Frasi su contea
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“L'emblema del mio calcio è Antonio Conte, che ha vinto campionati di Serie B col 4-4-2 e che ora con un modulo diverso sta facendo giocare alla Juve il calcio più bello d'Europa.”

Eugenio Corini (1970) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Alessandro De Pietro, Chievo, ciao Di Carlo: c'è Corini. "Il mio modello è Conte" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Chievo/02-10-2012/chievo-addio-carlo-arriva-ex-corini-912783954137.shtml, Gazzetta.it, 2 ottobre 2012.

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“[Su Antonio Conte] È un allenatore giovane, deve sapere quando rispondere e quando no, lo saprà fra vent'anni. Io ho solo fatto un'analisi, non mi sono permesso di dire nulla di negativo.”

Mircea Lucescu (1945) allenatore di calcio e ex calciatore rumeno

Origine: Citato in Lucescu manda una bella stoccata a Conte: "È giovane, deve imparare quando rispondere, lo saprà fare tra vent'anni... Se mi piace il biscotto? Dipende, se amaro o dolce..." http://www.goal.com/it/news/173/champions-league/2012/12/04/3577370/lucescu-manda-una-bella-stoccata-a-conte-e-giovane-deve-imparare-, Goal.com, 4 dicembre 2012.

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“Quell'uomo scaltro e accorto narrami, o Camena.”

Livio Andronico (-280–-200 a.C.) poeta, drammaturgo e attore teatrale romano

Gian Biagio Conte

“Chi scrive bene una lettera di raccomandazione, non sempre riesce bene a a dettarne una di consiglio.”

Origine: Da Lettor cortese, prefazione a Opere del conte Giulio Perticari, Vol. II, Giosuè Rondinella Editore, Napoli 1856

“Le lettere di un Dotto servono, il più delle volte, meglio che le biografie, a conoscere la di lui vita civile, e le virtù private, e meglio quando meno mostrano elaborazione.”

da Lettor cortese, prefazione a Opere del conte Giulio Perticari, Vol. II, Giosuè Rondinella Editore, Napoli 1856

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“Conte sembra Al Pacino in Ogni maledetta domenica: le sue parole alla squadra hanno gasato anche me.”

Gennaro Gattuso (1978) calciatore italiano

Origine: Citato in Paolo Menicucci, Nedvěd: grinta Conte e classe Del Piero http://it.uefa.com/memberassociations/news/newsid=1783496.html, Uefa.com, 12 aprile 2012.

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“Conte è bravo, dà equilibrio e organizzazione alla squadra, ed è decisivo quanto uno che in campo fa le rovesciate e la mette dentro […]. Conte è un animale da campo.”

Daniele De Rossi (1983) calciatore italiano

Origine: Durante la conferenza stampa rilasciata a Montpellier, in occasione del ritiro della Nazionale italiana agli Europei in Francia, 20 giugno 2016; citato in Fabrizio Bocca, Italia, De Rossi: "Abbiamo un'arma in più, è Conte". http://www.repubblica.it/speciali/calcio/europei/francia2016/italia/2016/06/20/news/de_rossi_conte_italia_roma_rinascita-142442538/, Repubblica.it, 20 giugno 2016.

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“Conte è un fenomeno. È l'allenatore dell'intensità. Lui guida uomini, non primedonne. Ti tiene sulla corda senza sosta perché ritiene che sia la strategia migliore per ottenere sempre il massimo.”

Angelo Ogbonna (1988) calciatore italiano

Origine: Durante un evento organizzato dall'associazione Italian Society al King's College di Londra; citato in Ogbonna in cattedra: "Inglesi poco socievoli, difficile stabilire contatti umani" http://www.goal.com/it/news/61/inghilterra-premier-league/2016/01/27/19727642/ogbonna-in-cattedra-inglesi-poco-socievoli-difficile, Goal.com, 27 gennaio 2016.

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“I Lombardi e i Galli venuti in Sicilia col Conte Ruggero, promiscuamente abitarono Nicosia, quindi gli abitanti usano il linguaggio lombardo ed il francese, sebbene corrottamente. I nicosiani, dì entrambi i sessi, si hanno anche di singolare che per l'altezza del corpo e la bellezza della bocca e del volto sorpassano tutte le altre genti di Sicilia e si addimostrano discendenti dai Franchi, dai Normanni e dai Lombardi dei quali sono colonie.”

Tommaso Fazello (1498–1570) storico e teologo italiano

Origine: Citato in Giovanni Paternò-Castello, Nicosia, Sperlinga, Cerami, Troina, Adernò: Con 125 Illustrazioni, Bergamo 1907, pp. 22-23.
Origine: Citato in Vito Amico, Dizionario topografico della Sicilia, tradotto da Gioacchino Di Marzo, Volume 2, Palermo 1859, seconda edizione, p. 200 http://books.google.it/books?id=y2MPAAAAYAAJ&pg=PA200.

