Frasi su bello
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“Il sistema democratico è come il cielo di Lombardia: tanto bello quando è bello; funziona tanto bene quando funziona.”

Henry Furst (1893–1967) giornalista, scrittore e regista teatrale statunitense

da Schede sparse, p. 372

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“[Parlando dell'arte contemporanea e del Maxxi] Non vorrei fare Sgarbi, ma il quadro – purtroppo io sono un italiano che lo capisce meglio – è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento "all'Ago e al Filo" del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile. Non so se hai visto il Museo di Messina: il Museo di Messina è un luogo bellissimo, quello che c'è, un edificio storico; quel cesso che hanno fatto, una scatola di merda, non è neanche un magazzino, miliardi agli architetti! Fuksas, che è un distruttore e un fascista, prende 22 miliardi di parcella, neanche Bramante, Palladio, Michelangelo hanno preso tanto. In galera! Altro che Bertolaso per la casa da 1.500 euro al mese. Architetti ladri! Distruttori! Detto questo, però, non voglio fare Sgarbi, ma siccome conosco tutto, tu non hai idea di come è bello un museo povero. E posso dirti che io che ho fatto il più bel museo d'Italia e l'ho aperto in tre mesi, prendendoli a calci nel culo, solo con i ragazzi che lavoravano con me, ho speso, per il Museo della Mafia, 60.000 euro. Stella, che non è mai stato mio amico ma, insomma, è sempre stato il severo censore, è rimasto sedotto dal fatto che un museo bellissimo con un artista formidabile, che si chiama Inzirillo, con tante cose che verrete a vedere, spero, […] è costato 60.000 euro […] Sai quanto è costato il cesso di Zaha Hadid? 160 milioni di euro! Per un monumento a una troia irachena! […] Tu non vieni da noi, a distruggere l'Italia, per farti un monumento! Che non serve a niente! E a spendere 50 milioni di euro di opere di merda! Di opere di merda! Perché se non hai i soldi per il Colosseo, è perché hai comprato Andy Warhol, Gilbert & George, dei cacatori di merda! […] Fuksas, guarda, è bene che non venga, perché calci nel culo, in galera deve andare! In galera! In galera! Ci sono i soldi, vengono buttati! […] Ai tempi di Andreotti c'erano 40 miliardi per il Colosseo, 20 milioni di euro; oggi ne occorrono 17. Perché hanno speso… Roma ha bisogno di un museo d'arte contemporanea, 160 milioni di euro, e non ha bisogno del Colosseo? Il problema della spesa pubblica è capire che cosa è importante fare e non buttare i soldi. Lì, tra gli acquisti e il museo, hanno speso 220 milioni di euro per la merda d'artista.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da L'ultima parola, 5 giugno 2010
Da programmi televisivi

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“Deh! come è ver che subito trovato | II bello place a chi non è malato!”

Francesco Bracciolini (1566–1645) poeta italiano

XII.6
Lo scherno degli Dei

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“[Diego Velázquez] Non fu costretto a scostarsi dalla natura, perché egli sapeva vedere il bello nella natura. Dipingeva con sicuri e ampi movimenti, e nelle sue opere la precisione è sempre accompagnata dalla facilità d'espressione. Le sue forme creano un ritmo meraviglioso. Una luce argentea percorre la sua opera. Vi è un tono violetto nel viso spagnolo.”

The Art Spirit
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Penso che non potrò mai vedere un poema bello come un albero.”

John Knox (1514–1572) teologo scozzese

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“Qui sareste la creatura più felice del mondo. Tutto ciò che la natura ha fatto di più bello, di più maestoso e di più incantevole è versato qui a torrenti, su tutto ciò che si vede, si sente e si tocca.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Origine: Da una lettera alla madre, 21 maggio 1819; citato in Napoli nobilissima, vol. I, Arturo Berisio editore, 1970.

