Frasi su cosa
pagina 44

Jean-Luc Marion photo
Jean-Luc Marion photo
Giovanni Giraldi photo
Giovanni Giraldi photo

“Gesù, diventato Cristo, è ancora fortemente giudaico; quando diventò il Logos, nel Ternarium trinitario, fu reso decisamente platonico; Gesù Cristo sarà reso oggetto di volontà d'ortodossia; le dommatiche lo chiuderanno entro formule che vogliono essere «esclusive», ed escludenti; le teologie cercheranno, qualche volta, di rompere la scorza delle definizioni dommatiche, ma sempre saranno tenute a questa o a quella ortodossia. Gesù, diventato Cristo, aveva diritto di essere lasciato libero da restrizioni umane; tanto valeva lasciarlo nella sua sfera umana soltanto (come Gesù). Noi siamo davanti alla necessità di riprendere il filo là dove le dommatiche lo hanno tagliato; Gesù, traslato nella sfera del divino, non può fermarsi ad essere il Cristo; e neanche il Logos; egli deve essere il veramente libero da ogni condizionamento, deve essere Gesù Libero, Iesoūs Eléutheros. Le teologie e le dommatiche non diventano superflue; esse hanno svolto un grande ruolo nel passato; possono averne altro nell'avvenire; non siamo che alla preistoria del Cristianesimo; la storia di Gesù riparte oggi; per ripartire senza condizionamenti basta esser coerenti col significato della sua traslazione nel non-umano. Chiediamo la liberazione di Gesù. Se Egli resta solo il Cristo, non è ancora interamente libero. Cadranno le vigenti dommatiche? I dizionari teologici diventeranno glossari di archeologia e di filologia? Ma di cosa vi preoccupate, o uomini di poca fede…! Gesù non vale più dei vostri dizionari e dei vostri concilii?”

Giovanni Giraldi (1915–2014) filosofo, filologo e accademico italiano

in Sistematica NN. 156-157, p. 13-14
Gesù

Giovanni Giraldi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo
Giuseppe Rensi photo

“Rendere la medesima cosa disprezzabile o rispettabile e nobile chiamandola con una parola diversa: questa è la potenza della parola. E perciò chi è padrone delle parole è padrone delle cose.”

Giuseppe Rensi (1871–1941) filosofo e avvocato italiano

Frammenti d'una filosofia dell'errore e del dolore, del male e della morte

Giuseppe Rensi photo
Federico Caffè photo
Giovanni Cotta photo

“Verona, chi ti vede e tosto non ti ama di irresistibile amore, questi, credo, non ama se stesso, è privo di ogni senso d'amore e detesta ogni cosa bella.”

Giovanni Cotta (1480–1510) scrittore e umanista italiano

da Ad Veronam
Verona, qui te viderit | et non amarit protinus | amore perditissimo | is, credo, se ipsum non amat | caretque amandi sensibus | et adit omnes gratias.
I carmi

Giovanni Cotta photo

“"Qualunque cosa vedano i miei occhi, o non vedano nulla, vita mia, te l'ho già detto, mi richiamano sempre la tua immagine."
"Sarei sciocca – rispondesti – se credessi a simili fole: gli amanti sono avvezzi a ingannare inventando molte bugie come questa.”

Giovanni Cotta (1480–1510) scrittore e umanista italiano

da A Licori, p. 41
"Sive aliquid, seu forte nihil mea lumina cernunt | dixi ea te semper, vita, referre mihi." | "Stulta ego sim – dixti – si credam talia: amantes | talia fallaces fingere multa solent."
I carmi

Jean-Marie Lustiger photo
Alessandro Barbero photo

“Quando una cosa comincia a essere necessaria, di solito qualcuno la inventa.”

Alessandro Barbero (1959) storico e scrittore italiano

Origine: Dal programma televisivo Superquark, Rai 1, 8 agosto 2013. Video http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-83cd90c6-17ca-4828-99b2-137050abe1ae.html disponibile su Rai.tv (min. 1:28:50).

