Frasi sulla democrazia
pagina 4

Salvatore Cuffaro photo
Oliviero Diliberto photo

“Berlusconi è un pazzo, pericoloso per la democrazia.”

Oliviero Diliberto (1956) politico, giurista e docente italiano

citato in Violante: "Il premier farnetica ci aspettiamo una smentita" http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/berlugiudici/reazion/reazion.html, la Repubblica, 4 settembre 2003

Madeleine Albright photo

“Io sono per la democrazia, ma imporre la democrazia è un ossimoro. La gente deve scegliere liberamente la democrazia, e questa deve salire dal basso.”

Madeleine Albright (1937–2022) politica statunitense

In un'intervista del 2006 sulla politica estera dell'amministrazione Bush

Antonio Spadaro photo

“Comprendiamo bene come Wikipedia rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti Wikipedia è come un organismo vivente: cresce (al ritmo dei 7% ogni mese), si «ammala», è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto Wikipedia nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di «torre di Babele», che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. […] Le sue «utopie» nascono, radicalizzandole, dalle esigenze profonde della conoscenza umana, che i wíki, in generale, aiutano a trasformare in progetti concreti: il conoscere inteso come un processo dinamico, aperto a tutti, e frutto non solo di un impegno individuale, ma anche di una profonda collaborazione e di un intenso confronto tra menti disposte a condividere abilità e intelligenza. Questa potenzialità deve però confrontarsi con limiti strutturali invalicabili che si possono riassumere nella mancanza di certa autorevolezza e di un'esposizione continua al vandalismo, che rischia di vanificare gli sforzi positivi.”

Antonio Spadaro (1966) gesuita, scrittore e teologo italiano

da Wiki, utopie e limiti di una forma di «intelligenza collettiva», in La Civiltà cattolica, anno 2005 n. III

Sergio Quinzio photo

“Questo lo diceva il Tao: "L'imperatore non fa mai leggi, perché se emanasse una norma vorrebbe dire che qualcosa non va". Ogni legge in qualche modo è la spia di una condizione imperfetta: l'ideale sarebbe non averne bisogno.”

Sergio Quinzio (1927–1996) teologo e aforista italiano

da Sergio Quinzio, Gustavo Zagrebelsky, Democrazia e Apocalisse, a cura di Maurizio assalto, La Stampa, 28 maggio 1995, p. 21

Ernst Lothar photo

“La democrazia non è altro che un pretesto per le cattive maniere!.”

Ernst Lothar (1890–1974)

Origine: L'angelo musicante, p. 305

Sergio Romano photo
Michel Onfray photo

“Ogni teocrazia rende impossibile la democrazia. Meglio: un sospetto di teocrazia impedisce l'esistenza stessa della democrazia.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese

Origine: Trattato di Ateologia, p. 163

Michel Onfray photo
Nicolás Gómez Dávila photo
Antonio Di Pietro photo
Antonio Di Pietro photo
Antonio Di Pietro photo

“Ritengo Travaglio una delle poche voci libere nel mondo dell'informazione, un serio professionista che svolge pienamente il ruolo di cane da guardia della democrazia. Le osservazioni e critiche di Marco, delle quali io stesso sono stato spesso oggetto, dovrebbero servire da monito per i politici.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Origine: Citato in Scontro De Luca – Travaglio: Di Pietro elogia il giornalista http://www.newnotizie.it/2010/03/06/scontro-de-luca-travaglio-di-pietro-elogia-il-giornalista/, NewNotizie.it, 6 marzo 2010.

Antonio Di Pietro photo

“Lei, signor Berlusconi, è uno strupratore della democrazia.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Discorso parlamentare in occasione della fiducia al governo Berlusconi, il 29 settembre 2010

David Foster Wallace photo
Sergio Ricossa photo
Marc Augé photo
Vandana Shiva photo
Francesco Saverio Nitti photo

“Il nazionalismo è alla nazione ciò che il bigottismo è alla religione.”