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“È uno dei migliori allenatori con i quali io abbia mai lavorato. Conosce perfettamente tutte le caratteristiche dei suoi giocatori e noi lo seguiamo in tutte le indicazioni che ci dà sul campo. Ogni allenamento e ogni partita sono la manifestazione di quanto importante sia per lui vincere, quindi noi siamo sempre motivati a tenere la tensione alta […]. Conte è un allenatore che ama quello che fa e ci ha "infettati" tutti con l'amore per il calcio.”

David Luiz (1987) calciatore brasiliano

Origine: Da un'intervista rilasciata a ESPN Brazil, citato in David Luiz: «Conte ci ha "infettati" con il suo amore per il calcio» http://m.tuttosport.com/notizia/calcio/calcio-estero/premier-league/chelsea/2017/01/10-19801578/david_luiz_conte_ci_ha_infettati_con_il_suo_amore_per_il_calcio/?cookieAccept, Tuttosport.com, 10 gennaio 2017.

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“Possedeva ciò che sul trono vale più della bellezza perfetta, il contegno di una regina di Francia, anche nei momenti in cui più cercava di sembrare soltanto una bella donna. Aveva degli occhi non belli, ma capaci di assumere qualunque espressione, e la benevolenza o l'avversione si dipingevano nel suo sguardo nella maniera più straordinaria; non sono del tutto sicuro che il suo naso fosse quello giusto per il suo viso. La bocca era decisamente sgradevole, il labbro spesso, prominente e talvolta cadente è stato citato come tratto nobile e distintivo della sua fisionomia, ma sarebbe potuto servire solo per rappresentare la collera e l'indignazione, e non era questa l'espressione abituale della sua bellezza; la sua pelle era stupenda, come pure le spalle e il collo; il petto era un po' troppo piatto, e il busto avrebbe potuto essere più elegante; mani e braccia così belle non ne ho più riviste. Aveva due andature, una decisa, un po' frettolosa, l'altra più morbida e più ondeggiante, direi quasi carezzevole, anche se non permetteva di dimenticare il rispetto. Nessuno ha mai fatto la riverenza con tanta grazia, riuscendo a salutare dieci persone con un solo inchino e dando, con la testa e con lo sguardo, a ciascuno ciò che gli era dovuto. In poche parole, se non mi sbaglio, come alle altre donne si offre una sedia, si sarebbe quasi sempre voluto avvicinarle un trono.”

Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena (1755–1793) regina consorte di Francia e di Navarra e moglie di Luigi XVI

Conte di Tilly
Citazioni su Maria Antonietta

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“[Fabrizio] chiedeva perdono a Dio per molte cose; ma, fatto notevole, non pensò neppure ad annoverare tra i suoi peccati il progetto di diventare arcivescovo, per la semplice ragione che il conte Mosca era primo ministro e giudicava quel posto e i suoi svariati privilegi convenienti al nipote della duchessa. Fabrizio l'aveva desiderato senza eccessivo slancio, è vero, però ci aveva pensato spesso, proprio come avrebbe fatto per un posto di ministro o di generale. Non gli era mai passato per la testa che la sua coscienza potesse avere voce in capitolo nel progetto della duchessa: e questo è un esempio concreto della strana forma di religione imparata da Fabrizio presso i gesuiti di Milano. È una religione che toglie il coraggio di pensare alle cose che non rientrano nelle abitudini, e vede nell'esame di coscienza il più grave di tutti i peccati, perché rappresenta un passo avanti verso il protestantesimo. Per sapere di cosa si è colpevoli, bisogna chiederlo al prete, oppure leggere la lista dei peccati così come appare nei libri intitolati "Preparazione al sacramento della Penitenza". Fabrizio sapeva a memoria la lista dei peccati redatta in latino; l'aveva imparata all'Accademia Ecclesiastica di Napoli. Mentre la recitava, arrivato alla voce "delitto", si era accusato davanti a Dio di avere ucciso un uomo, anche se per legittima difesa. Aveva rapidamente elencato, ma senza farci attenzione, i diversi articoli relativi al peccato di simonia (procurarsi attraverso il denaro le dignità ecclesiastiche). Se gli avessero chiesto cento luigi per diventare primo gran vicario dell'arcivescovo di Parma, avrebbe respinto la proposta con sdegno; ma, pur non mancando di intelligenza né di logica, non gli venne mai in mente che impiegare a suo vantaggio l'autorità del conte Mosca fosse una simonia. E qui trionfa l'educazione gesuitica: abituare la gente a non fare attenzione a cose più chiare della luce del sole. Un francese cresciuto all'insegna dell'interesse personale e nutrito di ironia parigina avrebbe facilmente, e in buona fede, accusato Fabrizio di ipocrisia, proprio nel momento in cui il nostro eroe apriva il suo cuore a Dio con la più grande sincerità e la più profonda commozione.”