Giuseppe Prezzolini photo

“Quando mi domandano che cosa mi ha colpito di più nel mio ritorno in Italia, rispondo senza esitazione: Papini. Papini è la cosa più grande che ci ho trovato.”

Giuseppe Prezzolini (1882–1982) giornalista, scrittore e editore italiano

da L'italiano inutile, Rusconi, Milano, 1994

Giuseppe Prezzolini photo
Giuseppe Prezzolini photo
Giuseppe Prezzolini photo

“Il tempo è la cosa che più abbonda in Italia, visto lo spreco che se ne fa.”

Codice della vita italiana, Capitolo XI – Dell'Italia e degli Italiani

Klemens von Metternich photo
Klemens von Metternich photo
Augusto Conti photo

“Vive nel presente ogni cosa, l'anima nel futuro: misteriosa natura!”

Augusto Conti (1822–1905) filosofo e pedagogista italiano

Origine: I discorsi del tempo in un viaggio in Italia, p. 39

Michael Moore photo

“Quando Berlusconi fa commenti del genere [Obama abbronzato] dimostra ad Obama non che è razzista, o magari lo è anche, ma che ha a che fare con una persona meno intelligente. E, se non altro, questa è la cosa positiva di Obama: prova compassione per persone che non sono abbastanza intelligenti o che dicono stupidaggini.”

Michael Moore (1954) regista statunitense

da In ½ h, Rai 3, 8 novembre 2009
Origine: Visibile al minuto 01:44 di M. Moore su Obama&Berlusca poi chiede il rientro di Sabina Guzzanti in RAI! http://www.youtube.com/watch?v=70IO5UJwY-c#t=1m44s, YouTube.com, 8 novembre 2009.

Michael Moore photo
Michael Moore photo
Michael Moore photo
Michael Moore photo

“Che cosa resterà dopo la nostra morte se non l'Amore?.”

Pierre Ceyrac (1914–2012) gesuita e missionario francese

Origine: Citato in Padre Pedro Pablo Opeka, Padre Pedro. Autobiografia di un ribelle, Paoline, 2008. ISBN 8831532774

Suzanne Collins photo
Suzanne Collins photo
Suzanne Collins photo
Suzanne Collins photo
Suzanne Collins photo
Antonin Artaud photo

“Della montagna o di me non posso dire che cosa fosse stregato, ma un simile miracolo ottico, in quel periplo attraverso la montagna, l'ho visto presentarsi almeno una volta al giorno.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Viaggio al paese dei Tarahumara, Viaggio al paese dei Tarahumara

Antonin Artaud photo
Jacques Spitz photo
Jacques Spitz photo
Jacques Spitz photo
Harold Acton photo
Pietro Mennea photo
Brad Gilbert photo
Brad Gilbert photo

“C'è un limite in ogni cosa e bisogna sempre avere il coraggio di spingerlo un po' più in là.”

Roberto Rizzato (1961) conduttore radiofonico e giornalista italiano

Calendario Curiosario 2003

Giambattista Giraldi Cinzio photo

“Egle: Se sapeste che cosa è il ber vino, | I fiumi e i fonti vi verriano a noja.”

Giambattista Giraldi Cinzio (1504–1574) letterato, poeta e drammaturgo italiano

Atto III, Scena I
Egle

Billie Joe Armstrong photo
Giuseppe Moscati photo
Giuseppe Moscati photo
Francesco Berni photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo

