiano sarei se non ci credessi? Solo che d'una cosa sono sicuro: che il progresso non ci viene da fuori. Da dentro ha da venire. Tu non ti fare montare la testa da quelle fesserie sanguinose di Rousseau e degli Enciclopedisti, che l'uomo è buono naturalmente e che bastano le leggi a far felice un popolo. È una cosa troppo semplice e magari fosse! L'uomo è una bestia perfettibile con istinti ferini; ma con una coscienza che se lo lavora e tende a portarlo in alto. La tua coscienza però tu non la trovi sul "Giornale Ufficiale delle Due Sicilie" e nemmeno sulla "Gazzetta Piemontese" … in corpo ce l'hai e con lei ti devi mettere d'accordo se vuoi andare avanti o no. Non esistono buone leggi per un popolo corrotto e sono gli uomini che fanno le leggi, non le leggi gli uomini. Tu il progresso vuoi? Sissignore: anche io. Sii onesto, se l'onesta' ti mancava, e questo è certamente un bel progredire. E se gia' eri un galantuomo, cerca di diventare migliore. Ma a quel progresso che ti porge la politica, tu non ci credere, ch'è roba sporca.”

Origine: L'Alfiere, p. 147

Donato Carrisi photo
Nico Perrone photo
Arrigo Levi photo
Arrigo Levi photo
Antonio Debenedetti photo

“C'era, in Spillane, una moralità spavalda, rudimentale, che aveva le sue radici nell'animo dei vecchi pionieri e uomini della frontiera.”

Antonio Debenedetti (1937) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da Il detective deluso è andato in pesnione https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/21/DETECTIVE_DELUSO_ANDATO_PENSIONE_co_9_090821046.shtml, Corriere della Sera, 21 agosto 2009.

Paolo Sylos Labini photo

“Per venire ai commenti specifici, sulla giustizia e sulla crisi da cui oggi è investita gioca soprattutto l'eterogeneità ideologica e politica. In tempi recenti si è fatta strada l'idea perniciosa che non esiste e non può esistere una giustizia «obiettiva», che l'elemento ideologico è inevitabilmente presente in tutti gli uomini in quanto animali sociali e quindi anche nei giudici; così stando le cose, è necessaria una «scelta di campo», anche nell'amministrare la giustizia.
Come tutte le idee perniciose, anche questa ha una parte di verità. In quanto membro di una società ed anzi in quanto membro di una classe o di una categoria sociale, ciascuno di noi non può andare esente da condizionamenti ideologici. Ma se la rigorosa obiettività non è possibile, un uomo civile e soprattutto giudice deve rifuggire dal bieco settarismo, deve fare ogni sforzo per tenere sotto controllo le sue preferenze ideologiche e cercare di essere intellettualmente onesto. Viceversa, oggi nella magistratura non sono più eccezioni coloro che si arrendono all'idea del fatale predominio dell'elemento ideologico: né sono pochi – è terribile a dirsi – coloro che per amore di carriera entrano in turpe commercio con influenti uomini politici e, nei fatti, si mettono al loro servizio usando la giustizia penale come arma di ricatto o di persecuzione per togliere di mezzo certe persone in lotte economiche e politiche condotte senza esclusione di colpi. Infine, nel preoccupante quadro della giustizia italiana, troviamo anche, come effetto della rapidissima e tumultuosa espansione delle classi medie, magistrati, fortunatamente non numerosi, che si comportano come liberti, i quali, per dar prova della promozione sociale e della raggiunta indipendenza rispetto agli antichi signori, incriminano uomini di grande notorietà e di elevata posizione sociale non solo quando commettono reati (il che è sacrosanto), ma anche quando gl'indizi sono labili e pretestuosi e si tratta, come poi spesso risulta dopo lunghe e penose vicende, d'intemerati gentiluomini. A volte una tale condotta si combina con quel turpe commercio di cui parlavo poco fa – il liberto perde il pelo, ma non sempre perde il vizio.”

Paolo Sylos Labini (1920–2005) economista italiano

Origine: Le classi sociali negli anni '80, p. 36-37

Stefano Rodotà photo
Clemente Alessandrino photo

“Bisogna che fra noi gli uomini non profumino di sostanze odorose, ma di virtù.”

Clemente Alessandrino (150–215) teologo, filosofo e apologeta greco

Il pedagogo

Clemente Alessandrino photo
Clemente Alessandrino photo
Nicola Piovani photo
Papa Leone XIII photo
Papa Leone XIII photo
Luigi Padovese photo
Riccardo Bacchelli photo
Riccardo Bacchelli photo

“In tutte le guerre il biglietto di alloggio ha condotto incontri di uomini e donne.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

Origine: La città degli amanti, p. 48

“IL metodo democratico è formale. Da solo non può portare all'esistenza una società di uomini liberi. E, come di ogni metodo, se ne può facilmente abusare e può così degenerare a dittatura della maggioranza.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

Joey DeMaio photo
Dolindo Ruotolo photo
Fabio Volo photo
René Quinton photo

“La guerra è per gli uomini ciò che l'acqua dormiente è per i cigni.”

René Quinton (1866–1925) fisiologo e biologo francese

da Maximes sur la guerre, p. 57
Origine: citato in Roger Caillois, La vertigine della guerra, traduzione di Mauro Pennasilico, Edizioni Lavoro, Roma 1990

René Quinton photo
Emil Cioran photo

“Anche quando disertano l'inferno, gli uomini lo fanno solo per ricostituirlo altrove.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati

Emil Cioran photo
Emil Cioran photo
Emil Cioran photo
Emil Cioran photo