Francesco Saverio Nitti (1868–1953) economista, politico e saggista italiano

da Scritti politici: La pace. La libertà. Bolscevismo, fascismo e democrazia, Laterza, Bari, 1959, p. 255

Alfredo Panzini photo
Karl-Heinz Rummenigge photo

“Nella FIFA non vi è più alcuna democrazia. Sta diventando un'istituzione sempre più egoista.”

Karl-Heinz Rummenigge (1955) dirigente sportivo e ex calciatore tedesco

Origine: Citato in Rummenigge: «In FIFA non esiste democrazia» http://www.repubblica.it/ultimora/sport/CALCIO-RUMMENIGGE-IN-FIFA-NON-ESISTE-DEMOCRAZIA/news-dettaglio/3971999, Repubblica.it, 18 maggio 2011.

“L'idea di un credo che tutto abbraccia e tutto risolve è incompatibile con la libertà […]. Tentar di soddisfare contemporaneamente entrambe le cose significa necessariamente finire, se non proprio in una forma definitiva di tirannia o di schiavitù, perlomeno in quella colossale ipocrisia e illusione che sono insieme presenti nella democrazia totalitaria.”

Jacob Talmon (1916–1980) storico e docente universitario israeliano

da The origins of totalitarian democracy, Le origini della democrazia totalitaria, Bologna, 1967
Origine: Citato in George Rudé, Robespierre, traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, Milano, 1981.

Emilio Gentile photo
Daniele Luttazzi photo
Daniele Luttazzi photo
Gian Carlo Caselli photo

“La soluzione del caso in esame, quando sia riferita alla specificità del caso concreto, ha un percorso obbligato: deve puntare su un uomo del pool antimafia, deve puntare sulla struttura che a questo pool fa capo. Il pool di magistrati dell'ufficio istruzione di Palermo ha saputo attrezzarsi (prima di tutto culturalmente) realizzando così una struttura nuova affiatata, che ha diffuso professionalità. Non bisogna infatti dimenticare che si è trattato di una struttura aperta, nel senso che ha formato professionalmente magistrati che, prima di entrare a far parte del pool, di questi problemi non si erano mai occupati e che viceversa, grazie al pool, hanno conseguito livelli di capacità decisamente di grande rilievo. Alla fine, operando in questo modo, il pool di giudici istruttori del tribunale di Palermo ha ottenuto risultati di grande rilievo, basati sulla individuazione dei caratteri della nuova mafia. I primi risultati, dopo anni, decenni e decenni di sostanziale impunità.
In alcuni interventi si è parlato di premio, in particolare di premio al protagonismo, come di un criterio da non seguire, e la storia del protagonismo e un po' come la storia di quando le donne portavano il velo. A quel tempo le donne erano tutte belle, ma quando il velo cadde si cominciarono a constatare delle differenze. Un po' la stessa cosa è successa per la magistratura. Quando i giudici non davano «fastidio», quando non erano scomodi, erano tutti bravi e belli. Ma quando hanno cominciato ad assumere un ruolo preciso, a dare segni di vitalità, a pretendere di esercitare il controllo di legalità anche verso obiettivi prima impensati, ecco che è cominciata l'accusa di protagonismo.
Mentre quei giudici che si tirano indietro (ed è successo sia a Torino in occasione del processo d'Assise ai capi storici delle BR, sia a Palermo, in occasione dei processo d'Assise alla mafia da poco concluso) non rischiano proprio nulla e nessuno si leva a protestare o levar critiche nei loro confronti. In altri interventi si è parlato di premio nel senso di carriera che correrebbe lungo corsie «privilegiate» per quei giudici che abbiano fatto determinate esperienze professionali.
Ma è inconcepibile, perfino un po' scandaloso, che si parli di privilegio con riferimento ai giudici di Palermo che vivono nelle condizioni a tutti note; che semmai rappresentano una pesante penalizzazione.
Nel caso della lotta alla mafia, questi interessi sono gli interessi della democrazia, ciò che rende questa seconda visione (non settoriale) del tutto giustificata. Per questi motivi esprimo avviso contrario alla proposta della commissione.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Trascrizione del discorso tenuto al plenum del CSM il 19 gennaio 1988 in cui espresse voto contrario ad Antonino Meli come consigliere istruttore che poco dopo sciolse il pool di Palermo, da www.cuntrastamu.org http://www.cuntrastamu.org/mafia/speciali/falcone/csm1_2.htm

Pier Luigi Bersani photo
Nico Perrone photo
Nico Perrone photo
Nico Perrone photo

“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

Stefano Rodotà photo
Stefano Rodotà photo
Gabriella Carlucci photo

“Ricordiamo con Socrate, che mai la maggioranza decide ciò che è giusto ma solo ciò che le conviene per questo accettiamo la democrazia.”