“Urrà! Urrà! Trombare non conta.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

da Che cosa importa?: p. 170
La vita che verrà

Edward Morgan Forster photo

“I pottibakiani danno prova di grande riserbo. Coltivano le loro terre, si son rivelati improvvisamente dotati di temperamento artistico, e si dice che abbiano dato vita a una nobile letteratura che tratta pochissimo del sesso. Questo è un enigma per noi, come lo è l'indissolubilità del matrimonio, un provvedimento in pro del quale la chiesa ha vanamente battagliato altrove. Paga del trionfo qui ottenuto, essa si dà oggi anima e corpo al benessere della nazione, e l'archimandrita di Praz ha reinterpretato certi passi della Scrittura o li ha decretati spuri. Permangono parecchi punti oscuri, soprattutto perché ci mancano i dati atti a spiegare il periodo di transizione, e siccome non abbiamo modo di procurarci i romanzi di Alekko, non possiamo neppure risalire le tappe attraverso le quali gli impulsi della natura furono convertiti in patrimonio nazionale. Pare, tuttavia, che si siano succeduti tre stadi: dapprima i pottibakiani si vergognarono di fare quel che volevano, poi assunsero un atteggiamento aggressivo al riguardo, e ora fanno ciò che vogliono. E qui debbo lasciarli. Ne sentiremo parlar poco in avvenire, giacché le potenze limitrofe non osano dichiarar loro la guerra. Esse ritengono, forse a giusto motivo, che il paese sia diventato così infetto, che qualora se lo annettessero, ne promuoverebbero solo l'espansione.”

Edward Morgan Forster (1879–1970) scrittore britannico

da Che cosa importa?: p. 174
La vita che verrà

Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo

“Niente affatto. Combatta come se pensasse che noi abbiamo torto. Oh, a che serve tutto il suo equilibrio di giudizio se non decide mai con la sua testa? Chiunque l'afferra e le fa fare quello che vuole. E lei vede dentro di loro e ne ride… ma lo fa. Non basta avere le idee chiare; io ho la testa confusa e stupida, e non valgo la quarta parte di lei, ma ho cercato di fare quello che al momento mi è sembrato giusto. E lei… il suo cervello e il suo intuito sono splendidi. Ma quando vede quello che è giusto, è troppo indolente per farlo. Una volta mi disse che saremo giudicati per le nostre intenzioni, non per quello che abbiamo effettivamente fatto. Mi è sembrata un'osservazione splendida. Ma dobbiamo avere l'intenzione di fare… non starcene seduti su una sedia con le nostre intenzioni.»
«Lei è meravigliosa!» egli disse gravemente.
«Oh, lei mi apprezza!» lei proruppe di nuovo. «Vorrei che non m'apprezzasse. Lei ci apprezza tutti… vede il bene in tutti noi. E intanto lei è sempre morto… morto… morto. Ora, per esempio, perché non s'è arrabbiato? Gli si avvicinò, con un improvviso cambiamento d'umore, gli afferrò tutte e due le mani. Lei è tanto straordinario, signor Herriton, che non posso sopportare di vederla sprecarsi. Non posso sopportarlo… sua madre… non è stata buona con lei.»
«Signorina Abbott, non si preoccupi per me. Alcuni sono nati per non fare nulla. Io sono uno di questi; non ho mai concluso niente, né a scuola né nella professione. Venni qui per impedire il matrimonio di Lilia, ed era troppo tardi. Sono venuto qui con l'intenzione di ottenere il bambino, e ne riporterò un onorevole insuccesso. Adesso non mi aspetto mai che succeda qualcosa, e così non sono mai deluso. Lei si meraviglierebbe di sapere quali sono per mei grandi avvenimenti. Essere andato a teatro ieri, parlare con lei ora… non credo che mi capiterà mai niente di più grande. Il mio destino è di passare nel mondo senza mai scontrarmi con esso o smuoverlo… e veramente non so dire se il mio destino sia buono o cattivo. Io non muoio… io non m'innamoro. E se altri muoiono o s'innamorano, lo fanno sempre proprio quando io non ci sono. Ha perfettamente ragione; la vita per me è semplicemente uno spettacolo, che — grazie a Dio, grazie all'Italia, e grazie a lei — è ora più bello e più incoraggiante di quanto sia mai stato prima.» […. ]
«Ogni minima inezia, per una qualche ragione, oggi sembra imponderabilmente importante, e quando lei dice che da una cosa "non dipende niente," le sue parole suonano come una bestemmia. Non si può mai sapere… (come posso esprimermi?)… quale delle nostre azioni, quale delle nostre omissioni non influiranno su qualcosa per sempre.”

cap. VIII, pp. 185-9
Monteriano

Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Edward Morgan Forster photo
Pródico photo
Alan Kay photo

“Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro. Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.”

