Frasi su dote

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema dote, essere, grande, vita.

Frasi su dote

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“Istruzione (s. f.). Quella dote che spiega al saggio e nasconde allo stolto i motivi della loro incapacità di capire.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 103
Dizionario del diavolo

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“Ho imparato che il mondo degli uomini così com'è oggi è una burocrazia. È una verità ovvia, certo, per quanto ignorarla provochi grandi sofferenze. Ma ho anche scoperto, nell'unico modo in cui un uomo impara sul serio le cose importanti, la vera dote richiesta per fare strada in una burocrazia. Per fare strada sul serio, dico: fai bene, distinguiti, servi. Ho scoperto la chiave. La chiave non è l'efficienza, o la rettitudine, o l'intuizione, o la saggezza. Non è l'astuzia politica, la capacità di relazione, la pura intelligenza, la lealtà, la lungimiranza o una qualsiasi delle qualità che il mondo burocratico chiama virtù e mette alla prova. La chiave è una certa capacità alla base di tutte queste qualità, più o meno come la capacità di respirare e pompare il sangue sta alla base di tutti i pensieri e le azioni. La chiave burocratica alla base di tutto è la capacità di avere a che fare con la noia. Di operare efficacemente in un ambiente che preclude tutto quanto è vitale e umano. Di respirare, per così dire, senz'aria. La chiave è la capacità, innata o acquisita, di trovare l'altra faccia della ripetizione meccanica, dell'inezia, dell'insignificante, del ripetitivo, dell'inutilmente complesso. Essere, in una parola, inannoiabile. Ho conosciuto, tra il 1984 e l'85, due uomini così. È la chiave della vita moderna. Se sei immune alla noia, non c'è letteralmente nulla che tu non possa fare.”

David Foster Wallace (1962–2008) scrittore e saggista statunitense

p. 566-567

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“La donna africana sperimenta una triplice servitù, attraverso il matrimonio coatto, attraverso la dote e la poligamia che aumenta il tempo libero degli uomini e al tempo stesso il loro prestigio sociale, e, infine proprio attraverso l'ineguale divisione del lavoro.”

René Dumont (1904–2001) sociologo francese

Origine: Da L'Afrique noire est mal partie, 1962; citato in Juliet Mitchell, La condizione della donna (Woman's Estate), traduzione di Giovanna Stefancich, Einaudi, Torino, 1972.

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“Giudice, | vorrei lasciare mia moglie. | Giudice, | vorrei andarmene via… | Perché l'hai sposata? | Perché portava in dote | terreni confinanti | con le terre che ho io. | Forse le vostre terre non confinano più? | Ma scusi… che domande sono? Ma certo che confinano | ancora. | E allora non avrai mai il permesso | di lasciare tua moglie, | di andartene via..”

Luigi Tenco (1938–1967) cantautore italiano

da Vita familiare, n. 2
Luigi Tenco canta Tenco, De André, Jannacci, Bob Dylan
Origine: Indicata da Tenco come sesta ballata, con il titolo originale Ballata della vita familiare Enrico De Angelis, Luigi Tenco. Io sono uno. Canzoni e racconti, p. 100

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“Non credo nell'intelligenza come dote a sé. Accompagnata dall'energia e dalla buona volontà può dare ottimi frutti. Sola, non approda a nulla.”

John Hersey (1914–1993) giornalista e scrittore statunitense

da The Child Buyer; citato in Selezione dal Reader's Digest, marzo 1973

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“Parve a Sador che gli occhi di Túrin non fossero quelli di un bambino, e si disse: «Il dolore è una dote per un animo duro.»”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

da I figli di Húrin, cap. I

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“In Israele vince chi porta in dote ai propri elettori più teste palestinesi mozzate.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Gaza. Restiamo umani, p. 95

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“Stupenda cosa sono i doni dell'ingegno, le ininspirazioni del genio, e la scienza; ma la dote che supera ogni altra, il pregio che tutti gli altri offusca è la carità.”

Cesare Malpica (1804–1848) giornalista, avvocato e poeta italiano

Le Suore della Carità e il loro stabilimento in Napoli

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“[Su Francesca Schiavone] Lei ha una dote fondamentale, che a tante altre manca. Riesce a far giocare male le sue avversarie.”

Rino Tommasi (1934) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in «Schiavone è un osso duro. Può vincere facendo giocar male l'avversaria» http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-04/francesca-schiavone-osso-duro-182300.shtml?uuid=AYoWswvB, IlSole24Ore.com, 4 giugno 2010.

