Frasi su concezione
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“È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera libertà. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di pace, è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita? Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche. Perciò, se oggi gridano: Mai più la guerra!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell'ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal radiomessaggio del Natale 1951

“[Canaletto] La precisione miracolosa, la purezza incandescente del più piccolo tratto, della più piccola lineetta resteranno, in queste beate pitture, fra i più grandi raggiungimenti di una civiltà al suo culmine. Solo un pittore che era l'erede qualificato di tutta la pittura italiana, poteva arrivare a fondere in una concezione formale d'una così osata perfezione, la prospettiva italiana e l'evidenza di Vermeer. Sarà chiaro ormai come un'altra interpretazione semplicistica da scartare sarebbe quella che facesse discendere unicamente la specialissima ellissi cromatico-luminosa di Canaletto, dal suo impareggiabile virtuosismo di disegnatore e di incisore. Nella progressiva maturazione dello stile di Canaletto […] si è constatato come disegno e pittura non siano che fasi di un'unica visione: né, per il fatto che, cronologicamente, il disegno precede la pittura "finita" corrispondente, si può dedurre questa da quello. Uno era l'artista, una l'intenzione formale. La particolare ellissi stenografica non nasce per ragioni di formula disegnativa, di affidare cioè alla linea tutto il fardello dell'immagine, ma proprio per la inconfondibile necessità spaziale […], per cui luci e ombre, per determinare la visione stereoscopica, devono continuamente avanzare o retrocedere rispetto all'oggetto cui si riferiscono: dissociarsene e scaglionarsi in profondità. Donde qualsiasi modulazione chiaroscurale o plastica deve per forza essere risolta in giustapposizioni, in scaglionamenti, in trapassi secchi. È in quanto che il piccolissimo punto bianco (che poi sarà un naso o un bottone) avanza più del dovuto – per così dire – che nella totalità dell'immagine riuscirà a ristabilire il nesso spaziale, lo spessore dell'oggetto, senza bisogno di termini intermedi. Chi rimprovera ciò a Canaletto non ha capito nulla dell'altissima ricerca formale e non imitativa che ha sempre retto la sua pittura. Senza quella particolare ellissi, senza quella sottile tecnica quasi ad intarsio, né a Vermeer né a Canaletto riuscirebbe di raggiungere la loro inarrivabile spazialità, che è come uno scandaglio nel mare. Non è una spazialità affiorante, non chiede la sua valenza al medium della luce: ma si serve della luce, come per messa a punto definitiva. È in quei punti luminosi, che brillano simili a pagliette, che si ha come la riprova dell'operazione riuscita […]. Altro che naturalismo, obbiettività manuale, inerte virtuosismo ottico. E quelle vedute ideate, come le chiamò lui stesso, che arrivavano fino al capriccio di impianto, allora quasi panniniano, quanto mal celato fastidio hanno sempre dato ai suoi critici, fissi nel volerlo vedere nei suoi panni reali solo quando sembra che copi esattamente dal naturale. […] Che colpo, per chi ambirebbe farne il coscienzioso pre-impressionista, sempre in plein air.”

Cesare Brandi (1906–1988) storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano

Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, pp. 181-188.

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“Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso […].
— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.
— A Dio. Cerco di chiarire in me questo concetto.
— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di Matthew Arnold. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del Vecchio Testamento, e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.
«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per Kant, è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.
— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!
— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.
— Per esempio?
— Ce ne sono quanti ne volete… Ecco, per esempio… prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro.
Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.
— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?
— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca nella sua essenza una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra.”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

pp. 111-113
Variante: Una volta, dopo il tè della sera Tolstoj, che si sentiva male, mi chiamò in camera sua. Alloggiava allora in basso [... ].— Che cosa vi preoccupa, ora? A che pensate? — mi domandò, sdraiandosi sul grande divano coperto di tela cerata nera e comprimendosi il fegato malato con la mano passata sotto la cintura.— A Dio. Cerco di chiarire in me questo concetto.— In casi simili, mi ricordo sempre della definizione di Matthew Arnold. Ve ne ricordate? «Dio è la cosa eterna, posta al di fuori di noi, che ci conduce e che esige da noi la santità.» Aveva studiato i libri del Vecchio Testamento, e, per quell'epoca, la definizione era sufficiente. Ma, dopo Cristo, bisogna aggiungere che, al contempo, Dio è l'amore.<!-- la chiusura di virgolette manca così nel testo -->«Ognuno di noi possiede la propria rappresentazione di Dio. Per i materialisti Dio è la materia, benché ciò sia completamente erroneo; per Kant, è una cosa, per una contadina illetterata è un'altra.» Egli continuava così rispondendo al più completo disappunto che si dipingeva sul mio volto.— Ma che cos'è questa nozione, se differisce in ciascun individuo? Tutte le altre nozioni sono forse le stesse per tutti!— Perché? Esiste una moltitudine d'oggetti che gli uomini si rappresentano in modo nettamente diverso.— Per esempio?— Ce ne sono quanti ne volete... Ecco, per esempio... prendiamo non foss'altro l'aria: per un fanciullo non esiste; un adulto la conosce, come poter dire ciò?, diciamo che col senso del tatto egli l'aspira; ma per un chimico è tutt'altro. Il Maestro parlava con voce calma e convincente come si parla con i fanciulli.— Ma, se si hanno concezioni diverse di questo oggetto, perché, per nominarlo, ci si serve della stessa parola "Dio"? La contadina che lo nomina vuole esprimere una cosa diversa dalla vostra?— Le nostre concezioni sono diverse, ma hanno anche un certo elemento comune. Per tutti gli uomini, questa parola evoca nella sua essenza una nozione che è comune a tutti loro, ed è perciò che non si può sostituire questa parola con nessun'altra.