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“Niente affatto. Combatta come se pensasse che noi abbiamo torto. Oh, a che serve tutto il suo equilibrio di giudizio se non decide mai con la sua testa? Chiunque l'afferra e le fa fare quello che vuole. E lei vede dentro di loro e ne ride… ma lo fa. Non basta avere le idee chiare; io ho la testa confusa e stupida, e non valgo la quarta parte di lei, ma ho cercato di fare quello che al momento mi è sembrato giusto. E lei… il suo cervello e il suo intuito sono splendidi. Ma quando vede quello che è giusto, è troppo indolente per farlo. Una volta mi disse che saremo giudicati per le nostre intenzioni, non per quello che abbiamo effettivamente fatto. Mi è sembrata un'osservazione splendida. Ma dobbiamo avere l'intenzione di fare… non starcene seduti su una sedia con le nostre intenzioni.»
«Lei è meravigliosa!» egli disse gravemente.
«Oh, lei mi apprezza!» lei proruppe di nuovo. «Vorrei che non m'apprezzasse. Lei ci apprezza tutti… vede il bene in tutti noi. E intanto lei è sempre morto… morto… morto. Ora, per esempio, perché non s'è arrabbiato? Gli si avvicinò, con un improvviso cambiamento d'umore, gli afferrò tutte e due le mani. Lei è tanto straordinario, signor Herriton, che non posso sopportare di vederla sprecarsi. Non posso sopportarlo… sua madre… non è stata buona con lei.»
«Signorina Abbott, non si preoccupi per me. Alcuni sono nati per non fare nulla. Io sono uno di questi; non ho mai concluso niente, né a scuola né nella professione. Venni qui per impedire il matrimonio di Lilia, ed era troppo tardi. Sono venuto qui con l'intenzione di ottenere il bambino, e ne riporterò un onorevole insuccesso. Adesso non mi aspetto mai che succeda qualcosa, e così non sono mai deluso. Lei si meraviglierebbe di sapere quali sono per mei grandi avvenimenti. Essere andato a teatro ieri, parlare con lei ora… non credo che mi capiterà mai niente di più grande. Il mio destino è di passare nel mondo senza mai scontrarmi con esso o smuoverlo… e veramente non so dire se il mio destino sia buono o cattivo. Io non muoio… io non m'innamoro. E se altri muoiono o s'innamorano, lo fanno sempre proprio quando io non ci sono. Ha perfettamente ragione; la vita per me è semplicemente uno spettacolo, che — grazie a Dio, grazie all'Italia, e grazie a lei — è ora più bello e più incoraggiante di quanto sia mai stato prima.» […. ]
«Ogni minima inezia, per una qualche ragione, oggi sembra imponderabilmente importante, e quando lei dice che da una cosa "non dipende niente," le sue parole suonano come una bestemmia. Non si può mai sapere… (come posso esprimermi?)… quale delle nostre azioni, quale delle nostre omissioni non influiranno su qualcosa per sempre.”

cap. VIII, pp. 185-9
Monteriano

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“Aveva raggiunto quello stadio in cui si vedono al tempo stesso l'orrore e la piccolezza dell'universo – quel crepuscolo della doppia visione in cui sono avvolte tante persone anziane. Se questo mondo non è di nostro gusto, ebbene, in ogni caso c'è il Cielo, l'Inferno, il Nulla – l'una o l'altra di queste grandi cose, quell'immenso fondale di stelle, fuochi, atmosfera azzurra o nera. Ogni sforzo eroico, e tutto ciò che è conosciuto come arte, suppone che ci sia quel fondale, proprio come ogni sforzo pratico, quando il mondo è di nostro gusto, suppone che il mondo sia Ritto. Ma nel crepuscolo della doppia visione si deposita una mota spirituale per cui non si possono trovare parole altisonanti; non possiamo né agire né astenerci dall'azione, non possiamo né ignorare né rispettare l'Infinito. La signora Moore era sempre stata incline alla rassegnazione. Non appena sbarcata in India tutto le era parso bello, e quando aveva visto l'acqua viva nella vasca lustrale della moschea, o il Gange, o la luna, presa nello scialle della notte con tutte le stelle, le era parso di aver raggiunto una meta bella e anche facile. Essere tutt'uno con l'universo! Cosí dignitoso e semplice. Ma prima bisognava sempre compiere qualche piccolo dovere, sempre i irar fuori dal mazzo che si assottigliava una nuova carta da mettere al suo posto, e mentre lei si affannava tanto, il Marabar aveva battuto il suo gong.”

cap. XXIII, p. 229
Passaggio in India

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“Il progetto deve andare di pari passo con i risultati. Nel calcio il progetto può essere bello quanto vuoi ma poi si spegne se non è accompagnato dai risultati.”