Alan Kay (1940) informatico statunitense

da una riunione del 1971 al PARC, il Palo Alto Research Center della Xerox

Pier Ferdinando Casini photo
Steve Harris photo
John Selden photo
Paul Davies photo
John le Carré photo
Louis de Rouvroy de Saint-Simon photo
Bruno Barilli photo

“Due régisseurs? Ma cosa sanno fare questa gente? Nient'altro che quel che si è fatto sempre.”

Bruno Barilli (1880–1952) scrittore e critico musicale italiano

Capricci di vegliardo e taccuini inediti

Terry Brooks photo
Fernando Gago photo
Marcus du Sautoy photo
Giovanni Allevi photo
Giovanni Allevi photo
Giovanni Allevi photo
Richard Strauss photo

“L'universale è Gesù Cristo: "Tu sei la vita, Tu sei uno che mi porta la vita come un oltre, come qualcosa che sta oltre. Tu non sei qualcuno che mi dice una verità che è più grande di me: Tu sei la Verità". E ciò significa: "Tu sei l'ultima parola, Tu sei l'ultima cosa, Tu sei l'assoluto. Oltre di Te non si può andare. Tu sei la terra ferma". Tutto quello che di assoluto sta in queste parole, noi lo vediamo in Gesù Cristo e ci aggrappiamo a Gesù Cristo: "Tu sei tutto questo. Tu sei l'ultima cosa, l'ultimo, perché sei l'ultima spiegazione, l'ultima risposta. Tu sei tutto questo". Che è come dire: il centro non sono io. Io mi realizzo, io sono, ma mettendomi in Te. Questa è l'ubbidienza radicale, l'ubbidienza della fede. [.. ] Io non mi do i contorni che voglio, perché questi non sono i contorni della verità, non sono i contorni della giustizia, del bene. Io devo prendere i contorni, devo prendere forma da Gesù Cristo. Questo, in alcuni momenti, ci appare come una grande stoltezza. Ma la sapienza è prendere i contorni di Gesù Cristo, anche se può essere per noi una grande crocifissione, perché i contorni che abbiamo da noi stessi non sono quelli di Gesù Cristo, ma di Adamo. La croce più vera del cristiano consiste nell'essere discepoli. Consiste in questa ubbidienza, per cui impariamo a dire: "La verità non sono io e non è neanche l'umano". Noi accetteremmo che l'umano è la verità, è il bene; ma la sapienza della fede ci dice che non è l'umano la verità, il bene. La verità, il bene è un umano concreto: è l'umano concreto di Gesù Cristo.”

Giovanni Moioli (1931–1984) presbitero e teologo italiano

Origine: Il discepolo, p. 13

Charles Macklin photo

“Un egoista non sa mai con precisione cosa vuole, ma lo vuole furiosamente.”

Charles Macklin (1699–1797) attore teatrale irlandese

Priva di fonte

Margaret Atwood photo
Mario Benedetti photo
Mario Benedetti photo

“Che cosa noiosa dev'essere peccare quando si è atei. Realizzare il peccaminoso senza che poi nessuno te ne chieda conto.”

Mario Benedetti (1920–2009) poeta, saggista e scrittore uruguaiano

Origine: Grazie per il fuoco, p. 27

Oliviero Beha photo
François Ewald photo
Philippe Nemo photo
Giovanni Gentile photo

“Gli uomini che ragionano sempre non fanno la storia.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

da Il liberalismo di Cavour, in Che cosa è il fascismo, Vallecchi