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“Tale tipo di concezione, sostenendo che il maschio "attivo" è essenzialmente eterosessuale nel coito anale tra uomini, come minimo rivela l'identificazione "confusiva”

Mario Mieli (1952–1983) scrittore e attivista italiano

direbbe Fornari: ma in questo caso non lo direbbe...) tra altro sesso (rispetto a quello maschile, dal momento che la definizione di eterosessualità comporta necessariamente differenza tra i sessi) e buco: in altri termini, si è dell'altro sesso se si viene usati come buco. Così, applicando assurde categorie eterosessuali all'omosessualità, questa concezione denuncia il proprio carattere ottusamente maschilista e rivela come l'eterosessualità stessa si basi sulla negazione della donna (e come l'eterosessualità maschile venga fatta coincidere col ruolo di chi fotte).
L'altro sesso (la donna) è buco: poco importa se questo buco appartiene al corpo di una donna o a quello di un uomo [... ]. (IV, 1; p. 157)

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“Pace non è pacifismo, non nasconde una concezione vile e pigra della vita, ma proclama i più alti ed universali valori della vita; la verità, la giustizia, la libertà, l'amore.”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Messaggio per la celebrazione della prima giornata della pace istituita dal 1° gennaio 1968, Vaticano, 8 dicembre 1967
Messaggio per la Prima giornata della pace

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“Nella concezione orfica, come testimonia Aristotele (Dell'anima), l'anima entra nel corpo portata dai venti.”

Bruno Centrone (1955) storico della filosofia italiano

Origine: Introduzione a Fedone, p. 8

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“Nel Canaletto non c'è scenografia: egli si profonda tutto nel paese, e lì tra acque, pietre e cieli, ritrova la sua pittura, fresca come le cose nate allora. Legato alla tradizione dei suoi vecchi, costretto alla "veduta", che il pellegrino innamorato vuol portare con sé, il fondo della sua concezione è indubbiamente di prospettiva lineare. […] Ma troppo intorno a lui tutta Venezia gridava colore: ed egli, sopra a quella prospettiva scritta e lineata, non plasticata come negli scenografi, versa e tramezza l'atmosfera lagunare. Del colore questa fu la rivincita. Trovò in essa un ammorbidimento alle secchezze di spigoli e un addolcimento di fusioni al troppo rigido delle parallele di linee, e vi trovò il veicolo della luce, che a volte ristagna nell'aria, fatta prigioniera dei vapori umidi, come un velario tra noi e la veduta delle cose. La vita delle pietre bionde, nella luce, su la distesa dell'acque, tra salsedini di mare e fiati di laguna, fu il tema dominante della sua pittura. Le sue paste sottilizzate come un'epidermide, e com'essa porose e piene di raggricci, com'essa setacee anche nelle rugosità striate lievissimamente dal pennello, riempirono come tessuti viventi i riquadri dei telai disegnativi. Ma per le cose minute che la prospettiva non inquadra nei suoi ranghi, una gondola che guizza, un pitocco su uno scalino, un palone che pencola, una vela che s'affloscia, un pontile crollato, trova accenti di una disinvoltura briosa che meraviglia se uno non ha posto mente a quel che c'è di vivido e di compresso nella spianatura e appiattimento dei suoi scenari di case.”

Luigi Dami (1882–1926) critico e storico dell'arte italiano

da La pittura italiana del Seicento e Settecento, 1924
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Una immagine analoga compare nella filosofia di Leibniz il quale considerava il mondo come costituito da sostanze fondamentali chiamate «monadi», ciascuna delle quali rispecchiava l'intero universo. Ciò lo portò a una concezione della materia che presenta analogie con quella del buddhismo Mahāyāna e con la teoria bootstrap degli adroni.”