Fernando Gago (1986) calciatore argentino

Origine: Dall' intervista http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/roma/2012/04/04-231303/Gago%3A+%C2%ABSenza+risultati+il+progetto+si+spegne%C2%BB al Corriere dello Sport, 4 aprile 2012.

“Chiamerai bello il film che ti darà un'alta idea del cinematografo.”

Robert Bresson (1901–1999) regista francese

Note sul cinematografo

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“tu eri morto– disse –e non c'era più niente di bello, al mondo.”

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Variante: Tu eri morto – disse – e non c'era più niente di bello, al mondo.

“Il paradiso del missionario è il più bello.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

“La messa è il tempo più bello della nostra vita.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“Oggi esiste un solo giocatore immortale nel mondo e quello è Fischer. È bello essere modesti, ma è stupido non dire la verità.”

Bobby Fischer (1943–2008) scacchista statunitense

Origine: Citato in Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 89, ISBN 88-8598-826-2.

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“Dacia Maraini è una bravissima scrittrice di romanzi che leggo sempre con piacere; ma nel suo discettare etico-politico ritrovo soltanto gli stanchi luoghi comuni del terzomondismo politicamente corretto. Tiziano Terzani ci ha raccontato con finezza e bravura dell'Asia; ma quando cita – come ricette di salvezza – San Francesco d'Assisi, Gandhi e poi, scendendo di parecchi chilometri, padre Balducci e il mio collega (alla Columbia University) Edward Said, allora cita a sproposito. Personalmente io preferisco i Domenicani ai Francescani. Concedo che Il Cantico di Frate Sole è un testo di un candore commovente. Ma quel candore non può essere trasferito da una età davvero primitiva all'età ultracomplicata del terzo millennio. Quanto a Gandhi, lui aveva a che fare con gli inglesi, e noi non abbiamo a che fare con dei Gandhi. E padre Balducci? Pochi sanno chi fosse. Ma a Firenze negli anni nei quali padre Balducci affascinava il colto e l'inclita (e anche, a quanto pare, Terzani) c'ero anch'io; e ricordo un dibattito nel quale lui attaccò così smodatamente il Papa da costringere il sottoscritto, laico abbastanza catafratto, a fare il papalino, il papofilo. Bel personaggio quel padre Balducci! Ma sempre più bello del cupissimo Edward Said, che scrive bene ma razzola malissimo. Il fatto che Said sia palestinese lo legittima nel suo essere pro palestinesi. Ma non mi risulta che Said abbia mai condannato i suoi uomini-bomba, ed esiste una fotografia che lo coglie, in zona Gaza, che lancia un sasso «intifadico» contro gli israeliani. Lui sarebbe un fautore di «campi di comprensione invece di campi di battaglia?»”

Giovanni Sartori (1924–2017) politologo italiano

On aura tout vu, se ne vedono (e sentono) proprio di tutte.

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“Scegliere se stessi al posto del bene o del male è un cammino senza ritorno: bisogna sempre scegliere. Quando si sa che il giusto sta da una parte non è bello mantenersi neutrali.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Che tempo che fa, Raitre, 15 aprile 2012. Video http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-729280fd-5fc0-434c-b914-e60dc6cc7511-ctcf.html#p=0 disponibile su Rai.tv.

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“Sono molto felice di aver dato una grande gioia ai nostri tifosi, vederli felici è fantastico, è bello come vedere il sole!”

Philippe Mexès (1982) calciatore francese

dall'intervista a Roma Channel dopo la conquista della Supercoppa italiana il 19 agosto 2007

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“Giorgio: Suoni la tromba, e intrepido | Io pugnerò da forte. | Bello è affrontar la morte | Gridando libertà!”