Gabriella Carlucci (1959) conduttrice televisiva e politica italiana

Origine: Dalla replica https://web.archive.org/web/20080311232746/http://www.gabriellacarlucci.it:80/2008/03/06/replica/ ai commenti ricevuti a seguito del suo attacco a Maiani, 6 marzo 2008.

Clement Attlee photo
Riccardo Bacchelli photo
Enzo Biagi photo
Enzo Biagi photo
Enzo Biagi photo
Enzo Biagi photo
Gordon Rattray Taylor photo

“La democrazia è un'arena dove, se non si scontrassero tesi contrapposte, si assisterebbe a uno spettacolo avvilente, al trionfo del pensiero unico, dove vince chi fischia più forte.”

Pierluigi Battista (1955) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

da La lezione di Voltaire valga anche per il Papa, Corriere della sera, 14 gennaio 2008, p. 28

Diego Fusaro photo
Juan Domingo Perón photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo

“Emilio Fede? Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la democrazia e per l'informazione.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

da la Repubblica, 4 gennaio 1995
Variante: Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la democrazia e per l'informazione.

Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo

“Noi proponiamo da anni un modello di democrazia economica fondato sulla partecipazione e sulla cogestione, sulle public company. In questo senso siamo d'impaccio per chi persegue altri disegni. Ed è qui, su questo terreno, che avviene la saldatura tra la sinistra e i poteri forti.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Nel senso? ] "Nel senso che la ritrosia e l'avversione storica della sinistra verso la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, accompagnata in questa fase dall'esigenza di legittimazione e accreditamento in certi ambienti, si salda benissimo con gli interessi di quei poteri che vogliono continuare a decidere le cose [nelle solite stanze dei bottoni]. Basta guardare come è stata condotta la privatizzazione di Telecom..." (Intervista con Il Messaggero, 2002)

Silvio Berlusconi photo

“[Rivolto all'esponente socialdemocratico all'Europarlamento di Strasburgo] Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto! […] Se questa è la forma di democrazia che intendete usare per chiudere le parole del presidente del Consiglio europeo, vi posso dire che dovreste venire a… come turisti in Italia, ma che qui sembrate turisti della democrazia, dei turisti della democrazia!”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2003
Origine: Durante una seduta del Parlamento Europeo, 2 luglio 2003 ( Verbali della seduta http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do;jsessionid=038B51966E46C05BB423E25085DFCA77.node1?language=IT&pubRef=-//EP//TEXT+CRE+20030702+ITEMS+DOC+XML+V0//IT#creitem1, Europarl.Europa.eu).

Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo

“Non dico che sono contro la democrazia, ci mancherebbe altro. Mi accusano naturalmente di questo: quando ho detto come provocazione, evidentemente paradossale, che dovrebbero votare solo i capigruppo.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato in Parlamento: Berlusconi, voto a capigruppo era una provocazione paradossale, Adnkronos, 15 marzo 2009