Origine: Analoga alla teoria del bootstrap in fisica, come più oltre specificato, teoria nella quale non esisterebbero costituenti fondamentali dell'universo, che come mattoncini aggregandosi creano la complessità, ma ogni singola parte è in connessione con tutte le altre ed è la coerenza di tutte le connessioni reciproche a creare la complessità.
Origine: Il Tao della fisica, p. 345

“È ormai pacifico essere Carlo Gesualdo, il principe di Venosa, uno dei più grandi polifonisti di tutti i tempi; e contendere a Monteverdi (Marenzio, morto a soli quarantasei anni, mancò per pochi mesi l'ingresso nel nuovo secolo) la palma di più importante musicista a cavallo fra Cinque e Seicento, di massimo esponente dell'aurorale Barocco le radici del quale si sprofondano nel linguaggio, nello stile, nella stessa concezione del suono, del pieno Rinascimento.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Il principe della musica che fece uccidere la moglie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/06/principe_della_musica_che_fece_co_0_9402068236.shtml, Corriere della Sera, 6 febbraio 1994, p. 21.

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“Incoraggiamo con forza gli sforzi dell'Albania nel suo impegnativo percorso di avvicinamento all'Unione Europea. Auspichiamo vivamente che siano soddisfatte da Tirana le priorità stabilite dalla Commissione europea nel 2010 e siamo pronti a valorizzare con i nostri partner i progressi compiuti. Ci rallegriamo dei recenti positivi sviluppi sul cammino delle riforme evidenziati dal Commissario europeo per l'Allargamento, Štefan Füle, durante e dopo la sua visita a Tirana. Il nostro comune obiettivo è quello della concessione da parte dell'Unione Europea all'Albania dello status di Paese candidato all'adesione entro la fine di quest'anno. Il nostro sostegno non si basa su un approccio fideistico o una concezione visionaria. Esso deriva dalla constatazione che l'esclusione dell'Albania dall'Unione Europea non è giustificata da una diversa connotazione culturale, storica o geografica. E si basa anche sulla salda convinzione che l'adesione dell'Albania, la cui linea di politica estera nell'area balcanica è stata tradizionalmente improntata a grande moderazione, farebbe gli interessi di sicurezza e stabilità dell'Italia. È in Europa, nel progetto di piena integrazione di tutti i Balcani Occidentali, che le differenze etniche potranno trovare piena composizione. La dirigenza albanese sa di poter contare in questa sua missione sul ruolo di raccordo e di stimolo che l'Italia svolge all'interno dell'Unione Europea. Noi siamo stati e continueremo a essere i primi difensori dell'Albania in Europa.”

Giulio Terzi di Sant'Agata (1946) diplomatico e ambasciatore italiano

Origine: Citato in Intervento del Ministro Terzi al Forum Economico: "Albania in Europa, nuove opportunità di cooperazione economica e industriale per le imprese italiane" http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_Stampa/ArchivioNotizie/Interventi/2012/05/20120507_ForumEconomico.htm?LANG=IT, Esteri.it, 7 maggio 2012.

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“Il Principe di Machiavelli ha una concezione e visione volgare del desiderio.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

p. 20

“[Diego Velázquez] È il principe dei pittori spagnoli e uno dei maggiori del mondo. […] In tutte le sue opere dominano la prospettiva aerea, l'atmosfera, la luce, il giusto valore di tutti i toni, e per mezzo del colore riesce a fissare i termini e le distanze con la stessa precisione con cui potrebbero farlo le inflessibili regole della prospettiva. […] Le sue grandi opere non debbono nulla a nessuno, per quanto egli abbia tributato non poca ammirazione ai pittori veneziani; sono figlie della sua originalità, della sua spontaneità, del suo senso artistico. Lo studio costante del vero gli diede il dominio del disegno, così come lo sguardo finissimo gli aveva dato la capacità d'apprezzare il colore. […] Il buon gusto e l'eleganza nel presentare atteggiamenti, espressioni e gruppi con snellezza e grazia, dominano in tutte le sue tele. […] Non è artista di grandi e complesse concezioni, né di ricerche erudite, né di spirito ardito. […] Naturalista per eccellenza, dipinge ciò che vede; e sa quel che dipinge e come deve dipingerlo. […] Né l'antichità classica, né il Rinascimento condizionano le sue opere; per lui non esistono altri libri, né altri modelli, né altri studi che il vero; non conosce altra erudizione, altra storia, altri orizzonti oltre a quelli percepibili con l'occhio. Da ciò dipende il fatto che Velázquez è in pittura, come Cervantes nelle lettere, così mirabilmente spagnolo.”

Gregorio Cruzada Villaamil (1832–1884) politico spagnolo

da Anales de la vida y de las obras de Diego de Silva y Velázquez, 1885
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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