Carlo Pepoli (1796–1881) poeta, politico e librettista italiano

da I Puritani, II, 4

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“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

“Far pace dopo un grande lite è più bello.”
Ex lite multa gratia fit formosior.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Se segue ad una lunga contesa, la riconciliazione è più bella.
Sententiae

“Nulla è più bello che il rinnovarsi continuamente!”
Iocundum nil est, nisi quod reficit varietas.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“È bello morire quando dovresti servire in modo indecoroso!”
Occidi est pulchrum, ignominiose ubi servias.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

La morte è bella se ti salva da una servitù vergognosa.
Sententiae

“È di pochi comprendere che cosa (di bello) ogni giono ci dona!”
Paucorum est intellegere, quid donet dies.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Pochi sanno apprezzare i doni di un dio.
Sententiae

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“Come tutto ciò che esiste non esiste che per amore, così tutto è bello, perché la suprema Bellezza si partecipa in ogni suo oggetto d'amore, anche quando occhi deboli o un cuore ferito sono incapaci di coglierne la trama misteriosa e feconda…”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

da Il volto dei volti Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 55

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“[Hans Urs von Balthasar] il pensatore che più di ogni altro ha avvertito l'epocale attualità del bello.”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

da Lectio magistralis http://cappellaunipr.it/documentazione/lezionemagistraleforte0607.pdf, 26 ottobre 2006

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“La bellezza di ciò che è bello non dipende dal gusto del soggetto, ma è inscritta nelle cose, possiede una forza oggettiva.”

Bruno Forte (1949) arcivescovo cattolico e teologo italiano

da Il volto dei volti Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle 2002, p. 53

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“[su Mr. Nobody] Il bello di questa storia sta nel fatto che ognuno può identificarsi con i dubbi della propria vita. Ognuno può correlarsi al personaggio in relazione ai suoi ricordi e alle sue paure, ecco perché Jaco riesce a toccare i cuori di tutti con questo film. Ci dice che tutte le vite possibili conducono a qualcosa e che nessuna di queste è priva di significato.”

Diane Kruger (1976) attrice e modella tedesca

Origine: Citato in Jared Leto e Jaco Van Dormael: "Siamo anche noi dei Mr. Nobody" http://www.moviesushi.it/cinema/item/2879-jared-leto-e-jaco-van-dormael-siamo-anche-noi-dei-mr-nobody.html, MovieSushi.it, 11 settembre 2009.

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“La buca sul dischetto è uno di quegli episodi che non si dimenticheranno mai. È stato furbo e scaltro: subito ci rimasi male, ma col passare degli anni capisci che il derby è bello anche per queste cose.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Il 14 ottobre 2001, negli ultimi minuti di Juventus-Torino 3-3, Riccardo Maspero andò a scavare una piccola fossa in corrispondenza del dischetto del rigore, approfittando della confusione generata dalle proteste granata: lo juventino Marcelo Salas non si accorse del gesto di Maspero e calciò alto il rigore che avrebbe dato il provvisorio 4-3 ai bianconeri.

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“È bello ciò che è insieme eccitante e sublime.”

Wilhelm August von Schlegel (1767–1845) scrittore, traduttore e critico letterario tedesco

da Frammenti

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“Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto a farsi uno di noi. Dio ormai non ci lascia più; per questo oggi esplode la gioia, che dalla capanna di Betlemme raggiunge gli estremi confini dell'universo. Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare. Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Non è una fiaba, è una notizia, cioè l'informazione su un fatto avvenuto; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare. Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi. Ti inganni, se credi di poter schivare sino alla fine il Signore che è venuto a cercarti. Egli non ti darà pace; ti tormenterà, per portarti a essere sul serio felice; forse disporrà sulla tua via le sconfitte e le delusioni, per farti partecipe della sua definitiva vittoria. Questa è la verità del Natale. Capirlo, inebriarcene, lasciarci trovare da colui che è venuto a cercarci sino a farsi uomo: è l'augurio natalizio più genuino e più bello.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Da La meraviglia dell'evento cristiano, pp. 269-270; citato in Il settimanale di Padre Pio, anno V, n. 51, p. 19.

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“Ma adesso è bello immaginarti double-face, un po' demonio e un po' pin-up e un po' massaia Dash.”

Sergio Caputo (1954) cantautore e musicista italiano

Flamenco amorespia, n. 9
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“Il gol di Maradona a Mexico 86 è il più bello, ma poteva segnarlo soltanto agli inglesi.”

Omar Sívori (1935–2005) calciatore argentino

Origine: Citato in Il giorno dei numeri 10. Auguri ai super del calcio http://www.gazzetta.it/Calcio/10-10-2010/giorno-numeri-10-711415225569.shtml, gazzetta.it, 10 ottobre 2010.

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