Libro Primo – Capitolo XII
La Certosa di Parma

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“Le polemiche intorno ad Allegri hanno rafforzato l'ambiente. Questa squadra [la Juventus] sembrava avesse bisogno di un allenatore come lui per far bene anche in Europa. Conte ha fatto un lavoro straordinario, ma anche quel ciclo era finito. Allegri ha fatto crescere molti giocatori come lo stesso Morata. Non ha mai ascoltato le critiche, portando avanti le proprie idee e centrando dei risultati pazzeschi.”

Alessio Tacchinardi (1975) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Raffaella Bon, Tacchinardi: "Alla Juve serviva un tecnico come Allegri" https://www.tuttomercatoweb.com/serie-a/esclusiva-tmw-tacchinardi-alla-juve-serviva-un-tecnico-come-allegri-680188, Tuttomercatoweb.com, 14 maggio 2015.

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“Il conte Cavour uscì fuori un giorno a dirmi: «Convenga con me, che il Connubio fu il più bell'atto della mia vita politica.»
Io lo guardai negli occhi, e poi gli risposi: «A me lo dice? a me che ho durato quasi un anno a persuadere or lei, or Rattazzi onde portarli a quel punto che Ella ben ricorda?» e Cavour scoppiando in una gran risata : «È vero, è vero (già cà l'è vera), mio caro Castelli,» e poi a furia una fregatina di mani.”

Michelangelo Castelli (1808–1875) politico italiano

p. 39
Variante: Il conte Cavour uscì fuori un giorno a dirmi: «Convenga con me, che il Connubio fu il più bell'atto della mia vita politica.»
Io lo guardai negli occhi, e poi gli risposi: «A me lo dice? a me che ho durato quasi un anno a persuadere or lei, or Rattazzi onde portarli a quel punto che Ella ben ricorda?» e Cavour scoppiando in una gran risata : «È vero, è vero (già cà l'è vera), mio caro Castelli,» e poi a furia una fregatina di mani. (p. 39)
Origine: Urbano Rattazzi (1808–1873), politico italiano.

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“Gli hutu, che, nel ' 94, furono in gran parte gli assassini (e che ora rischiano di essere le vittime), sono, in generale, di statura più bassa. Più tozzi. Si dice che fossero invidiosi, al punto da segare talvolta le gambe di quei compatrioti tanto più alti di loro. Ma ci sono anche hutu più grandi e affilati dei tutsi. Dipende dalle regioni. Le diversità etniche possono essere un' invenzione. Un incubo. Sono tuttora un' ossessione. Un' eredità, si dice, lasciata dai colonizzatori bianchi, antropologi da strapazzo, ispirati da quell' antenato dei razzisti del nostro secolo che fu l' ottocentesco conte di Gobineau; e quindi inclini come lui a dissertare sulla "disuguglianza delle razze umane" fondata su una base fisica. E furono loro, coloni e missionari, a supporre e poi a raccontare, fino a costruirci attorno la 'storia' del Ruanda, che i tutsi arrivavano dalle valli del Nilo e discendevano dai bianchi, dunque erano di origine straniera, dei conquistatori, insomma usurpatori, e di una razza superiore agli hutu, volgari bantù africani. Nel bailamme continentale delle tribù la fantasia europea poteva scatenarsi a piacere.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Gli hutu, che, nel '94, furono in gran parte gli assassini (e che ora rischiano di essere le vittime), sono, in generale, di statura più bassa. Più tozzi. Si dice che fossero invidiosi, al punto da segare talvolta le gambe di quei compatrioti tanto più alti di loro. Ma ci sono anche hutu più grandi e affilati dei tutsi. Dipende dalle regioni. Le diversità etniche possono essere un'invenzione. Un incubo. Sono tuttora un'ossessione. Un'eredità, si dice, lasciata dai colonizzatori bianchi, antropologi da strapazzo, ispirati da quell' antenato dei razzisti del nostro secolo che fu l'ottocentesco conte di Gobineau; e quindi inclini come lui a dissertare sulla "disuguglianza delle razze umane" fondata su una base fisica. E furono loro, coloni e missionari, a supporre e poi a raccontare, fino a costruirci attorno la "storia" del Ruanda, che i tutsi arrivavano dalle valli del Nilo e discendevano dai bianchi, dunque erano di origine straniera, dei conquistatori, insomma usurpatori, e di una razza superiore agli hutu, volgari bantù africani. Nel bailamme continentale delle tribù la fantasia europea poteva scatenarsi a piacere.

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“Governo Conte? Ho notato un enorme pregiudizio che non ha paragone coi governi precedenti.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Da Otto e mezzo, La7, riportato in Gisella Ruccia, Governo, Travaglio: "Quando arrivarono Monti e Renzi c'erano articoli che sembravano i cinegiornali Luce" https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/09/governo-travaglio-quando-arrivarono-monti-e-renzi-cerano-articoli-che-sembravano-i-cinegiornali-luce/4415512/, Ilfattoquotidiano.it, 9 giugno 2018.