Silvio Berlusconi photo
Silvio Berlusconi photo
Giorgio Bassani photo

“Fin dall'inizio, più di un anno fa, c'era qualche analista di buon senso che credeva alla favola delle armi di distruzione di massa? Era evidente che la guerra in Iraq aveva altri scopi. Destituire quella personcina garbata che si chiama Saddam, spezzare i legami tra il regime di Baghdad e i palestinesi, creare nel cuore del Medio Oriente una possibile democrazia, come elemento scardinante di un pezzo di mondo dominato dall'integralismo. La questione dirimente, su cui non si possono fare analisi a tavolino, è l'esportabilità della democrazia. L'arrivo degli yankees, con il determinante corredo di aiuti economici, aveva saputo riportare libertà e civiltà in Germania, in Italia e in Giappone, le tre nazioni sconfitte nella seconda guerra mondiale. Ma un modello di cambiamento accaduto in passato non è garanzia di successo in altro tempo e altro luogo. Troppo diverse le condizioni di partenza, troppo lontane le mentalità. Certo, gli iracheni non ci hanno accolto con i fiori. Ma davvero qualcuno pensava di rivedere a Baghdad le stesse scene delle ragazze italiane che lanciavano fiori ai soldati americani nel 1944-45? E poi, quante fazioni ci sono dentro l'Iraq? Quante etnie, quante consorterie, quanti interessi? L'errore, che è tragico oltre che ridicolo, è l'illusione di riuscire a imporre, con l'azione delle armi, una logica democratica, a cui il civilissimo Occidente è arrivato dopo secoli di storia complessa. Tra un mese dieci nuovi paesi entreranno nell'UE. Ci sono arrivati non per interventi esterni, ma perché ha agito l'esigenza della libertà. Dall'interno.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair, n. 29, 29 aprile 2004
Citazioni di Mina

Eleonora Pimentel Fonseca photo
Arrigo Cajumi photo
James Fenimore Cooper photo

“La tendenza delle democrazie è, in ogni cosa, alla mediocrità.”

James Fenimore Cooper (1789–1851) scrittore statunitense

da The American Democrat, 1838

Luciano Pellicani photo
Bao Tong photo
Daniele Capezzone photo
Indro Montanelli photo
Indro Montanelli photo
Indro Montanelli photo
Indro Montanelli photo

“Certamente Mussolini fu un grossissimo politico, un uomo politico di grandissimo fiuto, di tempismo formidabile: lo dimostrò la facilità con cui vinse. Forse dovuta per metà alle sue capacità, alla sua bravura – parlo sempre come politico – e per metà all'insipienza, alla nullaggine dei suoi avversari, perché è tempo oramai di dire anche questo. Non c'è dubbio che il potere assoluto guastò completamente Mussolini: il Mussolini del 1930 non era certamente quello del 1940, il Mussolini di dieci anni dopo l'avvento al potere era diventato una specie di marionetta, la caricatura di sé stesso. Aveva perso proprio il senso della realtà, che era stato invece il suo forte da principio, il contatto col pubblico lo aveva perso, il senso della misura, e lo aveva dimostrato poi con gli errori madornali che ha fatto. Nei primi dieci anni credo che alcune cose buone le abbia fatte. Non credo che abbia ucciso la democrazia, credo che l'abbia soltanto seppellita perché era già morta. Da quel poco che ricordo l'Italia era un grosso carnevale, e anche abbastanza drammatico, perché la situazione interna era addirittura sfasciata: correva sangue, ne correva molto, noi in Toscana ne sapevamo qualcosa […]. E quindi non è vero che lui… le democrazie non vengono mai uccise, le democrazie muoiono. Dopodiché si dà la colpa a chi le seppellisce, ma la verità è che si suicidano, e credo che la democrazia italiana del '21-22 si sia suicidata. […] Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore… tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Questo secolo, 18 maggio 1982
Interviste

Indro Montanelli photo

“La democrazia è sempre, per sua natura e costituzione, il trionfo della mediocrità.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Citato in Oggi, 11 ottobre 2000.

Ian Buruma photo
Henning Mankell photo
Max von der Grün photo
Ralf Dahrendorf photo
Maria Chiara Pievatolo photo

“La trasformazione dell'elettorato in pubblico televisivo ha innalzato la qualità della democrazia ed ha avvicinato la democrazia diretta a quella parlamentare, ha avvicinato così la democrazia occidentale al suo modello, la democrazia ateniese, forma originaria della democrazia diretta.”

Gianni Baget Bozzo (1925–2009) sacerdote, politico e giornalista italiano

Origine: Da «L'identità del Pdl» http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=23917&Itemid=26, Il Legno Storto, 11 gennaio 2009.

Carmelo Bene photo