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“Con fantascienza ["scientifiction"] intendo il genere di storie scritto da Jules Verne, H. G. Wells ed Edgar Allan Poe: un'affascinante romance intimamente mescolato a dati scientifici e visioni profetiche. […]
Edgar Allan Poe può giustamente essere chiamato il padre della "fantascienza". Fu lui che a dare veramente inizio al romance, a intessere brillantemente nella e attorno alla storia un filo scientifico. Jules Verne, con i suoi romance strabilianti, anch'essi intessuti di un filo di scienza, venne per secondo. Poco più tardi giunse H. G. Wells, le cui storie di fantascienza, al pari di quelle dei suoi precursori, sono diventate famose e immortali.
Bisogna ricordare che viviamo in un mondo completamente nuovo. Duecento anni fa, le storie di questo tipo non erano possibili. La scienza, nelle sue varie branche di meccanica, elettricità, astronomia ecc., entra oggi così intimamente nelle nostre vite, e noi siamo così immersi in questa scienza, da essere ormai abituati a dare per scontate nuove invenzioni e scoperte. L'intero nostro modo di vivere è cambiato con l'attuale progresso e non c'è da stupirsi, perciò, se molte situazioni fantastiche – impossibili cent'anni fa – sono oggi reali. È in queste situazioni che i nuovi autori di romance trovano la loro grande ispirazione.
Non solo queste storie sbalorditive sono una lettura tremendamente interessante: esse inoltre sono sempre istruttive. Forniscono conoscenze che non potremmo ottenere in altro modo, e le forniscono in modo assai gradito al palato. Perché i migliori di quei moderni scrittori di fantascienza hanno la dote di impartire conoscenza, e anche ispirazione, senza mai farci capire che ci impartiscono un insegnamento.
E non solo! Poe, Verne, Wells, Bellamy e molti altri si sono dimostrati veri poeti. Le profezie fatte in molte delle loro storie più strabilianti sono in corso di realizzazione, o sono già state realizzate. Prendete per esempio il fantastico sottomarino della più famosa storia di Jules Verne, "Ventimila leghe sotto i mari."”

Hugo Gernsback (1884–1967) inventore, editore e scrittore lussemburghese

Ha previsto l'odierno sottomarino fin quasi all'ultimo bullone! Le nuove invenzioni ritratte per noi nell'odierna fantascienza non sono affatto impossibili da realizzarsi domani.
Origine: Estratto dall'editoriale del primo numero della rivista Amazing Stories, 5 aprile 1926; citato in Riccardo Valla, Storia della fantascienza - Hugo l'inventore http://www.fantascienza.com/delos/delos52/storia.html, Delos Science Fiction n. 52, dicembre 1999-gennaio 2000

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“La superbia è l'unica dote apocalittica che forse giova.”

Irene Papas (1926) attrice greca

Origine: Citato in Rodolfo Giammarco, Cerco sulla scena i conflitti dell' anima, la Repubblica, 8 agosto 1998.

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“Vengono dalla dote le saette, | non dall'arco sognato di Cupìdo.”

Scipione Maffei (1675–1755) storico e drammaturgo italiano

Camilla, Atto III, p. 138
Le Cerimonie

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“Non è che Fini fa il nostro capo per poi portarci in dote ad Arcore…”

Francesco Storace (1959) politico e giornalista italiano

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“I Sogni sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J1376 – F1401, vv. 1-6
Lettere
Variante: I Sogni sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima. (J1376 – F1401, vv. 1-6)

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“Ivi, in quel vasto salone così armonicamente grandioso, vediamo rispecchiarsi l'universalità e la varietà dello scibile riunito e classificato giusta gli antichi ideali, oggi smarriti per la necessità delle cose. Oggi perché possa conservarsi a una biblioteca il suo carattere generale occorrono mezzi di cui solo due o tre biblioteche al mondo possono disporre. Né è più possibile, per la mancanza di spazio, dare ai libri una classificazione materiale, e le stesse classificazioni ideali sono state surrogate da metodi più pratici e più comodi. La nostra Biblioteca Nazionale, la scarsezza della sua dote, ha serbato come ha potuto l'indole sua generale.
Essa da quando fu aperta al pubblico, è già quasi un secolo, e per molti anni dopo, fu annoverata tra le principali di Europa: non contava allora la Nazionale di Parigi i suoi due milioni e mezzo di volumi, né quella del Museo Britannico un milione e mezzo, né le altre di Pietroburgo, di Monaco, di Berlino, di Firenze avevano raggiunto o sorpassato il milione. Ora la Nazionale nostra, che possiede un 500,000 e più tra volumi ed opuscoli, mentre ha ancora innanzi a sé, sotto il rispetto del numero, parecchie biblioteche, oltre le già nominate, non ha poi nemmeno perduta quella rinomanza mondiale che le fu un giorno riconosciuta. Ciò si deve al grandissimo pregio dei suoi antichi fondi, alla rarità dei suoi bibliografici e paleografici, alla varietà e ricchezza delle sue collezioni speciali. Questa sua parte antica va diventando ogni dì più preziosa e ricercata, e basta per sé sola a mantenere a un grado elevato una biblioteca che ne è fornita, malgrado l'esser rimasta indietro, come questa nostra, negli acquisti delle cose moderne.”

Alfonso Miola (1844–1934)

da Le biblioteche, p. 267
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Origine: Tutti i dati riferiti da A. Miola sono relativi agli inizi del XX° secolo. Il saggio Le biblioteche, fu pubblicato nel volume collettaneo Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, Napoli, 1900.

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“Siamo come il fanciullo che è diventato adulto; egli acquisisce la libertà di badare a se stesso, come vuole, a suo piacimento; riceve dai suoi genitori una dote per aiutarlo ad avviarsi nella vita una dote della quale dipenderà da lui che la usi con saggezza, la faccia fruttificare o che la dissipi.”

Fulbert Youlou (1917–1972) politico e presbitero della Repubblica del Congo

Nous sommes comme le jeune homme qui est devenu adulte; il acquiert la liberté de se diriger seul, comme il l'entend, comme il le désire; il reçoit de ses parents une dot pour l'aider à d'émarrer dans la vie et dont il dépendra de lui qu'il l'utilise sagement, la fasse fructifier ou la dissipe.